[Originale] Piazza Fuga

Mar 22, 2010 18:13


Titolo: Piazza Fuga
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo, generale
Avvisi: Nessuno
Parole: 733 (fdp)
Disclaimer: Tutto ciò è mio xD
Note: Piazza Fuga è una piazzetta che esiste davvero a Napoli, nel Vomero, e ho cercato di rendere al meglio alcuni spicchi di vita quotidiana.
-Partecipa alla Caccia alle Uova con l'uovo 5 (le iniziali dei paragrafi formano la parola “Pasqua”)


Piazza Fuga, così mi chiamano: ormai sono qui da molto tempo, sono stata testimone di molti cambiamenti -l'evoluzione di questo quartiere da agreste a chiccoso, come Lidia e Franco si sono lasciati e rimessi quindici volte. Sono anche abbastanza importante: ormai conosco quasi tutti i giovani vomeresi, essendo passaggio obbligato verso una scuola media ed un liceo -nonché centro di raduno il sabato sera.
Certo, rispetto alle mie vicine come Vanvitelli sono piccola, ma di cose ne ho viste e ne vedo ancora.

Alle sette e trenta, ad esempio, ogni mattina s'incontra alle panchine un gruppo di ragazzini della stessa classe, che chiacchierano, ridono, leggono l'oroscopo e si preparano alla tortura che li attende. Mira è sempre la prima ad arrivare, poi s'affloscia sulla panchina a leggere il City, come se avesse percorso chilometri; poco dopo è raggiunta da Chiara, Piero, Roberto, Manuela, Maria Francesca e tanti altri, tutti abbastanza simpatici -almeno si ricordano di buttare le cartacce nel cestino. Oggi Anna gira la testa agitata: di solito Miranda arriva presto, in tempo per sospirare rassegnata nel dare i suoi quaderni alle amiche affamate, ma oggi è in ritardo. Arriva poco prima di Alessio, l'eterno ritardatario, trascinando lo zaino, i piedi ed un sorriso stentato; Anna corre ad abbracciarla. Sento il sapore salato delle sue lacrime, trascinate a terra dal vento, uguale a quello di tante altre, anche nel dispiacere che mi provocano.

Sabato sera, il momento che più odio. Sia chiaro, non ho niente contro gli adolescenti vivaci, non sono una bacchettona come altre che rimpiangono la tranquillità dei vecchi tempi, ma sono sfiancanti: fanno rumore, buttano le cose a terra, insomma, non hanno il minimo rispetto. Però, è piacevole sentire le loro risate, le loro chiacchiere, le loro confessioni, persino la loro musica dopo averci fatto l'abitudine, per non parlare degli inciuci (pettegolezzi nda). Ah, se questi sapessero cosa ho visto! Si stupirebbero degli intrighi e delle bravate avvenuti ai tempi dei loro genitori. Ad esempio Clara, costretta a tornare entro le 11 e mezzo a casa, rimarrebbe sbigottita dalle serate brave dei suoi genitori! È difficile pensare che, anche chi ora è adulto, un tempo era un ragazzino spaurito che non voleva affrontare il futuro, cercando di divertirsi, perfettamente in grado di sbagliare come chiunque altro.

Quando il clima si fa più caldo, qualche volta la domenica mattina presto arrivano gli scout, che montano il tavolo e cercano di fare una composizione accattivante con le piantine da vendere. Per tutta la mattinata, e qualche volta anche il pomeriggio, li osservo sciamare per la piazza, fermando una volta la coppia anziana che va alla Funicolare, un'altra una compagna di classe, un'altra ancora una signorina che cammina silenziosa. Guardo intenerita i loro sforzi, perché so bene che di quella massa di passanti solo pochi si fermeranno ad ascoltare, e saranno ancor meno quelli che non renderanno vani gli sforzi di quei ragazzini. Durante le piccole pause, sento i discorsi dei più piccoli, tutti contenti e pieni di voglia di fare, mentre i più grandicelli sorridono, senza dire che dopo quattro anni passati a rincorrere la gente si sentono quasi vuoti di positivismo ed entusiasmo. Però, quando a fine vendita si riuniscono e se ne vanno con le casse vuote, vedo che tutti sorridono e cantano, alla faccia di chi ha provato a demoralizzarli e fermarli.

Una volta sola ho assistito ad un evento unico, mai più riaccaduto. Era un pomeriggio assolato, la gente usciva in massa dalla Funicolare per unirsi ai pochi passanti e dirigersi verso le altre zone del Vomero, ma una giovane donna rimase indietro, sedendosi sugli scalini a leggere; ciononostante, tutto in lei parlava di attesa, dagli occhi che saettavano rapidi dal libro verso il resto della piazza alle ginocchia che tremavano. Rimase lì per molto tempo, ormai il sole era prossimo al tramonto, ma lei non accennava a muoversi; poi, ad un certo punto, alzò lo sguardo, incrociando quello di un ragazzo appena arrivato col fiato corto. Restarono immobili a guardarsi per qualche minuto, poi simultaneamente cominciarono a correre verso l'altro per poi abbracciarsi. Gli altri passanti guardavano stupiti, per poi alzare le spalle ed andarsene; dopo l'abbraccio, i due si guardarono ancora in viso, col sorriso stanco di chi ha dovuto aspettare molto per raggiungere la felicità. Da allora, non li ho più visti.

Adesso, godo il sole dopo queste settimane di piogge intense, lasciandomi cullare dal rumore delle corse dei ritardatari, il brusio dei passanti, gli urletti dei ragazzi e lo sfrecciare dei motorini, in altre parole, da quello della vita che passa.

!originale, challenge: caccia alle uova (fw)

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