Titolo: Ogni singolo trucco
Fandom: John Doe
Autore:
queenseptiennaPairing: Guerra/John
CLICKRating: NC17
Genere: erotico
Avvertimenti: slash, PWP, sesso descrittivo, violenza, linguaggio
Note: ambientato nella 2° stagione di JD
Iniziativa: p0rn fest #5
fanfic_italiaPrompt: JOHN DOE - Guerra/John, Così non va
Il pugno lo colpì in pieno viso, spezzandogli il fiato in gola. Il brutto di essere umano (anche se eri appena diventato la Morte), quando giocavi a fare il cazzuto contro un’Entità… beh, era appunto l’essere umano. Insomma, il fatto di essere divenuto la Morte Incarnata non gli risparmiava di certo di incassare ogni colpo esattamente come prima. E Guerra non era un’Entità qualsiasi, era un fottuto Cavaliere dell’Apocalisse che gli aveva appena dato un buffetto.
“Ragazzo, non ti facevo così checca.” Guerra aspirò profondamente dal proprio sigaro, rivolgendo appena un’occhiata a quel patetico individuo che pretendeva di mandare avanti la Trapassati Inc. “Seriamente, ho visto gente più in gamba di te. Tipo Hitler.”
“Stronzate, quello era un fantoccio messo da Morte per pareggiare i bilanci dell’azienda.” Sputò John, rialzandosi. Gli tremavano le gambe, chi voleva prendere in giro. Quella era una cosuccia che alle Alte Sfere non gli avevano specificato.
Guerra gli andò vicino e con una manata lo spinse contro il muro, contro il quale tutte le ossa della schiena di John si sfracellarono una ad una, lasciando persino il segno sulla parete. Gli ci volle più di un attimo prima di ricomporsi. “Sai, moccioso? Il fatto che tu abbia deciso di fare il super figo della situazione, facendoti fare la katana nuova e tutto quanto non ti rende più forte. Se vuoi battere Mordred avrai bisogno ben più di questo, molto più di un addestramento fisico.” Gli soffiò il fumo in faccia e John tossì disgustato. “Con un mese di allenamento potrei renderti la Morte più forte mai vista prima, ma è da altro che devi difenderti. Pete il Nero ha addestrato tuo figlio e so a quali generi di giochi amerebbe sottoporti per vederti crollare.”
“Ed è qui che entri in gioco tu, vero?” tossì John, staccandosi dal muro e rimettendosi una spalla a posto con uno scricchiolio sinistro.
“Esatto, perché così proprio non va. E non abbiamo il Tempo dalla nostra parte.”
“Tu guarda che caso…” mormorò la nuova Morte incarnata, maledicendo sé stesso per il guaio in cui si era andato a cacciare. Avrebbe dovuto iniziare a sentire puzza di guai nel momento in cui non aveva trovato il proprio nome sull’Agenda e darsela a gambe, invece di gettarsi a capofitto in quella merda.
Guerra gli tirò un altro schiaffo che lo spedì a terra, questa volta cogliendolo del tutto impreparato. In un solo istante gli fu sopra, mentre con le mani gli strappava la camicia e con la bocca continuava imperterrito ad aspirare dal suo sigaro. John spalancò gli occhi, cercando di placcargli i polsi, ma era impossibile fermare una macchina come Guerra. “Che cazzo fai?”
“Ti mostro le tattiche di guerriglia del nostro Pete il Nero.” Guerra gli strappò la camicia nera, riducendola a brandelli. Un po’ ci provava gusto, aveva sempre odiato il look da yuppie di quel damerino del cazzo. “Credi che si fermerà dal provare a divertirsi con te solo perché sei maschio? Allora non hai mai passato del tempo con lui o il vecchio Nick Barbabianca.”
“Nick? Babbo Natale? Vuoi dirmi che… Oh merda.” Di nuovo John cercò di sgusciare via, ma un altro pugno mise a tacere ogni spirito di ribellione. “Cosa vuoi che faccia?”
