[CHIUSO] Avengers Prompt Meme

Jul 15, 2012 00:57


EDIT: IL PROMPT MEME È CHIUSO
non si possono inviare altri prompt o fill

MA

i prompt sono ancora utilizzabili!Se scrivi una fic usando uno dei prompt postala in community come una normale fanfic (dicendo a che prompt ti ispiri! Creditare è bello!) e poi torna qui per segnalare la tua storia al prompter, lasciando un commento in risposta al loro ( Read more... )

fandom: avengers, !prompt meme, !mod

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:40:37 UTC
Un battito di ciglia più tardi Loki si materializzò accanto a lui. Aveva indosso la sua corazza più leggera, che consisteva in una cotta di maglia rinforzata da placche di metallo dorato e pantaloni di una robusta stoffa verde che Doom non aveva mai visto, i punti vitali difesi da altre placche color oro. Non aveva l’elmo e i guanti di ferro, ma non appariva meno pericoloso.
«Ti sei divertito, Victor?» chiese in tono disinvolto, quasi si stesse informando se avesse gradito il caffè, e soppesò la scena che gli si apriva dinanzi con una lunga occhiata inquisitrice. «Perlomeno respira ancora. Ti ricordo che non posso riportare in vita i morti».
Victor scrollò le spalle e si rassettò il colletto del cappuccio verde scuro che aveva l’abitudine di portare sopra l’armatura. «Non lo ucciderò, so bene che un cadavere non ci sarebbe di alcuna utilità» promise, si sfilò uno dei guanti come se non avesse peso e si ravviò i capelli scuri.
«Oh, ma potresti farti prendere un po’ troppo la mano» sorrise il semidio, più divertito che davvero in ansia. «Bada a non eccedere nell’uso del tuo potere, Victor».
Doom infilò il guanto con grande placidità, senza degnare il suo interlocutore nemmeno di un’occhiata. Aveva costruito lui stesso la sua corazza, gli permetteva di incanalare l’energia magica nelle mani senza rischiare di morire bruciato perché incapace di espellerla e non la indossava soltanto in rare occasioni. Non mancava mai di portarla in presenza di Loki, malgrado fossero alleati.
«Non credo che il mio potere ti riguardi» fece notare, un velo di minaccia sottile ma palpabile nel tono. «Preoccupati della tua magia e io mi preoccuperò della mia».
«Come vuoi». Il semidio non smise di sorridergli, il sorriso di una belva che si lecchi le zanne acuminate prima di attaccare. «Se non ti dispiace, allora,» fece un passo avanti e mise una mano sulla spalla buona di Clint «va’ e consentimi di preoccuparmi della mia magia, come dici. A meno che tu non voglia incenerirlo, dovrai aspettare che io lo guarisca».
Victor lo afferrò per il polso un secondo prima che i suoi polpastrelli sfiorassero il prigioniero. «Quando presterai fede alla tua parte dell’accordo?»
Loki abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate, poi lo affisse in quello di Doom. Nei suoi occhi tempestosi si annidavano sentimenti oscuri come Victor non ne aveva mai visti e fu trafitto nel profondo da quell’occhiata disumana, per un istante convinto che, se l’avesse voluto, il semidio avrebbe potuto farlo a pezzi solo con quello sguardo.
L’istante passò, il buio si ritrasse negli anfratti più nascosti degli occhi di Loki e Doom scacciò il moto d’incertezza che l’aveva colto.
«Non l’ho forse già fatto, portando da te l’agente Barton?» La voce del semidio era suadente, ora, priva della più insignificante traccia di ostilità. «Come abbiamo stabilito, mi occuperò di Thor, Tony Stark e Natasha Romanov; Barton, Steven Rogers e Bruce Banner saranno tuoi. Devi soltanto avere pazienza. Non possiamo commettere errori».
Victor indugiò qualche secondo di troppo con le dita serrate sul suo polso e Loki aggrottò la fronte, non preoccupato quanto più incuriosito dal suo atteggiamento. Spesso a Doom dava la sgradevole impressione di essere uno dei suoi esperimenti. «Dubiti di me proprio adesso?»
«Non dubito». Lo liberò dalla sua presa, raggiunse a grandi passi la porta scorrevole e si chinò per permettere al sistema di sicurezza di scannerizzargli la retina. «Ma non farmi pentire».
Il semidio lo fissò mentre usciva senza attendere risposta, poi il battente scivolò con un sospiro a sigillare la cella e Loki restituì la propria piena attenzione al prigioniero. Si inginocchiò accanto a lui, gli scostò i capelli sudati dalla fronte, che scoprì febbricitante, e sorrise, un sorriso sospeso a un centimetro dalle sue labbra strette in una smorfia.
Perdonami, Victor. Premette il palmo aperto sul volto pallido di Clint e gli trasmise un fascio di energia curativa che lo guarì dalla spossatezza e disinfettò le sue ferite. Per il momento posso concederti di giocare, ma non mi basta dividerli con te. Voglio essere io e solo io ad annientarli, a farli inginocchiare ai miei piedi, uno dopo l’altro. Quando non mi servirai più, dovrai inginocchiarti come loro.

