Titolo: La legge
Autore:
pojypojyFandom: Lost
Personaggio/Coppia: Sayid, Nadia, Ben; Sayid/Nadia
Rating: PG
Conteggio Parole: ~1000
Avvertenze: SPOILER QUARTA STAGIONE - rilevanti fino all'ep. 4x10 The shape of things to come, minori per 4x12, There's no place like home pt.1.
Disclaimer: Lost (c) ABC eccetera.
Note: Volendo, si può leggere come un prequel a
L'ultimo della lista, ma non è necessario. Il resto alla fine della fic!
Sayid sale sulla macchina con lei, con la testa vuota come dopo una febbre. Nadia sembra una bambina, con quel vestitino, la pelle liscia, gli occhi luccicanti - così diversa dall'ultima volta in cui l'aveva vista.
"Ti porto a casa", gli dice, il suono della loro lingua mai così dolce e familiare; Sayid si appoggia allo schienale, lentamente, e vorrebbe piangere.
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"Mi chiamo Sayid Jarrah, e sono un torturatore."
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"Che cosa fai in America?", le chiede una volta in albergo; gliel'avevano detto, ma vuole sentirlo da lei. Nadia alza le spalle.
"La CIA mi voleva passare una pensione, ma ho preferito trovarmi un lavoro" dice, con orgoglio "faccio la ricercatrice medica ad Irvine, in California." E' nata ricca, Nadia - come Shannon - e per lei lavorare è sempre stata una conquista, piuttosto che una necessità. Una delle cose che Sayid più ama di lei.
"Io... mi inventerò qualcosa", dice lui, sedendosi sul letto, ricordandosi che adesso ha un sacco di soldi, piovuti dal cielo. A sentire Hurley, non è un buon segno.
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"Si chiama 'ordalia'. Sai cos'è?"
"Certo che lo so. E' il giudizio di Dio."
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L'aereo atterra a Los Angeles alle sei del mattino. Nadia ha stretto la mano di Sayid tutto il tempo, forse pensando che adesso potrebbe avere paura di volare, o forse per il mero piacere di farlo. Nemmeno lui sa come si sente. Potrebbe prendere mille altri aerei e nessuno sarebbe come quello. Il volo 815 non esiste più. E' morto due volte.
Per questo, mentre lei guida una macchina presa a noleggio, lui decide, silenziosamente, che a Nadia non può mentire. Sa già che ucciderà i suoi compagni ogni volta che ripeterà la storia; deve lasciar loro almeno una vita, per se stesso, per Nadia, per non perdere del tutto la fede nell'ordine delle cose.
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"L'ordalia smaschera i bugiardi tramite il dolore. Dio sa sempre vedere al di là delle menzogne degli uomini."
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"Se la CIA ti dà protezione, vuole qualcosa in cambio, e la loro valuta preferita sono le informazioni" dice Sayid, in tono pratico, aprendo la porta della stanza che hanno preso pochi chilometri fuori Irvine. "Casa tua sarà piena di microspie, e c'è una cosa importante che devi sapere." Nadia non dice nulla; sono tutte cose che si aspettava.
E' sera quando Sayid finisce di raccontare. Non tralascia niente, da Shannon al fumo nero. Ha considerato l'opzione che, dopo tutto questo, Nadia lo odi o lo consideri pazzo o entrambe le cose. Ma sa che doveva farlo, che era giusto.
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"L'hanno inventata in Mesopotamia. Mi piace pensare che è per questo che mi riesce bene farlo."
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Nadia non dice nulla; non se ne va; rimane solo stesa supina di fianco a lui, entrambi vestiti sopra alle coperte. La sera arriva e con lei la notte, e Sayid può solo aspettare. Malgrado tutto ad un certo punto si addormenta, scivolando di continuo dalla veglia al sonno, senza avere il coraggio di voltarsi a vedere se Nadia è sveglia, accontentandosi di sentirne il peso sul materasso. Fa dei sogni brevi, confusi, che riguardano più che altro il fragore dei motori del cargo che li ha riportati alle Hawaii. A parte un sogno che fa qualche momento prima dell'alba, in cui vede Aaron, e poi Locke, e un'altra persona che non ha mai visto prima.
Quando si sveglia, si rende conto che Nadia è distesa su un fianco, rivolta verso di lui, e lo sta guardando.
"Sposami", gli dice.
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"C'è una cosa che non mi torna nel tuo ragionamento. Tu non sei Dio."
"Lo so. Ed è per questo che devi avere paura di me. Mentre Dio è infallibile, io peccherò di zelo."
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"Potremmo mettere anche lei sotto protezione, signor Jarrah. Quello che è successo a sua moglie era... mi perdoni se ciò le sembrerà inappropriato... prevedibile."
La verità.
"Nella posizione in cui sono gli USA adesso, capisce che le cellule terroristiche sono più che mai incattivite nei confronti di chi, secondo loro, ha tradito. E lei è un personaggio particolarmente in vista."
Sapere la verità l'ha uccisa; non c'è altra ragione.
"Voglio tornare in Iraq."
L'agente Cole non reagisce, se non per un infinitesimale battito di palpebre. Sayid piega le labbra in un'imitazione di sorriso.
"Ogni volta che ci vediamo, finisco col dover seppellire qualcuno. Riporterò Nadia a Tikrit. Merita di essere sepolta a casa sua."
"Le daremo una scorta."
"No" dice Sayid, alzandosi. "Per quanto vi riguarda, io non sono mai tornato da quell'isola."
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"Ti faccio scegliere. L'acqua, il fuoco, o il ferro?"
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Il cellulare squilla (il display dice: numero privato) un giovedì mattina, nella casa di Irvine ormai quasi del tutto sgombra (via di qui, da questi ricordi di felicità che suonano come un insulto).
Si incontrano il mercoledì successivo al Louvre, davanti al codice di Hammurabi.
"Pensavi mi facesse piacere?" dice Sayid per prima cosa, indicando la stele con un cenno della testa. Ben fa una smorfia.
"Volevo riprendere una nostra vecchia conversazione", dice. "Una volta mi parlasti dell'ordalia. Una prova che, attraverso il dolore e la morte, rende possibile riconoscere il vero e il falso. Il colpevole e l'innocente. Dimmi, Sayid... Qual è il tuo giudizio?"
Sayid guarda Ben, e poi guarda il bassorilievo del re babilonese sulla stele nera, ed entrambi gli sembrano nient'altro che pietra, immoti e duri.
"Te lo dico io, Sayid" dice Ben, a sua volta guardando il codice "siamo tutti colpevoli. Ma alcuni più di altri."
Sayid sente un biglietto scivolargli in mano. E' un semplice post-it con la parte adesiva ripiegata sul retro, un indirizzo di Parigi e un numero.
"E' una cassetta di sicurezza", spiega Ben. "Lì troverai tutto il necessario. Poi starà a te decidere se sarà acqua, fuoco o ferro."
Sayid apre la bocca per parlare, ma non ne esce alcun suono; percepisce, più che vedere, Ben che si allontana dietro ad un gruppo di turisti, sparendo come è bravissimo a fare.
Sayid gira le spalle alla stele della legge, e si allontana a sua volta, sentendosi pesante, più vecchio di quanto un uomo possa concepire; pietra nera.
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Note: prima che qualcuno me lo faccia notare... il codice di Hammurabi è quello della legge del taglione, non dell'ordalia, ma era molto più d'effetto rispetto ad una minuscola tavoletta di terracotta ;-) E comunque, è una forma di "occhio per occhio" quella che Sayid e Ben si apprestano a mettere in atto, quindi...