Hawaii Five-0; COW-T; Steve/Danny; I heart you + I want to write million of words on you

Apr 15, 2011 00:55

Titolo: I heart you
Autore: chibi_saru11
Beta: ///
Fandom: Hawaii Five-0
Personaggi: Danny "Danno" Williams, Steve McGarrett
Pairings: Steve/Danny
Rating: PG15
Avvertimenti: Coda 1x20
Word: 909 (FiDiPua)
Riassunto: Danny non era mai stato particolarmente bravo ad essere silenzioso. Anche i suoi gesti urlavano sempre più di mille parole.
Note:
1. ADGIASGAISCBKKSABGDCUIGF NO VA BE LA 1X20 DIO.
2. Per il prompt "Impegnarsi vuol dire soprattutto rischiare. Non solo la vita, ma la propria serenità." (di Roberto Saviano) @ COW-T maridichallenge  che penso di aver preso molto più nel senso di rischiare e provarci. Ops?
Disclaimer: H5-O non è mio, Danny e Steve non sono miei... la mia vita è molto patetica.


Danny non era mai stato una persona particolarmente silenziosa - non solo con le parole, tutto il suo essere, tutti i suoi movimenti, sembravano urlare e fare rumore ogni singolo secondo, senza stancarsi.

Danny viveva onestamente, spesso e volentieri incapace di nascondere qualsiasi sensazione gli passi nella testa. Sapeva che era la verità e gli andava bene, era il suo essere, era la sua personalità.

A volte Danny, però, sapeva che c’erano cose che doveva lasciare che certi sentimenti rimanessero nascosti, muti tra le milioni di parole che Danny diceva ogni giorno. Temeva di non riuscirci.

Quando Rachel e lui avevano cominciato ad avere dei problemi, Danny aveva cercato di mandare la sua frustrazione più a fondo possibile, di non farla emergere nei suoi gesti o nelle sue parole, ma non aveva funzionato e si era ritrovato completamente inondato dai suoi stessi sentimenti e Rachel poteva leggerli nei suoi occhi come fosse stato un libro.

Quindi davvero, Danny non aveva la minima idea di come avesse mai potuto pensare che questa cosa - qualsiasi cosa fosse - che provava per Steve potesse rimanere sepolta dentro il suo petto (poteva sentirla urlare in ogni sua parola, in ogni suo movimento, come un animale in gabbia, ma per qualche strano caso del destino Steve sembrava non essersene accorto. Il resto del mondo sì, ma non erano loro ad interessargli).

Poi Steve era dovuto cadere - e okay, non era giusto dargli la colpa di un incidente, non davvero, ma Danny era in preda al panico e non era certo di avere mai corso così tanto e così velocemente in tutta la sua vita e continua a cadere perché, come Steve gli aveva detto, il terreno era scivoloso, ma non importava - e per un attimo Danny aveva creduto che Steve sarebbe morto. E improvvisamente quella cosa era uscita dal suo nascondiglio e aveva cominciato a muoversi e graffiare e urlare senza sosta.

E ora semplicemente non sapeva più come rimetterla a posto, come farla tornare al sicuro. E Danny non era mai stato un uomo sottile, e non riusciva davvero a pensare che, a quel punto, qualcuno potesse non leggere tutto quello che pensava nel suo viso.

Quindi aveva deciso di fregarsene, mentre Steve veniva trasportato sull’elicottero, mentre Danny cominciava a rendersi conto che stava bene (Dio stava bene) e che poteva respirare di nuovo, Danny aveva sorriso (stava bene) e aveva tracciato in aria quel gesto che non sapeva nemmeno da dove fosse uscito.

Probabilmente non era stata l’idea migliore dell’universo, certo, ma Danny non si era mai fermato alle piccole cose, era uno dei suoi problemi più grandi, quando faceva qualcosa la faceva sempre in grande.

