[Glee] La giusta punizione è il prezzo da pagare per i propri sbagli - Cap 4

Jan 27, 2011 21:27

Titolo: La giusta punizione è il prezzo da pagare per i propri sbagli
Fandom: Glee
Autore: queenseptienna 
Pairing: Dave Karofsky/Kurt Hummel (Kurtofsky \O/)
Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Will Shuester, Finn Hudson, Rachel Berry, Mike Cheng, Tina, Artie Abrams, Quinn Fabray, Noah Puckerman, Sue Sylvester, Mercedes Jones, Blaine Anderson.
Rating: NC17
Genere: romantico, angst
Avvertimenti: slash, sesso descrittivo, linguaggio, hurt/comfort, song fic, what if?
Info: dedicata a quelle donnine pucciose vanryo , hikaruryu  e ishirane nonché anche a 3x9_lover  che ha appena apprezzato questa ship XD.
Disclaimer: Glee non mi appartiene, così come i suoi personaggi.





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Quando Shuester aveva detto che avrebbero messo in scena un musical, non si era aspettato certo la lotta intestina che ne era derivata. Insomma, quando avevano messo su il Rocky Horror era stato lui a decidere, ma di una cosa si rese conto: fare scegliere ai ragazzi per questa occasione era stato piuttosto infelice, come scelta.

Litigavano fra di loro e come al solito Rachel voleva primeggiare sugli altri proponendo cose assurde e abbastanza impopolari, Kurt strillava - Il fantasma dell’opera! - come un ossesso e poi c’era gente come Finn e Puck che semplicemente se ne fregavano e sbadigliavano guardando gli altri.

L’unico che non faceva parola era Dave Karofsky, che li osservava come se fossero un branco di scimmie ammaestrate.

Il suddetto Dave si trovava parecchio in imbarazzo. Conosceva la maggior parte dei musical che gli altri stavano proponendo, ma era certo che aprire bocca per dire che erano osceni non sarebbe stato utile alla sua già precaria situazione.

Così di soppiatto aprì lo zaino e vi ci rovistò all’interno, scavando fra i libri e ne estrasse la custodia di un cd. Strinse le labbra, indeciso sul da farsi, ma l’unica cosa di cui era certo che non avrebbe mai e poi mai alzato la mano per proporre la sua idea. Era ridicolo solo da pensare.

Si guardò in giro e puntò lo sguardo su Kurt che, nonostante fosse a pochi centimetri da lui, era come se fosse distante mille miglia. Inoltre si agitava come un alga continuando a stillare come un ossesso per sovrastare la voce di Rachel.

Con un paio di dita gli picchiettò su un braccio e il giovane si girò sussultando, spaventato. - Che vuoi? -

Dave gli gettò un’occhiata nervosa e poi gli passò il cd, che Hummel prese fra le mani con titubanza: non ci teneva ad altri scherzi.

Ma la sua espressione mutò all’improvviso quando lesse il titolo ed esclamò - Professore! Abbiamo… abbiamo il musical. -

Tutti si misero a tacere all’improvviso, puntando lo sguardo su di lui. - Ovvero? - chiese Shuester, sperando che la cosa finisse entro breve.

Kurt sollevò il cd e lo mostrò agli altri, deglutendo. - Karofsky mi ha dato questo. “American Idiot” dei Green Day, versione musical. -

She puts her makeup on

Like graffiti on the walls of the heartland

She's got her little book of conspiracies

Right in her hand

She is paranoid like

Endangered species headed into extinction

She is one of a kind

She's the last of the American girls

She wears her overcoat

For the coming of the nuclear winter

She is riding her bike

Like a fugitive of critical mass

She's on a hunger strike

For the ones who won't make it for dinner

She makes enough to survive

For a holiday of working class

Mettere su un musical del genere non era particolarmente difficile, in quanto non richiedeva costumi particolarmente elaborati o scenografie imponenti. Qualche t-shirt stracciata e un po’ di trucco e il loro spettacolo sarebbe stato pronto per essere esibito dopo i Cherioo e la partita di Football di inizio stagione.

- Perché non me ne sono stato zitto? - piagnucolò Karofsky, seduto su una poltroncina mentre Kurt gli tirava addosso una maglietta da indossare per lo spettacolo. - Non posso neppure giocare! - A differenza di Finn e Puck, che invece dovevano prima partecipare alla partita e poi allo spettacolo. Inoltre Sue Sylvester era stata piuttosto chiara su quel punto: Dave non avrebbe giocato a quella partita, non se lo meritava ancora, pur essendo stato visibilmente felice quando Shuester aveva applaudito la scelta e aveva deciso che si sarebbe fatto “American Idiot”.

Il ragazzo continuò a lamentarsi, possibile che quella donna tirasse fuori di colpo e solo con lui la sua anima da perfetto educatore, quando con tutti gli altri rimaneva la perfetta stronza immorale che era?

