Jun 03, 2009 08:03
Esiste un momento improvviso in cui il cervello entra in black-out, in sciopero. Tutto si oscura. Tutto diventa nero. Il naso non riesce più a prendere aria. I polmoni compressi da due mani invisibili si gonfiano a malapena.
Ti svegli alle 3 di notte per fare una pipì che ha il sapore amaro di chi non può riposare.
Eh già... mi spiace ciccio, io la colpa la do a te. Tu in tempi non sospetti hai detto che ci avresti amato tutti come dei figli. Ma se questo è il percorso che hai scelto per me... bhé vedo che anche a te ciccio il concetto di equità o meritocrazia non è che sia molto chiaro.
Sei assolutamente sicuro che costellare 32 anni di lutti e di difficoltà intrallacciati da momenti di grande gioia ti possa dare la forza di godersi questi ultimi? Sei certo che non poteva essere arrivato il momento in cui mollavi il colpo e mi lasciavi vivere una vita normale? Ti ricordi? Era quello che ti pregavo la notte a 15 anni. Mi sa che non è che te ne sia importato molto.
E ora? Mi dai una gioia e mi metti nella condizione di non poterla vivere con serenità? Mi fai rivivere gli spettri di 20 anni fa? Mi fai schiacciare nuovamente dai sensi di colpa? Permetti ancora che mi venga tolta, oltre la mia adolescenza e la mia gioventù, anche questo momento? Permetti tutto questo e stoicamente dici di amarmi di un amore paterno e assoluto?
Sono due le cose... o non sai che cazzo significhi amare un figlio o mi stai prendendo per il culo da quasi 33 anni.
dialoghi con dio,
simple life,
anche a milano le vite possono essere di