Non avevano parlato dell’Incidente per tutto il giorno, danzandosi attorno come se nulla fosse, come se Danny non si fosse praticamente dichiarato - e a Danny stava bene, davvero, perché quando aveva fatto quel gesto (senza pensare e senza riflettere, semplicemente spinto dall’adrenalina e dalla voglia di dire a Steve che era felice che fosse ancora vivo, il bastardo) aveva pensato a molti modi in cui quella vicenda sarebbe potuta finire e c’erano poche possibilità che finisse bene.

Non parlarne, dunque, era assolutamente perfetto. Era il sogno della sua vita. Avrebbe passato tutta la sua vita a non parlarne, davvero.

Quindi giustamente, quando Kamekona era andato via a parlare con la cameriera di prima e Chin e Kono erano andati via per andare a casa di loro zio, Steve aveva deciso di parlarne.

«Uh,» aveva cominciato, continuando a muovere il braccio ingessato - evidentemente provato dalla costrizione di tenerlo fermo (effettivamente Danny non vedeva l’ora di capire quanto tempo Steve sarebbe sopravvissuto prima di impazzire) «riguardo a prima… in montagna… quando stavo… sull’elicottero…» e wow, Steve era anche più imbranato di quanto avrebbe mai pensato.

E quindi Danny avrebbe potuto dire che era stato uno scherzo e Dio, non prenderla così sul serio McGarrett - si erano presi in giro con piccolo e tesoro abbastanza spesso che avrebbe potuto funzionare. Però non voleva.

Perché Danny non era in grado di essere silenzioso, di non portare tutti i propri sentimenti come medaglie sul petto che provavano il suo valore e questa cosa con Steve non faceva eccezione. E quindi era una follia, ma Danny si mise in gioco lo stesso.

«Intendi quando ti ho detto che ti amo?» aveva chiesto, il tono più casuale possibile e Steve era rimasto fermo, come se Danny gli avesse appena dato un pugno allo stomaco.  E beh, duh, Danny poteva già vedere dove sarebbero andati a parare, perché Danny era un osservatore e, ormai, si riteneva un esperto nella lettura di Steve McGarrett.

Steve gli avrebbe detto che teneva alla loro partnership lavorativa, che ci teneva a lui come amico e non avrebbe detto che, però, non provava altro, ma Danny avrebbe compreso lo stesso - perché era quello che Danny faceva, comprendere.

E poi Danny avrebbe continuato a lavorare con Steve cercando di mascherare quello che provava senza mai riuscirci veramente (urlandolo in ogni sua parola) e Steve avrebbe cercato di ignorarlo.

Danny poteva farlo, sì, poteva farlo.

Poi invece Steve lo aveva baciato e oh, ohhh, questo Danny non l’aveva anticipato. Non l’aveva anticipato per nulla.

«Buono,» aveva sentenziato Steve, prima di scuotere le spalle come se non avesse appena baciato Danny - con la lingua e una strizzata al sedere - «volevo solo essere sicuro prima di fare qualcosa…»

Danny l’aveva baciato di nuovo, perché non era mai riuscito davvero bene a reprimere i suoi istinti e, dopotutto, non era una cosa così brutta.

Titolo: Let me write million of words for you
Autore: chibi_saru11
Beta: ///
Fandom: Hawaii Five-0
Personaggi: Danny "Danno" Williams, Steve McGarrett
Pairings: Steve/Danny
Rating: PG13
Avvertimenti: Coda 1x20
Word: 2356(FiDiPua)
Riassunto: Steve non gli fa firmare il suo gesso. E Danny comincia ad innervosirsi.
Note:
1. E di nuovo BSILUAGCKNCIHGLIUB CLIU
2. Per il prompt Tramonto @ COW-T maridichallenge
Disclaimer: H5-O non è mio, Danny e Rachel non sono miei... la mia vita è molto patetica.



