[Suits] porno.

Jan 24, 2015 12:28

Fandom: Suits
Titolo: Say my name and his in the same breath, I dare you to say they taste the same
Personaggi: Jessica Pearson, Mike Ross, Harvey Specter
Rating: porno.
Genere/warning: slash, het, threesome, pwp
Wordcount: 2534
In cosa questa fic consiste: in loro tre che scopano, plus lingerie!Mike.
Note: ... che vergogna. Scritta per il cow-t, prompt Ambiguità \o\ e per il pornfest, quando un giorno la segnalerò. #culopesa

“Bentornato, Mike. Vieni in camera, c’è una sorpresa.”, lo accolse la voce di Harvey, ancora prima che potesse appoggiare le chiavi di casa. Mike aggrottò la fronte, seguendo le parole. Si fermò sulla porta, trovando due sorrisi ad attenderlo, quello del suo uomo e quello di Jessica. Spalancò gli occhi, guardando prima lei, poi lui, chiedendogli spiegazioni senza parlare. Il sorriso di Harvey si allargò, prendendogli tutto il viso.
“Hai visto che bravo ragazzo ubbidiente ho, Jessica? È venuto subito, appena gliel’ho detto.”
“Se tu fossi stato bravo la metà, Harvey…”
“Sarei stato noioso.”
“Stai dicendo che Michael sia noioso?”
“No, lui è perfetto.”
“… potreste spiegarmi cosa sta succedendo, sì, grazie…?”
“Ho pensato che oggi fosse una splendida giornata per giocare un po’ con te, Mike.”, continuò a sorridere Harvey con l’espressione più felice ed innocente del mondo. “Non credi anche tu?”
“… su quale base dovrei crederlo?”
“Sulla base di quello che ti sei messo stamattina.”
La bocca di Mike forma un’enorme O.
“Harvey...”
“Su, su, da bravo, spogliati. Comincia dalle scarpe.”
Mike, sospirando, lascia cadere la borsa con malagrazia, butta le scarpe di lato, e Harvey lo rimprovera. “Non pensare di trattare così tutto il resto di quello che hai addosso, Michael. E fai due passi verso di noi, vogliamo vederti per bene.”
Deglutisce. Si toglie la giacca, lentamente, e l’appoggia sulla sedia che, se non fosse per Harvey, sarebbe un cumulo informe di vestiti forse da lavare forse no. Si slaccia la cravatta, guarda a malapena le proprie dita. Si sente tutti gli occhi del mondo addosso.
“Guardaci, Mike.”, gli ordina Harvey, autoritario. Gli viene la pelle d’oca. Alza gli occhi e, oh, rabbrividisce. Hanno entrambi le gambe accavallate, entrambi gli occhi incollati su di lui, affamati. Tutti per lui. Si lecca le labbra. Sbottona la camicia lentamente, godendo di ogni centimetro di pelle scoperta.
“Hai visto come ci sta prendendo gusto, il ragazzo?”
“Stai tirando su una tua piccola copia, Harvey, mi ricordo come ti piaceva spogliarti per me.”
“Oh, no, per questo ha fatto tutto da solo. È un esibizionista nato. Su, su, ragazzo, arriva alla parte interessante.”
Mike, diventando rosso sugli zigomi, sulla punta delle orecchie, slaccia il bottone dei pantaloni, la zip, e se li abbassa lentamente, rivelando un paio di mutandine da donna di pizzo nero, accolte con sguardi di approvazione. Se li gode, li beve a grandi sorsate. È il centro della loro attenzione e non esiste sensazione più gradevole, più soddisfacente.
“Avevi ragione, Harvey. È uno spettacolo.”
Trattiene a stento un mugugno di gioia per il complimento inaspettato; tutto quello che di carino può dirgli Jessica ha la forma e il valore di un gioiello d’oro e diamanti, un braccialetto che vorrebbe mettersi al polso perché lo vedessero tutti. Sguscia fuori dai pantaloni, godendosi la sensazione che gli danno contro le gambe; mostra le lunghe cosce magre, pallide sotto le autoreggenti. Guarda il suo pubblico sentendo la temperatura del corpo salire e salire e salire. Harvey sorride così tanto che Mike si sente sciogliere.
“Vieni qui, ragazzo, fatti  ammirare bene.”, ordina Harvey con voce soffice, non ancora incrinata dal desiderio - ma Mike può sentirne il suono futuro, sa che manca poco. Ubbidisce rapidamente, muove un po’ i fianchi avvicinandosi. Si ritrova in mezzo a loro, sotto i loro sguardi compiaciuti; si inginocchia senza che gli venga detto perché è ciò che gli viene naturale. Jessica lo osserva al microscopio, e lui abbassa lo sguardo appena i loro occhi si incrociano.
