COW-T; Avengers; Steve/Tony; In which there are feelings, but mostly Steve's butt (2/2)

Feb 04, 2013 13:29

Sa che probabilmente Rogers cercherà di tirarsi indietro dall'impegno preso, dopotutto ha cominciato a notare che il loro buon Capitano non è il ragazzo perfetto che tutti credono, quindi lo batte in partenza (non gli piace molto giocare a scacchi, non riesce mai a concentrarsi abbastanza a lungo, ma sa che sarebbe un giocatore eccezionale se solo ci provasse).
Ha ancora il numero che Natasha gli ha dato un po' di tempo prima memorizzato nella mente - come in una piccola rubrica, Extremis è davvero utile per queste cose - quindi fa partire una ricerca con il GPS, individuando la posizione di Rogers. Che ovviamente non è a casa.
Tony sorride perché può apprezzare, anzi ad essere sincero trova questo tipo di comportamento esilarante, e si infila in macchina, dicendo ad Happy di andare dove si trova Rogers e poi lo chiama.
«Pronto?» l'altro risponde dopo tre squilli e la sua voce è attenta, confusa e probabilmente un po' sospettosa. Immagina che non ci siano molti numeri sconosciuti che chiamano il buon Capitano, dopotutto quando Natasha gli ha dato il numero gli è sembrato che fosse una cosa segreta, di cui non abusare e che non tutti avevano il privilegio di possedere. A Tony non importa.
«Buongiorno raggio di sole!» lo saluta, sorridendo divertito «come ti senti oggi? Pronto a comprare dei vestiti degni di questo nome?» chiede, cercando di immaginare che tipo di faccia possa avere l'altro. Si rende conto subito che potrebbe anche controllare - dopotutto con extremis sarebbe facile entrare dentro una delle telecamere di sorveglianza vicino al piccolo caffè in cui si trova l'altro, ma deve ricordarsi di nuovo che ha promesso a se stesso di non utilizzare Extremis più del necessario, quasi per nulla se può evitarlo - gli piace pensare però che l'altro stia facendo una faccia a metà tra il rassegnato e il riluttante.
«Stark...» lo saluta, sospirando «come mai hai questo numero?» chiede, e Tony si porta una mano al cuore per teatralità, anche se l'altro non può vederla.
«Rogers, mi ferisci! Vorresti dire che non volevi che io avessi il tuo numero? E io che pensavo fossimo compagni, fratelli di scudo come direbbe Thor, guerrieri uniti da una causa comune, dei novelli Power Rangers!» dice, sorridendo. È quasi certo che l'altro non sia cosa siano i Power Rangers, ma non ha intenzione di spiegare - o magari sì, ma solo quando può essere lì davanti per vedere la sua faccia.
L'altro sospira di nuovo e oh, Tony si sta già divertendo molto di più di quanto si aspettasse. Questo lato del Capitano lo fa sentire a suo agio, gli fa rendere conto che quello che ha davanti non è solo Capitan America, Super Soldato e uomo perfetto, ma un essere umano esattamente come lui. È come se il suo compleanno fosse arrivato in anticipo.
«Ovviamente non volevo dire quello» risponde Rogers e Tony sa che sta un po' mentendo, ma chi può biasimarlo «ero solo sorpreso. Sono pronto, ho promesso dopotutto. Sono in un piccolo bar accanto casa mia, finisco e ci vediamo a casa?»
«Nah, so dove sei, vengo a prenderti io. Happy è curioso di arrivare il prima possibile, non può credere di stare per vedere il vero Capitan America! Preparati a firmargli un autografo, anche se non se lo merita, è un ingrato, porta sempre me in giro e non è mai così emozionato. Mi sento tradito» commenta, ma Happy ridacchia e Tony sorride a sua volta.
«Non voglio sapere come fai ad essere a conoscenza di dove mi trovo, vero?» è l'unica cosa che dice l'altro e Tony ghigna.
«GPS, sai cos'è?» chiede, perché dopotutto è sveglio da un po', magari ha appreso almeno alcuni dei nomi delle nuove tecnologie. L'unica risposta che riceve è un sospiro, quindi non è esattamente certo se l'altro lo sappia o meno, ma non ha intenzione di mettersi a spiegare inutilmente. «A tra poco, Rogers» lo saluta e poi chiude la chiamata senza aspettare risposta.
Quando si fermano davanti al bar, Rogers è fermo sul marciapiede, le mani in tasca e addosso... un paio di Jeans. Uh.
L'altro sale in macchina immediatamente, salutando prima Happy - che stava scendendo ad aprirgli la portiera, ma era stato battuto sul tempo - e poi Tony. Lui vorrebbe ricambiare il saluto, dopotutto l'educazione non gli manca - solitamente sceglie di ignorarla però - ma non riesce a superare lo shock di vedere l'altro in jeans.
«Hai addosso dei Jeans!» dice allora, accusandolo con un dito. Non sa di cosa lo stia accusando onestamente, forse di continuare ad indossare quegli orribili pantaloni quando possedeva un paio di jeans (non esattamente i jeans migliori sulla piazza, okay, ma comunque jeans).
Rogers arcua un sopracciglio e ridacchia. «Sì, ti avevo detto che ho tutto quello che mi serve» risponde, e Tony sbuffa.
«Non montarti la testa, sono dei Jeans è vero, ma non sono dei bei jeans» dice, facendo segno a Happy di andare «e poi hai qualche completo? Giacca e cravatta?» l'altro scuote la testa e Tony sorride «Esattamente! Ora lascia che io compia la mia magia, Rogers. Posso assicurarti che non te ne pentirai.»
La faccia dell'altro è la faccia di qualcuno che sta pensando che se ne pentirà sicuramente, e Tony scoppia a ridere di nuovo. È in quel secondo che si rende conto che hanno un problema perché... perché Steve Rogers sta cominciando ad essergli simpatico.
Questo è un grosso problema che non pensava sarebbe mai insorto.
Mayday, SOS, il suo piano non è probabilmente poi così geniale perché lui non sa come comportarsi con le persone che gli stanno simpatiche, tende ad esagerare e spingerle via.
È così fottuto.

Tony lo porta in uno dei suoi posti preferiti, sanno perfettamente la sua taglia da quando ha più o meno diciassette anni e non hanno mai sbagliato una singola volta. Pensa che sia il posto migliore per cominciare, un posto in cui sa orientarsi e può consigliare bene.
Rogers continua a guardarsi in giro come se l'avesse portato in uno strip club. No, forse dopo ieri potrebbe anche pensare che si troverebbe più a suo agio lì che qui. Ogni volta che si avvicina ad un completo fa una faccia che Tony non sa esattamente interpretare.
