Titolo: Stark Trek (si ringrazia la
neera_pendragon)
Autore:
chibi_saru11Fandom: Avengers
Personaggi: Steve Rogers, Tony Stark
Pairing: Steve/Tony
Word Count: 4704 (Fidipù)
Rating: SAFE
Warning: Crack!
Riassunto: Steve Rogers è un amante del trekking e sembra intenzionato a portare Tony con sé nella vita della perdizione. Tony non sa perché non riesce a dire di no. Pensa un po' per lo sguardo di Steve e un po' per la vista che si gode in queste escursioni (aka il culo di Steve), ma non ne è certo.
Disclaimer: Questi personaggi non sono miei. Per nulla. Figures.
Note:
1. TUTTO QUESTO E' COLPA DELLA
neera_pendragon, prendetevela con lei.
2.Scritta per la missione del COW-T3 Viaggio @ maridichallenge
Tony continua a non avere la minima idea di come siano arrivati a questo punto, seriamente.
Beh, no, sa com'è iniziata la questione e si maledice ogni giorno (più o meno) per non essere stato abbastanza chiaro.
Avrebbe dovuto esserlo, davvero, si sarebbe risparmiato tanti muscoli doloranti, sveglie ad orari indecenti e attacchi di cuore vari.
Ed è tutto cominciato, come molte cose cominciano ormai nella sua vita, con Steve Rogers e il suo sguardo insoddisfatto.
Sono stati un paio di giorni particolarmente stressanti, lo sa, specialmente per Steve che continua ad essere un completo disastro quando si tratta di serate di gala o apparizioni pubbliche (non perché non sappia come ci si comporta, ma semplicemente perché è dolorosamente evidente che non prova alcun piacere nell'essere lì) e Tony non dorme da un po', quindi non è esattamente al suo meglio, dunque quando si siede accanto a Steve sul divano non è esattamente elegante come al solito.
«Che cosa succede, Mon Capitan? Qualcuno ha sputato ancora una volta su uno degli importanti valori Americani?» chiede, sorridendo e cercando di sembrare completamente disinteressato.
Ha come l'impressione che se Steve dicesse di sì e gli chiedesse di fare qualcosa Tony potrebbe fare cose di cui si pentirebbe. Forse. Non ci sono molte cose di cui si pentirebbe.
Dio, ha bisogno di dormire.
Steve aggrotta le sopracciglia e poi scuote la testa. «No, no. Cioè, non lo so, ma... non riesco a trovare un percorso qui vicino. E con tutte queste funzioni e i lavori dello SHIELD non posso allontanarmi molto»
Percorsi? Di che sta parlando?
Tony beve un altro po' di caffè, chissà che lo aiuti a comprendere un po' meglio ma... no. Nada. Nulla. Okay.
«Percorsi di cosa?» si informa quindi, perché se nemmeno il potere del caffè può non ha altre molte speranze.
È a quel punto che Steve gli mostra la rivista che stava leggendo e Tony deve fermarsi un secondo, rileggere tutto due volte, e poi spostare lo sguardo su Steve. Perché, seriamente?
«Trekking?» chiede, cercando di immaginarsi l'altro mentre fa un po' di escursionismo. Ad essere sincero non è così assurdo, ora che ci pensa bene, Steve è esattamente il tipo che sarebbe disposto a svegliarsi ad orari assolutamente improponibili per camminare un po' immerso nel silenzio e nella natura in luoghi in cui prende giusto un cellulare su tre (di quelli normali, gli Starkphone funzionano tutti, grazie. O almeno pensa. Non è che l'abbia mai provato).
Steve sorride, entusiasta e annuisce, riportandosi la rivista sulle gambe e sfogliandola leggermente. «Durante la mia... vacanza, dopo la battaglia con Loki, ho visitato parecchi percorsi. È bello poter stare in pace per un po', lontano da tutto» e Tony sa che quando Steve dice tutto intende la tecnologia, le persone, la televisione, un po' veramente tutto questo secolo che non gli appartiene. Fa un po' male sentirlo parlare così, ma non è che Tony non capisca.