“L’hai proprio educato benissimo, Harvey, complimenti.”
“Vero? Credo che sia stato il suo desiderio di compiacermi quello che mi ha attratto di più all’inizio. Un cagnolino così affascinante.”
Harvey gli accarezza la testa, grattandolo appena alla base della nuca.
“E la biancheria femminile gli dona incredibilmente.”
“Una volta mi ha detto che era sicuro che sarebbe stato benissimo in vestiti da donna, perché ha i lineamenti dolci. L’ho preso sul serio. Alzati un po’, Mike, da bravo, fatti dare un’occhiata decente.”
Ubbidisce in movimenti graziosi, fluidi. Gira quando gli dicono di girare su se stesso, si piega quando gli chiedono di mostrare il suo bel culo. L’erezione preme contro il pizzo, ne esce la punta.
“Sembra davvero una bella ragazza.”
“Gli si addolciscono i fianchi, non trovi, Jessica? Sembra più sottile.”
Oh, ecco, sì, la voce di Harvey che comincia ad incrinarsi. Non apertamente, ma lui lo percepisce - e anche Jessica, ne è certo.
“Ho avuto donne a cui il pizzo donava meno che a lui.”
“Un paio di giornate memorabili le ha trascorse vestito così, piegato su ogni superficie possibile.”
“Dovrebbe farlo anche in ufficio.”
“Quando saremo disperati potremmo usarlo per attirare nuovi clienti.”
“Perché aspettare questa prospettiva improbabile quando possiamo farlo dalla settimana prossima?”
“Finché nessuno lo tocca va bene.”
“No, Harvey, so che non condividi. Michael si limiterà a stare seduto ed essere grazioso. Non c’è neppure bisogno che parli, visti i risultati disastrosi che ottiene il novanta percento delle volte che lo fa.”
“Allora abbiamo un accordo. Mike, avvicinati.”
Harvey allarga le gambe e Mike sa che deve andare lì, come se fosse nato in quel luogo. Harvey lo gira e gli lega i polsi con quello che gli sembra un nastro di seta.
“Troppo stretto?”
“No, signore, perfetto come sempre.”
Lo può sentire sorridere. “Hai sentito, Jessica?”
“Sì, Harvey, ho ancora le orecchie funzionanti. Smetti di fare il padrone orgoglioso, cominci ad essere irritante. Io non ero così con te, cerca di seguire il mio esempio per una volta.”
Mike avrebbe voluto chiederle di tacere, perché lui letteralmente vive per i complimenti di Harvey, soprattutto quando arrivano così inaspettati e così copiosamente, come un torrente che lo lava e lo rinfresca.
“Questo è offensivo.”
“Non sono venuta per sentirti lodare Michael.”
“D’accordo, d’accordo. Mike, in ginocchio, fai vedere a Jessica quanto sei bravo con la bocca quando stai zitto.”
“Sì, signore.”
Harvey si abbassa i pantaloni e le mutande quel tanto che basta per far uscire il sesso, la punta bagnata. Mike la lecca piano, vi depone piccoli baci dal suono minuscolo e umido. Lo lecca partendo dalla base prima di prenderlo in bocca. Fa scorrere piano le labbra lungo tutta l’erezione, geme di gola quando Harvey gli prende la testa, spingendola appena. Segue i ritmi irregolari del suo respiro spezzato, affannoso.
“In bocca o in faccia, Jessica?”, geme Harvey, ormai sul punto di venire, stringendogli i capelli.
“Mi terrò il viso per la prossima volta. Ingoia tutto, Michael, non voglio vedere una goccia sprecata.”
Mike ubbidisce perfettamente, guardando il viso di Harvey scomporsi e ricomporsi. Adora l’espressione rilassata che ha dopo un orgasmo.
“Bravo ragazzo, perfetto…”, lo accarezza con la voce e con la mano. “Adesso vienimi in braccio, da bravo.”
Quando gli è cavalcioni sopra, Harvey gli accarezza la mascella con la punta delle dita. Gli fa bere un bicchiere d’acqua, che Mike accetta con gratitudine. Harvey lo bacia, rinfrescandosi sulle sue labbra.
“Hai visto che bel rossetto ha Jessica? Scommetto che ti starebbe benissimo.”
“Sì, signore.”
“Chiedile di baciarti.”
Sbatte le ciglia, voltandosi verso di lei. “Signora, potrebbe baciarmi?”
