La luce della luna che entrava dalla finestra semi aperta gli accecava lo sguardo, ogni volta. Era come svegliarsi da un incubo lungo una notte intera ed essere capultati in uno peggiore, più irreale, più doloroso.
La sua pelle diventava calda dopo ogni tocco e il suo fiato accelerava. Era intossicante.
Lente carezze scendevano per il suo corpo immobile e nudo e ai suoi occhi appannati la figura davanti a lui appariva avvolta dalla luce.
Era come un sogno di mezz’estate arrivato troppo presto e che continuava a venire, incessantemente. E lui lo accettava.
Dentro la sua casa, dentro il suo corpo, dentro il suo cuore.
Quando tutto finiva, quando non c’era più nessuno davanti a lui, Sasuke rimaneva seduto a guardare la luna perdere spicchi, in attesa.
Perché, prima o poi, sarebbe arrivata un’altra luna piena e Itachi con lei.
Titolo: Confessioni
Fandom: Naruto
Personaggio: Sasuke Uchiha
Paring: SasuNaru
Prompt: 062. Primavera
Rating: G
Riassunto: A Sasuke non piace la primavera
Disclaimer: Sasuke non è mio <3 Come non lo sono tutti gli altri personaggi o ci sarebbero molte meno oche starnazzanti e più ragazzi aitanti UçU
Note: Il senso di questa storia è abbastanza tra le righe X°D Vedete, il Rododendro Rosa, nel linguaggio dei fiori, significa Confessione d’amore ed, alla fine, Naruto che porta un mazzo di fiori a Sasuke lo vedo troppo X3
Tabella:
+ A Sasuke non erano mai piaciuti i fiori. Li trovava una cosa inutile e debole, creata solo per distrarre da tutto il resto. Il loro profumo, poi, era troppo forte ed intossicante e gli ricordava, incredibilmente, quello di sua madre.
Sasuke odiava i fiori e anche la primavera.
Ma Sasuke aveva sorriso quando Naruto era arrivato alla sua porta, con un mazzo di Rododendri rosa ed aveva cominciato a balbettare qualcosa a disagio, spostando freneticamente il peso da un piede all’altro.
Aveva preso i fiori e li aveva messi in un vaso mentre Naruto diceva qualcosa come “Lo so che i fiori sono cose da femmine ma…” poi Naruto non aveva detto più niente perché Sasuke lo aveva baciato.
E i Rododendri erano rimasti lì ad appassire.
Titolo: Salvare è una questione di persona
Fandom: Naruto
Personaggio: Sasuke Uchiha
Paring: SasuNaru
Prompt: 076. Chi?
Rating: G
Riassunto: Perchè Sasuke basta sempre a salvare Naruto
Note: Questa storia è un totale flusso di coscienza. Cioè, non rispecchia alcune delle caratteristiche base ma era nata così, e il risultato finale non mi soddisfa appieno ma ci sono affezionata. Quindi prendetevela come è :P
Disclaimer: Sasuke non è mio <3 Come non lo sono tutti gli altri personaggi o ci sarebbero molte meno oche starnazzanti e più ragazzi aitanti UçU
Tabella:
+ Avrebbe dovuto dirglielo prima, in un qualche momento che gli era sfuggito ma comunque prima di dove erano ora.
Ora faticava immensamente a parlare, a respirare ed anche a ragionare se si voleva essere precisi. Continuava ad annaspare e muovere le mani come un pesce fuor d’acqua perché non sapeva assolutamente dove metterle. Metterle lì, dove stavano quelle dell’altro, non gli pareva una buona mossa - anche perché avrebbe contraddetto tutto quello che pensava.
Metterle sul petto del biondo sarebbe stata una grande idea se il suddetto non avesse avuto l’ancora più grande idea di attaccarsi a lui; prendere in considerazione le spalle era poi una pazzia, trovarle in quel groviglio di carne sarebbe stato un’impresa.
E allora rimaneva così, le braccia aperte e gli occhi spalancati tentando ci capire cosa, Naruto, stesse facendo al suo fondoschiena o alla sua lingua.
Sasuke era un adolescente, aveva ormoni e sapeva perfettamente che cosa si dovesse fare quando si baciava qualcuno ma, in quel minuto, tutto scomparve dalla sua mente. Aveva pensato tanto a come sarebbe stato, a chi sarebbe stato ed era sempre tutto diverso.
Sarebbe stato lui a dare il bacio e non l’avrebbe ricevuto; avrebbe avuto in mano la situazione e sarebbe stato impeccabile e superbo; e poi la persona che sarebbe stata baciata… beh, non era certamente quella che cercava di scoprire se, la sua lingua, riusciva ad attraversare la trachea del moro.
E ogni sogno che lo aveva accompagnato nelle notti stanche e doloranti scomparve in una bolla di sapone e, semplicemente, Sasuke abbassò le braccia e si arrese.