«E ora non riesci a trovare percorsi qui vicino?» ricapitola, giusto per essere sicuro di avere capito bene. Il sospiro sconfitto di Steve la dice lunga.
Gli sembra estremamente strano, è quasi certo che ci siano milioni di percorsi vicino a New York, almeno spera. Potrebbe aprirne alcuni, in caso, sicuramente Pepper avrebbe approvato, no?
Probabilmente. Oh che importa, ha fatto cose di sicuro peggiori di aprire dei percorsi di trekking.
Però gli sembra strano che non ce ne siano già.
«Dove hai cercato?» chiede, aggrottando le sopracciglia, prima di zittirlo con una mano «no, non rispondere, non importa. JARVIS, hai chiesto a JARVIS?» perché a volte Steve per quanto abbia fatto passi da gigante per qualunque cosa riguardi la tecnologia... ha alcuni problemi a capire come utilizzare JARVIS.
«Non volevo disturbarlo» mormora Steve, comprovando i suoi sospetti. Steve ha questa strana fissazione che JARVIS abbia dei sentimenti e che potrebbe ferirli se continuasse a chiedere il suo aiuto per qualsiasi cosa. Tony ha provato a spiegargli tante volte che JARVIS è stato creato appositamente per aiutare, ma l'altro è maledettamente testardo.
Sospira comunque, rinunciando ad entrare nuovamente in questa conversazione, semplicemente perché sa che non li porterà da nessuna parte.
«JARVIS, trova al buon Capitan Testardo dei buoni percorsi per fare un po' di escursionismo qui vicino, okay?» chiede, bevendo un po' di caffè.
JARVIS si mette subito al lavoro e presto ha parecchi percorsi che sono solo a poche ore da New York. E anche se non lo fossero Tony potrebbe regalargli un elicottero, o fargli usare uno dei suoi aerei.
Dovrebbe togliere però il palo per le ballerine, è quasi certo che l'altro non approverebbe.
«Beh, sembra che tu abbia tutto quello di cui hai bisogno» dice, sorridendo e alzandosi - perché sente di nuovo il bisogno di andare a trafficare nel suo laboratorio e non è mai stato bravo a resistergli.
Steve si volta sorridendo verso di lui e annuisce «Sì, ti ringrazio. È davvero bello, sai? Tutta quella natura e l'aria pulita, dovresti provarlo.»
Ora, se Tony fosse stato più sveglio, se avesse finito il suo caffè, se non si stesse concentrando troppo sul modo in cui sorride Steve, tutto questo non sarebbe successo. Tony sarebbe stato chiaro e deciso e probabilmente, con il senno di poi, avrebbe urlato un duro e secco “Nemmeno tra un triglione di anni” e sarebbe scappato via.
Tony sfortunatamente però non è più sveglio, non ha finito il suo caffè e non riesce a staccare lo sguardo dal sorriso dell'altro e quindi finisce semplicemente a ridere, scuote la testa, e dire un «Mah, magari un giorno» che nella sua testa vuol dire mai.
Il problema non è quello che vuol dire nella sua testa, però, ma quello che Steve sente.
La faccenda viene quasi del tutto dimenticata per un po' di tempo, Steve comincia a sparire qualche volta, e poi viene a sapere da Clint o da Thor che è andato per una delle sue escursioni e che dovrebbe tornare in serata.
Non è che Tony si senta solo, ma solitamente tra un esperimento e l'altro lui e Steve passavano il tempo parlando un po'. Quindi okay, magari si sente un po' solo, ma nessuno deve per forza saperlo.
E poi, una settimana dopo, Tony si sente strattonare nel cuore della notte da qualcuno e salta in aria, alzandosi immediatamente in piedi sul letto e mettendo la mano in avanti, ricordandosi solo in un secondo momento che non ha addosso i guanti dell'armatura. Maledizione.