Ad un certo punto si è anche voltato verso Tony, tenendo l'etichetta del vestito nella mano «Tony, ma questo capo quanto dovrebbe costare? Non c'è scritto nulla» e Tony l'ha trovato assolutamente adorabile.
«Se devi chiedere vuol dire che non te la puoi permettere» ha semplicemente risposto, perché è questa la regola di questo tipo di negozi. C'è una ragione se lui non ha mai avuto il minimo bisogno di chiedere nulla, non c'è un singolo capito che non si possa permettere. Potrebbe comprarsi l'intero negozio e il suo conto in banca ne soffrirebbe solo leggermente.
Quindi cerca di far passare quello sguardo spaventato dal viso di Rogers nell'unico modo che conosce, ovvero tirandoci soldi - o in questo caso completi che costano un sacco di soldi - addosso. Si fa portare quasi tutti i modelli del negozio della taglia di Rogers - pensando, comunque, che deve anche fargli cucire un completo su misura - e insiste che se li debba provare tutti.
È ovvio che l'altro non ha alcuna voglia di farlo e cerca di fargli cambiare idea per quasi due minuti interi - ridicolo, Tony non cambia mai idea - ma alla fine gli propone un compromesso: Rogers proverà tutti i capi e poi non visiteranno nessun altro negozio.
Tony accetta, dando il "per oggi" per scontato. Dopotutto Rogers è abituato a dare ordini, dovrebbe saperlo che la specificità è la cosa più importante quando si fanno delle trattative.
Fuori dal camerino ci sono delle poltrone in cui gli ospiti possono sedersi aspettando che i clienti finiscano di provare e Tony si accomoda, facendosi portare un bicchiere di prosecco - chiede anche a Rogers se vuole qualcuno, ma lui glli ricorda che sono le undici di mattina, Tony gli ricorda che, da qualche parte del mondo, sono le sette di sera, probabilmente - e aspetta.
Si pente quasi subito di non avere anche chiesto dei pop corn perché questa è la visione più bella a cui abbia mai assistito dalla prima volta che ha visto Star Wars.
È evidente che i completi non siano fatti su misura, ma non per questo gli stanno male, anzi. Non sono stretti quanto gli piacerebbe, ma gli stanno bene tutti nei punti giusti - e specialmente sul suo culo, no, davvero, Tony dovrebbe scrivere un poema su quel culo, o almeno un'equazione.
Scopre presto, però, che i completi più colorati non gli stanno bene, stonano in una strana maniera e quelli che gli stanno meglio sono quelle blu o nere - anche quella verde scura che gli ha fatto provare perché gli ricordava un po' l'uniforme militare, ed è ovviamente quella che Rogers preferisce.
Se fosse per Tony le comprerebbe tutte. E ci aggiungerebbe anche delle camice e un paio di jeans (da provare tutti rigorosamente, e questa volta Tony si sarebbe preso degli snack) ma dopo quasi un'ora Rogers è stanco e, almeno così sempre a Tony, sul punto di scoppiare e mandarlo a quel paese. Dato che purtroppo Rogers non ha intenzione di cedere su questo finiscono a comprarne tre.
Beh, il Capitano sa che ne hanno comprate due - quella blu e una nera molto semplice - ma Tony ha preso anche quella verde scuro per puro piacere personale. Magari può regalargliela per qualche occasione? (E non vuole riflettere sul fatto che sta pensando al futuro della loro squadra, che sta pensando che magari Rogers resterà abbastanza a lungo per meritarsi un regalo).
Fuori dal negozio c'è qualche paparazzo - qualche cliente del negozio deve avere twittato o postato su facebook la loro posizione - e questo lo mette estremamente di cattivo umore. A Rogers non sembra importare.
«Sai, avrei detto che tutta questa storia dei paparazzi e della mancanza di privacy ti avrebbe dato fastidio» dice, arcuando un sopracciglio e guardando mentre l'altro saluta un bambino che sta sventolando un mini-scudo di Capitan America.
Rogers piega la testa, voltandosi verso di lui «Perché? Certo, a volte non è esattamente l'ideale, ma la maggior parte del tempo non mi da particolarmente fastidio. Non ho mai avuto nulla da nascondere» dice tranquillamente e Tony non sa se ridere o meno.
Nemmeno Tony si è mai vergognato di quello che ha fatto, né aveva intenzione di nasconderlo, ma allo stesso tempo c'erano cose che non avrebbe mai voluto vedere in prima pagina su uno dei giornali più venduti di tutta New York, o su quella spazzatura del Daily Bulge. Vorrebbe chiedergli cosa farebbe se ora Tony lo baciasse davanti a tutte queste macchine fotografiche, si vergognerebbe di questo? Di avere questa immagine che lo segue per settimane e settimane?
«Non so se la penserai sempre così, non lo sai che la stampa nel nuovo secolo mente?» è quello che dice invece, e poi, perché trattenersi non è mai stato il suo forte «sai che potrebbero pensare che siamo ad un'appuntamento, vero? Ieri con il volo sincronizzato e oggi ti porto a fare shopping... scommetto che c'è già qualcuno che sta andando in giro a dire che sei diventato il mio mantenuto» dice, sorridendo sornione - l'idea è divertente, sì, e anche un po' allettante.
Rogers alza le spalle, entrando in macchina e stando attento a sistemare i completi in modo tale da non farli piegare «Beh, basterebbe dire la verità. In più Natasha pensa che stai cercando di corrompermi per farmi venire a stare nella tua torre, quindi non sono così lontani dalla verità.»
Tony si affoga con l'aria che stava respirando ed ha un minuto in cui non può credere alle sue orecchie. «Cos'ha mentito ora la super spia?» chiede, e la sua voce è un po' stridula, lo sa da solo non ha bisogno dello sguardo divertito di Happy o di Rogers «ti fidi di tutto quello che ti dice quel ragno velenoso?»
«Non il tuo migliore soprannome,» lo informa Rogers, che è interamente troppo divertito dalla faccenda «e Natasha è generalmente molto attendibile, mi ha aiutato parecchio in questi mesi.»
Tony assorbe l'informazione e rotea gli occhi «Si è proprio tenuta in contatto con tutti, eh?» borbotta, ma quando Rogers gli lancia un'occhiata curiosa alza le spalle e si rifiuta di rispondere.
Rimangono in silenzio per qualche secondo e poi Rogers chiede «Aveva ragione?»
Tony potrebbe mentire, anche perché ha avuto l'idea solo ieri sera, quindi non l'ha invitato ad uscire oggi con questa idea in testa, ma... ma tanto vale sputare il rospo, sarebbe molto più mortificante se ora dicesse no e poi tirasse fuori di nuovo il discorso in futuro.
