Titolo: Warm Bodies
Fandom: The Walking Dead
Capitolo: 1
Autore:
queenseptiennaSceneggiatrice:
manubibiPairing: Rick/Shane
Rating: PG (questo capitolo)
Genere: angst, drammatico, romantico, horror
Avvertimenti: slash, zombie, crossover, protagonisti zombie, AU, what if?
Info: Tutto questo è nato su idea di
manubibi dopo che entrambe abbiamo letto
Warm Bodies. Non è il libro del secolo, ma è carino e molto all'ammmmmerigana, ma abbiamo deciso di tenere l'idea di base e sfruttarla per questa AU/what if? dove Rick è morto (visto che que crudele individuo di Kirkman ha detto che prima o poi Rick morirà). Enjoy :D
Disclaimer: né TWD né Warm Bodies sono roba mia, seriamente.
Rick si rese conto di essere cosciente nel momento in cui aprì gli occhi e si ritrovò a fissare un mucchio di persone immobili davanti a sé. Ci mise più di un minuto - alcuni minuti gli parvero ore - a realizzare che quelle persone non erano altro che zombie.
L’istinto atavico gli infuse un vago senso di paura, ma quando provò a muoversi si rese conto che il suo corpo non rispondeva propriamente ai comandi. Era come se fosse immerso in un mare di farina e cercasse disperatamente, lentissimamente, di muoversi senza però riuscirci.
Era talmente preso a cercare di capire come levarsi in fretta da lì da non notare che gli zombie lo ignoravano totalmente.
Niente.
Non gliene fregava niente di lui e della sua disperazione.
Quando finalmente riuscì a mettere le braccia in terra per spingersi in piedi, emise un gemito che somigliava terribilmente a un mefitico rantolo e a quel punto notò gli abiti sbrindellati e ricoperti di sangue secco. Con estrema lentezza si portò le mani davanti al volto e le vide grigiastre, totalmente prive di vita.
Il panico arrivò in fretta insieme all’accettazione di essere morto. Beh, lottava ancora contro l’idea di essere morto, ma sentimenti contrastanti si mescolavano in lui oltre a quello, come il fatto di avere ancora una coscienza e soprattutto di come via via tutto pareva meno importante.
I pensieri gli fluivano dalla testa come sabbia dalle dita.
Era innegabilmente morto.
A fatica si rialzò da terra e si guardò in giro. Si trovava all’interno di un aeroporto, non era mai stato lì e scavando nella memoria non riuscì a collegare quel posto con eventuali ricordi da vivo. Come diavolo era finito in un aeroporto disperso in piena America? Perché era ancora in America, vero?
Intorno a sé Rick vide che gli zombie non erano completamente immobili. Alcuni erano fermi, ma altri sembravano quasi dedicarsi a fare qualcosa. Per esempio ce n’era uno che andava su e giù dalle scale mobili fissando tutti quanti con aria assente e dietro di lui un tizio grande e grosso agitava un braccio per attirare la sua attenzione.
Ma che diavolo…
Nella mente i pensieri e i ricordi si accavallavano senza soluzione di continuità, uno sopra all’altro si intrecciavano come la trama di un tessuto, ma non per quello gli era utile. Continuava a non rammentare con esattezza come fosse morto e molti dei ricordi della sua vita passata erano stati come resettati senza più possibilità di accedervi.
A malapena riusciva a ricordarsi il proprio nome o perché fosse morto…
Un senso di tristezza lo pervase. Se con la mente non ci riusciva, almeno con il cuore, il suo vecchio cuore ormai fermo e rattrappito in mezzo al petto, poteva dispiacersi per tutti coloro che in un modo o nell’altro si era lasciato alle spalle.
Chissà che fine avevano fatto? Anche se non si ricordava più i loro nomi, chi fossero o cosa significassero per lui, Rick non poté fare a meno di dedicare un minuto - o forse un’ora - a quelle persone che forse non erano morte ed erano vive, da qualche parte, a ricordarlo.
Qualcuno fra gli zombie parve però notarlo. Un grugnito si levò dal gruppo e il suo proprietario si fece largo per raggiungere Rick, che avrebbe pianto, se avesse avuto ancora dei dotti lacrimali funzionanti.
Era Shane Walsh ed era indubbiamente morto tanto quanto lui, ma nonostante tutto, sembrava averlo riconosciuto ed era… felice.
Continua