«Tony?» chiede qualcuno davanti a lui e Tony si blocca perché... conosce questa voce. Sbatte due volte le palpebre, prima di abbassare la mano.
«JARVIS, luci al 50%» dice, e improvvisamente l'ombra prende la forma di Steve Rogers in tutta la sua gloria. Tony non riesce a non pensare che probabilmente è un sogno, o un incubo, o una strana mescolanza delle due e che diavolo di ore sono?
Si volta a guardare la sveglia, ignorando completamente Steve e quando riesce finalmente a soddisfare la sua curiosità quasi non si lascia ricadere sul letto per lo shock.
«Rogers!» esplode invece, guardando male l'altro «sono le quattro e mezza di notte! Che cazzo ci fai nella mia stanza? Chi ti ha fatto entrare?» sbotta, prima di fermarsi e occhieggiarlo criticamente «c'è un'emergenza? Stanno tutti bene?»
Steve inizia immediatamente a scuotere la testa e Tony ha troppo sonno per cercare di capire se vuole dire che no, non ci sono emergenze o sì, stanno tutti per morire e Steve ha finalmente deciso che vuole passare i suoi ultimi atti di vita scopandosi Tony (o, se Tony è davvero fortunato, facendosi scopare da Tony).
«No, non c'è nessuna emergenza» eh, la sua solita fortuna «mi ha fatto entrare JARVIS, ha detto che non sarebbe stato di alcun disturbo...» Tony aggrotta le sopracciglia perché questo non ha senso e non vorrebbe che ci sia un virus nei circuiti della AI. O magari è solo un pezzo di merda.
Sospira, portandosi una mano sul viso, massaggiandosi leggermente la fronte, cercando di farsi passare il mal di testa che sa stare per arrivare. Steve allunga una mano e Tony si rende conto che ha una tazza di caffè.
In due secondi la tazza è tra le sue mani e Tony la beve con sorsi lunghi e profondi. Prima di rendersi conto che c'è qualcosa che non va.
Steve passa tutto il suo tempo a lamentarsi che Tony dorme troppo poco e beve troppo caffè, e ora lo sveglia nel cuore della notte e gli offre volontariamente del caffè?
«Che sta succedendo?» chiede alla fine, guardano il caffè come se l'altro l'abbia avvelenato. Steve è troppo buono ed onorevole per fare una cosa del genere, no? (Oh, chi vuole prendere in giro, Rogers sa essere un vero stronzo quando vuole).
Steve sorride però, e non sembra nemmeno un sorriso particolarmente crudele, e poi alza qualcosa. Una... sacca?
Tony è quasi certo di stare davvero dormendo.
«Ho trovato un percorso facile e corto,» lo informa Steve, sorridendo «è perfetto per iniziare!»
Tony non sa perché l'altro glielo stia dicendo, vuole che Tony gli dice che è felice per lui? Beve un altro po' di caffè - perché se è davvero avvelenato ormai è troppo tardi per salvarsi - e poi ci arriva.
Oh. Oh no.
«Steve...» comincia, perché non ha alcuna intenzione di mettersi a camminare nel mezzo del nulla per delle ore intere ad orari indegni come... le quattro e mezzo.
«Ci vogliono due orette per arrivarci in macchina, e la camminata è abbastanza corta, ma possiamo anche prendercela comoda. Farne solo la metà la prima volta. Quindi pensavo di partire di qui per le cinque e mezza, potremmo mangiare lì, ho preparato un piccolo pic nic, e poi...» Steve continua a parlare, ma Tony non ha la minima idea di cosa stia dicendo.
Ha voglia di svenire. Potrebbe anche farlo.
Sa che dovrebbe dire no, che non ha la minima intenzione di farlo, che non può costringerlo in alcun modo, che nemmeno Pepper riuscirebbe a convincerlo a fare qualcosa del genere. No, Steve, cattivo Steve.
E poi Steve lo guarda ed ha uno sguardo così incredibilmente speranzoso, come se Tony gli stesse promettendo di trovare un modo per riportarlo al suo tempo (e ouch, questa fa male).