“Se lo chiedi così educatamente…”
Jessica ha le dita più fredde, per poco non salta quando gli prendono il mento - per ricordargli subito la sua posizione; questa mania di controllo che lo fa uscire dal suo corpo, lasciando una creatura servizievole e ubbidiente, completamente eccitata. Lascia il controllo del bacio a lei, risponde con la lingua solo quando gli dà il permesso, picchiettandogli le labbra. Harvey gli tiene le mani calde sui fianchi, gli bacia il collo. Quando Jessica lo lascia, Harvey gli fa voltare la testa.
“Ti sta benissimo.”, gli sussurra sulle labbra, prendendo a baciarlo - baci prima dolci, lievi, poi affamati, crudi. A Mike gira la testa. “Dovremmo truccarti. Farti mettere la gonna. Saresti meraviglioso.”
“Sì, signore, come vuole lei, signore.”
Sente Jessica ridere. Gli ha messo una mano sulla coscia, lo accarezza vicino al pizzo, con piccoli movimenti delle dita.
“Oh, guardalo, Harvey, è già andato. Che carino.”, e riprende a baciarlo. Le labbra di Mike si gonfiano, diventano rosse. Harvey gli sospira vicino all’orecchio quanto siano belle.
“Ti piacerebbe mettere la gonna, Mike? Vorrei metterti la minigonna, i tacchi alti, le mutandine di pizzo bianco. Saresti adorabile. Dovrei scoparti per tutto il giorno.”
“Mi piacerebbe, signore, mi piacerebbe…”
“Bravo il mio ragazzo. Così ubbidiente, così ricettivo.”
Jessica, attaccata ad Harvey, fa salire la mano; la linea dei fianchi, il contorno dell’ombelico, quello dei capezzoli. Glieli stringe forte, d’improvviso, facendolo gridare. Non li lascia andare fino a quando non sono grossi e rossi. Mike geme forte quando lo libera dalla presa. Jessica ci passa la lingua, premendo con la punta.
“È più ricettivo di te.”, afferma Jessica, staccandosi. Harvey le mette un braccio attorno alla vita e Mike, per la prima volta, si ingelosisce, perché in quello spazio Harvey dovrebbe essere solo suo. Accenna un broncio che Harvey spazza via con un bacio.
“È più sensibile al dolore, lui.”
“Mi ricordo la fatica che facevo con te, per farti gridare. Per lui è bastato così poco…”, e lo dice con la voce che brilla di desiderio, gli occhi lucidi. Mike si riempie di orgoglio.
“È più soddisfacente, vero? Per quanto non sia il mio primo obiettivo, fargli male.”
“Mi stai dando della sadica?”
“Sai di esserlo.”
“Un po’.”, ridacchia, accarezzando le linee del corpo di Mike. Jessica ha la pelle più morbida che abbia mai sentito. “Da come ne parli sembra che volessi tagliargli un braccio. Non preoccuparti, Michael, non ho intenzione di ferirti.”
“Sì, signora, grazie, signora.”
“Dio, se fossi sempre così, anche in ufficio, invece di essere un guaio perenne. Ti prenderei in affitto una settimana al mese.”
“Hai sentito, Mike, quanti complimenti stai ricevendo?”
“Sì signore, grazie signore, grazie signora.”
Harvey stacca la mano da Jessica e comincia ad accarezzare il profilo del suo sesso da sopra il pizzo, tocchi leggeri e insoddisfacenti che servono solo a farlo sospirare di frustrazione.
“Pensi che il nostro ragazzo si sia meritato qualcosa, Jessica?”
“Mh, penso di sì, ma non è educativo premiarlo subito appena fa qualcosa di buono. Poi diventa pigro e viziato. I cuccioli vanno educati severamente.”
“E cosa suggerisci, allora?”
“Fallo aspettare ancora un po’.”
Senza quasi prendere fiato tra parola e azione, Jessica prende il viso di Harvey, comincia a baciarlo con più forza di quanta ne abbia usata per baciare Mike, che mugugna, disapprovando sia la mancanza di attenzione verso di lui sia il bacio in sé. Ad un certo punto, quando una mano di Harvey è su un seno di Jessica, e il bacio sta durando da due settimane, quattro mesi, la frustrazione sfuma in una nuvola elettrica di eccitazione. Pensa che vorrebbe vederli scopare, ma soprattutto che vuole essere scopato, ma ancora di più che si concentrino di nuovo su di lui.
“Guarda come apprezza, il cucciolo.”, lo schernisce Jessica, lasciando che Harvey gli baci il collo, che lasci così tanti segni rossi che sa già che domani avrà la tentazione di saltare il lavoro, perché non basterà tutto il fondotinta del mondo. Jessica si allunga a baciargli la bocca. “Vorresti qualcosa, Michael?”
“Quello che volete darmi voi, signora…”, riesce miracolosamente a rispondere, il fiato che doveva essersi nascosto in un qualche angolo del corpo apposta per questo momento.