Inizia in maniera assolutamente innocente:

Hanno appena concluso il caso e sono tornati in centrale a fare il rapporto e generalmente Danny ha un po’ di mal di testa e Kono è la prima a pensarci (perché beh, è Kono e perché probabilmente ha bisogno di distrarsi dal pensiero della sua zia morente - e wow, apparentemente Danny ha perso qualsiasi tatto dentro la sua testa) «Dovremmo firmarti il gesso, Boss!» dice, guardando con uno sguardo predatorio il braccio di Steve, Danny non ha mai sentito una proposta più geniale in tutta la sua vita.

«Cosa? Perché?» chiede invece Steve, aggrottando le sopracciglia.

«Non l’hai mai fatto?» è la risposta sconvolta di Danny  «che tipo d’infa- no, non rispondere. Quando qualcuno ha il gesso è normale firmarlo, è un gesto di unione, di incoraggiamento, di salda presa in giro…»

«Certo che l’ho fatto, Danny,» risponde Steve, roteando gli occhi «quando avevo tipo dodici anni!» Kono non sembra impressionata.

«Beh e lo rifarai ora,» prende un pennarello e si avvicina a Steve, ghignando «dammi il braccio. »

Steve, rassegnato, fa come gli è stato ordinato e Kono fa un piccolo disegnino stupido e scrive qualcosa come “Attenzione mordo  comunque”  e poi è il turno di Chin, che è molto più contenuto, ma, ridacchiando, disegna qualcosa che assomiglia molto ai graffiti che sono andati a vedere quella mattina (Danny ride ad alta voce a quel punto, mentre Chin sembra incredibilmente fiero di se stesso).

«Ora tocca a me,» dice alla fine, prendendo il pennarello dalle mani di Chin ed avvicinandosi al gesso.

Steve si ritrae improvvisamente però e Danny si volta verso di lui aggrottando le sopracciglia.

«Cosa vuoi scrivere? » chiede Steve, sospettoso e okay, magari Danny voleva fare qualcosa di stupido come disegnare una piccola e orrenda foca e scriverci accanto “Super Seal” o scrivere “Faccio parte dell’esercito!” giusto per vedere la faccia annoiata di Steve e sentirgli dire “marina, Danno, marina, quante volte te lo devo dire? Quante volte è possibile dimenticarsi lo stesso concetto?”. Steve non ha davvero bisogno di sapere queste cose.

«Cos- che vuoi dire cosa voglio scrivere? Voglio scrivere quello che voglio scrivere! Com’è che Chin e Kono non hanno ricevuto la stessa domanda? Uhm? Da quanto sei diventato razzista perché questo? Questo è razzismo caro mio,» dice, agitando il pennarello in maniera frenetica. Steve non sembra particolarmente impresso.

«No è che so che di loro mi posso fidare,» e Steve lo guarda come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. Danny vorrebbe ricordargli che Chin e Kono sono possibilmente pazzi quanto Steve stesso e non dovrebbe fidarsi di loro, come non dovrebbe fidarsi di se stesso. In sostanza tutti lì in giro dovrebbero ascoltare lui. Solo che ha paura di Kono e rispetta troppo Chin per dirlo ad alta voce (e poi, se deve essere proprio sincero, al sicuro nella propria mente può anche ammettere che li adora tutti esattamente perché sono così).

«Oh, avanti, Steve! Io sono un uomo affidabile, se ti devi fidare di qualcuno io sono l’uomo per te. Fidato fino all’ultima cellula del mio essere, fino all’ultimo capello, fino all-»

«Fino all’ultima cravatta? » chiede Steve, interrompendolo e ghignando interamente più del necessario.

«Delle mie-sì Steve, fino all’ultima delle mie bellissime e perfettissime cravatte che si adattano ad un qualsiasi altro posto di lavoro a parte questo manicomio pieno di pantaloni color kaki,» sbuffa comunque, perché vuole firmare il dannato gesso e, una volta che l’avrà fatto, si sentirà meglio.

Steve però si alza, allontanandosi da Danny velocemente.