Tony non sa bene come, un'ora dopo, sia vestito e pettinato all'interno di una delle sue macchine, uno dei suoi autisti che ha messo un po' di tempo fa a disposizione di Steve che guida e Steve stesso, accanto a lui, che sembra eccitato come un bambino a natale.
Tony sa solo che non ha abbastanza caffé.
Quando finiscono l'escursione Tony è stanco, sudato, privo di caffè e vuole solo tornare a casa.
Lui e Steve hanno passato le ultime... sette ore a camminare boschi boschi. In salita ed in discesa e in diagonale e su e giù.
Il suo cellulare fortunatamente prendeva, ma ogni volta che provava ad usarlo Steve gli lanciava uno sguardo a metà tra il triste e il deluso e Tony lo rimetteva velocemente nello zaino.
Almeno ora è tutto dietro di lui, l'ha fatto, ci ha provato e ora può dire a Steve che, come avrà notato, questo non è decisamente uno sport per lui.
Fortunatamente la macchina li aspetta subito alla fine del percorso e Tony si siede immediatamente nei sedili posteriori, ringraziando l'invenzione dei sedili in pelle.
Steve si siede accanto a lui e sta... sorridendo. Tony non riesce a credere che abbia ancora le energie per fare cose come muovere i muscoli facciali.
«È stato divertente, vero?» chiede Steve, voltandosi verso di lui, e il maledetto non ha nemmeno un capello fuori posto o il respiro leggermente affannato mentre Tony è a due passi dal dover essere ricoverato. Divertente, come no.
Beh, immagina che sia stato divertente passare una giornata intera con Steve, non si sono visti molto ultimamente. E il pic nic è stato piacevole, hanno mangiato panini fatti da Steve prima di partire e l'altro si è anche ricordato di portargli due thermos di caffè.
In più il panorama che Tony ha ammirato durante tutta la camminata è stato spettacolare. E ovviamente Tony non parla degli alberi o delle rocce che Steve ha continuato ad indicargli, ma il fondoschiena sodo di Steve che ballonzolava davanti a lui.
Davvero un panorama di prima categoria.
E poi non vuole ferire i sentimenti di Steve e dirgli che avrebbe forse preferito partecipare ad un colloquio del suo consiglio direttivo, gli sembra troppo crudele persino per lui.
Quindi si limita ad alzare le spalle e dire, diplomaticamente, «Ho passato giornate peggiori» e considerando che ha passato mesi rinchiuso in Afghanistan, venendo torturato quasi ogni giorno non è un grande complimento, ma spera che Steve non ci pensi troppo.
L'altro infatti si limita a sorridere felice, ignaro del secondo significato della frase, e Tony si dice che ha fatto la sua buona azione.
E non tornerà mai su questa maledettissima montagna.
Ne giro di un mese Tony ci torna altre due volte.
Non sa come mai continui a succedere, ma nonostante ogni volta Steve glielo proponga continui a pensare di dover dire di no, assolutamente di no, categoricamente no, dopo tre ore sta scendendo dalla macchina e la maledetta montagna gli ride davanti.
Ha cercato una volta di convincere l'autista a fingersi malato, o magari un problema alla macchina, o un qualsiasi cosa, ma lui i è rifiutato categoricamente. Tony gli ha ricordato che lavora per lui, non per Steve, ma apparentemente persino il suo personale non è in grado di dire di no a Capitan Onestà.
Tony li odia tutti, ma odia soprattutto Steve.
Steve che continua ad entrare nella sua stanza alle quattro e mezza di notte - perché JARVIS continua a farlo entrare, odia anche lui - e riesce sempre a convincerlo a passare una giornata immerso nella natura. O cose simili.
Tony ha pure cercato di convincere Pepper a salvarlo, promettendola che avrebbe partecipato a qualsiasi riunione volesse. Persino Pepper ha rifiutato. Apparentemente la vista delle sue sofferenze è fin troppo divertente e bella.