Non era stupido, sapeva perfettamente che quello non era un bacio normale e che non avrebbe portato a conseguenze normali, perché, loro due, non erano due normali persone che si baciavano.
Erano due maschi. E questo faceva un’abissale differenza.
Si chiese come facessero, i gay, a decidere se fosse meglio baciare un uomo o una donna perché, davvero, a lui sembravano due esperienze così dissimili da non poter essere paragonate.
Baciare una donna era una cosa che si gestiva facilmente, le labbra con cui ti scontravi erano delicate e ti facevano voglia di proteggerle ed infrangerle assieme e poi c’erano quei movimenti che la donna faceva apparentemente inconsapevolmente che ti facevano andare il sangue alla testa e poi un bel po’ più in giù. C’erano movimenti lenti e quasi dolci, carezzevoli, perché è come se, lei, si dovesse rompere da un momento all’altro tra le tue mani e non vuoi che succeda.
Baciare un uomo, nel suo caso essere baciati, non comportava nulla di facile. Le misure di due uomini collimano molto meno docilmente ed, i tratti rudi, cozzavano tra loro creando una leggera frizione che, probabilmente, molti ritenevano eccitante. Anche lui, effettivamente.
Quando le labbra entravano in contatto non c’era assolutamente nulla di cavalleresco e nessun sentimento di protezione, c’erano lotta e prevaricazione e - come il biondo stava ampiamente dimostrando - era una lotta a chi afferrava di più l’altro. Ed era passionale, carnale e bestiale.
Ma, proprio mentre Sasuke stava imparando ad ambientarsi ed a muoversi - proprio mentre cominciava a piacergli -, Naruto si staccò da lui ansimando pesantemente. Paradossalmente, come in tutte quelle scene strappalacrime dei film, Sasuke aveva perso il controllo della realtà ed appena una boccata d’aria arrivò ai suoi polmoni si accorse che, prima, stava quasi per soffocare.
Ed era una sensazione maledettamente appagante.
«Io…ecco…» borbottò Naruto prima di costringersi ad un decoroso ed imbarazzato silenzio.
Sasuke non parlò, si passò un dito sopra il labbro inferiore e guardò l’altro. Non lo guardò come si guarda un essere gelatinoso che ti è appena piombato addosso ma come un qualcosa di nuovo, di sorprendente e di inconsueto; Qualcosa che l’aveva colpito e che, si rese conto, era quasi ovvio.
Un «Nh» strozzato gli uscì dalle labbra e gli sembrò davvero incredibile di aver formulato un suono quasi normale. Si sentiva sconvolto, ma, se qualcuno gli avesse chiesto per cosa, non avrebbe saputo rispondere.
Era sconvolto. Punto.
Osservò solo distrattamente che, Naruto, lo stava fissando come un condannato a morte osserva il suo giudice, avrebbe anche potuto fare pena, ma Sasuke non era poi così tanto sentimentale e, soprattutto, era un fottuto egoista. Il dobe soffriva? Avrebbe dovuto arrangiarsi, lui doveva ancora capire quando, esattamente, era diventato gay… o bisex… o pazzo, a seconda dei punti di vista.
Insomma, di sentori però ce ne erano stati tanti, tutte quelle mocciose urlanti che gli sbavano dietro e lui… nulla… insomma, aveva sedici anni e, davvero, non aveva mai nemmeno guardato una sola di quelle ragazze e, nel suo immaginario, non c’era mai realmente un’immagine definita di donna. Spalancò gli occhi, se per questo non c’era mai nemmeno stato Naruto, il dobe, l’urusakontachi. E - O Mio Dio - era una cosa che, un pochino, cominciava a dispiacergli.
«S…Sasuke…» borbottò incerto il biondo ancora indeciso se, richiamare l’attenzione dell’altro, fosse un’idea migliore del darsela a gambe.
«…Hn?» non riuscì a dire che l’altro e, comunque, quella era la cosa più intelligente che gli venisse in mente, a parte quella cantilena disperata che gli aveva attraversato il cervello “SonogaySonogaySonogay” .
«Oh… ecco… no è che… ti eri bloccato e io… ehm…» annaspò Naruto cercando di trovare qualcosa di intelligente e giusto da dire e, Sasuke, avrebbe voluto aiutarlo - uscendosene con una sua battutaccia, ovviamente, ma era comunque una forma di aiuto - e si rese conto di come corresse sempre in aiuto di Naruto.