«Non solo tu. Stavo pensando che potrebbe essere... se abitassimo tutti sotto lo stesso tempo sarebbe più facile sentirci un team. O finiremmo per ucciderci a vicenda, in ogni caso risolveremmo il problema. Volevo iniziare con te perché sei... il nostro leader o qualcosa del genere. E perché Bruce è scappato dalla sua ragazza lasciandomi solo. Cosa ne dici, Rogers?» dice e si rifiuta di essere in imbarazzo, lo guarda negli occhi senza la minima vergogna.
«Steve» dice Rogers dopo un po' e... uh? Rogers vede la sua faccia confusa e ride, scuotendo la testa «se dobbiamo vivere assieme è più comodo chiamarci per nome, Tony.»
Tony scuote la testa, esasperato e divertito (e sollevato, sì okay) e si rende conto che è vero, che Roger, no, Steve, gli sta veramente simpatico e non solo per il suo fondoschiena. Forse avrebbe dovuto lasciargli tenere i suoi orribili pantaloni color kakhi.
Perché è quasi certo che sia colpa loro.

Ovviamente non si trasferiscono tutti da un giorno all'altro, considerando anche che solo tipo due dei piani sono pronti e comunque Rogers, no, Steve, deve parlare con Fury per informarlo del suo cambio di residenza e spostare tutte le sue cose. Paradossalmente la prima a trasferirsi è Natasha.
È paradossale perché Tony è sicuro al 93% di non averglielo nemmeno chiesto, però si sveglia una mattina e Jarvis lo informa che Miss Romanoff ha portato i suoi effetti personali in uno dei piani. Che va bene, non è che Tony non gliel'avrebbe detto, ma l'idea di vivere in una torre da solo con Natasha... Tony è quasi sicuro che l'altra lo avrebbe ucciso nel giro di una o due ore. Forse meno.
Sospira, passandosi una mano sul viso e si ricorda che la torre è grande e Natasha ha un intero piano a sua disposizione e sebbene abbia già detto a JARVIS di dare accesso a tutti gli Avengers al suo piano questo non vuol dire che l'altra debba usufruire della possibilità.
Va in cucina dunque, con l'intento di bere un'intera caraffa di caffè ed è vestito in jeans larghi e una maglietta che è quasi certo dovrebbe essere in lavatrice e poi entra in cucina e Natasha è lì, le gambe accavallate che mangia un biscotto.
Non sa esattamente perché il fatto che stia mangiando un biscotto lo sconvolge così tanto, forse è il fatto che quella è una super spia internazionale e quello sia un biscotto al cioccolato, uno dei preferiti di Tony a dire il vero e... no, non lo sa, è troppo stanco per poter in qualche modo riuscire a trovare una spiegazione plausibile.
La saluta con un cenno del capo vedendo che c'è una caraffa di caffè fumante ad attenderlo e decide che non c'è bisogno di parlare o fare domande, non almeno fino a che qualcuno si è preso la briga di fargli del caffè.
«Ho saputo che hai portato Steve a fare shopping» dice invece Natasha prima che abbia ingoiato il suo primo sorso ed è un colpo basso, un colpo incredibilmente basso. Quasi non si affoga e tossicchia un paio di volte cercando di tornare a respirare in maniera normale. Natasha non cambia minimamente espressione.
«Gli ho solo comprato due completi» è quello che dice lui, ma la sua voce ha una nota difensiva, lo riconosce da solo, ma gli sembra che l'altra lo abbia detto come un'accusa (accusa di cosa, poi, non ne ha la minima idea, è un crimine fare dei regali ai propri colleghi? conoscenti? uhm).
Natasha continua a guardarlo, dando un ennesimo morso al biscotto (chi riesce a fare sembrare terrificante il mangiare un biscotto? Chi? Natasha Romanoff ecco chi) ma non dice nient'altro quindi Tony si azzarda a provare a bere un altro sorso di caffè. Natasha riprende a parlare in quel secondo.
«Solo quello? Io gli avrei fatto provare almeno un altro pantalone di pelle» dice tranquillamente e Tony si affoga, ancora una volta. Questa volta le lancia un'occhiataccia perché non è stupido, è evidente che lo stia facendo apposta per non fargli bere il caffè quindi prende un sorso prima di rispondere, trattenendosi dal farle la linguaccia.
«E allora tu sei una persona peggiore di me. Dovresti scriverlo in uno di quei tuoi bei rapporti,» le dice, continuando a guardarla male «nella nostra uscita nessun povero Super Soldato è stato maltrattato, però grazie dell'informazione, gli dirò di stare ben lontano da te. Chissà cos'hai in mente di fargli fare, la tua prossima mossa sarà farlo andare in giro in pantaloncini solo per il tuo divertimento.» Non che sia una cattiva idea perché Steve in pantaloncini... Tony potrebbe anche pensarci.
Dovrebbe trovare un modo, tra lui e Natasha ci sarebbero sicuramente riusciti.
«Gli hai fatto provare l'intero negozio» si limita a ricordargli l'altra e Tony la guarda male.
«Dovevo essere certo che avremmo comprato il completo giusto, non so se tu ne sia al corrente ma non è certo facile trovare il pantalone perfetto in questo genere di cose, e...» le dice, gesticolando con una mano e tenendo saldamente la tazza di caffè nell'altra, stando attento a non farne cadere neppure una goccia.
Natasha non lo sta ascoltando però.
«Penso che abbia bisogno di nuovi Jeans» annuncia improvvisamente, tagliando il suo discorso sui giusti pantaloni e il giusto tessuto e qualcosa di simile. Tony sbatte le palpebre, cercando di registrare le sue parole e quando lo fa si ferma, la guarda, e poi alza la tazza del caffè come se dovessero brindare.
«Stavo pensando esattamente la stessa cosa» risponde e l'altra sorride leggermente - che è probabilmente il sorriso più genuino che Tony le abbia mai fatto uscire «benvenuta alla torre Stark.»
Natasha si alza, guardandolo maliziosa «Pensavo fosse la torre Avengers ora» e lo è, ma non è che Tony sia pronto ad ammetterlo ad alta voce (non ha mai detto di avere superato tutti i suoi problemi, ha fatto solo grandi passi avanti).
Non risponde, quindi, ma l'altra sa perfettamente cosa voglia dire.

Steve si trasferisce quattro giorni dopo e quando nota Natasha è sorpreso, ma contento. Tony non ha la minima idea di cosa si dicano per i primi dieci minuti perché Steve ha addosso i pantaloni di pelle.
Non ha la minima idea del perché dovrebbe averli indossati, si ricorda perfettamente che Steve aveva ammesso di avere scoperto che qualcuno gli aveva fatto uno scherzo quando gli aveva detto di comprarli quindi perché mai li sta indossando ora? In casa di Tony?
