Titolo: Questioni di lana caprina
Fandom: RPF Metallica
Autore:
queenseptienna Pairing: James Hetfield/Kirk Hammet
Rating: R
Genere: erotico, romantico (?)
Avvertimenti: slash, sesso non descrittivo
Info: scritto per il prompt RPF METALLICA James Hetfield/Kirk Hammet “Tagliati quella barba da capra e quella leccata di mucca dai capelli” del
#4 p0rn Fest di
fanfic_italia e per
la sfida di
stormredpegasus (team p0rndrillo \O/)
Disclaimer: Mai successo, mai accaduto, nessuna lesione ai miei adorati c.c
James sorrise di fronte al proprio riflesso nello specchio, congratulandosi con sé stesso per la folta barba caprina che si era lasciato crescere. Si passò inoltre una mano fra i capelli perfettamente pettinati all’indietro che, uniti alla barba, gli davano quel non so che di pauroso che, nel suo ruolo di leader della più famosa band metal, non guastava mai.
- Erano anni che aspettavo di dirtelo. - La figura longilinea di Kirk apparve alle sue spalle, rimandando così anche il proprio riflesso nello specchio. - Fai schifo conciato così. -
Hetfield rimase per qualche istante immobile, con il mento dell’altro posato sopra una delle sue braccia (no, non su una spalla perché non ci sarebbe mai arrivato). - Prego? -
Hammet fece un’espressione di indifferenza, tirandogli la barba con le dita. - Sembri una capra. E i capelli… una leccata di mucca! Non sei arrapante per niente. - Con un sospiro si separò dall’amico e tornò da dove era venuto, ondeggiando appena alla Jack Sparrow.
Il cantante rimase ancora stordito per qualche istante, prima di capire effettivamente cosa gli era appena stato detto. Lui non era per niente arrapante conciato così. Insomma, era impossibile. A tutti piaceva il suo look, lui doveva fare paura, non doveva eccitare nessuno. Beh, quasi nessuno.
Con un sospiro gettò la testa sotto il rubinetto per togliersi il gel e, una volta che li ebbe liberati, afferrò a malincuore il rasoio elettrico che teneva nell’armadietto delle urgenze.
- Oh mio Dio! James! Sei tornato normale! -
- Lars, ti prego, sarebbe opportuno che tu continuassi a bere, ubriacarti o qualunque sia quello che tu stessi facendo prima che io entrassi nella stanza. - sibilò il cantante al batterista, mugugnando con le mani in tasca e gettandosi sul divano dell’appartamento che avevano preso in affitto per quei giorni che sarebbero dovuti stare a Berlino a causa del loro infinito tour “Death Magnetic”.
Kirk, stravaccato dal lato opposto del divano, mosse la mano in un gesto di frivolo apprezzamento, mentre Ulrich decise che era il momento di uscire a farsi un giro per non stare a sentire le seghe mentali dell’amico sul fatto che il loro chitarrista gli aveva detto, più o meno, che conciato come prima era semplicemente un cesso.
- Io esco, ti lascio solo con il tuo cuoricino infranto! - annunciò e in risposta ricevette solo un sonoro insulto, mentre Hammet ridacchiava dalla sua postazione. Non appena Lars uscì, si permise di gattonare fino a James, posandogli le mani sulle braccia.
- Sai, adesso sei molto più affascinante così. - mormorò, accarezzandogli i capelli puliti. Hetfield rimase stordito per qualche istante, Kirk gli faceva sempre quell’effetto quando era troppo vicino. Quello e tanti altri effetti.
- Temo che più semplicemente, tu abbia sempre ragione. - costatò, mentre le sue dita artigliavano gentilmente i fianchi stretti del chitarrista e lo agevolavano a sedersi su di se. Lo adorava. Da quando era morto Cliff era su Kirk che aveva gettato tutti i propri sogni e le proprie speranze, era a lui che si era attaccato come un bambino bisognoso di affetto. Ed era sempre lui che gli aveva fatto superare la morte del suo migliore amico. - Sei in cerca di qualcosa? -
Il chitarrista scoppiò a ridere, quella sua risata strana che gli faceva un volto tanto simile a Johnny Deep… l’attore avrebbe dovuto chiedergli i diritti, per quella risata. - Io? Sei tu che vuoi qualcosa. Io non ti ho obbligato a fare un bel niente, mi limito a farti da Stregatto, mia cara Alice. -
James sorrise perché era vero. Sapeva inoltre che di rado Kirk gli chiedeva qualcosa, era sempre lui ad andare a prenderselo e farci tutto quello che voleva. L’altro lo accoglieva a braccia aperte, questo sì.
Fu però il chitarrista ad abbassarsi sulle sue labbra, accarezzandogli il viso ora più regolare grazie alla sonora sforbiciata che era stata data, per poi scendere con un ansito leggero a cingergli le braccia muscolose e i pettorali tesi sotto il tessuto della t-shirt nera. James lo lasciò fare, limitandosi a giocherellare con i suoi fianchi e aspirare il profumo che Kirk amava mettersi tutte le mattine, sfatando così il mito del metallaro puzzolente.
- Sai, credo proprio che ora tu stia meglio. - ghignò il chitarrista, imprimendo con decisione le dita sul ventre dell’altro, scendendo a slacciargli la fibbia dei calzoni. Hetfield annuì, mentre dopo alcuni strattoni si metteva in orizzontale sul divano e permettendo così a Kirk di stare meglio sopra di lui.
Gli mancò letteralmente il fiato quando avvertì il palmo caldo dell’amico che frugava nei suoi boxer e finalmente raggiungeva la sua carne, stringendola prima piano poi forte, su e giù, in un assurdo mix di rudezza e piacere.
Ed era dolce il sorriso di Hammet, mentre con la mano libera gli cingeva un polso e se la portava ai pantaloni, dove Hetfield poté ripetere le stesse azioni del compagno e infine si trovarono, l’uno sopra l’altro, a stringere le rispettive erezioni e muovere rapidamente le mani. Con la fronte incollata l’uno all’altro, si guardavano negli occhi mentre ansimavano pesantemente, bruciando di piacere fino all’orgasmo, che li colse con la sua bruciante intensità, lasciandoli sfiancati e persi l’uno sopra all’altro.
Quando Kirk sollevò finalmente la testa, James sorrise, aspettando quello che l’amico avrebbe sicuramente detto.
- Sai. - iniziò molto prevedibilmente il bassista - Ora sì. Senza leccata di mucca nei capelli e barba da capra, sei notevolmente più arrapante. Io non mi sbaglio mai. -
FINE