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:41:14 UTC
Clint fu svegliato bruscamente dalla consapevolezza che il suo corpo non era più un ammasso di carne bruciata e sanguinolenta.
Era ancora bendato e incatenato, ma qualcuno lo aveva spogliato del giubbotto antiproiettile e della maglia a maniche lunghe e gli aveva medicato le ferite. Una medicazione troppo rapida e precisa per essere comune; la magia di Doom, però, non era nata per curare, solo per distruggere. Doveva essere stato Loki, probabilmente per prepararlo alla prossima tortura.
Si domandò quanto tempo fosse rimasto esanime e per quanto ancora l’avrebbero abbandonato in quella prigione prima che Victor decidesse di fargli un’altra visita.
Il buco alla bocca dello stomaco non aveva cessato di tormentarlo, segno che non l’avevano sfamato mentre era svenuto. La sete era ormai divenuta quasi intollerabile. Non avrebbe potuto resistere a lungo; se non avessero stabilito in fretta che fare di lui, sapeva di essere destinato a una lenta agonia che si sarebbe conclusa, al suo apice, con una morte atroce.
Agente Barton.
Colto alla sprovvista da quella voce, Clint sobbalzò e tentò di intercettarne la fonte, ma la stanza era completamente vuota, oltre a lui. Si irrigidì laddove si trovava, riconoscendolo come uno dei trucchi di Loki.
Hai riposato bene?, lo schernì il semidio e il prigioniero si rese conto che parlava solo nella sua mente.
Non riusciva a immaginare per quale motivo avrebbe dovuto voler nascondere il loro colloquio a Doom, il suo alleato, ma ritenne più opportuno non rispondere ad alta voce - doveva essere controllato da una telecamera che avrebbe registrato ogni sua parola - e limitarsi ad aspettare che fosse Loki a spiegarsi.
Posso sentire i tuoi pensieri, proseguì il semidio dopo qualche momento di silenzio e Clint temette che avesse trovato il modo di rubargli anche la mente, ciò che aveva di più prezioso, ma il commento successivo lo rassicurò. Solo quelli che riguardano questa conversazione, però. È più prudente che Victor rimanga all’oscuro di ciò che ti voglio proporre.
Una proposta, ponderò il prigioniero. Una proposta di Loki che forse andava a svantaggio del criminale con cui stava collaborando, Doom.
Precisamente, approvò il semidio, ricordandogli che poteva captare le sue riflessioni.
Clint ritenne che tanto valeva rivolgersi direttamente a lui. Era inquietante conversare in quella maniera, ma in un certo senso lo trovava appropriato per uno come Loki. Che genere di proposta sarebbe?
Il semidio tacque per un lungo istante, un’altra di quelle sue pause che sfruttava per tenere il suo interlocutore sempre sulla corda, sempre pendente dalle sue labbra. Il prigioniero rabbrividì nel notare come avesse imparato a interpretare i suoi comportamenti, con la stessa istintiva precisione con cui riconosceva quelli di Natasha.
Soltanto quando fu troppo tardi si accorse di ciò su cui stava meditando mentre Loki era nella sua testa, ma il semidio non vi fece alcun riferimento nel dire: Victor vuole ucciderti lentamente e dolorosamente, agente Barton, e strapparti il più possibile sui vendicatori. A me invece non interessa la tua fine. Un istante di silenzio di troppo che minacciò di farlo impazzire. Voglio la tua obbedienza incondizionata.