Si deve trattenere dall'immaginare il super soldato in quei pantaloni sulla sua moto d'epoca, ma si rende conto che non è facile come vorrebbe. Per nulla.
«Perché hai quei pantaloni addosso?» sbotta ad un certo punto, ed è quasi certo che Steve e Natasha stessero parlando di qualcosa di noioso come Clint.
Rogers si volta verso di lui, guardandolo confuso per qualche secondo prima di sorridere e, Tony ne è assolutamente certo, c'è qualcosa di estremamente malvagio nel suo sguardo. Si sposta leggermente, portando il peso su una sola gamba come se volesse mettere in bella mostra il fianco - cosa che non ha davvero bisogno di fare perché questi pantaloni gli stanno appiccicati al corpo, come se glieli avessero dipinti addosso con un pennello.
«Beh, li ho comprati ormai ed è un peccato non usarli. E poi mi sono ricordato che ti erano piaciuti» e Tony si affoga nella sua stessa saliva perché chi dice cose del genere? Beh, lui dice sempre cose del genere, ma lui è lui e certamente non è Capitan America.
Natasha li sta guardando divertita e un po' calcolatrice, ma Tony non sa come gestire tutto quello quindi non ha tempo di preoccuparsene.
Apparentemente Steve prende il suo silenzio come una vittoria e prende la sua sacca, chiedendo a JARVIS dove debba andare (e come ha fatto ad abituarsi alla sua AI in tempo tre secondi? Chi è quest'uomo? Dov'è l'innocente soldatino che gli hanno promesso? Non sa se sentirsi derubato o ringraziare un qualsiasi angelo del cielo perché diavolo) e comincia a camminare verso l'ascensore.
Prima di entrarci si volta di nuovo indietro e sorride, come se non avesse appena distrutto tutti i neuroni funzionanti del suo cervello.
«E Tony? Grazie ancora dell'ospitalità, penso che quello che stai facendo sia grandioso!» dice, tutto sorrisi ed onestà e pantaloni di pelle. E Tony dice qualcosa che assomiglia molto ad un "Guhuuu".
Non il suo momento migliore, lo ammette.
Le porte dell'ascensore si chiudono e rimangono solo lui e Natasha, in silenzio, a guardarle.
«Jeans. E se non gli stanno aderenti come quei pantaloni non sono quelli che cerchiamo noi» è quello che dice lei dopo qualche secondo e Tony comincia a pensare che non sia una idea poi così brillante. Come potrebbe comportarsi come il genio che è con un Capitan America che va in giro a mostrare il suo fondoschiena senza il minimo pudore?
Tutto quello che riesce a dire è però "AH". Natasha si volta verso di lui con un sopracciglio arcuato e poi fa un sorrisetto divertito ed estremamente maligno. «Mi sa che invece tu dovrai comprarti dei pantaloni più larghi.»
Tony aveva cominciato a pensare che magari la spia non gli stesse poi così antipatica, ma ora si rimangia qualsiasi cosa buona avesse mai pensato nei suoi confronti.
Natasha è il demonio e nessuno dovrebbe mai e poi mai fidarsi di lei.
Nessuno. Specialmente persone bionde che non sanno l'effetto che hanno sugli altri i loro pantaloni - o parti precise della sua anatomia, comunque, coperte da suddetti pantaloni.
Tony è così tanto fottuto.

Quando riescono a convincere Steve che ha davvero bisogno di un nuovo paio di Jeans (ed è grazie a Natasha, lo sa bene, perché gli approcci di Tony non sono mai riusciti ad essere particolarmente convincenti) trovano Clint davanti al negozio e Tony non ricorda di averlo invitato, ma apparentemente ci ha pensato Natasha.
È quasi certo anche di non averlo ancora invitato a venire a stare alla torre - sta aspettando che tutti i piani siano finiti per farlo, o magari no, non è ancora assolutamente certo di volerli tutti intorno, con Steve era... era una questione, Natasha può sopportarla e Bruce ovviamente è sempre il benvenuto, ma Clint...
«Legolas» lo saluta comunque, guardando mentre Barton si abbassa gli occhiali da sole e risponde con un cenno del capo. Non hanno la minima idea di cos'altro dovrebbero dirsi e Tony non sopporta questo tipo di silenzio, lo fanno stare profondamente male quindi ritorna al suo setting più naturale: bastardo. «Questa volta non c'è nessun altro che sta utilizzando la tua mente come taxi, giusto? Bisogna stare attenti a queste cose.»
Ed è la cosa sbagliata da dire, è la cosa bastarda da dire veramente e lo vede nell'occhiataccia che gli rivolge Natasha, nello sguardo poco impressionato di Barton, ma soprattutto lo vede nella postura di Steve, nel modo in cui incrocia le braccia e la sua bocca si piega in una smorfia delusa.
Da quando Steve si è trasferito nella torre non è che passino tutto il tempo assieme, Tony non ha ancora dato a nessuno dei due il permesso di entrare nel suo laboratorio e considerato che è lì che passa la maggior parte delle sue giornate... però quando Tony risale ed è abbastanza sveglio da ricordarsi chi è beh, passano del tempo assieme, vedono dei film o anche solo parlano.
Non sa cosa voglia dire, ma Steve è intelligente e a volte un po' un bastardo a sua volta, ma mai in maniera che possa ferire qualcuno. È completamente diverso dalla persona che aveva immaginato e a volte gli piace pensare che Steve pensi la stessa cosa di lui, che il Tony Stark che ha imparato a conoscere sia diverso dal Tony Stark che pensava di conoscere, da quello che conosce il resto del mondo.
A volte, come in queste situazioni, si rende conto che probabilmente sta fallendo ed è solo colpa sua. Come può pretendere che Steve veda qualcosa oltre quello che lui mostra?
Si passa una mano tra i capelli e poi indica il negozio davanti a cui si sono fermati con un gesto esasperato «Vogliamo entrare? O possiamo rimanere qui a guardarci tutto il pomeriggio, i paparazzi ne sarebbero entusiasti ne sono certo.»
Basta questo per mettere tutti in moto ed entrano nel negozio immediatamente - Tony l'ha prenotato solo per loro, in modo tale che non vengano disturbati e possano fare quello che vogliono senza troppi problemi.
Natasha si porta Barton da un lato e Tony non è abbastanza vicino per sentire di cosa stanno parlando, ed è a quel punto che Steve gli si avvicina e Tony può leggere nella linea rigida delle sue spalle che sta per essere sgridato come se fosse un bambino monello.
Le cose che deve sopportare.