«No, continuo a non fidarmi e dovrò tenere questo gesso per un mese, non esiste che tu me lo rovina,» decreta alla fine infatti, lasciandolo fermo a guardare il vuoto.

«No, sul serio? » chiede a Chin e Kono - che sono però troppo occupati a ridere per dire nulla.

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Il fatto è che probabilmente Danny si sarebbe dimenticato della situazione se quel dannato gesso non fosse stato sempre là, davanti ai suoi occhi a ricordargli del fatto che, nonostante tutte le sue proteste, Steve non gli ha ancora lasciato scrivere nulla.

In più? Danny non è mai stato bravo a dimenticarsi le cose - o darsi per vinto, o smetterla di parlare, sono qualità da apprezzare, le sue.

E quindi decide di non darsi per vinto («Perché non dovresti farmi firmare il tuo maledetto gesso, Steve? Perché mai? Hai paura che te lo consumi, che te lo rovini? Cosa? » o «Avanti! Prometto di farti guidare la macchina per un mese - e non lamentarmene! Davvero! Mi lamenterò di altro! » o ancora «Oh, andiamo! Tutto ciò è ridicolo! ») ma Steve continua a respingere ogni sua richiesta con risolutezza.

Danny comincia ad essere infastidito.

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Quando Steve fa firmare il gesso ad una maledetta cameriera che non ha mai visto prima in tutta la sua vita? Danny è decisamente infastidito, ma cerca di buttarla sullo scherzo, di riderci un poco su.

Non funziona molto, certo, ma almeno nessuno si rende conto del fatto che Danny sta fumando internamente.

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Per un attimo pensa di farlo mentre dorme - sarebbe facile, certo, dopotutto Steve tende ad avere il sonno pesante dopo una serata passata a baciare ogni centimetro di pelle di Danny.

Sarebbe facile allungare la mano e prendere il pennarello che ha accidentalmente lasciato sul comodino e scribacchiare sul gesso quello che vuole.

Non è però questo il punto di tutta la questione. Prende il pennarello comunque e, sentendosi un poco un ragazzino di quattordici anni, e scrive fottiti sul braccio sano di Steve.

(Il giorno dopo, quando Steve si sveglia, troppo presto per un Sabato mattina privo di lavoro, e si rende conto di quello che gli ha scritto Danny, prende il pennarello a sua volta e scrive . Perché sa fin troppo bene che Danny dice fottiti quando vuole dire completamente tutt’altro.)

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La situazione diventa assolutamente ridicola quando Steve fa firmare non solo Grace (perché ovviamente fa firmare Grace, Danny lo avrebbe preso per la collottola e colpito con una mazza da baseball al contrario) ma anche Rachel.

«No, davvero? Rachel?» chiede ancora incredulo «lasciami dire una cosa, Steve, perché forse non ti è chiaro che no, non puoi fare firmare la mia ex-moglie prima di me! Non puoi, penso ci siano delle regole contro questo genere di stronzate! E lo so che non ti piace rispettare le regole, che ti fa venire l’orticaria o cose simili, ma semplicemente non puoi!»

Tutto quello che riceve è un ghigno.

«Ti odio così tanto,» sbuffa, incrociando le braccia.

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E non è così importante - ci sono cose più importante di una firma su un gesso (tipo il modo in cui la lingua di Steve sembra essere particolarmente interessata al suo collo o come la sua mano, grande e calda, cominci a scendere in basso, accarezzandogli tutto il torace e infilandosi dentro i pantaloni di Danny con facilità) però è proprio il principio.

Danny non sa perché sia così importante, non davvero, ma lo è. Steve non sembra rendersene conto - è un poco fastidioso.

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«Domani mi tolgo il gesso,» è quello che dice Steve entrando in cucina un mese dopo la loro favolosa idea di portare un appuntamento in una montagna lontana da qualsiasi forma di vita (idea di Steve, ci tiene a precisarlo).

