Titolo: Soles occidere et redire possunt
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el_defeFandom: Originale Storico
Personaggi: Marco Licinio Crasso
Rating: Per tutti
Warning: Drabble, Slice of life
Conteggio Parole: 191w. (
fiumidiparole)
Note: No, ma seriamente, WTF? Questi sono i risultati di due ore di classici latini. || Scritta per la seconda settimana del
F3.U.CK.S. Fest di
fanfic_italia con il prompt “La vita è una farsa e dobbiamo recitare tutti” (Rimbaud) di
fuoco_dal_cielo SOLES OCCIDERE ET REDIRE POSSUNT
“La vita è una farsa e dobbiamo recitare tutti” (Rimbaud)
Il sole non è neppure apparso all'orizzonte, limitandosi a colorare l'estrema linea del cielo di un rosso leggero che è solamente il preludio dell'alba, e già il comandante esce dalla propria tenda, indosso l'armatura ben lucidata. La città di Carre è distesa pigramente appena prima della linea dell'orizzonte, fremente delle attività mattutine del nemico.
Marco Licino Crasso lascia vagare pensieroso lo sguardo sui suoi soldati - la legione è un organismo perfettamente oliato e funzionante, che non ha chiuso occhio per l'intera notte, affaccendandosi nella veglia e nell'approntare quanto potesse servire alla battaglia che li aspetta; l'indovino che li ha accompagnati ha cercato di dissuaderlo, adducendo come pretesti svariati vaticini sfavorevoli, ma Marco sa che non sussiste la possibilità di rimandare ancora la battaglia: la pianura di Carre sarà bagnata di sangue, e lui si augura che sia quello dei Parti.
Suo figlio Publio lo affianca, porgendogli il suo elmo e le briglie del suo cavallo; Marco le prende sovrappensiero, montando in arcione con uno sbuffo.
«Riportiamo a casa le nostre insegne vittoriose.» sospira, prima di incitare il cavallo per portarsi alla testa dello schieramento. Il sole, latore di battaglia, comincia timidamente a mostrarsi.