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:41:38 UTC
Non servì altro, bastò quella manciata di parole per allentare il catenaccio che Clint aveva apposto con cura sulla sua memoria: i ricordi ne defluirono come una cascata e il vuoto che aveva al centro del cuore gli provocò una fitta in un certo senso anche peggiore delle scariche elettriche di Doom.
Provò di nuovo la sensazione che la sua anima venisse svuotata di ogni cosa e riempita di ciò che faceva più comodo a Loki, che il suo corpo eseguisse ogni singolo ordine senza che lui avesse alcuna autorità su di esso, che la sua vista, per quanto potente, venisse oscurata in risposta a un semplice schiocco di dita.
No. La sua affermazione decisa attraversò il silenzio con un fragore assordante. Rifiuto.
E rimanere a morire?, fu la pronta replica del semidio, che era evidente si aspettasse una simile reazione. Nulla potrà salvarti dalla furia omicida di Victor. È davvero ciò che vuoi?
Clint avrebbe voluto scoppiare a ridere, una risata amara, del tutto priva di umorismo. Che cosa me ne verrebbe dall’accettare? Perdere completamente me stesso? Preferisco morire.
Nel silenzio che seguì il prigioniero ebbe l’impressione che Loki stesse sorridendo, anche se non avrebbe saputo spiegarsene la ragione. La mia proposta non è meschina come credi, agente Barton. Niente magia, questa volta. Ciò che ti chiedo è di servirmi di tua sponte e in cambio ti risparmierò la vita.
Clint fu sul punto di ribattere con una battuta poco carina, ma mise da parte l’opzione prima che il semidio potesse vederla nel suo cervello. Doveva ipotizzare che gli avrebbe dato ascolto, altrimenti non gli avrebbe offerto un accordo così illogico. Sei davvero convinto che, una volta libero, sottostarei alle tue regole?
Le persone non cambiano, agente Barton. Gli occhi di Loki si aprirono all’improvviso, sospesi nell’aria di fronte ai suoi, nonostante la benda, e lo fissarono attraverso le ciglia scure, ridotti a due fessure. Il nocciolo del tuo cuore rimarrà sempre lo stesso: sporco, vile, impaziente di sottomettersi agli ordini di qualcuno per timore di quello che accadrebbe se agisse di propria volontà. Per timore di prendersi delle responsabilità. È la tua natura, e lo sai, così come sapevi che venire da me avrebbe significato cadere in una trappola. Eppure sei venuto e sai perché? Perché eri in cerca del tuo padrone.
Il prigioniero scosse con violenza il capo per rigettare quelle parole e lo sguardo penetrante del semidio, ma senza successo.
Incapace di distogliere gli occhi dai suoi, si immerse in quelle iridi dal colore così intenso, così conturbante, e percepì di nuovo la pelle liscia di Loki sotto le dita, sentì di nuovo il suo profumo pungente nelle narici, rivide quello sguardo puntato su di lui, che non lo abbandonava mai, mai mentre lo baciava, mai mentre spingeva. Mai.
Io sono il tuo padrone. Nella voce del semidio si insinuò una punta di malizia che, ancora una volta, sbatté in faccia a Clint, come uno schiaffo, la presenza di Loki all’interno della sua mente. Aveva scorto i suoi ricordi di quelle notti, era troppo tardi per fare finta di niente. Credimi, la magia può fare molto, ma una parte di te dev’essere consenziente per consentirle di avere un effetto così… sorprendente. Torna da me, Clint.
Il modo in cui pronunciò il suo nome di battesimo - non “Clint Barton” o “agente Barton”, soltanto “Clint” -, la voluttà sfacciata del suo tono, ogni sottinteso, oscenamente esplicito, a quelle memorie che lui avrebbe voluto seppellire e non riesumare mai più, contribuivano a fargli perdere il controllo.
Era stanco, stanco di essere tormentato, stanco di essere preso in giro, stanco che qualcuno giocasse con il suo cervello.
Vattene, fu quasi un sospiro. Lasciami in pace.