Danny non risponde - anche perché è certo che Steve stia solo cercando di farlo arrabbiare e non ne ha la minima voglia (o almeno, è già arrabbiato, ma è arrivato un livello in cui non ha nemmeno voglia di urlare contro Steve per essere un emerito cretino. Il che vuol dire che è parecchio arrabbiato).

Poi Steve gli circonda la vita con le braccia, poggiando il petto sulla sua schiena e gli bacia leggermente la nuca. Danny cerca di non sciogliersi come burro sotto le sue mani - non sarebbe dignitoso, maledizione. Non crede di riuscirci troppo bene a dire il vero.

Improvvisamente si rende conto di cosa tiene Steve in mano - e se ne rende conto perché Steve continua a infilargli il suddetto oggetto nel fianco, con insistenza - e vede il pennarello che ha cominciato a tenere sul comodino in camera senza alcuna ragione.

«Perché hai il pennarello in mano? » chiede, confuso, e Steve ridacchia leggermente sulla sua pelle (il suo respiro caldo gli arriva sul collo come ondate di desiderio non esattamente inconsuete).

«Voglio che mi firmi il gesso, ovviamente,» dice alla fine e Danny deve fermarsi un attimo. Fermarsi e chiedersi se ha sentito davvero quello che crede di aver sentito e…

«Cosa cazzo? Che diamine McGarrett? » dice, sciogliendosi dall’abbraccio perché questa è evidentemente una di quelle discussioni in cui deve poter usare le sue mani liberamente come ogni altra volta in cui i livelli di pazzia superano i livelli standard (e i suoi livelli standard sono incredibilmente elevati rispetto a quelli delle persone normali) «No cioè, come funziona? Improvvisamente l’ultimo giorno decidi che cosa esattamente, che l’idea ti piace? Non funziona così, Steve! »

Steve sembra un attimo preso in contropiede e improvvisamente sembra nervoso - e non come quando sa di avere fatto una follia e sa che la scenata di Danny è completamente giustificata, ma come quando Danny lo costringe a parlare di sentimenti (e non succede spesso perché Danny? Danny è un uomo. Non gli piace parlare di sentimenti, gli piace parlare di molte altre cose, ma cose romantiche? Nu-uh, però ora Steve ha quello sguardo là).

«Non… non è così,» dice, come se qualcuno gli avesse strappato le parole di bocca con la forza. A volte Danny si chiede perché, esattamente, si sia infatuato di questo uomo socialmente inetto «cioè è che… non potevi essere il primo,» e poi incrocia le braccia, in una posa ovviamente difensiva «quindi ho pensato potesse essere carino che fossi l’ultimo, ma tu hai continuato a chiedere e a chiedere e…»

Danny alza una mano «Aspetta, ricordi quando mi hai chiesto se stato solo dicendo delle parole sperando che alla fine avessero un qualche senso logico? Stai facendo la stessa cosa adesso, vero? Mi dispiace informarti che non sta funzionando. Perché il tuo discorso? Il tuo discorso non ha senso logico. Questo è un discorso che ha del senso logico-»

«La finisci mai di parlare? Sto cercando di dire qualcosa di importante e-»

«Oh, e io che pensavo che stessi sputando fuori parole a caso! -»

«Non sto-Dio, Danny perché deve essere sempre tutto così difficile con te-»

«Oh, mi dispiace immensamente, Steve. Mi dispiace di tendere la tua vita così difficile con sparatorie e esplosioni e inseguimenti che nemmeno GTA e… Oh, aspetta, quello sei tu! »
E poi improvvisamente Steve lo sta baciando (e Danny si aspettava quel bacio almeno due secondi prima, molte delle loro discussioni finivano con la lingua di Steve sulla sua bocca e la sua mano sul sedere di Steve, stava cominciando a diventare poco salutare probabilmente).

Finiscono a fare sesso in cucina e saltano il pranzo. A Danny non importa molto.