«Quello che hai detto non era particolarmente carino» gli dice e lo sta guardando in un modo che gli fa venire i brividi e gli fa venire voglia di prenderlo a pugni e andarsi ad ubriacare tutto allo stesso tempo. Gli fa venire voglia di fare cose stupide, di gettare tutta la sua vita nello scarico perché non potrà mai essere abbastanza per guadagnare il rispetto di Capitan America.
«Beh, lo sai come sono, Cap. Non sono una persona particolarmente carina» risponde con strafottenza, lanciandogli uno sguardo di traverso, sfidandolo a contraddirlo. Steve non dice nulla e Tony gli lancia un sorriso vittorioso, anche se in realtà non si sente particolarmente un vincente.
«No, non lo sei,» conferma infatti Steve, scuotendo la testa «ma sei una brava persona. E non sei particolarmente bravo a farti degli amici e io non ho il minimo problema a dirti che questa volta devi superare i tuoi problemi e chiedere scusa a Clint.»
Tony si volta a guardarlo, lasciando perdere i jeans che stava guardando ed arcua un sopracciglio. «Non pensavo che ti interessasse qualcosa di Katniss lì, non mi siete mai sembrati particolarmente uniti,» dice perché è vero, perché Steve era sempre stato più vicino a Natasha e poi a lui di quanto lo fosse stato con Clint o Bruce «e poi non vedo perché dovrei e tu non puoi certo convincermi, non sei mio padre» gli sputa contro e sa che Steve non potrà mai capire quanto peso hanno quelle parole per lui. Sa che non potrà mai sapere quante volte da piccolo Tony ha pregato per l'arrivo di Capitan America e... il che rende questa sua attrazione molto più problematica di quanto già non fosse. Oh, perfetto.
Steve rimane in silenzio per qualche secondo, ma non abbassa lo sguardo, continua a guardarlo con un'intensità che quasi non gli fa venire voglia di prenderlo per il bavero della sua assurda camicia a scacchi e baciarlo. Quasi.
«No, non lo sono. E io e Clint non siamo particolarmente amici, è vero» dice tranquillamente, e Tony pensa di aver vinto, che Steve ora lo lascerà in pace, ma poi l'altro - maledetto bastardo - sorride «ma se ti scusi oggi non mi opporrò a nessun capo. Potrai comprarmi tutto quello che vorrai.» Tony apre la bocca e poi la richiude e si chiede cosa sia diventata la sua vita che questa proposta non è la cosa più assurda che abbia mai sentito, che lo alletta addirittura. Steve lo guarda, e prima che Tony possa trovare un modo per rispondere alza le spalle e prende il pantalone che Tony stava guardando fino a quel momento, voltandosi per andarsene. «Fammi sapere.»
Tony resiste esattamente il tempo di fare provare a Steve quattro jeans stretti principalmente perché Natasha gioca scorretto e gli da provare anche delle bretelle.
Tony non è mai stato più attratto da delle bretelle in tutta la sua vita. Probabilmente la sua esistenza è incredibilmente patetica.
Si scusa con Clint e il tutto va più o meno bene come aveva previsto - ovvero non molto - almeno fino a che Tony non gli dice di superare la sua crisi esistenziale e smetterla di prendersela come una ragazzina. A quel punto, incredibilmente, Barton ride e Tony è stato perdonato.
Come premio compra a Steve almeno tre paia di bretelle di colori diversi e cinque jeans così stretti che potrebbero anche rivaleggiare i suoi pantaloni di pelle.
Non ha la minima idea se ne sia valsa la pena.

I lavori finiscono cinque giorni dopo e Barton arriva di prima mattina, un ghigno a trentadue denti e si va a piazzare nel suo piano senza nemmeno dirgli grazie. Tony ha assolutamente un punto debole per le persone così stronze e non ha la minima idea del perché quindi ha come l'impressione che andranno assolutamente d'accordo.
Bruce arriva due giorni dopo ed è... Tony on sa se più rilassato è il termine giusto, ma non sembra essere sempre ad un passo dal prendere il primo jet per il deserto del Sahara, quindi immagina che le cose con la misteriosa Miss Hulk siano andate bene.
Thor... Thor è disperso da qualche parte dietro un mitico arcobaleno e Tony non è certo di volere esattamente sapere cosa succede da quella parte del creato.
Quindi sono loro cinque per ora ed è stranamente confortevole, ma un po' affollato.
Quel tempo che prima era solo di Steve e Tony per vedere qualche film classico che tutti avrebbero dovuto vedere e che Steve si era ovviamente perso, diventano una specie di cosa di squadra con Natasha che si prende da sola un'intero divano, Clint che si siede su dei cuscini a terra, dicendo che è abituato, Bruce da solo su una poltrona e Steve Tony che dividono il loro solito divano. E non è che non gli piaccia, perché ha imparato ad apprezzarli come persone e come compagni di squadra e come inquilini, solo che a volte gli mancano i pomeriggi passati da solo con Steve.
La sua cotta per il sedere del capitano è peggiorata, lo sa. La sua fissazione si è spostata dai suoi pantaloni e quello che c'è dentro ed ora comprendere più o meno tutta la sua persona.
È un grosso problema e può sentire le grosse risate che Natasha si fa a sue spese ogni singolo giorno.
Tony non può più dare la colpa ai pantaloni di pelle, probabilmente, ma in un certo senso forse sì. È partito tutto da lì dopotutto.

Tony ha installato una specie di allarme nella torre che è direttamente collegato ad una chiamata dello SHIELD - all'inizio aveva lottato contro questa cosa, non gli piace che lo SHIELD possa letteralmente fischiare ed averli ai loro ordini, ma Natasha e Clint avevano insistito... - e la prima volta che suona non è esattamente notte fonda, ma sono almeno le dieci e mezza e Tony ha passato più di trenta ore sveglio quindi non è esattamente al massimo delle sue capacità.
Il che è probabilmente perché si blocca quando vede che Steve ha risposto alla chiamata con addosso solo dei pantaloni da tuta che gli stanno un po' larghi, cadendogli leggermente dai fianchi e tutto quello a cui Tony riesce a pensare per cinque terribili secondi è adorabile.
Non sexy, quello arriva dopo, no: adorabile.
È lì che si rende conto che tutta questa cosa è molto peggiore di quanto pensasse perché non è solo attratto dal suo corpo, okay, ma non è nemmeno una media simpatia possibile cotta. È una di quelle cose che Tony si è rifiutato di provare dopo Pepper perché beh...
E improvvisamente l'allarme si spegne perché tutto l'edificio si spegne perché Tony con extremis ha bloccato la connessione con il reattore che potenzia la torre e non sa nemmeno il perché.
Tutti si voltano verso di lui cercando di capire perché un edificio che non avrebbe mai dovuto soffrire un black out è ora completamente buio. Tony non ha la minima idea di come rispondere, ha come l'impressione che “l'adorabilità del nostro Capitano ha mandato il mio cervello in tilt” non sia una risposta appropriata.