E ogni volta Steve gli chiede «È divertente, vero?» e Tony ha sempre sulla punta della lingua no, ma finisce sempre a dire di sì.
Perché le camminate in sé sono la cosa peggiore che Tony abbia mai dovuto fare (non sul serio, ora sta solo esagerando) ma gli permettono di passare tempo con Steve loro due da soli, senza nessun compagno di squadra cretino a disturbarli o il suo cellulare che suona sempre nei momenti meno opportuni o qualcuno che decide di attaccare New York per la tredicesima volta.
Quindi non è esattamente tremendo, e anche se non lo ammetterà mai, una parte di lui si sta stranamente affezionando ad essere svegliato alle quattro e mezza di notte per andare a camminare per ore sempre nello stesso stupidissimo posto.
Quindi, quando alla fine della loro terza escursione, Steve gli chiede se vuole provarne una un po' più difficile (ovvero più lunga), Tony dovrebbe dire di no, e invece borbotta qualcosa che non sa nemmeno lui cosa vorrebbe dire e quando Steve lo prende come un sì, non lo corregge.
Maledizione, è così maledettamente fottuto.
Non è che smette di lamentarsene con chiunque non sia Steve, però. Ha una certa reputazione da mantenere.
Quindi dice a Pepper che lo odia, che davvero, se vuole può mandarlo in Cina ad occuparsi di una qualche fusione o contratto o che ne so. E a Rhodey continua a dire che magari potrebbe andare con lui un po' in Afghanistan e sì, sì, Rhodey ricordo cosa è successo l'ultima volta, ma escursionismo, Rhodey. L'altro giorno siamo andati a fare un'escursione in una montagna dove persino il mio cellulare non prendeva.
E agli altri Avengers continua a lamentarsi che se mai morirà di palpitazioni dovranno prendersela con il loro leader e non si vergognano di lasciare il comando ad un tale mostro?
Nessuno di solito gli presta molta attenzione, sia perché è quasi certo di avere ripetuto diverse argomentazioni più volte, sia perché lo sanno tutti che è meglio lasciarlo parlare.
Almeno fino a che Natasha non si volta e, tranquilla e fredda come al solito, gli dice «Se vuoi accompagno io Steve la prossima volta» che lo fa congelare.
«Uh?» chiede, perché non è certo d avere capito bene.
Natasha ripete senza nemmeno un secondo di esitazione. «Posso andare io con lui, se vuoi. Non mi dispiace così tanto, normalmente sono troppo occupata con lo SHIELD, ma abbiamo avuto una settimana tranquilla. Posso dirgli che non te la sei sentita e che lo accompagno io.»
Tony apre la bocca, la richiude e non sa esattamente cosa dire. Perché sa che non c'è una vera ragione per cui Steve chieda a Tony di accompagnarlo e che chiunque altro andrebbe bene e, anzi, sarebbe molto più equipaggiato di lui, ma...
Ma questa cosa è sua e di Steve. Non di Natasha e di Steve. Ha una strana voglia di ringhiare, che non ha senso.
Nessuno ha detto niente da quando Natasha ha parlato e Tony sa che è troppo tardi per salvare la faccia, ma no ha certo intenzione di rinunciare a provare. «Non hai idea di cosa tu stia dicendo, Romanoff. Steve è senza pietà, e c'è da camminare per ore intere e...»
«Ho fatto cose molto peggiori, se potessi leggere il mio file lo sapessi» risponde l'altra e Tony sorride.
«Io ho letto il tuo file» le dice, perché hackerare lo SHIELD prendere i file di tutti i suoi futuri compagni è stata la prima cosa che Tony ha fatto dopo aver salvato il mondo.
Natasha lo sta guardando come se gli facesse pena. «Quello vero intendo, Stark» e poi riprende a leggere, apparentemente disinteressata a continuare la conversazione.
Tony non sa come siano rimasti, ma non ha intenzione di chiedere.
