Titolo: Crossed Destinies
Fandom: Crossover “Hawaii Five-0”/“Suits”
Conteggio parole: 2141
Stagione: Post prima stagione per entrambe le serie (sono passati circa cinque anni)
Rating: PG per questo capitolo
Personaggi: Mike, Harvey, Steve, Danny, Chin, Kono, Kamekona, Grace, Rachel Edwards, OMC (con le fattezze e il nome di Sebastian Roché XD)
Pairing: Harvey/Mike, Steve/Danny, Harvey/Rachel, Sebastian/Mike
Warning: slash
Disclaimer: I personaggi - ahimé - non mi appartengono.
Note: Dedicata a
babycin nei giorni che precedono il suo compleanno. Grazie per la pazienza che hai nel sopportare i miei deliri. ♥
Scritta per
bingo_italia (Salto nel vuoto)
Riassunto: Harvey e Mike si sono lasciati e ora il secondo fa l'avvocato alle Hawaii. Lavora fianco a fianco col suo amico Danny e il compagno di quest'ultimo, Steve. Poi però Harvey si ripresenta nella sua vita e...
“Te l'avevo detto!” esclamò Danny, mulinando le mani per l'aria come se fossero dei frullatori.
Steve si limitò ad alzare un sopracciglio, senza scomporsi più di tanto. “E cosa, di grazia? Tu dici talmente tante cose... e io ne ricordo a malapena la metà.”
“Certo, perché sei un caprone!” esclamò il poliziotto fuori di sé dalla rabbia. “Te l'avevo detto che quella era la pista sbagliata. Ma no, tu ti eri fissato! Ed ora dobbiamo ricominciare tutto da capo!”
“Danny, stiamo parlando di un regalo di compleanno per Grace, non di Jack lo Squartatore!”
“Fosse per te, Jack lo Squartatore sarebbe diventato Primo Ministro!”
Mike non poteva fare a meno di ridere, divertito dall'ennesima scenetta comica offerta dalla coppia di poliziotti. Chin, accanto a lui, si limitava a scuotere la testa, mentre Kono chiacchierava con Kamekona. Avevano finito di lavorare per quel giorno ed ora si godevano un po' di meritato riposo al loro solito bar, discutendo del compleanno della figlia di Danny che stava per tornare alle Hawaii con la madre.
“Te l'avevo detto che ce l'aveva già quella bambola, ma no! Tu vuoi fare sempre di testa tua!”
Il capitano roteò gli occhi al cielo, sbuffando. “Come sei noioso! Troveremo qualcos'altro da regalarle.”
“Già... come se non bastasse la presenza del nuovo 'zio'!” esclamò Danny, afflosciandosi leggermente sulla sedia. L'espressione di Steve mutò all'istante e con dolcezza gli posò una mano sulla spalla, stringendola in un gesto d'affetto. Ormai tutti sapevano che i due erano compagni anche nella vita - anzi, i presenti l'avevano capito prima di loro che erano destinati a stare insieme - e non si facevano problemi ad esternare il loro amore in pubblico. “Mia figlia ha cambiato troppi papà per i miei gusti. Non che voglia fare il moralista, ma c'è un limite a tutto!”
Quella storia non era una novità per nessuno, tanto meno per Mike che aveva conosciuto Danny quando ancora stava insieme a Rachel. Sapeva che si era sposata con Stan e che aveva avuto un altro figlio da lui, malgrado già all'epoca facesse gli occhi dolci all'ex marito - cosa che aveva fatto imbestialire Steve. Danny non si era lasciato sedurre, ormai innamorato perso com'era del suo collega, così la donna aveva troncato il rapporto con il marito e se n'era tornata nel New Jersey con i due figli. Adesso stava ritornando alle Hawaii perché i bambini avevano bisogno di stare un po' con i loro padri, e a quanto sembrava il suo nuovo compagno era deciso a trasferirsi sull'isola.
