Relazione per l'esame di Storia del Teatro Inglese, intitolata "Il Teatro dei Folli. Il fool nel teatro shakespeariano"
Nelle prime stampe di Love’s Labour’s Lost, Costard (Melacotta) compare sia con il suo nome che come clown: gli veniva quindi attribuito un valore comico. Viene presentato dalle parole di Longaville: «Costard the swain and he shall be our sport, and so to study three years is but short» [1]. Viene così dimostrato che la sua funzione è quella di far divertire il signore e la sua corte. Da notare, inoltre, che egli non sottostà alle regole: è il primo a disubbidire al divieto del padrone di vedere donne.
Ma ci sono dei momenti che sembrano non convalidare l’ipotesi che Costard sia semplicemente un buffone. I termini che Don Armado usa nella sua lettera al re di Navarra si riferiscono soprattutto alla sua ignoranza e alla sua bassezza e non alle sue doti di buffone:
KING: [...] There did I see that low-spirited swain, that base minnow of thy mirth -
COSTARD: Me?
KING: That unlettered small-knowing soul -
COSTARD: Me?
KING: That shallow vassal -
COSTARD: Still me?
KING: Which, as I remember, hight Costard -
COSTARD: O, me!
[RE: Là io vidi quell’ignobile uomo de’ campi, quel minimo pesciolino del tuo di-porto...
MELACOTTA: Me?
RE: Quell’anima illetterata ed ignorante...
MELACOTTA: Me?
RE: Quell’epidermico vassallo...
MELACOTTA: Di nuovo me?
RE: Il quale, se ben ricordo, vien vocato Melacotta...
MELACOTTA: Oh, me!] [2]
Viene poi, all’atto III (scena 1), messo in carcere per non aver rispettato il patto tra gentiluomini, cosa strana per un “licensed fool”; inoltre non capisce il metalinguaggio di Don Armado. L’unico esempio di padronanza del metalinguaggio la troviamo quando, in un breve monologo, cerca di spiegare a se stesso il si-gnificato della parola «remuneration».
My sweet ounce of man’s flesh, my incony jew! - Now will I look to his remune-ration. “Remuneration”! O, that’s the Latin word for three farthings. Three far-things - remuneration. “What’s the price of this inkle?” “One penny.” “No, I’ll give you a remuneration.” Why, it carries it! “Remuneration”! Why, it is a fairer name than French crown. I will never buy and sell out of this word.
[«Addio, mia dolce oncia di carne umana, addio mio fine giuderellino! E ora diamo un'occhiata alla sua remunerazione. “Remunerazione”! Ora capisco, è la parola la-tina per dire tre baiocchi. Tre baiocchi - remunerazione. “Ehi tu, quanto spendo per sta fettuccia?” “Un picciolo”. “No, ti do una remunerazione”. Beh, la cosa funziona! “Remunerazione”! Per la Peppa, l'è un nome assai meglio d'una corona franciosa. Mai più vorrò accattare o vendere qualche cosa senza usare cotesta parola.»] [3]
Quindi non si può pensare che Costard sia un vero fool, ma un semplice buffone. Egli ha comunque il compito di portare avanti la trama: scambia la lettera che Berowne gli ha affidato per Rosaline con quella di Don Armado per Jacquenetta. Ciò farà in modo che si scopra anche il tradimento di Berowne, che si era autonominato superiore ai «men of inconstancy». Il buffone non parte-cipa neanche alla mascherata, anche se recita nel dramma Nine Worthies nell’atto V (scena III).
Costard quindi non è un vero “fool”: non sa leggere e non capisce i giochi metalinguistici, oltre a non saperli fare. L’unica caratteristica “folle” che possiede è quella di fare da intermediario.
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[1] W. SHAKESPEARE, Pene d’amor perdute, cit.. Atto I, scena 1, vv. 177-178. [«Costui e quell'idiota di Melacotta saranno il nostro spasso, e tre anni di studio, vedrete, voleranno»]
[2] Ivi, I, 1, vv. 239-247.
[3] Ivi, III, 1, vv. 133-140.