Il Velo

Feb 13, 2015 15:36

Mi accorgo che qualcuno è arrivato all’improvviso, mentre la battaglia continua ad infuriare intorno a me in quella strana stanza.
Sono in bilico su un gradino di pietra e tutto quello che vedo è la mia avversaria, Bellatrix Lestrange, non mi preoccupo del nuovo arrivato anche se forse dovrei.
Dovrei accorgermi che Silente è arrivato, che gli altri stanno deponendo le armi mentre i Mangiamorte cercano di fuggire ma non lo faccio.
L’adrenalina e la voglia di combattere sono così forti che resto concentrato solo sulla mia nemica, che mi lancia contro un incantesimo scarlatto, lo evito e la provoco.
-Avanti, puoi fare di meglio!- Sento la mia voce echeggiare nella grande sala.
 Capisco che fare lo sbruffone è stato un errore solo quando un secondo getto luminoso mi colpisce in pieno petto.
Sto ancora sorridendo quando mi rendo conto di cosa  è successo, sgrano gli occhi mentre il colpo mi fa perdere l’equilibrio.
Vedo Harry e Silente girarsi a guardarmi, il ragazzo corre verso di me, giù per la scalinata, lasciando andare il suo amico.
Scivolo all’indietro, so dove sto per cadere e mi sembra di impiegarci molto più tempo del necessario.
Sento il Velo toccarmi la schiena e appena lo fa la sensazione che provo è stranissima.
E’ come se venissi cancellato, poco alla volta.
Mi tornano alla mente tanti ricordi, un secondo prima che qualcosa me li porti via.
Le prime cose che vedo non sono ricordi piacevoli, sono piccolo, a casa Black e tutti mi trattano con disprezzo solo perché non voglio seguire le tradizioni di famiglia.
Non sono nobilissimo o tantomeno antichissimo come dicono sempre, non mi interessa essere come loro, seguaci di Voldemort e sostenitori della supremazia della razza magica.
Mi rivedo ad attaccare poster di ragazze babbane e di motociclette alla parete, mentre mia madre mi urla dietro una valanga di insulti, e io sorrido beffardo.
Vedo l’immagine svanire piano piano, sostituita da altre.
Sono a scuola, ad Hogwarts.
Il cappello parlante mi smista in Grifondoro, nonostante tutta la mia famiglia sia storicamente Serpeverde. Ne sono molto più felice di quello che dimostro, anche se so che col nome che porto non sarà facile integrarsi.
Fortunatamente non passa molto tempo da quel momento a quando conosco James, Remus e Peter, che sarebbero diventati i miei migliori amici.
I ricordi successivi sono tutti bellissimi, è il periodo più felice della mia vita.
Noi quattro che scappiamo durante le lezioni, giochiamo strani scherzi ai professori. Le gite segrete a Hogsmade..
Amo quei ricordi, li ho sempre conservati gelosamente, anche quando ero ad Azkaban.
Combatto con tutte le mie forze perché il Velo non me li porti via, non importa dove sto andando, non voglio dimenticare.
Ma è inutile, svaniscono anche loro.
Adesso mi vedo sempre con gli altri, stiamo imparando a diventare animagus dopo aver scoperto la condizione di Remus.
E’ illegale, ma non ci importa. Lui è nostro amico e vogliamo stargli il più vicino possibile.
Vedo i primi fallimenti, e poi il successo. Vedo le prime volte in cui giocavamo alla Stamberga Strillante e poi le gite nel bosco, spericolati, incuranti che qualcuno ci scoprisse.
Ora sono un grande cane nero, e sto correndo in una gara di velocità contro Remus-Lupo. Ho il fiatone e sento l’adrenalina correre nelle mie vene. E’ una sensazione bellissima, la libertà e la corsa senza freni.
Poi piano piano gli alberi scompaiono e anche le sensazioni mentre anche quel ricordo passa oltre.
Penso che non siano solo i miei ricordi a scomparire, sento che anche il mio corpo non è più quello di sempre, è leggero e indefinito.
Mi sembra di cadere da sempre, e contemporaneamennte da pochissimo.
Si potrebbe pensare che col passare del tempo i ricordi si siano avvicendati sempre più velocemente ma non è così, è sempre con lentezza che mi passano davanti agli occhi altre cose, dettagli, vicende importanti, felici e dolorose.
Come se quel maledetto arco avesse deciso di mostrarmi tutto quello che stavo perdendo scivolandoci dentro.
Vidi sempre i miei migliori amici, mentre creavamo la Mappa del Malandrino, vidi il diploma, vidi me stesso fare da testimone al matrimonio di James e Lily.
Diventare il padrino di Harry.
Poi mi vidi fare la scelta più sbagliata della mia vita, fare si che fosse Peter Minus, e non io,  a diventare il Custode Segreto, per la sicurezza di James, Lily e del bambino.
Che stupido che fui a non accorgermi che Codaliscia non era altro che un codardo traditore.
Ma anche quella rabbia e quel dolore che, nonostante fossero passati anni, ancora mi tormentavano sparirono.
I ricordi successivi erano più o meno tutti uguali, riguardavano la prigionia ad Azkaban.
Non mi dispiacque che il velo se li portasse via.
L’ultima cosa che vidi prima di toccare terra, sempre che di terra si potesse parlare, fu il viso di Harry.
Era diventato come un figlio per me, in quel poco tempo che avevamo potuto passare insieme, e ora lo stavo abbandonando.
Aveva perso James, e ora anche me.
Sentì il rimorso attanagliarmi lo stomaco, poi più nulla.
Vidi la tenda nera del Velo ricomporsi, chiusi gli occhi e mi lasciai andare.

harry potter

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