Natasha sembra non aver proposto nulla a Steve dopo quasi un mese e Tony immagina di potersi rilassare.
Hanno fatto altre tre escursioni da quella conversazioni, ma sono molto limitati dal tempo e dal fatto che non possono stare lontani da New York per più di una giornata a causa di impegni lavorativi, funzioni e interviste.
Steve lo odia, lo sa. A volte lo vede che sfoglia giornali di escursionismo con itinerari in tutto il mondo e se Tony potesse, si rende conto, lo accompagnerebbe in tutte le escursioni che vuole.
E poi Natasha rimane ferita in una delle loro missioni, non è colpa di nessuno, e ci sono buone probabilità che si riprenda senza alcuna complicazione, ma Steve ha le spalle incurvate e continua a guardare avanti come se si sentisse in colpa.
E Tony... Tony non è bravo ad aiutare le altre persone, non è bravo ad aiutare nemmeno se stesso, però vuole fare qualcosa. Tutto quello che ha in mente è andare lì, dare un pugno a Steve e dirgli di svegliarsi.
È decisamente pessimo.
Quindi prende il telefono e chiama Pepper.
«Devo trovare un modo di tirare su di morale Steve» le dice, perché Pepper è certamente più brava di lui e ha, almeno, molta più esperienza «potremmo comprargli il MOMA? Gli piace l'arte, no? O almeno un'ala del museo. O la Gioconda, dici che gli piacerebbe la Gioconda?»
Pepper lo ferma a quel punto - e meno male, perché è quasi certo che avrebbe proposto di comprare la statua della libertà dopo questo - e gli chiede di cominciare dall'inizio e di parlare piano.
E quindi Tony le racconta dell'attacco e di Natasha e delle spalle di Steve, perché sono importanti.
Pepper alla fine sospira e non sa che espressione abbia in viso, ma pensa che sia stanca.
«Penso che quello di cui abbia bisogno più di qualsiasi altra cosa sia staccare un po', non credi, Tony?» dice Pepper e Tony ci pensa qualche secondo ed è... è geniale. È esattamente quello di cui Steve ha bisogno.
Non importa nemmeno che Tony lo odierà con tutto il suo cuore.
Convincere Fury, lo sa, sarebbe una vera rottura di scatole, quindi non lo fa.
Questa volta è lui che entra in camera di steve alle quattro e mezzo di notte e lo tira giù dal letto, con molta meno eleganza e gentilezza di quanto faccia Steve a lui.
«Alzati e risplendi, Rogers, abbiamo un viaggio da intraprendere e abbiamo abbastanza caffè da non renderlo insopportabile. Chop, chop, non abbiamo molto tempo» dice, sorridendo.
Steve lo guarda, mettendosi a sedere sul letto. Ha i capelli scombinati, una canottiera bianca e dei boxer, e Tony si darà successivamente una pacca sulle spalle per non essergli saltato addosso.
«Cosa succede, Tony?» chiede l'altro e Tony sorride.
«C'è che stiamo partendo! E se non ti muovi il nostro aereo partirà senza di noi. Okay, no, è una bugia. È il mio aereo privato, non partirebbe mai senza di me» dice subito, andando nell'armadio di Steve e prendendo la sacca che Steve porta sempre con sé quando vanno a fare un'escursione «però se non ci muoviamo ora perderemmo del tempo prezioso. E non possiamo permetterselo, quindi su su.»
Steve continua a guardarlo come se non riuscisse a capire e Tony si chiede se anche lui è sempre così appena sveglio. Probabile.
«Un viaggio? E per quanto?» chiede Steve alla fine, mentre si alza e prende la sacca, cominciando a prepararla. Bravo soldatino.
«Ah, nulla di che. Qualche ora, un giorno o due. Possibilmente una settimana» dice e Steve si volta verso di lui ad occhi spalancati, prevedendo già le sue riserve Tony alza una mano per bloccarlo.
