Saturday morning in the Old town.
Yawn...
Up all night writing and reading, this old Portrait now is etting ready for a work day. I hate saturdays.
I still have problems with LJ... Seriously, I think I need a tutor, someone rrrreaally patient to explain me everything step by step.
I'm stuck with the long fic I've been writing and publishing on EFP. It's not that I don't now what happens next, because I know it very well, but I don't know how to bring my characters trough it. It seems to me that this bit of the story is not very interesting... So I will probably skip it.
On the plus side: I won third place on my first contest on EFP. Yay!
Since I have to practice using LJ, I'm going to publish the story here as well. Let's see if I can use this cut thing...
Oh, and I know is nonsense writing in English and then postng FF in Italian, I really know it.
"Cause Perse"
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Alastor Moody, Nimphadora Tonks
Prompt del contest: Alastor Moody + la frase da Aladdin: "Ti fidi di me?"
Rating: Any age
Conteggio Parole: 967
Riassunto: La ragazzina è una dannata causa persa e lui ha finito le riserve di pazienza.
Il vento è ghiacciato, sferza le cime degli alberi, colpisce il ponte con la velocità di un drago e la pelle sembra scricchiolare sulle nocche, come se da un momento all'altro dovesse staccarsi.
La ragazza non ha la stoffa.
La ragazza è un dannato Tassorosso e lui non ha più pazienza.
Quando la smetteranno di mandargli queste cosette delicate e piene di buona volontà?
Buona volontà di farsi ammazzare, ecco cosa. Buona volontà di farsi strappare via, pezzo per pezzo, quel poco di carne che hanno attaccata alle ossa, secche come scope, con le labbra a cuore e gli occhioni dolci, tutte sorrisi e scuse cortesi.
Se con Bellatrix Lestrange fosse bastato sorridere e chiedere scusa, lui ora avrebbe ancora tutte e due le gambe. Invece ne ha una sola e il vento rischia di buttarlo di sotto da un momento all'altro.
Molla la ragazza sul bordo del ponte ghiacciato e quella, tutta legata e bendata com'è, finisce a culo in terra. Non ha retto nemmeno sei secondi, per Merlino!
“Alzati.”
Il vento ulula talmente forte che non sa se l'abbia sentito.
“Ho detto alzati. In piedi, adesso.”
Gli stivali le scivolano sulla brina, poi finalmente riesce a fare presa e comincia a tirarsi su.
Ci arriva o no che deve slegarsi le mani se vuole farcela?
Forse ci arriva, perché comincia a provarci, contorce i polsi nel movimento a farfalla che le hanno insegnato e allenta il legaccio, quel tanto che basta a passarsi le braccia sotto al sedere e a portarle davanti.
Brava bambina, adesso vediamo che fai.
“Lo senti l'ululato? E' il vento di nord-est. Tra cinque minuti avrai le mani ghiacciate e non sentirai più niente di quello che tocchi.”
E' in piedi, adesso, e cerca di non scivolare di nuovo.
Glielo avevano detto che era imbranata, ma non che fosse una dannata causa persa.
E' bravissima in Occultamento e Travestimento...
Certo, grazie tante! E' una metamorfomagus, sai che fatica.
E' solo un po' goffa, Malocchio, le ci vuole un aiuto.
Quello che le ci vuole è guardare in faccia la realtà e cambiare lavoro, altro che un aiuto.
Cosa credevano, che ci sarebbe andato giù leggero, con la bambina?
Lo sa benissimo che gli mandano i casi disperati e che lo fanno quando vogliono liberarsene senza buttarli fuori direttamente.
Vigliacchi, ipocriti imbrattacarte.
Certo, molto meglio mandare il pivello da Moody, fargli spezzare qualche osso, fargliela fare sotto dalla paura e vederlo presentare la rinuncia al corso Auror appena uscito dall'ospedale.
Ma questo è l'ultimo anno, l'ultimo davvero.
Ha finito di regalare pezzi della sua vita al Ministero. Una gamba, un occhio, mezzo naso, sei denti, un dito, parecchia sanità mentale, certo, troppi brutti ricordi e troppi incubi, quando chiude gli occhi.
E la ragazzina, lì davanti, che si muove dalla parte sbagliata.
“Ti restano più o meno due minuti per trovare la bacchetta, poi ti lascio qui.”
Alza la testa di scatto, come se potesse guardarlo, dietro la benda.
Che aria feroce, signorinella!
E' inutile che mi ringhi contro, io sono solo il vecchio che avanza. Tu il nuovo che arranca.
Si è liberata le mani. Era anche ora.
Ha freddo, lo sa che ha un freddo cane e che le mani cominciano a non risponderle più.
Lei non può vederla, ma la bacchetta è piantata a meno di due metri, tra le pietre del ponte ghiacciato. E' vicinissima, potrebbe passare oltre, mancarla completamente o magari calpestarla e spezzarla. Quello sarebbe un bel colpo.
Le si avvicina, senza preoccuparsi di essere silenzioso, col vento che grida a quella velocità potrebbe anche mettersi a cantare e non lo sentirebbe.
Quando la vede strisciare i piedi e allungare le mani verso la bacchetta si concede un sorriso.
Allora non sei del tutto da buttare, eh? Almeno la tua bacchetta riesci a sentirla, bene.
Alziamo la posta.
Le afferra un braccio e la gira in un istante, usando il ghiaccio per farla scivolare, fluida, in una piroetta e stringerla in trappola.
La ragazzina respira pesantemente, la sente tremare per il freddo, la paura, la rabbia, l'energia della sua bacchetta che la chiama e il senso di impotenza che la fa impazzire, stretta con le braccia dietro la schiena contro il vecchio istruttore pazzo, a cento metri d'altezza in mezzo al niente.
Può quasi sentire quello che pensa, se lo immagina.
E' finita? Ho superato il test? Ho fallito? E' Moody, oppure è arrivato qualcun altro? Posso togliere la benda? Posso andare a casa? Posso urlare? Posso piangere? Devo colpirlo? Devo lasciare che mi dimostri qualcosa?
“Ce l'hai quasi fatta, bambolina.”
Le parla vicino all'orecchio, per superare lo stridore del vento, e usa il suo tono caldo, quello rauco e rassicurante, quello da vecchia roccia, quello dei patti e delle tregue.
“Ci sei quasi, devi solo dirmi una cosa.”
Gira la testa all'indietro, alzando il mento, per un istante, come a dire “cosa?”
“Ti fidi di me?” le chiede con quel tono paterno, rassicurante e caldo, vicino al suo orecchio ghiacciato.
E lei risponde con una testata.
Secca, sul naso.
Poi è un istante, due braccia nervose lo caricano su una schiena tutta ossa e lo catapultano in avanti.
L'unica cosa che riesce a fare è portare avanti il peso e rotolare con un minimo di grazia, prima di schiantarsi a terra sulla pietra ghiacciata.
Quello che vede, appena l'occhio magico torna in sesto, è una bacchetta puntata dritta su di lui e Ninphadora Tonks, nella gloria dei suoi capelli rosa, che lo tiene a terra con un piede sullo sterno.
“Neanche morta, vecchio pazzo.”
Forse, dopotutto, non è male, la bambolina.
Le sorride, col suo sorriso storto, più buchi che denti, e si lascia aiutare ad alzarsi in piedi.
Sì, forse dopotutto non è niente male.
Ci si può lavorare.
“Cominci domani.”
Contest: A week, a quote, a list, a character
Citazione scelta: “Ti fidi di me?” da Aladdin