Titolo: Sul filo della spada.
Betareader:
el_defeFandom: Hyperversum
Personaggi: Geoffrey Martewall, Marc de Ponthieu.
Rating: Per tutti
Warning: Nessuno.
Disclaimer: Hyperversum e i suoi personaggi non mi appartengono, e nessun guadagno è stato percepito nella scrittura se non in termini di mio personale divertimento ed amore nei confronti dei personaggi.
Conteggio Parole: 428w. (
fiumidiparole)
Note: Omg, quando mi era mancato questo fandom e questa saga in generale, è troppo tempo che non mi do ad una rilettura intensiva, devo assolutamente rimediare alla prima pausa; fortunatamente, la seconda missione è stata propizia, così che ho potuto rispolverare il fandom per prepararmi a scriverci su un po' più grandiosamente come merita.Partecipa quindi alla quarta settimana del
cow-t con il prompt cavaliere. #teammaghiFTW
SUL FILO DELLA SPADA
«Marc, solleva quella spada, sembri una ragazzina.» sbottò Geoffrey, incrociando l'arma del ragazzo e strappandogliela di mano con una rapida torsione del polso . «Anzi, sembri tuo padre.»
Il ragazzo non riuscì a trattenere un'occhiata sdegnata, mentre si chinava a raccogliere la spada da terra e si rimetteva diligentemente in posizione di attacco, prima di sferrare un nuovo affondo, anche questo intercettato e neutralizzato dal barone. Il ragazzo lo superò di slancio, incespicando nei suoi stessi piedi e finendo per rovinare a terra, nella polvere del cortile di Dunchester. Sospirando, Geoffrey si passò una mano sulla fronte, coperta di sudore più per la temperatura primaverile della giornata che perché Marc lo avesse costretto ad impegnarsi in un combattimento.
«Pausa, va' a farti dare un po' d'acqua.» lo rimbrottò, guadagnandosi l'ennesima occhiata infuocata prima che il ragazzino sparisse correndo, immediatamente più pieno di energia di quanto non fosse fino ad un momento prima mentre stavano allenandosi. Geoffrey lo seguì con lo sguardo
Era arrivato solamente da una decina di giorni da Châtel-Argent ma si era già assicurato che almeno un paio di notti andasse a dormire con le ossa doloranti per la fatica; lo aveva sentito borbottare improperi che avrebbero fatto arrossire sia Ian che Isabeau per lo sdegno, quando si era attardato un momento davanti alla porta, fissando con affetto il figlio dell'amico; aveva visto il suo disprezzo negli sguardi che gli lanciava non appena l'etichetta non soffocante di Dunchester glielo consentiva.
Era talmente simile a suo padre da farlo sorridere, a momenti, e non solamente perché sembrava il suo ritratto; aveva lo stesso sguardo, lo stesso fuoco che animava gli occhi del conte francese accendeva anche quelli del suo primogenito. Stessi atteggiamenti, stesso sangue, persino stesso modo di sibilargli gli insulti; Geoffrey rise, seguendo il corso dei suoi pensieri.
«Posso chiedervi cosa vi diverte, mio signore?» Hector apparve al suo fianco, un sorriso a sua volta divertito sulle labbra, discreto come sempre, vicino come ogni volta, sempre presente, la migliore spalla che potesse trovare.
Geoffrey rivolse uno sguardo a Marc de Ponthieu, che stava ritornando rapidamente nel cortile, appena trafelato. Quando incrociò lo sguardo del ragazzo, il sorriso sulle labbra del giovane francese si congelò istantaneamente.
«Niente di che, Hector.» rispose il barone, alzandosi a sua volta e sfoderando la spada, pronto a tornare a sua volta agli allenamenti; si voltò rapidamente verso il fiammingo, sfoderando un ampio ghigno. «Stavo solamente pensando che sarà una bella fatica, cavarne un cavaliere all'altezza della fama di Dunchester e dei Ponthieu.»
La risata di Hector fece da sottofondo al rinnovato clangore delle spade.