«Lo so che sei preoccupato per Natasha, ma starà bene. E se qualcuno attacca ci sono Hulk e Thor, seriamente con quei due noi siamo lì solo a fare le belle statuine e comunque... Steve, hai bisogno di una pausa. Solo una settimana, andiamo. Ho già prenotato tutte le escursioni!»
Steve lo guarda e Tony sa che sta per cedere, lo può quasi sentire.
«Fury cos'ha detto?» chiede e Tony alza le spalle.
«Ha detto che se non ti riporto tutto di un pezzo mi farà cose che non potrò nemmeno immaginare. Andiamo Steve!» menzogne, cioè probabilmente avrebbe davvero detto così dopo ore ed ore di rifiuto categorico. Tony ha solo saltato delle parti.
E finalmente l'altro cede. Tony è incredibilmente fiero di se stesso.
Non ha la minima idea di quale sia l'itinerario, se deve essere onesto, l'ha prenotato attraverso un'agenzia e ha detto loro che se anche una sola cosa non va secondo i piani li avrebbe fatti fallire tutti nel giro di due secondi.
Perché Tony Stark ha una missione e non ha alcuna intenzione di fallire.
Steve sembra già più rilassato sull'aereo, anche se continua a lanciare occhiate preoccupanti al suo telefono e Tony si sente come se avessero invertito le loro posizioni. E questo non va bene, non è bravo a fare Steve Rogers, davvero.
Chiedete a suo padre.
Ma sembra finalmente rilassarsi del tutto quando atterrano. Tony ha prenotato due camere in un albergo che visto quanto gli è costato spera abbia nove stelle e anche un planetario interno (non che gli importi del costo, sia chiaro).
Hanno una nuova escursione ogni giorno, perché Tony sta provando questa strana cosa di sacrificarsi per qualcun altro, ma non ha alcuna intenzione di dormire in una tenda.
E sembra essere quello di cui Steve ha bisogno, perché già al terzo giorno smette di controllare il suo telefonino ogni secondo e comincia finalmente a godersi il panorama.
Che è bello, Tony immagina, ma non può esserne certo perché continua ad avere problemi a staccare gli occhi da Steve, ma non importa, dopotutto entrambi hanno bisogno di cose differenti da questo viaggio.
Steve ha bisogno di rilassarsi e vedere montagne, colline e possibilmente qualche animaletto, Tony ha bisogno di essere certo che Steve si stia rilassando e Tony non stia combinando casini.
E pensa di stare andando abbastanza bene fino al quinto giorno, quando Steve bussa alla porta della sua camera molto dopo che si sono dati la buona notte. Tony nasconde velocemente il suo tablet - perché non può certo stare senza tecnologia o JARVIS per una settimana, Steve o meno - e poi va ad aprirgli.
Steve sembra... pensieroso, e Tony lo invita ad entrare.
Steve si siede immediatamente sul letto e allunga una mano per prendere il tablet da dove l'aveva nascosto sotto il cuscino. Uh.
Non ha la minima idea del perché si senta in colpa, non ha fatto assolutissimamente nulla di male, anzi! Tutto il contrario!
Apre la bocca per dirlo - anche se non è che Steve lo abbia accusato di nulla - quando Steve comincia a parlare.
«Odi queste escursioni, vero?» chiede e Tony... Tony non si aspettava questa domanda quindi si blocca. È da un po' di tempo che Steve non gli chiede se si sia divertito dopo una delle loro scampagnate, dando sempre per scontato che la risposta sia sì, quindi Tony ci mette qualche secondo prima di pensare ad una risposta.
«No che non le odio» ed è vero, non le odia. Non sono la sua cosa preferita, ma non le odia.
Steve lo guarda con un'aria di incredulità e Tony si mette sulla difensiva. Non ha alcuna ragione per non credergli, dopotutto. Tony si è comportato più che bene in questa vacanza, no? Perché l'interrogatorio ora?
«Ti ho detto di no, smettila di guardarmi così. Perché mai mi stai facendo questa domanda, Steve?» sbotta alla fine, incrociando le braccia. Ha voglia di andare lì e fregargli il tablet dalle mani, ma non vuole comportarsi come un bambino.