- Dovresti smetterla di lamentarti e ringraziare invece. Non sarai stanco dopo. - esclamò Kurt, levandogli la maglietta dalle mani e mettendogliene un’altra sotto il naso. - Questa sta meglio. -

- Cosa intendi dire, Hummel? - ringhiò il ragazzo, trattenendosi a stento perché intorno a loro c’era un sacco di altra gente del Glee che stava provando la propria parte o accordando gli strumenti. - Sarà la mia umiliazione pubblica! -

Kurt lo trafisse con lo sguardo, irrigidendosi e fu a quel punto che Dave si accorse di aver usato le parole più sbagliate in assoluto. - Senti, idiota. Credo che tu non possa proprio permetterti di parlare di umiliazioni di fronte al sottoscritto. E ora levati quella giacca, devi provarti se ti va questa. -

Karofsky si obbligò ad ingoiare la risposta che gli premeva sulle labbra: cosa c’era più umiliante che essere una checca come Kurt Hummel? Poi si ricordò che a lui piaceva un sacco quella checca e la cosa non fu più tanto divertente.

In silenzio si tolse la giacca del club di hockey e la posò sulla sedia, sfilandosi poi anche la t-shirt e rivelando il torace nudo. Non era grasso, anche se questo era quello che si poteva pensare. Affatto. Era solo molto robusto, ma ben delineato, forte e piacevole da guardare.

Kurt arrossì come una ragazzina quando lo vide e quello fece sorridere appena Dave. Era una reazione parecchio interessante quella. Il “piccolo elfo” gli mise in mano la maglia e strozzò un gemito in gola quando l’altro la prese sfiorandogli le mani e si tranquillizzò solo quando fu completamente vestito.

- Ehy Karofsky, non sei affatto male, sai? - esclamò con malizia Santana, mentre passava di lì con Brittany per mano, allontanandosi e ridacchiando con l’amica. Dave sogghignò ampiamente, gonfiando i muscoli, guadagnandosi un’altra occhiata eccitata da parte delle ragazze e un gemito strozzato da parte di Kurt.

- Tutto bene Hummel? - sussurrò - Sembra quasi che ti piaccia. La taglia va bene. - Con un gesto elegante si sfilò ancora la maglietta e gliela mise in mano, rimettendosi la propria e notando, con una certa soddisfazione, quanto rosso in volto fosse il ragazzo.

Tutto quello lo ringalluzzì non poco, si sentiva quasi fiero di aver scatenato una simile reazione in lui. Si sentiva forte, era tornato a gestire il territorio, poteva farcela ad uscire da quella situazione.

Ma Kurt si riprese abbastanza in fretta da piazzargli in faccia uno dei testi che avrebbe dovuto imparare per lo show e fuggì via, trovando rifugio tra le braccia di Mercedes, che lo stava aspettando dall’altra parte del palco.

Dave si tolse il foglio dal viso e lesse il titolo del brano.

- Questa te la dedico, Hummel! - esclamò divertito, mentre le parole di “Last of the Americans Girl” e “She’s a rebel” campeggiavano sulla carta come un monito.

Kurt si voltò di scatto, tormentandosi una ciocca di capelli. - Ci conto. - rispose solo.

She's a rebel,

She's a saint,

She's salt of the earth,

And she's dangerous,

She's a rebel,

Vigilante,

Missing link on the brink,

Of destruction

From Chicago,

To Toronto,

She's the one that they,

Call old whatsername,

She's a symbol,

Of resistance and take may hearth in a hand grenade.

Ok, rendersi ridicolo di fronte a tutta quella gente era peggio di quello che Dave si era immaginato. Sì, cantare e ballare poteva essere divertente e  - oh mio Dio! - lui aveva veramente cantato quella canzone guardando tutto il tempo Kurt negli occhi e si era sentito bene, mentre l’altro lo ricambiava con uno sguardo che variava fra l’incredulo, la voglia di sotterrarsi e quella di ucciderlo. Oh, e di imbarazzo, ovviamente.

Ma Dave stava troppo bene, perché poteva cantare e urlare le canzoni del suo gruppo preferito e credere davvero che Hummel, per un attimo, potesse essere la sua Whathername (anche se era interpretata a turno da Quinn e Brittany) e che gli stringesse il cuore come una bomba a mano. Perché sì, era innegabile, aveva avuto uno spasmo nel momento in cui Shuester aveva confermato che avrebbero fatto il suo musical preferito.

Restava il fatto che Hummel sfuggiva il suo sguardo da quando lo aveva afferrato per i fianchi e fatto volteggiare sul palco e non ne voleva sapere di stargli vicino neppure per un istante.

Inoltre Azimio e gli altri il giorno successivo non erano stati molto teneri con lui. Dave stava iniziando ad abituarsi al cassonetto, ma quello di cui più aveva il terrore in assoluto era del piacere che aveva provato a stare con gli altri su quel palco.

Aveva paura perché si stava innamorando della musica, ma soprattutto di Kurt e quella volta non poteva fare niente per impedire alla sua forza fisica e alla propria lingua tagliente di fargli da scudo in quella nuova situazione.

Continua...

personaggio: blaine anderson, genere: introspettivo, genere: musicale, avvertimenti: what if, fic: la giusta punizione, avvertimenti: sesso descrittivo, genere: erotico, avvertimenti: linguaggio, avvertimenti: slash, personaggio: kurt hummel, avvertimenti: friendship, avvertiment: song-fic, avvertimenti: hurt/comfort, personaggio: dave karofsky, genere: romantico, rating: nc17, fandom: glee

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