“Lo so, Danny” lo stava consolando Steve nel frattempo. “Ma Grace è una bambina intelligente ed è felice di tornare dal suo papà.”
Danny fece un piccolo sorriso e annuì. “Spero solo che questo Harvey Specter ci sappia fare con i bambini.”
A quel nome la birra che Mike stava bevendo gli andò di traverso e lui si ritrovò a tossire, mentre Chin gli batteva la mano sulla schiena, preoccupato.
“Ehi, tutto bene?” chiese il poliziotto mentre gli altri guardavano l'avvocato con le sopracciglia alzate.
“S-sì...” balbettò Mike, ma subito dopo scosse la testa. “No... non va tutto bene. Come... come hai detto che si chiama il nuovo compagno di Rachel?” Sicuramente aveva capito male, non era possibile. Di tutti gli uomini di New York, non era umanamente possibile che la donna si fosse presa proprio lui.
“Harvey Specter” ripeté Danny. “So che fa l'avvocato a New York. Oh, forse l'hai conosciuto quando lavoravi per quello studio legale?”
Mike annuì, sospirando. “Non solo l'ho conosciuto. L'ho anche sposato... Harvey è mio marito.”
Danny aveva dato di matto come al solito alla notizia: ce l'aveva con Mike per non essersi confidato con lui, per non avergli raccontato quello che era successo quando lavorava per la Pearson Hardman. In effetti il ragazzo era sempre stato molto riservato sull'argomento, ma non ce la faceva, non era ancora pronto. E in effetti non lo era neanche in quel momento.
Doveva però parlare e lo fece con Steve, mentre i due camminavano lungo la spiaggia. “Gli passerà, vedrai” mormorò il capitano. “Lo sai che Danny è molto...”
“Umorale?” chiese Mike, facendo un debole sorriso.
“Stavo per dire isterico, ma forse è meglio umorale.” La risata dell'uomo coinvolse anche l'avvocato che per un breve istante si sentì più leggero, almeno fino a quando Steve non parlò di nuovo. “Vuoi sfogarti?”
“No” ammise Mike con un sospiro, sincero. “Però tu e Danny avete bisogno di sapere e io non posso... negarvi la verità, non adesso che Harvey sta per entrare nelle vostre vite.”
In silenzio, Mike si sedette sulla sabbia, ignorando il fatto di star indossando il suo completo preferito, uno dei pochi che aveva in realtà. Harvey si sarebbe arrabbiato, solo che lui non era lì... ancora. E poi ormai tra loro non c'era più niente. “Sarà meglio che cominci dall'inizio...”
“Scelta saggia” rispose Steve, sedendosi accanto a lui e restando in attesa.
Mike fece un profondo respiro e cominciò a raccontare. “Sai che sono entrato in uno studio legale senza avere la laurea e che... questo mi ha salvato dal finire in carcere per spaccio, no?” Steve annuì. “Danny mi era sempre stato accanto quando era sul continente e mi aveva messo in guardia da Trevor. Poi lui è venuto qui alle Hawaii e io sono andato alla deriva. Fu Harvey a salvarmi. Ho cominciato a lavorare come suo associato e pian piano le cose tra noi si sono fatte più profonde.”
“E vi siete sposati” mormorò il capitano.
“Sì, è successo poco dopo che ero stato assunto. Una pazzia del momento, una delle poche della vita di Harvey, in realtà. Non so dirti se ero così stupido da pensare che sarebbe durata per sempre, però... ero felice, davvero. Lo amavo, tanto. E poi... Trevor fece la spia con Jessica, il capo assoluto, che per fortuna non mi denunciò. Fui costretto comunque ad iscrivermi davvero ad Harvard e a lasciare il mio posto come associato fino alla laurea.”
“Beh, ti è andata bene.”
