[Originale] La vanità gioiva

May 31, 2011 19:48


Titolo: La vanità gioiva
Betareader: levy  & namidayume 
Rating:  +16/Arancione
Genere: Generale, drammatico horror (credo ò.ò)
Avvisi: One-shot, contenuti forti
Parole:  350
Disclaimer: Tutto ciò è mio
Note: Scritta per il Multifandom Drabble Fest di it100  con il promt “La vanità, fredda, gioiva: un uomo s’era ucciso per il suo amore” (La Ballata dell’Amore Cieco, D’andrè).


Caroline camminava a testa alta per  il corridoio, i lunghi capelli rossi ondeggiavano elegantemente. La maggior parte degli impiegati -e anche qualcuna delle impiegate- si voltava, rapita dall’affascinante sorriso e dalla sicurezza della giovane vice-direttrice. Inoltre, nonostante la sua posizione, non era mai prepotente o sgarbata nei loro confronti, anzi, rispondeva sempre con gentilezza. Come diretta conseguenza, in molti avevano una cotta segreta per lei.

Certo, c’era anche qualche invidioso che insinuava che la sua posizione non era dovuta alle sue capacità, e si sussurrava di una relazione clandestina tra lei e il direttore, ma in genere si scuoteva la testa, dicendo che la beniamina dell’ufficio non avrebbe mai fatto una cosa simile.

Quindi fu naturale che quella mattina in molti provassero rabbia per Roger -single, cinquantasette anni, occhialetti sporchi, e mani sudaticce- quando un urlò risuonò per il piano.

Caroline era a terra, mentre fissava con occhi sconvolti e atterriti quello che penzolava dal soffitto del suo ufficio. Il collo di Roger era piegato innaturalmente dal cappio, la bocca aperta gli donava un’espressione disgustosa quasi quanto lo spettacolo dei suoi strati di grasso non nascosti dalla camicia. Una scritta nera risaltava sul petto del cadavere, incomprensibile a primo sguardo, che evidentemente si era scritto da solo: “¿ıpǝʌ ıɯ ɐɹo”

Nei giorni a seguire tutti gli impiegati offrirono il massimo supporto a Caroline, evidentemente sotto shock: a volte aveva lo sguardo perso nel vuoto, altre scoppiava a piangere senza motivo, le sue mani tremavano leggermente.

Nessuno diede peso alla domanda di trasferimento di Erika, la quattrocchi silenziosa che aveva la postazione di lavoro accanto all’ufficio della vice-direttrice, poiché non sapevano cosa aveva visto quel giorno. Tra l’apertura della porta e l’urlo, c’era stato un attimo in cui Caroline aveva visto l’interno: in quel momento, gli occhi verdi erano duri e freddi come il ghiaccio, mentre la bocca si sformava in un sorriso inquietante, come se fosse stata lusingata dal fatto che un uomo che si era ucciso per lei. Erika era stata l’unica ad assistere alla fredda gioia della sua vanità.

challenge: mdf (it100), !originale

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