Quindi fa finta di nulla e dice che stava facendo degli aggiustamenti al sistema e nessuno lì ha le capacità per scoprire il suo bluff, nessuno tranne Bruce che infatti lo sta guardando un po' strano.
Non importa, hanno una missione a cui pensare.
La missione non è una missione facile come la volta precedente, ma lo sembra e Tony si rende conto che è perché ora, al contrario di prima, si coordinano molto di più.
Natasha combatte al fianco di Cap senza basare tutte le sue mosse su Clint e la sua posizione, Clint controlla dall'altro la posizione di tutti, aiutando quando serve. Hulk, sebbene non esattamente controllabile, non mette loro i bastoni tra le ruote almeno.
Steve urla ordini per tutti e questa volta tutti, persino Tony, ascoltano e funziona. Funziona più di quanto gli piaccia ammettere a alla fine della battaglia Steve gli rivolge un sorriso estatico e Tony deve stare attento a non precipitare perché apparentemente i sorrisi di Rogers mandano il suo cervello in cortocircuito, letteralmente visto extremis.
Oddio, è la protagonista di un harmony.

Lui e Steve parlano solo una volta di Pepper e da quel discorso escono extremis e la sua villa a Malibù e tutta una serie di cose che non vuole esattamente ricordare.
È notte fonda e Tony non ragione bene come dovrebbe e Steve sta disegnando in soggiorno e Tony... Tony non sa perché non continua verso la sua camera da letto come aveva in mente di fare, non sa perché si dirige verso l'altro, sedendoglisi accanto.
Steve nemmeno si volta, lo saluta e continua a disegnare qualcosa che non riesce a vedere.
«Pepper mi ha mollato» dice, e Steve si volta finalmente verso di lui e il suo viso è così triste.
«Mi dispiace,» gli dice ed è così assurdamente sincero «quando è successo? Vuoi andare subito lì? Hai bisogno di qualcuno che ti accompagni?»
E le sue parole non hanno senso fino a che non si ricorda che non gli ha mai detto quando si sono lasciati lui e Pepper, quindi ride perché gli sembra così divertente ora. Steve lo guarda confuso e quindi gli da due pacche sulla spalla, scuotendo la testa.
«No, no, è successo un po' di tempo fa, prima che mi trasferissi a New York. È un po' la ragione, lei si è presa la sede di Malibù e dato che la mia casa era esplosa...» dice, rendendosi conto che probabilmente deve spiegare la questione visto lo sguardo allucinato che ha l'altro.
Quindi comincia a parlare. Parla del Mandarino, di Pepper e di extremis. Parla della sua casa a Malibù, di come abbia un virus nel suo cervello che l'ha quasi portato alla morte. Parla di come il Mandarino abbia ferito Pepper, di come lei sia stata coraggiosa ma di come sia stato presto abbastanza.
Non sa perché gli racconti anche delle motivazioni per cui Pepper lo ha lasciato, forse perché ne ha parlato solo con Rhodey e lui era troppo vicino a Pepper per poter essere obbiettivo: gli parla di come la vita della damigella in pericolo fosse troppo per lei, di come vederlo morire una volta alla settimana fosse troppo, gli parla di quanto Pepper odi extremis.
Extremis... Pepper pensa che in qualche modo sia davvero un Virus, che extremis lo renda ancora più distaccato dai suoi sentimenti di quanto lo era prima. È divertente considerato che ora Tony è innamorato di nuovo e non sa come farlo andare via.
Quando smette di parlare, quando finalmente ha esaurito tutto quello che poteva dire, non sa cosa si aspetta dall'altro. Probabilmente una strana pacca sulla spalla e un sorriso un po' confuso perché non è che Steve abbia chiesto nulla di tutto questo, quello che riceve invece è un abbraccio e un «Mi dispiace, non ne sapevo niente... avessi saputo...»
Che è stupido perché non ha mica detto tutto questo per farlo sentire in colpa, Dio. Ricambia l'abbraccio quindi, scuotendo la testa «Nah, non... non avresti potuto fare nulla. Eri in giro per l'America, è normale che non ne fossi a conoscenza. Non te ne fare una colpa. Considerando anche che a quel tempo ci odiavamo.»
Per un attimo ha questa strana immagine di Steve che dice che non è vero, che lui non l'ha mai odiato e sarebbe una grandissima cazzata, infatti l'altro ride.
«Abbastanza, pensavo che fossi una delle persone più insopportabili di questo nuovo secolo e un maledetto pallone gonfiati» gli dice ridendo e Tony sorride a sua volta. Non ha la minima idea del perché questa risposta lo rassicuri, ma sa che è molto più contento così.
«Non più, vero?» chiede, ghignando.
«Ancora a volte, specialmente quando mi trascini a comprare abiti di cui non ho bisogno» e Tony ride così tanto che quasi non cade dal divano.Quando si rende conto di cosa sta succedendo, che è così tanto nella merda che non riesce più nemmeno a ragionare fa l'unica cosa possibile: chiama Rhodey (un tempo avrebbe chiamato Pepper per una cosa del genere, ma wow, no, troppo strano).
L'altro risponde dopo quattro squilli il che significa che o era in riunione o stava dormendo. Si rende conto che non ha la minima idea di che ore siano dove si trova l'altro e che nemmeno gli importa molto, ci sono problemi molto più gravi dei quali preoccuparsi.
«Tony» risponde Rhodey e la sua voce è un misto tra irritato e impastato. Stava dormendo, okay, può lavorarci.
Ha intenzione di cominciare a rabbonirlo un po', chiamarlo uno dei tanti nomignoli affettuosi che gli ha dato negli anni (orsetto di cioccolato, raggio di sole e cose simili) ma quello che esce quando apre la bocca è «I pantaloni di Capitan America sono malvagi!» e uh. Okay.
L'altro rimane in silenzio per qualche secondo, evidentemente confuso prima di sospirare. Può immaginarselo mentre si passa una mano sul viso e si mette a sedere.
«Immagino di dover essere grato che, almeno questa volta, non c'è un'immagine allegata a questa confessione» è la prima cosa che dice e Tony rotea gli occhi.
«Uno manda una foto una volta tipo tre anni fa...»
«Tre anni fa? È successo solo pochi mesi fa ed ero in una riunione, Tony! E tu mi hai mandato la foto del lato B di Capitan America!»
«Non capisco perché ti stai lamentando tanto, è un fantastico lato B che ci riporta al nostro problema! Concentrati, Rhodey, Dio!»
«Tu, Tony Stark, mi stai davvero dicendo che non ho concentrazione? Il bue che dice cornuto all'asino!»