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Riescono a farsi dei panini solo mentre il sole sta tramontando e si postato sul portico a mangiare sdraiati sulle sedie a sdraio (o, davvero sulla sedia a sdraio, dato che Steve spesso e volentieri più che una foca sembra un polipo) a masticare in silenzio, godendosi il panorama intorno a loro e il leggero venticello che proviene dal mare.

Il sole sta calando all’orizzonte colorando sia il cielo che l’acqua di un arancione mediamente acceso - sono questi i momenti in cui il Jersey non gli manca nemmeno un poco - non che dirà mai una cosa del genere a qualcuno, nemmeno a Grace, perché ama sua figlia, ma lei e Steve hanno questa specie di cameratismo che lo inquieta particolarmente).

E improvvisamente Steve parla di nuovo e Danny non si sorprende nel sentirgli riprendere il discorso.

«Voglio che mi firmi il gesso,» e questa volta la sua voce suona sicura, e gli passa il gesso sullo stomaco, come in una carezza.

«Dato che sono sostanzialmente di buon umore e, probabilmente, sei riuscito nell’ardua impresa di scoparmi fino a farmi passare la voglia di urlarti contro, spiegati. Cercherò di comprendere i tuoi vaneggiamenti,» crede di essere stato particolarmente magnanimo, se Steve non pensa altrettanto, non lo fa capire.

Rimane in silenzio per più o meno dieci secondi, recuperando probabilmente i pensieri e poi comincia a parlare «È che, quando Kono l’ha proposto ho pensato che mi sarebbe piaciuto se fossi stato tu a firmare per primo il gesso, ma Kono ti ha preceduto e allora ho pensato che magari potevi essere l’ultimo, tipo una specie di addio o qualcosa del genere,» e Danny per un minuto non respira nemmeno.

Ed è colto dalla voglia improvvisa di prendere Steve e possederlo lì sulla sedia a sdraio (l’hanno fatto una volta, ma i vicini a quanto pare non hanno particolarmente gradito) e di rimanere a guardarlo in eterno perché semplicemente gli sembra di non poterne avere mai abbastanza.

Poi si riprende.

«Dio santo, McGarrett, sei la persona più emozionalmente stitica dell’universo,»  gli dice, «tutto questo tempo pensavi di fare una cosa romantica? Come può essere farmi credere per un mese che c’è una valida ragione per cui non vuoi che io firmi il tuo maledettissimo gesso essere una cosa romantica? In quale universo, Steve?»

«Mi sembrava una buona idea quando ci ho pensato! E comunque credevo avresti lasciato perdere,» e sembrava quasi offeso con lui, come se Danny gli avesse rovinato la sorpresa «cosa potevo saperne che sei peggio di un cane con un osso?»

E Danny vorrebbe prenderlo e strozzarlo, sospira invece e si riappoggia al petto di Steve.

«Sei un idiota,» lo informa candidamente «probabilmente se ci fosse il regno di Idiotolandia saresti la principessa indiscussa e tutti si inchinerebbero davanti alla tua idiozia.»

«Aspetta, perché sono la principessa? » ed è tipico che l’unica cosa su cui obietti è il suo sesso.

«Perché stavi pianificando un gesto che, nella tua mente contorta, equivale probabilmente ad un atto romantico degno di una richiesta di matrimonio. Sei la femminuccia in questa situazione, ammettilo.»

--- -- ---

Alla fine Danny prende il pennello e lo appoggia sul gesso, senza avere la minima idea di cosa scrivere. Tutti quei messaggi scherzosi e stupidi a cui ha pensato nell’ultimo mese non sembrano semplicemente adeguati.

Alla fine scrolla le spalle e comincia a scrivere. Quando Steve vede il “I ♥ U” scritto e marcato più volte scoppia a ridere e non la smette per ore.

Danny crede ne valga la pena.

fandom: h5-o, !fanfiction, paring: steve/danny, *cow-t, character: steve, character: danny

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