Marina
Carlos Ruiz Zafon
Barcellona è se
mpre stata una di quelle città capaci di evocare ogni tipo di storia; la sua bellezza senza tempo e il mistero celato in possenti edifici gotici la rendono perfetta ambientazione delle vicende più grottesche e surreali, sempre sul confine fra realtà e leggenda. Òscar, giovane collegiale, ama perdersi fra i vicoli e le ville abbandonate, immerso in quell’aura magica, estraniato dalla realtà. Entra in scena Marina: la vita di Òscar è sconvolta. Come il lampo che annuncia la tempesta, la figura misteriosa di Marina introduce il ragazzo ad uno dei segreti più nascosti di Barcellona, ma le cose sfuggono improvvisamente di mano. Una spirale di avvenimenti al limite dell’incubo inghiottisce i due ingenui ragazzi: una serra avvolta nell’oscurità piena di strane marionetta incomplete, un album che raccoglie le foto delle più grottesche malformazioni fisiche, una dama vestita interamente di nero che visita una tomba senza nome, un cimitero introvabile avvolto nella nebbia e un uomo le cui origini sembrano perdersi nel mito. È la storia più antica del mondo, quella della morte e della vita, che porta ai quesiti più antichi del mondo: Cos’è la morte in fondo? Può l’uomo porvi rimedio? Eppure è sempre a Marina, con i suoi contorni evanescenti e delicati, vicina ma distante, impressione di un attimo, ricordo di una vita, è a Marina che tutto ritorna alla fine, inevitabilmente. Leggete questo libro a luce bassa, di notte, quando tutto ha un colore diverso, quando i pensieri sfuggono dalla pesante rete materialistica del mondo e vagano senza meta in quel posto fra il sonno e la veglia, fra sogno e realtà. Zafòn ci regala come al solito un romanzo con la R maiuscola, con uno stile da incantatore di serpenti e una trama fatta di persone, con i loro più segreti desideri ed incubi. Ma come succede con i buoni libri, quando la fine arriva, non sai se essere triste perché è finito, o soddisfatto perché hai scoperto come va a finire.
“Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto” dice Marina, e se ci pensiamo bene, quali sono gli eventi più nebulosi della nostra vita, se non quelli che l’hanno cambiata?
Bello Bello Bello. Puoi prenderci tutte le citazioni che vuoi.
"Se la gente pensasse un quarto di quanto parla, questo mondo sarebbe il paradiso"
"Il tempo fa con il corpo ciò che la stupidità fa con l'anima. Lo corrompe."
"Avevo sempre pensato che le vecchie stazioni ferroviarie fossero fra i pochi luoghi magici rimasti al mondo. I fantasmi di ricordi e di addii vi si mescolavano con l'inizio di centinaia di viaggi per destinazioni lontane, senza ritorno. Se un giorno dovessi perdermi, che mi cerchino in una stazione ferroviaria"
Non hai livelli de L'Ombra del Vento, ma sempre ottimo.