«Non ho tempo per queste cose, dolcetto, lo sai che normalmente non esiterei un secondo a continuare questo nostro flirt-»
«Non stiamo flirtando, Dio Tony!»
«- ma abbiamo problemi più grossi! Come il suddetto lato B di Capitan America! È malvagio, Rhodey. Dovrebbe essere innocente e buono e di sicuro non il diavolo tentatore, è invece!» sbotta perché non può dare altre spiegazioni per cui Tony ha improvvisamente cominciato a provare sentimenti per il culo di Steve Rogers. Certamente non è colpa sua, e sebbene Steve sia un bastardo quando vuole è quasi certo che non abbia ideato un piano solo per sedurlo con le sue chiappe, quindi rimane il suo culo.
«Stiamo davvero parlando del sedere di un'idolo nazionale come un'essere pensante?» gli arriva dall'altra parte del telefono e Tony scuote la testa perché Rhodey ha mancato il punto.
«Pensante e malvagia, Rhodey. Malvagia!» ripete con più enfasi e Rhodey non dice nulla per qualche secondo, tanto da fare quasi preoccupare Tony.
«Oddio, ti sei innamorato di Capitan America!» è quello che urla alla fine e Tony si affoga con l'aria perché cosa? Eh? No! Anche se sì, è esattamente quello che è successo maledizione e potrebbe dire che no, non è vero, ma Rhodey lo conosce meglio di chiunque altro (come dimostra il fatto che ha compreso subito il problema) e quindi ci rinuncia in partenza.
«È tutta colpa di quel sedere, Rhodey. Colpa del sedere!» urla, perché è importante, perché non è colpa sua, non ha avuto alcun controllo su tutto questo, okay? Alcun. Controllo.
«Sei ridicolo!» è invece l'accusa di quello che dovrebbe essere il suo migliore amico, Tony vuole riportarlo al negozio, non è esattamente soddisfatto! «non ci posso credere che mi hai chiamato alle... alle quattro per questo, Tony! Cosa vuoi che faccia! Vai a dichiararti, se vuoi! Non sono affari miei, di certo non voglio sapere cosa fate tu e Capitan America tra le lenzuola!»
«Non facciamo nulla! Non succede assolutamente nulla tra me e Capitan America tra le lenzuola» che è probabilmente il suo intero problema, ma non ha intenzione di dirlo «e non voglio dichiararmi! Pessima idea, Rhodey! Devi aiutarmi a farlo andare via, voglio che queste... cose spariscono!»
«Sono sentimenti, anche se li chiami cose non cambiano, non possono sparire così» è la risposta dell'altro ed ha probabilmente senso, ma lui non vuole sentilo.
«La mia mente è una specie di computer, sono sicuro che potrei trovare un qualche modo. Rhodey devi trasferirti qui e proteggermi dalle insidie del culo di Steve Rogers!» annuncia perché è l'idea migliore che abbia e non sa a chi altro chiedere, nessun altro di cui si fidi abbastanza da chiedergli di tenerlo lontano dalle grazie del loro leader.
Rhodey gli chiude il telefono in faccia il bastardo.
Tony dovrebbe davvero rivedere i suoi gusti in fatto di persone.
Sta urlando imprecazioni contro il telefono e Rhodey quando si volta e vede Bruce con una tazza di tè fumante che lo guarda. Si blocca, congelato da capo a piedi, ma... ma se non può avere Rhodey e non può avere Pepper allora Bruce va bene, dopotutto Bruce è suo amico, starà di sicuro dalla sua parte, no?
«Ho bisogno che tu mi aiuti a non saltare addosso a Capitan America» gli dice quindi.
Bruce si limita a bere un sorso di tè.
«Sembra una situazione parecchio stressante, non so se dovrei mettermi in mezzo» che, Tony lo sa, vuol dire semplicemente che trova la situazione esilarante e non ha alcuna intenzione di intervenire. Tutti i suoi amici sono dei pezzi di merda, com'è successo? (Immagina che sia avvenuto più o meno vero i suoi sedici anni, ha fatto parecchie cose di cui non è fiero quando aveva sedici anni. Questo è tutto Karma che torna indietro per prenderlo a calci).
«Siete tutti della cattive persone» si lamenta, lanciandogli contro sguardi estremamente feriti. Bruce alza le spalle, il maledetto.
«Se vale qualcosa,» dice però e la sua voce è un po' più gentile, un sorriso divertito sulle labbra «la situazione del team è molto migliorata da quando hai cominciato ad ossessionarti con i pantaloni di Steve.»
Tony immagina che sia una specie di “penso che se ti infilassi in suddetti pantaloni tutto andrebbe ultra-bene con il team” e non ha la minima idea di come dovrebbe reagire a Bruce Banner che gli da' praticamente il permesso di assaltare Steve.
«O magari hai paura?» aggiunge poi e oh, oh. Maledetto bastardo, ora Tony non ha alcuna scelta.

Va in cerca di Steve quindi, il sorriso di Bruce ancora nella sua testa. Paura, lui? Ah! Lui è Tony Stark non ha paura di nulla!
Non è difficile trovare l'altro, possibilmente perché Tony ha un cervello che gli permette di accedere a tutte le telecamere della casa quindi si dirige immediatamente verso il balcone che c'è al piano di Bruce, Steve a volte si mette lì a disegnare, dice che la visione della città lo aiuta a concentrarsi (Tony non può giudicare visto che quello che aiuta a concentrare lui è mettere la musica ad un volume quasi assordante).
Quando arriva Steve gli sta dando le spalle, evidente troppo concentrato per usare il suo udito super-umano (a volte sembra un cane, davvero) e decide che è un'opportunità a cui non può certamente rinunciare, non per qualcosa come dichiarare i propri sentimenti o qualche altra baggianata del genere (cosa che avrebbe fatto, perché non è un codardo. O almeno avrebbe ammesso di volere portare l'altro a letto, in un certo senso sono dei sentimenti anche quelli, no? Provengono da un luogo molto profondo del suo essere, dopotutto).
Si avvicina di soppiatto dunque, cercando di fare il meno rumore possibile, avanzando alle sue spalle per poterlo finalmente spaventare (è una specie di gioco che hanno lui e Clint, sono riusciti a colpire tutti - con risultati più o meno disastrosi con Bruce e Natasha - ma mai il loro Capitano) e sta già per spingerlo ed urlare booh! quando l'occhio gli cade su quello che l'altro sta disegnando.
Visto il luogo e la concentrazione si sarebbe aspettato di vedere uno schizzo di New York vista dall'alto, o un qualche pezzo astratto sulle differenze tra le due città che Steve ha vissuto nella sua vita. Quello che vede, invece, sono un paio di pantaloni.