E si rese conto che Naruto era una vera fonte di guai e che, la maggior parte delle volte, non riusciva ad uscirne da solo e che, inspiegabilmente, lui era sempre bastato a tirarlo fuori da ogni situazione. Con Sakura era tutto diverso, con Sakura era tutto un dovere ma, spesso, non bastava per aiutarla… con Naruto era tutto un fastidio, una cosa davvero fastidiosa ma lui riusciva ad essere sempre risolutivo. E questo, inspiegabilmente, gli fece capire anche un’altra cosa…
Sembrerebbe strano descrivere ora il viso di Sasuke perfettamente immobile e rigido mentre, ogni persona di questo mondo, avrebbe almeno alzato il sopracciglio alla scoperta appena avvenuta ma, probabilmente, il moro era così dannatamente occupato a rimproverarsi per non essersene accorto prima da pensare anche a sorridere.
«Dobe…» cominciò calmo e pronto a dire qualsiasi cosa gli uscisse da quel groviglio di pensieri che era la sua testa prima di essere bloccato dalla voce dell’altro.
«No, senti…» partì il biondo «lo so…ecco… tu… certo ti capisco che dovrebbe averti fatto…» deglutì «… schifo…» e il sospiro di delusione che rilasciò a Sasuke sembrò urlato «però… se tu mi odiassi… no, non puoi odiarmi, non più di quanto già mi odi, sarebbe paradossale!» vaneggiò ora con uno sguardo puramente folle ed impaurito; Sasuke avrebbe voluto fermarlo ma, quella voce isterica, sembrava troppo forte per poter essere interrotta.
«E poi…» continuò sempre più infervorato «non è stato nulla di male! Puoi anche…» deglutì di nuovo «…dimenticarlo…» annuì freneticamente «e la storia sarebbe finita, no? No?»
E Sasuke si chiese dove volesse parare quel discorso ma scrollò le spalle e decise che, alla fine, non era importante saperlo.
«Dobe… ascoltami…» il suo tono di voce era lento e strascicato come in ogni sua frase «e smettila di farneticare che sei fastidioso» lo disse di gettò ma se ne pentì un poco subito dopo, era partito tutto da lì dopotutto, no? Dal fatto che Naruto fosse così talmente fastidioso ed idiota che, Sasuke, si era trovato a dovergli stare costantemente accanto.
«Vedi» ricominciò interrompendo il filo dei suoi pensieri… «tu sei fastidioso e sciocco e stupido e cercaguai…» annuì ad ogni sua parola come per enfatizzarla perché era importante pressare su questo punto, incredibilmente importante.
«Com…» tentò di urlare Naruto prima di venire brutalmente zittito da un’occhiata. Che potere sconvolgente che poteva avere un’occhiata.
«Dicevo… tu sei tutte quelle cose lì e, bene, non riuscivo a capire perché il bacio mi fosse in un qualche modo piaciuto… e poi è stato tutto chiaro»
Naruto, ancora estremamente confuso dal discorso del moro, riuscì ad esprimere solo un flebile «Eh?» prima che le labbra del moro si posassero sulle sue e, sebbene non ci avesse capito davvero nulla, registrò che Sasuke lo stava baciando… e non ci poteva essere nulla di sbagliato in questo.
La lingua di Sasuke si infilava nella bocca languida e già spalancata di Naruto e, questa volta, il moro si sentì estremamente appagato e completo. Le mani ebbero il proprio pane posandosi sulla vita del biondo e prendendo a massaggiarla quasi freneticamente e, finalmente, tutto prese quell’essenza di giusto che prima mancava.
Si staccarono troppo presto per entrambi ma abbastanza tardi per i loro polmoni e, Sasuke, ansimando disse: «Capito?»
E il fatto che Naruto non ci avesse capito assolutamente un accidente non importò più all’unico neurone funzionante del biondo che prese ad annuire meccanicamente. Sasuke l’aveva insultato ma se il risultato era quello poteva insultarlo assolutamente quanto voleva.
«Bene…» assentì il moro che, però, non era troppo sicuro che il biondo dicesse la verità.
Scrollò le spalle, non gliene importava poi molto se Naruto aveva capito, per lui era tutto abbastanza chiaro per entrambi e quando, dopo che presero a camminare un poco, Naruto inciampò in una zolla nel terreno Sasuke si disse che, la sua teoria, era esatta. Tese una mano e riuscì a prenderlo al volo prima che, il biondo, facesse un volo un po’ troppo rovinoso.
«Ah… eh… Grazie, Sasuke» borbottò leggermente contrariato Naruto «ma… non avevo assolutamente bisogno del tuo aiuto, potevo benissimo…»
«No che non potevi…» ghignò Sasuke «e dato che sei tu io non potevo assolutamente non bastare per salvarti…»
Naruto riaprì di nuovo gli occhi come poco prima e si chiese, davvero, se Sasuke non avesse preso qualcosa di strano quella mattina.
«E’ questione di chi si deve salvare, dobe… E io riesco sempre a salvarti…» E Sasuke si sentì stranamente orgoglioso nel dirlo. Perché, Naruto, non avrebbe potuto farcela senza di lui a salvarlo e, dunque, lui non poteva minimamente allontanarsi da lui.