Titolo: Remember Me As A Time Of Day
Autrice: Vany (
vedova_nera)
Beta:
cialy_girlFandom: Harry Potter
Personaggi: Severus Snape (nominati James Potter e Harry Potter)
Pairing: Severus Snape/James Potter
Rating: Pg15
Conteggio Parole: 307 (buio), 224 (mattino; grigio) (W)
Challenge: Triade #1 @
it100Prompt: Buio, mattino, grigio.
Avvertenze: Slash, angst e tristezza random sparsa qua e là.
Disclaimer: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti. Io non traggo vantaggi dall'uso di essi e non li reclamo come miei.
Note: Titolo fregato agli Explosions In The Sky. ♥
Postata originariamente
qui.
Remember Me As A Time Of Day
[buio]
L’estate non ti si addice.
L’estate è per persone come James, che sanno sconfiggere il vento, mentre tu sai solo conviverci.
Ci sono stati dei momenti in cui hai creduto che quella stagione esistesse solo per lui, che anche in pieno inverno la sua presenza portasse con sé l’odore dell’erba e la luce dorata dei campi di grano; ti arrabbiavi con te stesso per quei pensieri, per quel tuo cuore testardo, sciocco, che continuava a fare come voleva, ignorando ciò che sarebbe stato più consono, adeguato. Ma l’estate rimaneva lì, radicata dentro di te con artigli invisibili, ed era quasi come essere felici.
Tutto cambia troppo in fretta, però, e senza che tu possa fare nulla per fermare la corsa del tempo, delle cose.
Quest’anno l’autunno si è intrufolato di soppiatto, subdolamente, portando via poco a poco il sole e il suo calore, le foglie verdi degli alberi e il profumo che l’aria estiva possiede.
È arrivato e ha condotto con sé solo brutti ricordi, giornate buie, lampi di luce verde nella notte e preghiere, tante, che non sono state ascoltate, desideri che non sono stati esauditi.
Il giorno successivo alla sua morte è scuro, il cielo è costellato di nuvole nere e cade una pioggia sottile, come se anch’esso fosse annientato dalla sua perdita.
C’è gente di fronte al piccolo cottage di Godric’s Hollow, maghi giunti da ogni dove del paese; lo sai persino prima di arrivarci, ma ti ci rechi ugualmente, perché non c’è nulla che possa tenerti lontano da quel posto che sa ancora di lui, che conserva nel suo giardino curato gli ultimi scampoli dell’estate che è stata e poi fuggita senza che te ne accorgessi.
E quei rimasugli, quegli ultimi strascichi fanno più male di tutto il resto, della sua stessa vita finita, del tuo senso di colpa, dell’orrore che hai causato.
[mattino; grigio]
A volte, anche dopo quindici anni da quell’Ottobre, ti sorprendi a pensare ancora a lui; rivedi di sfuggita il fantasma del suo sorriso camminando per i corridoi di Hogwarts e, quando la tua attenzione si focalizza su quella leggera increspatura delle labbra, ti accorgi che è solo Harry, soltanto suo figlio, che non gli somiglia, che non conserva il suo temperamento nonostante tu sostenga il contrario con tutti, persino con Dumbledore.
Eppure, malgrado questa diversità, il solo scorgere il viso di James nei suoi lineamenti ti fa desiderare di fermare il ragazzo lì, per sempre, nei suoi sedici anni e con quegli occhi verdi estranei, così pieni di qualcosa di sfuggevole, indecifrabile.
Al mattino presto, sdraiato a letto, resti ad ascoltare il suono dell’inverno, l’agitarsi sottile della pioggia sulla superficie scura del lago, il cadere ovattato della neve sopra le cime spoglie degli alberi, il silenzio grigio che ricopre tutto.
C’è odore di pini fuori e un freddo pungente. Scorgi la forma sottile di un cervo affacciarsi al limitare della foresta e poi, diffidente, immergervisi nuovamente.
E, d’un tratto, alla vista dell’animale, ti colpisce il pensiero che il tuo tempo stia per finire, che sia giunto il momento e che, forse, non c’è più nessuna estate che ti leghi alla vita, che è ora di lasciare andare.
Solo che non sai ancora lasciare andare lui.