Supernatural; Dean Wincester; There's no one here to save ourselves (This is what you should fear)
Dean non si sente un eroe.
Non si è mai sentito un eroe, non ha nessuna delle qualità che si dovrebbero possedere per esserlo: non è intelligente, non è così buono da far vomitare anche i gattini, non risulta simpatico alla gente, nessuno gli crede mai, non è infallibile, non ha superpoteri. Dean si sente più una spalla mal riuscita, quelle destinate a fare da comparsa in attesa del reale supereroe, quelle che muoiono al massimo dopo tre capitoli.
Dean fa semplicemente del suo meglio. Il che molto spesso non è abbastanza.
Per questo si sentiva sollevato a pensare che, al mondo, esistesse qualcuno come suo padre. Qualcuno che non sbagliava mai nulla, qualcuno su cui poter contare. Un supereroe.
Dean riteneva suo padre molto più super di tutti quei personaggi dei fumetti. Facile salvare il mondo quando hai i super poteri, provate a farlo con solo una pistola.
Dean semplicemente, non capiva bene come, aveva cominciato a pensare a suo padre come un essere immortale, almeno fino a quando non è morto.
Dean non si sente un eroe. Dean non crede nemmeno che gli eroi esistano, a dire il vero, non dopo che l’unico eroe della sua vita è morto per salvare la sua. Gli eroi non muoiono per salvare le spalle, perché il mondo non ha bisogno di spalle. Che se ne fa il mondo di lui?
Quindi ride quando qualche volta una delle persone che salvano lo chiama “eroe”, anche se non se la sente di dire altro.
La vita sarebbe sicuramente più facile se avesse dei superpoteri: avrebbe potuto salvare suo padre (forse anche sua madre), potrebbe proteggere Sammy meglio (avrebbe potuto proteggere Jess). Magari la sua vita non sarebbe cambiata granché - Dean è un cacciatore, è nel suo sangue, che scorre come una malattia - ma le persone intorno a lui sarebbero state meglio.
Invece suo padre è morto, sua madre e Jess pure e Sammy, oh, Sammy è una specie di mostro psichico, quindi no, Dean non si sente un eroe.
E’ semplicemente una spalla che ha tolto al mondo il vero eroe.
Non si è mai sentito un eroe, non ha nessuna delle qualità che si dovrebbero possedere per esserlo: non è intelligente, non è così buono da far vomitare anche i gattini, non risulta simpatico alla gente, nessuno gli crede mai, non è infallibile, non ha superpoteri. Dean si sente più una spalla mal riuscita, quelle destinate a fare da comparsa in attesa del reale supereroe, quelle che muoiono al massimo dopo tre capitoli.
Dean fa semplicemente del suo meglio. Il che molto spesso non è abbastanza.
Per questo si sentiva sollevato a pensare che, al mondo, esistesse qualcuno come suo padre. Qualcuno che non sbagliava mai nulla, qualcuno su cui poter contare. Un supereroe.
Dean riteneva suo padre molto più super di tutti quei personaggi dei fumetti. Facile salvare il mondo quando hai i super poteri, provate a farlo con solo una pistola.
Dean semplicemente, non capiva bene come, aveva cominciato a pensare a suo padre come un essere immortale, almeno fino a quando non è morto.
Dean non si sente un eroe. Dean non crede nemmeno che gli eroi esistano, a dire il vero, non dopo che l’unico eroe della sua vita è morto per salvare la sua. Gli eroi non muoiono per salvare le spalle, perché il mondo non ha bisogno di spalle. Che se ne fa il mondo di lui?
Quindi ride quando qualche volta una delle persone che salvano lo chiama “eroe”, anche se non se la sente di dire altro.
La vita sarebbe sicuramente più facile se avesse dei superpoteri: avrebbe potuto salvare suo padre (forse anche sua madre), potrebbe proteggere Sammy meglio (avrebbe potuto proteggere Jess). Magari la sua vita non sarebbe cambiata granché - Dean è un cacciatore, è nel suo sangue, che scorre come una malattia - ma le persone intorno a lui sarebbero state meglio.
Invece suo padre è morto, sua madre e Jess pure e Sammy, oh, Sammy è una specie di mostro psichico, quindi no, Dean non si sente un eroe.
E’ semplicemente una spalla che ha tolto al mondo il vero eroe.