«Ti piacciono?» chiede invece e... uhm. Non è che gli dispiacciano esattamente, ma... non è facile come la domanda di prima, lo sa. Ed esita fin troppo a rispondere, ma Steve ha una strana espressione in viso. E Tony immagina di avere mandato tutto all'aria, come al solito.
«Senti, è vero non sono la mia attività preferita al mondo» comincia allora, cercando di suonare il più convincente possibile «ma non è che mi hai mai trascinato da nessuna parte. Questo viaggio è stato una mia idea, no? Quindi non devi... non so cosa stai pensando, ma qualsiasi cosa tu stia pensando...» non sa come completare la frase e si avvicina all'altro, ancora seduto sul suo letto, perché magari può dargli una pacca sulla spalla. Dovrebbe aiutare, no?
Però quando gli è vicino, Steve si muove, prendendolo per un braccio e tirandolo sul letto. Tony non avrebbe avuto speranze di rimanere in piedi nemmeno se se lo fosse aspettato, quindi rovina sul letto in maniera poco elegante.
E poi Steve lo sta baciando e... eh? Aspetta, cosa?
Non ha la minima idea di cosa stia succedendo, ma Tony Stark non si farebbe scappare mai un'opportunità del genere. Risponde al bacio, portando una mano alla nuca dell'altro per portarselo più vicino.
Si baciano per quelle che sembrano delle ore e Tony è già ridicolamente eccitato, no, seriamente. Se quello che stanno facendo non porterà a del sesso Tony sarà molto ma molto triste, perché ora ne ha seriamente bisogno.
Quindi quando Steve si stacca la prima cosa che riesce a dire è «Stiamo per fare sesso?» perché continua a non capire cosa sta succedendo, ma spera davvero che stiano per fare sesso.
Steve invece di ritrarsi indietro schifato o oltraggiato scoppia a ridere. Tony continua ad essere perennemente confuso, ma se questo li porterà a fare sesso... è stranamente okay con la cosa.
«Mi hai accompagnato in escursioni per mesi» dice Steve e Tony... non sa che c'entri, ma pensa che sia meglio dire qualcosa.
«Sì. Erano strazianti e lunghe e prive di caffé, ma il tuo culo era fenomenale, complimenti» dice, perché apparentemente non ha più un filtro cervello bocca, o magari non l'ha mai avuto. Sono possibili entrambe.
Steve ride di nuovo, che è probabilmente un buon segno. «L'ho sempre saputo che le odiavi» ammette improvvisamente l'altro e sebbene le sue parti basse vogliano smettere di parlare ora, Tony non può fare a meno di aggrottare le sopracciglia.
«Ma... cosa? Perché? Come... è per questo che venivi a quegli orari assurdi! Perché sapevi che sarei stato troppo addormentato per rispondere a dovere!» realizza, indignato e Steve ride di nuovo.
«Non sei bravo a mentire, Tony. E sei adorabile appena sveglio» risponde tranquillamente Steve, che è... più di quando Tony e i suoi genitali possano sopportare ora come ora.
«Te la farò pagare,» gli promette, ma se lo spinge di nuovo contro «dopo. Ora stiamo per fare sesso, vero? Dimmi che stiamo per fare sesso»
Steve questa volta non ride, ma ricomincia a baciarlo, quindi gli va incredibilmente bene.
«Questo vuol dire che possiamo saltare l'escursione di domani?» chiede poi, perché immagina che sia una domanda importante la cui risposta spera sia sì.
Sì e tanto sesso, ovviamente.
Steve arcua un sopracciglio e gli slaccia i pantaloni. Tony lo prende come un sì e si trattiene a mala pena dal fare la danza della felicità.
Tony ancora non può credere di avere trovato la chiave per i pantaloni (e il cuore, sì, okay) di Steve Rogers facendo trekking, ma non ha alcuna intenzione di cominciare a lamentarsene ora.