Mike annuì, ma i suoi occhi erano velati di tristezza. “Quello però fu l'inizio della fine della mio matrimonio. All'inizio io e Harvey ci impegnammo per farlo durare, anche se eravamo lontani. Ogni fine settimana ci vedevamo, a volte tornavo io e a volte veniva lui. Ma col passare dei mesi, le cose si fecero difficili: io passavo i week end a studiare, lui era impegnato col lavoro e non ci vedevamo quasi più. Poi si fecero più rare anche le telefonate e alla fine sembrava che l'uno non sentisse più la mancanza dell'altro. Appartenevamo a due mondi diversi e quella fu la prova che il nostro matrimonio non era fatto per durare. Ci vedemmo alla mia laurea, Harvey non mancò di venire e mi portò un enorme mazzo di rose... però quando mi baciò, era diverso. Era il bacio di un amico, non di un marito innamorato. Se ne andò quasi subito, dicendo che aveva altre cose da fare. Gli sono solo grato di non avermi mai tradito mentre eravamo separati. Ha rispettato me, come io ho fatto con lui.”
“Come fai a saperlo?”
“Harvey è un avvocato famoso, poteva mentirmi con facilità, ma col tempo avevo imparato a leggerlo e so che non l'ha fatto. Non ne sarebbe stato capace. E poi... mi confessò che Dana, una sua ex, era tornata nella sua vita ma lui non era sicuro di rivederla. Ero tornato da pochi giorni a New York e stavo prendendo le mie cose dal suo appartamento. Lo guardai e gli dissi che era libero, così come lo ero io. Mi sembrò... sollevato.” Mike sospirò e posò il mento sopra le ginocchia, guardando il mare davanti a sé. “Mi voleva bene ma non mi amava più. Mi chiese solo di continuare a lavorare allo studio, però non me la sentivo. Così sono venuto alle Hawaii, accettando l'offerta di Danny di farvi da consulente legale. Fu un salto nel vuoto, ma avevo bisogno di ricominciare. L'ho sentito qualche volta nei giorni successivi alla partenza, però poi io non ho più voluto cercarlo e lui si è arreso. Penso che in fondo si sentisse in colpa.”
“Mh mh...” mugolò Steve, per poi restare in silenzio.
Mike lo lasciò fare finché non si voltò per cercare il suo sguardo. “Mh mh cosa?”
“Ho capito tutto. Lui non ti ama più, ma tu lo ami ancora” rispose il capitano senza usare giri di parole. “Lo ami e sei in crisi perché sta arrivando qui, no? Non sai se essere felice o aver paura.”
Mike non negò le parole dell'uomo. “È vero, lo amo ancora... ma è un mio problema, non suo, e non posso fare altro che far finta di niente. Per il resto... sì, mi piace l'idea di averlo qua, ma allo stesso tempo mi spaventa. Perché lui ha una vita, una compagna... e io non ho niente...”
Steve si voltò verso l'altro e fece un sorriso accattivante. “Beh, per questo abbiamo la soluzione.”
Mike non comprese appieno le parole di Steve finché i due non fecero ritorno a casa del capitano, il quale tirò giù dal letto con poca grazia il suo compagno. Dopo mezz'ora di borbottii e recriminazioni, Danny fu messo a parte della storia di Mike e Harvey; a questa, seguì un'altra mezz'ora di deliri del poliziotto sul fatto che quell'avvocato era inaffidabile, quindi il patrigno sbagliato per Grace.
“Ti giuro che Harvey è bravo con i bambini!” esclamò Mike per farlo calmare.
“Ah, sì! E per caso lo hai visto di persona?”
Mike si morse il labbro in cerca di una risposta, ma in fondo la sua era solo una supposizione. La discussione però venne interrotta da Steve.
“Non è di questo che dobbiamo parlare, ma del fatto che Mike ha bisogno di un fidanzato.”
“Ehi! Io non ho bisogno di un compagno finto per far rabbia ad Harvey!” esclamò il ragazzo, punto sul vivo.