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:42:19 UTC
Il semidio rise e la sua risata riempì la mente di Clint e, per un secondo, anche la voragine incolmabile che gravava sul suo petto. Poi si spense, il prigioniero batté le palpebre e gli occhi di Loki si chiusero e svanirono. Se dovessi cambiare idea, dovrai soltanto chiamare il mio nome. Fallo, agente Barton, e sarò subito da te.
A mano a mano che la frase volgeva al termine, la voce del semidio si affievolì gradualmente sino a diventare inudibile e alla fine Clint rimase solo con se stesso.
Abbassando la testa, aderì al petto con il mento e si chiese quanto tempo avrebbe resistito.
“Una parte di te dev’essere consenziente per consentirle di avere un effetto così… sorprendente”.

Loki rispettò la parola data e non si ripresentò, mentre Doom venne cinque volte, a intervalli irregolari che, in ogni caso, in mancanza di uno strumento per scandire lo scorrere delle ore, Clint non avrebbe potuto calcolare.
Quando era svenuto, il semidio lo medicava e ricostituiva la sua pelle ustionata, ma non si curava di ripristinare le sue energie e lui era sempre più spossato, sempre meno testardo.
La terza volta che gli fece visita, Victor iniziò a porgli delle domande.
E a ogni quesito Clint stringeva i denti, così forte che di tanto in tanto temeva sarebbero caduti, e si concentrava sul digrignarli per riuscire a ignorare la voce di Doom e l’occhio della telecamera su di sé, che gli ricordava troppo quello vigile di Loki.
Poi Victor lo colpiva senza pietà e brani di pelle gli si staccavano dal corpo come stracci andati a fuoco e il dolore era così straziante che si domandava perché, perché non si arrendesse a pronunciare quell’unica parola che avrebbe potuto salvarlo. Ma il suo orgoglio si ribellava, Clint taceva e perdeva i sensi e ogni volta riaversi era più difficile.
Le uniche ragioni per cui non era ancora morto erano la magia guaritrice di Loki e il cibo che avevano cominciato a somministrargli periodicamente.
Quando rifletteva, nella solitudine della sua cella, si sorprendeva a valutare la proposta del semidio con crescente interesse. Per la verità non era propriamente interesse, quanto più consapevolezza che la sabbia della sua clessidra diminuiva di giorno in giorno - se di giorni si poteva parlare, laddove si trovava - e che la sua unica speranza risiedeva nell’ultima persona che avrebbe desiderato affrontare.
Hawkeye voleva vivere, Clint Barton voleva vivere.
«Loki». La sua voce, rauca ma ferma, gli ferì l’udito, tanto parve assordante nella totale assenza di rumore che albergava la sua prigione. Tentennò, consapevole di avere la telecamera puntata addosso, e rilasciò il respiro che non si era reso conto di trattenere. Aveva perso, ma Loki aveva già vinto da tempo. Dal principio, forse. «Parlerò… ma solo con Loki».
Nello studio di monitoraggio, Victor fissò l’espressione orgogliosa di Clint, la testa alta, la mascella rigida, non tremante. Se non avesse indossato la benda, Doom era certo che avrebbe visto i suoi occhi sfolgorare di coraggio.
«Perché chiede di te?» volle sapere senza neppure voltarsi. Sapeva che Loki era alle sue spalle, perché era sempre dove gli conveniva essere.
Il semidio lo affiancò e accarezzò con un dito il profilo del prigioniero. «L’agente Barton mi conosce bene» commentò con fare enigmatico, la bocca curva in un sorriso soddisfatto. «Ho già posseduto il suo cuore, una volta, e incantesimi di questo genere non sono così semplici da spezzare. È legato a me, che lo voglia o meno, e una parte di lui mi obbedirà sempre, mi cercherà sempre».