Ora, Tony passa normalmente il suo tempo a casa vestito come uno straccione, ma c'è una ragione per cui è stato votato per tre volte Uomo più ben vestito dell'anno per ben tre anni e questa ragione non è solo Pepper, quindi può vantarsi di avere una buona conoscenza dei modelli di pantaloni in circolazione e certamente di quelli che sono presenti nel suo armadio ed è probabilmente la ragione per cui non ha poi molti problemi a riconoscere quello che l'altro sta disegnando.
Si dimentica immediatamente del suo piano per spaventare Steve e quasi urla «AH! Quelli sono i miei pantaloni di Dolce & Gabbana!» e Steve viene colto così tanto di sorpresa che gli volano matita e foglio dalle mani e fa una serie di gesti imbarazzanti per riprenderli prima che finiscano a terra, fallendo miseramente.
Prima che Steve possa arrivarci Tony si abbassa e prende il blocco in mano, esaminando il disegno. È la prima volta che ha visto Steve così... beh, immagina che il termine giusto sia nel panico, ma ha come l'impressione che anche imbarazzato andrebbe bene. È un buon look su di lui.
I pantaloni sono certamente i suoi, riconosce le piccole righe e mentre lo guarda si rende conto che c'è un'incredibile concentrazione sui dettagli. Su specifici dettagli.
«Tony, potresti ridarmi il mio blocco da disegno, per favore?! gli chiede Steve e le sue parole sono gentili ed educate, ma il suo tono farebbe tremare di paura qualsiasi persona normale. Tony lo zittisce con una mano.
«Hai disegnato i miei pantaloni. Non mentire, Steve, li riconosco. E hai disegnato il mio sedere!» dice poi, voltandosi verso di lui «in grandi dettagli. Mi devo complimentare è proprio... anche se non fossi abituato a vederlo ogni giorno allo specchio lo avrei riconosciuto, è fatto con così tanta attenzione che...»
«Abbiamo capito,» lo interrompe l'altro a denti stretti «ora ridammelo.» E Tony? Tony se lo stringe di più contro.
«No» si rifiuta prontamente, perché è davvero un bel disegno del suo didietro ed è abbastanza vanitoso da volerselo appendere in camera. Potrebbe essere una buona idea effettivamente, proprio sopra il suo letto «No, non posso ridartelo perché devo incorniciarlo e metterlo nella mia camera come un quadro» lo informa quindi, perché gli pare solo giusto.
«È un disegno dei tuoi pantaloni!» replica Steve, lasciando sott'inteso il fatto che pensava fosse pazzo.
Tony arcua un sopracciglio «E del mio sedere! E a me piace particolarmente il mio sedere, Steve» poi ci pensa un secondo e ghigna, perché non può certo rinunciare ad una tale battuta «e anche a te, a quanto pare.»
Steve non arrossisce di nuovo come prima, Tony deve proprio concentrarsi per notare che le sue guance sono un po' più rosate e lo ama «Disse l'uomo che ha passato gli ultimi mesi a farmi provare almeno mille capi differenti solo per potere guardare meglio il mio didietro.»
Tony apre la bocca per dirgli che è completamente pazzo, che non farebbe mai una cosa del genere, che questa è Natasha, ma a che servirebbe? E poi ha una frase da farsi rimangiare a Bruce.
«Beh, so apprezzare le opere d'arte quando ne vedo una, non puoi punirmi per questo» dice semplicemente, sorridendo e sedendosi in una delle sedie accanto a quella di Steve (ma stando bene attento a tenere il blocco lontano dalle manacce dell'altro).
Steve sta scuotendo la testa esasperato, ma anche un po' divertito e Tony la prende come una vittoria. Rimangono in silenzio per un altro po' e Tony riprende a guardare il disegno per qualche secondo prima che lasciare che la curiosità avesse la meglio. Sente Steve fare un grugnito lamentoso quando comincia a girare le pagine del blocco che sono... piene di disegni di pantaloni? Beh, non pantaloni qualsiasi si rende conto. E anche qualche boxer.
Fa un fischio impressionato e poi si volta verso l'altro, alzando e abbassando le sopracciglia in modo esagerato giusto per vedere la faccia irritata dell'altro. «Qualcuno sembra avere un'ossessione» dice, perché non ha mai detto di non essere un'ipocrita e tutto questo è troppo bello e sente che dovrà utilizzarlo come materia di ricatto per tutti gli anni a venire.
Steve però incrocia le braccia e lo guarda sconvolto «Ossessione, davvero?» chiede, sconvolto «e io che pensavo che questo termine fosse più adatto a te e alla tua mania di mettermi dei vestiti addosso!»
E Tony ci pensa un attimo e non è il modo migliore in cui avrebbe potuto dirlo, probabilmente non è nemmeno vicino alla top 10, ma... ma non riesce a trattenersi (onestamente nemmeno ci prova troppo) «Se vuoi potrei toglierteli di dosso i suddetti vestiti.»
Ed è una frase ridicola ed è quasi certo che ora Steve lo colpirà con un pugno e poi se ne andrà, invece l'altro lo guarda sconvolto per qualche secondo e poi chiede «Era così maledettamente difficile?» e si sporge a baciarlo.
Oh, wow. E chi lo sapeva che Capitan America poteva baciare così? Certamente non lui, purtroppo, non ha intenzione di lasciare che altre persone lo scoprano (ma queste sono cose di cui potranno parlare un giorno, o mai, comunque non ora).
Tony ne approfitta immediatamente e posa le mani sul sedere dell'altro, godendosi finalmente la possibilità di toccare quello che ha passato gli ultimi mesi ad osservare con quasi reverenza. Il quasi ringhio dell'altro gli ricorda di cosa hanno parlato e quindi sposta le mani per infilargliele sotto i pantaloni.
La decisione migliore della sua vita, davvero.

Tony ha speso (e continuerà a spendere, lo sa) una mezza fortuna in pantaloni per coprire il sedere di Capitan America, ma non sorprende assolutamente nessuno quando il giorno dopo a colazione annuncia ad alta voce, a tutte le persone presenti (e a Rhodey che ha chiamato apposta per questo e ha messo in viva voce così che possa godersi il tutto in tempo reale) «È ufficiale, Steve Rogers sta molto meglio senza pantaloni addosso!»
Rhodey gli chiude di nuovo il telefono in faccia, Natasha rotea gli occhi e torna a bere il suo caffè, Clint e Bruce fanno una faccia mediamente disgustata, ma Tony si volta a guardare Steve e l'altro sta ridendo evidentemente esasperato e beh... va bene così.

« Capitolo 1

paring:steve/tony, character: natasha romanoff, *cow-t, character: clint barton, character: steve rogers, !fanfiction, character: bruce banner, fandom: avengers, year: 2013, character: tony stark

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