Steve sorrise e gli fece l'occhiolino. “Io non ho parlato di finzione. Io e Danny ti daremo una mano a trovare l'uomo giusto, in modo che tu possa rifarti una vita... alla faccia di Harvey Specter!”
“E io cosa c'entro?” chiese Danny, astioso.
“Tu devi darmi una mano.”
“Steve, io faccio il poliziotto. Non ho un'agenzia matrimoniale.”
Steve sbuffò esasperato. “Se continui così, mi ci metto io con Mike!”
“Cosa?!” Danny scattò in piedi, rosso in volto. “Devi solo provarti e giuro che ti castro con le mie mani!”
“E perché non tu allora?” Steve ridacchiò.
“Ah, è così? Mi ami così poco da darmi via al primo venuto?”
“Beh, Mike è un amico e si sa che con gli amici si condivide tutto...”
“Ottimo! Così la prossima volta che qualche tuo amico verrà in città, saprò come accoglierlo!”
Gli occhi del capitano si scurirono. “Non oserai...”
“Ah, Mike va bene e un bel marine palestrato no, eh?”
“Scusate...” si intromise Mike. “Ma non dovrei avere anche io voce in capitolo?”
“No!” gridarono all'unisono i due, continuando a battibeccare.
L'avvocato sospirò e attese che la coppia finisse il suo solito siparietto per poi scambiarsi baci e coccole, per festeggiare la ritrovata felicità. Nel frattempo sorseggiava una birra e pensava a quello che doveva fare. L'idea di Steve era buona, solo che non era sicuro di saper fingere davanti ad Harvey. Insomma, lui era Harvey, l'uomo che leggeva le persone come se fossero dei libri; lo avrebbe smascherato in pochi secondi. Però il pensiero che il suo ex si potesse ingelosire...
“Mike?”
L'avvocato alzò lo sguardo su Steve che lo guardava sorridente.
“Sì?”
“Stavamo pensando a qualche scapolo appetibile. Tu ne conosci qualcuno?”
Il ragazzo si morse il labbro e pensò in fretta alla sua vita sentimentale: qualche turista di passaggio, una breve avventura con un poliziotto che poi era stato trasferito, un flirt con un barista... “No, purtroppo” ammise.
“Mh, io non sono del ramo” mormorò Danny, facendo ridacchiare Steve. “Ok, genio! Il fatto che venga a letto con te non vuol dire che sia gay. Per tua norma e regola, io ho avuto una moglie!”
“Ok, ok, Danno! Prendo atto che sono l'eccezione che conferma la regola” rise Steve, prima di farsi serio e di leccarsi le labbra. “E ne sono entusiasta.”
Danny sentì una scarica al basso ventre e, se non ci fosse stato Mike presente, avrebbe costretto il suo compagno a scoparlo sulla tavola. Ma per il momento dovevano rimandare.
“Beh, dicevo...” tossicchiò, cercando di ritrovare l'aplomb. “Non conosco molti gay sull'isola. Chin è etero e Kamekona... spero per gli altri che abbia raggiunto la pace dei sensi! Non saprei dove cercare...”
“Io sì!” esclamò Steve con un entusiasmo tale da far saltare la mosca al naso a Danny, già pronto all'interrogatorio 'chi è, cosa fa, perché lo conosci, dimmi dove abita che lo ammazzo a mani nude'. “Calmati” lo rassicurò. “Si tratta di un amico di Kono, fanno surf insieme. L'ho intravisto una volta sulla spiaggia e sembrava un bell'uomo. Si chiama Sebastian, è francese ed è uno sportivo. Si è innamorato delle Hawaii e insegna surf ai turisti... ed è gay!”
Danny si trovò a sorridere e annuì, mentre Mike guardava i due con lo sguardo allucinato. “Ma... io non posso dire niente?”
“Ininfluente!” esclamarono di nuovo in coro i due. E Mike abbassò la testa, sconfitto.
Continua...