“Che ne pensi, Harvey?”
“Io gli avrei già dato qualcosa, tocca a te darmi il permesso.”
“Direi che se lo è meritato davvero, ormai.”
“Per favore - Harvey, Jessica, vi prego - signore, signora, per favore…”
“… potrei volerlo come suoneria del cellulare.”
“Te l’avevo detto che avresti dovuto mettere la telecamera, Harvey.”
“La prossima volta. Credi che non ti permetterò più di giocare con noi?”
Harvey bacia Jessica, poi di nuovo Mike, e lo aiuta a sdraiarsi sulla pancia. Gli alza il bacino, mettendolo in ginocchio. Jessica apre le gambe davanti a lui, tirandosi su il vestito di un rosso ricco, meraviglioso. Rivela mutandine di pizzo bianco, che fa scivolare lungo le cosce.
“Non si è ancora meritato di vederti nuda, Jessica?”
“No, non ancora.”
Mike deglutisce, soffocando l’impazienza.
“Ragazzo, non credi che dovresti ringraziare per bene la signora? È stata così carina con te, non ti ho educato così male.”
“Si, signore.”
“Avanti, leccala.”
“Sì, signore.”
Avvicina la testa, dissemina baci lungo la pelle morbida, liscia, mentre Harvey gli abbassa le mutandine, lasciandole a metà coscia; non potrà aprire le gambe del tutto. Intanto comincia a baciare il sesso bagnato di Jessica, ne inspira il profumo. Tutte le donne che ha avuto gemevano al solo contatto della bocca; Jessica rimane impassibile, gelida. Gli domanda se è tutto quello che sa fare, con tono annoiato.
“Su, ragazzo, impegnati. Non vorrai deludere la signora.”, lo rimprovera Harvey in tono canzonatorio, penetrandolo con un dito. Mike segue i contorni di Jessica con la punta della lingua, accenna leccate al clitoride senza però indugiare. Lecca l’interno delle cosce, ne mordicchia la parte più morbida. Quando Harvey aggiunge un altro dito fa fatica, per un attimo, a mantenere la concentrazione; si ferma, gemendo contro di lei. Harvey lo morde su una spalla, scende coi baci lungo la spina dorsale, fino alle fossette sopra le natiche. Mike scende con la lingua fino alla sua apertura, poi risale in cima, comincia a leccarla fino al punto in cui Jessica comincia a gemere, ad accarezzargli la testa. “Bravo ragazzo”, sospira. Geme più forte, con una nota acuta, quando Mike preme contro il clitoride, quando lo succhia piano.
Quando Harvey gli entra dentro gli sembra lo abbia fatto d’improvviso, dopo ore di preparazione che ad un certo punto ha smesso di sentire. Gli tiene forte le mani sui fianchi, lo scopa come se non lo avesse fatto per anni. Mike viene spinto più forte dentro Jessica, le cui cosce cominciano a tremare per l’orgasmo imminente. Mike si immerge completamente nella sua voce quando viene. Si stacca da lei per guardarla mentre si lecca le labbra, la bocca aperta.
“Prendilo in braccio, Harvey.”, ordina quando riesce a riprendere fiato.
Harvey se lo preme contro il petto, i bottoni della camicia che spingono contro la sua schiena. Gli sfila del tutto le mutande, gli allarga oscenamente le gambe, lo stringe con le braccia attorno alla vita perché mantenga l’equilibrio. Mike chiude gli occhi per l’imbarazzo di essere così aperto ed esposto, ma li riapre quando Jessica gli prende il sesso in mano, cominciando a masturbarlo. Bacia Harvey sopra la sua spalla, e Mike spinge la testa contro di lei per interromperli, per farsi baciare. Lo bacia prima Jessica, poi Harvey. Esplode mentre sta passando da una bocca all’altra. Si appoggia esausto contro Harvey, che continua a scoparlo lentamente, fino a quando non viene. Slega i polsi di Mike, lo fa sdraiare sul letto. Prende un asciugamano, lo pulisce.
“Sei stato bravissimo.”, gli sorride. Mike, mezzo addormentato, ricambia con un sorriso timido.
“Grazie.”, risponde piano,”A entrambi.”
“Grazie a te.”, replica Jessica, sorridendo a sua volta. Mike si sente in un nido tiepido, protetto. Li guarda attraverso le ciglia, e il mondo attorno comincia a perdere contorni, consistenza. Ha una vaga idea che Harvey ad un certo punto gli metta addosso una coperta, ma potrebbe anche essere un sogno. Esausto, cade in un sonno profondo.

serie: suits, genere: pwp, genere: slash, warning: threesome, genere: het, rating: nc-17

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