Titolo: Hashishiyyin
Autore:
queenseptienna Beta:
joseph-lenoirFandom: Assassin’s Creed: Lineage
Pairing: Giovanni Auditore/Lorenzo De Medici
Rating: R
Genere: erotico, storico
Avvertimenti: slash, sesso semi-descrittivo
Info: per il compleanno di
bad_asmodai con tanto amore, sperando di aver soddisfatto le sue aspettative con questo regalino di ff (su un fandom che non ho la più pallida idea di cosa sia xD). Per
la mia tabella del
bingo_italia con il prompt "Ombra".
Disclaimer: tutti i diritti del film e del videogame sono di Ubisoft. Nulla è mai accaduto, mai detto, mai avvenuto, etc. con tutte le solite balle del caso.
Sono Giovanni, degli Auditore e sono un Assassino. Giuro eterna fedeltà al mio signore di Firenze, Lorenzo de Medici. A lui tutta la mia vita, a lui il mio desiderio, a lui il mio cuore.
Con tali parole sussurrate nell’orecchio, Lorenzo fremette artigliando le lenzuola fra cui giaceva nudo e imperlato di sudore, in una notte solitaria nel suo Palazzo.
Si rigirò inutilmente nel letto vuoto alla disperata ricerca di un corpo che in realtà non c’era, avvertendo però dita immaginarie che scorrevano sulla sua pelle come lame affilate, accarezzando ogni singolo contorno.
- Dove sei? - mormorò al soffitto decorato con il respiro spezzato. - Dove sei, Giovanni? -
Solo a voi, mio signore. Solo per voi le mie mani e le mie labbra, solo per voi il vigore delle mie membra.
A Lorenzo parve quasi di percepirlo vicino a sé, accanto al proprio corpo.
Un fruscio gli fece voltare la testa di scatto, ma nel buio non si palesava nulla.
Il suo Assassino non era lì.
Come ogni dannata volta.
Parole mai dette, solo immaginate durante il riposo della mente, troppo afflitta da complotti e intrighi compiuti da infedeli e alleati e Papi poco accomodanti. I pensieri troppo spesso dirottati dai Borgia ogni notte però si trasformavano sotto luce nuova.
Sarò vostro servitore e vostro amante, violerò il vostro nobile corpo non con le lame destinate ai nemici ma con una spada forgiata solo per voi.
Il sudore imperò nuovamente la fronte del De Medici, facendogli desiderare l’impossibile, bramare il proibito. Giovanni Auditore.
- Dove sei, Assassino? - supplicò nuovamente, passandosi una mano prima sul petto poi, con desiderio, sui capezzoli inturgiditi dal contatto con la seta delle stoffe del suo letto. Le dita scivolarono verso il basso, dove le gambe si aprirono meccanicamente. - Giovanni. -
Un lamento fioco fuggì dalle sue labbra sottili, infrangendosi nella notturna solitudine che accoglieva maternamente il suo desiderio nascosto. Strinse con scarsa fermezza la propria asta e mosse il polso, percependo una scarica di eccitazione nel corpo.
- Giovanni. - chiamò ancora e ancora mentre la propria mente viveva l’immagine del poderoso assassino che lo cavalcava senza sosta, che lo prendeva e lo dominava, con il volto schiacciato contro il cuscino e ardente solo di sentire l’Auditore prenderlo senza ritegno, ma con l’eleganza che lo contraddistingueva.
Vi farò mio anche senza il vostro consenso, morirò per Firenze e per voi solo per godere del vostro corpo alabastrino. Sarete mio e io sarò vostro, la mia lama al vostro servizio.
Un singhiozzo lo scosse, il suo bisogno era troppo forte per essere frenato da banali moralismi, vedeva troppo chiaramente su di sé i lunghi capelli dell’assassino ricadere sul suo viso, le labbra stiracchiate un pigro ed eccitante sorriso. - Giovanni... -
Un nuovo fruscio lo fece scattare a sedere sul letto, all'erta, ancora eccitato e madido di sudore per le proprie fantasie.
Subito un sibilo e la sensazione di una lama al collo lo fecero irrigidire istantaneamente, mentre una mano inguantata gli accarezzò pigramente una spalla e la bocca si posò dolcemente sul suo collo esposto.
- Sono qui. - rispose la voce dell’Auditore, che rinfoderò la lama per accontentare i desideri del suo padrone.
FINE