“A volte assecondare è meglio che resistere.” Gli spiegò il Cavaliere. “Fidati ragazzo, non mi esalta particolarmente di seppellirmi fino alle palle nel tuo culo, ma in guerra ogni buco è trincea. Avrai più tempo per spiazzarlo.”
Citazioni del cazzo tipiche di Guerra, ci avrebbe scommesso tutta la sua collezione di DVD di porno che l’aveva inventata lui. Beh, ci avrebbe scommesso davvero i suoi DVD, se non se li fosse giocati con Olocausto nel giardino delle Alte Sfere durante la sua passeggiata di fronte al Tribunale.
Inoltre non era del tutto certo che quella fosse la maniera adatta per affrontare Pete il Nero. Lui aveva pensato di corrompere Oliver - dopotutto qual era la forza più spaventosa e orrenda del mondo dopo la morte, se non l’Amore e le frasi nei cioccolatini? - per portare Tempo di nuovo dalla propria parte, non di permettergli di entrargli nei pantaloni.
Ogni flusso di pensiero si interruppe quando Guerra gli mise due dita in bocca, obbligandolo a succhiarle. Una breve occhiata verso il basso, verso i pantaloni slacciati dell’amico - se così si poteva chiamare uno che aveva cercato di ucciderti un numero spropositato di volte, ma senza rancore, eh! - gli fece improvvisamente provare paura ed è veramente ridicolo avere paura quando sei la fottuta Morte, ma ancora tristemente molto umana (il che era una cosa che non in pochi gli avevano fatto notare in tempi più o meno recenti).
“Non penserai davvero di…” ansimò senza fiato. Prima un dito, poi l’altro e infine un terzo in rapida successione senza nemmeno dargli il tempo di pensarci, perché se ci avesse pensato davvero la cosa avrebbe rischiato di piacergli.
Guerra ghignò, il sorriso reso storto e crudele dal sigaro che non aveva nemmeno spento. “John, credi che non sappia che non è certo la prima volta per te? Fai tanto il puttaniere con le donne, ma ti sei fatto sverginare alla prima occasione da un giannizzero qualsiasi.”
“Non un giannizzero qualsiasi, ma Dago, il Giannizzero Nero.” Rispose John, arrossendo un po’, ma scoprendo tutte le carte. Se lo ricordava bene quel piccolo viaggio a ritroso nel tempo. A quel punto poteva anche smettere di fare la vergine di ferro e lasciarlo fare. “Comunque così non va, Guerra. Potevi evitare di girarci intorno, se avevi voglia di scopare.”
“Anche non sembra, alle volte sono un gentiluomo.” Rispose il Cavaliere, sputandosi su una mano per lubrificare il proprio sesso e allargando di più le gambe a John. “Mentre tu sei solo uno stronzo che assomiglia a Tom Cruise e sta per prenderlo in culo.”
“Chapeu.” John lasciò che il suo Cavaliere lo prendesse. Guerra non era particolarmente noto per essere gentile o premuroso, il che era quello di cui aveva bisogno: sesso duro, veloce e senza troppi rimpianti dopo. Con una punta di fastidio pensò a quante volte dovesse aver fatto la stessa cosa con Morte, ma ora non era più importante visto che la Morte era lui.
Quando vennero entrambi, Guerra si limitò a sfilarsi da lui, dandogli un buffetto affettuoso sulla guancia. “Certo che se farai così anche con Pete il Nero, questa battaglia la vinciamo di sicuro.”
John rise, sollevandosi a fatica. Era pesto, picchiato e scopato, ma non si era mai sentito così vigoroso. “Lo sai, seduco ogni cosa che mi si avvicina. Te compreso.”
Guerra fece spallucce e si tirò su la zip. Era un soldato, anche lui aveva bisogno di qualcosa nella vita.
FINE