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:42:43 UTC
Victor aggrottò la fronte in un’espressione dubbiosa, Loki gli sfiorò un braccio in un gesto rassicurante. «Non ti sto prendendo in giro, Victor. Qual è la differenza, dopotutto? Vuoi che ti ceda Thor o Stark in cambio di Barton?»
La derisione era evidente nel suo tono e i suoi occhi ebbero un guizzo canzonatorio; Doom interruppe il contatto fisico con lui con un passo indietro e picchiò con l’indice sul monitor, che ronzò nervosamente e si colorò di grigio per un momento prima di tornare normale. Victor sorrise appena, non ancora del tutto abituato all’effetto che il suo potere sortiva sulle macchine. «Mi basta avere quelle informazioni» lo freddò, indifferente al suo umorismo. «Ma niente scherzi».
Loki se n’era già andato. «Ovviamente».
Nella cella, Clint aveva contato un intero minuto e stava iniziando a sospettare di essere stato ingannato un’altra volta, quando il semidio prese forma dal buio, come se il suo corpo fosse intessuto di tenebra.
Gli strappò dal volto la fascia nera, accese le luci con uno schiocco di dita e gli sorrise, un sorriso che voleva dire “bentornato” ma anche “sei mio”. «Hai fatto una scelta saggia, agente Barton».
Senza attendere una sua replica, Loki disegnò dei simboli arcani nell’aria con la punta delle dita e con le labbra diede forma in silenzio a parole che Clint non conosceva. L’aria sembrava vibrare attorno alla sua bocca e alle sue mani e un lampo verde si accese nei suoi occhi, socchiusi per la concentrazione.
Di colpo, in sincronia perfetta, le catene si aprirono con uno scatto metallico e caddero a terra, facendo tremare il pavimento con un tonfo sordo.
Per la prima volta da non aveva idea quanto Clint aveva braccia e gambe libere e le testò immediatamente, incurante del dolore che lo straziava a ogni gesto, ovvia conseguenza del lungo periodo di immobilità.
Dopo i primi secondi di gioia inesprimibile per la ritrovata libertà, la coltre illusoria si dissipò e Clint ricordò di non essere affatto libero, ma cinto da catene ancora più robuste di prima.
Si volse con lentezza verso il semidio, che si era limitato a guardarlo in silenzio, e annuì, un veloce cenno del capo, un saluto da soldato. Sputò l’obbedienza come fosse vomito, ma non riusciva del tutto a pentirsi di aver scelto di vivere e si sentiva ancora più disgustato di se stesso. «Agli ordini, signore».
Loki lo soppesò con lo sguardo per un lungo momento, un’occhiata mirata a indicargli l’onnipresente Hawkeye che torreggiava su di lui, che allargava la voragine nel suo animo, mirata a ribadire che le persone non cambiano mai.
Clint, però, non ne aveva bisogno. Lui sapeva, aveva sempre saputo.
Si era limitato a fingere di non esserne cosciente per anni, ma aveva smesso quella notte, ormai lontana anni luce, in cui Natasha era svenuta tra le sue braccia a causa sua.
Clint Barton e Hawkeye non erano entità separate. Clint era Hawkeye, Hawkeye era Clint.
«Inginocchiati» disse il semidio. Un invito, più che un ordine.
Clint chinò il capo e obbedì, cadde ai suoi piedi. Loki appoggiò una mano sulla sua testa, gli accarezzò i capelli con gentilezza, poi strinse la presa di scatto e lo costrinse a levare il mento, a incrociare i suoi occhi. «Chi sono io, Clint?»
Usò di nuovo il suo nome, solo il suo nome, in quel modo in cui era in grado di arrivare a toccare l’angolo più nascosto del suo cuore.
Clint non voleva rispondere, non voleva che la sua bocca si riempisse di quelle parole, ma non aveva altra scelta. Aveva già oltrepassato il punto di non ritorno e non c’era possibilità di tornare indietro. Aveva due sole alternative. Padrone e carnefice.

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:43:09 UTC
Il mio padrone. Hawkeye non esitò, lui non aveva alcun timore dei cadaveri ammucchiati ai piedi del suo spirito.
«Il mio padrone» fece eco Clint.
Loki mise a nudo i denti candidi in un sorriso predatorio, e la telecamera ruotò su se stessa fino a che il suo occhio non fu diretto verso la parete.
Clint non aveva bisogno di vederlo piegarsi su di lui - un’aquila in picchiata verso un falco, troppo piccolo e debole per spuntarla - per prevedere cosa stesse per accadere, così come Victor non aveva bisogno di quel trucco con la telecamera per indovinarlo.
Spense il monitor, inservibile finché avesse mostrato soltanto un muro grigio, proprio mentre la risata del semidio si diffondeva distorta attraverso gli altoparlanti.

Fury fissò l’uomo attraverso la vetrata a specchio, che gli consentiva di guardarlo senza però essere visto di rimando. Ciononostante, aveva l’impressione che il prigioniero potesse captare il suo sguardo, perché rivolse il capo nella sua direzione, lo inclinò di lato e sogghignò, canzonatorio.
«Non ha detto una parola?» si informò il direttore dello S.H.I.E.L.D., la voce bassa e cauta, malgrado all’uomo fosse impossibile ascoltarlo.
Maria Hill non rispose subito ed evitò d’incrociare il suo unico occhio. Quando si decise a replicare, riservò al terzo occupante della stanza un’occhiata di sottecchi: «Soltanto una volta. Ha chiesto dell’agente Barton».
Nicholas dirottò immediatamente la propria attenzione verso Clint. «E tu non gli hai parlato, vero?»
«Senza il suo permesso, direttore?» L’uomo scosse la testa. «Naturalmente no».
Fury assentì in un movimento secco, ma Clint sapeva che non si fidava completamente di lui, non dopo che aveva ingannato Natasha, era sparito per mesi in Latveria ed era tornato portando con sé Loki in catene e la notizia che Doom era stato ucciso in uno scontro contro il semidio. Non l’aveva sospeso dal servizio, ma preferiva tenerlo a distanza dalle aree riservate dell’organizzazione, meno la cella di Loki, perché era stato a contatto con lui per più tempo di chiunque altro, purché fosse sempre sotto la sorveglianza di un altro agente.
«Se dovesse accadere qualcosa - qualsiasi cosa - mi aspetto di essere contattato immediatamente» ordinò il direttore con fare perentorio, ma stava guardando Maria, che si limitò ad annuire, obbediente.
Clint era compromesso, a lui non si poteva affidare un compito tanto importante.
Mentre Nicholas lasciava la stanza, la donna gli rifilò un’occhiata di scusa, ma lui si limitò a scrollare le spalle e a scrutare Loki al di là della parete di vetro.
Il comportamento di Fury era comprensibile, nemmeno Clint si sarebbe fidato di se stesso, non subito, non dopo così tanti mesi - aveva scoperto di essere rimasto in prigione per tre mesi e mezzo -, non dopo tutte le menzogne che il semidio avrebbe potuto avergli inculcato in testa.
Loki incrociò il suo sguardo e sorrise di nuovo.
Clint non aveva mentito quando aveva detto al direttore di non avergli rivolto la parola, perché non aveva bisogno di parlare ad alta voce per comunicare con lui. Rispose al suo sorriso, senza incertezze, senza paura, senza vergogna. Credi ancora che le persone non possano cambiare?
Il semidio socchiuse gli occhi. Hai un motivo che mi convinca del contrario?
Dicevi che non ti avrei disobbedito, gli fece notare Clint, eppure pare che io abbia ingannato il Dio dell’Inganno. Sono cambiato. Sono il carnefice, adesso.

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Re: [ FILL ] Clint/Loki; slash, angst, violenza realising_klaus July 3 2012, 14:44:47 UTC
Dapprima Maria temette che Loki fosse preda di un qualche spasmo quando il suo corpo, indebolito dalle innumerevoli ferite che lo martoriavano, iniziò a tremare, al principio in maniera appena percettibile, poi sempre con maggiore violenza. Soltanto dopo, quando quella vibrazione raggiunse la sua bocca, capì che stava ridendo e afferrò tra pollice e indice il microfono della ricetrasmittente, sospeso di fronte alle sue labbra.
«Signore! Fury! Il prigioniero, Loki, sta ridendo, signore!»
Di tutte le reazioni, Clint non si aspettava uno scroscio di risa di proporzioni tali che il semidio non riuscì neppure a rispondergli prima che fosse cessato.
Infine, nel preciso istante in cui Fury faceva irruzione nella cella con i vendicatori al seguito, Loki si passò una mano sul volto, si calmò e sollevò di scatto la testa verso il vetro, verso di lui. L’eccesso di risa lo aveva spossato e reso più pallido di prima, ma non sembrava sconfitto.
Clint provò una sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco, la stessa che serpeggiava dentro di lui quando Hawkeye allargava la voragine con le unghie.
Ne sei davvero sicuro, Clint?

Chiedo scusa per l'alta randomità del fill, ma che posso farci? E' uscita così. XD Qui l'html è messo molto meglio (quantomeno l'italics è dove dovrebbe stare, ecco XD). Spero che sia piaciuta almeno un pochino <3

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