Titolo: When those girls go bad, they never come back
Autore:
el_defeBeta: chatty, per modo di dire
Fandom: Cobra Starship/Vari (VMAs 2009)
Personaggi/Pairing: Gabe Saporta, Leighton Meester, Alex Suarez, Victoria Asher, Nate Novarro, Beyoncé Knowles, Katy Perry, Taylor Swift, Shakira; nominati Britney Spears, Kanye West, William Beckett
Rating: VM14
Warning: riferimenti a vacche e Anticristi
Note: Criticombola @ Criticoni, prompt numero 37, e NEU[t]ROFest @
sottoilpalco/
dietrolequinte con prompt Più.
DISCLAIMER FONDAMENTALE e se non leggete prima questo paragrafetto paraculo le emorroidi si abbatteranno su di voi a mo' di pegno divino: È tutta finzione e in realtà tutti i premi dovevano andare ai Coldplay, compreso quello di miglior artista femminile (che avremmo girato a Britni per non farla cascare in depressione)
When those girls go bad, they never come back
37. Threesome/Moresome
«Vienivienivienivieni» è il mormorio ansioso che scroscia nelle orecchie, e Taylor si fa accompagnare via, ancora un po' incerta sui tacchi alti e scomodi che non ha scelto. Se mai avrà la forza e il coraggio di tornare agli awards, si dice, confusa e sconsolata, andrà con le ballerine e il jeans con le frange; ma sa già che non avrà più la forza e il coraggio di tornarci, quindi indosserà comunque le ballerine e il jeans con le frange e passerà la serata degli awards dell'anno prossimo a potare begonie e trapiantare cactus nani. «Tay?» Vicky fa una fatica tremenda a reggerla - Taylor sente le gambe pesanti come dopo tre ore di corsa e la testa pesante come dopo una sbronza colossale - e tutto quello che possono fare entrambe quando incespica nel suo abito rosso, nel tentativo di non schiantarsi rovinosamente a terra, magari attirando altre torme di giornalisti già infiammati dalla stronzata della serata, è reggersi ai muri del corridoio spalancando le braccia.
«Scusa» borbotta Taylor (perché ha la voce così impastata? perché addosso ha una campana rossa e non il vestito bellissimo? alla prima domanda non ha risposta, alla seconda crede che la risposta sia naturalmente Katy e qualche certificazione non ricevuta, ma non ne è proprio sicurissima), che si guarda attorno soltanto adesso e nota di essere avvinghiata al collo di Vicky in una posizione che le fa dolere le giunture. «Oddio, ti ho fatto male?»
«No, figurati» mugugna lei, evitando che la faccia venga ulteriormente schiacciata tra il gomito di Taylor e la parete tappezzata a gigli rosa, «è esattamente così che voglio passare i prossimi tre giorni. Muoviamoci, ci stanno aspettando.»
Taylor annuisce. Poi scuote la testa. Poi la guarda. «Scusa, chi ci sta aspettando, esattamente?»
Vicky rotea gli occhi. «Gabe. E Nate e Alex, ammesso di ritrovarli come due persone distinte e non come un unico collettivo intrecciato. È un'idea di-»
«No, ascolta, Vic.» Taylor si ferma in mezzo al corridoio, sfilandosi le scarpe - meraviglioso sollievo dei mignoli costretti in sette millimetri cubici di spazio - e prendendole in mano per camminare senza soffrire troppo. «Ecco, io non ho tutta questa voglia di andare per locali, a quest'ora. Voglio solo dormire.»
«Sissì, esattamente quello che ha detto Leigh. Ovviamente l'idea è sua.» Taylor geme sonoramente. La testa si fa più pesante, ha l'insano impulso di strapparsi i capelli dalla testa per vedere se diventa più leggera.
«Da quando Leigh ha buone idee?» piagnucola, mentre Vicky la trascina verso un'uscita di servizio, implacabile; le piante dei piedi si appiccicano ai gradini bagnati di pioggia, e il freddo sembra risvegliarla dallo stato di trance e delusione in cui riversa dopo lo show. O quantomeno, la risveglia abbastanza da farsi apostrofare "la Cenerentola dei ricchi si fa pure aspettare" da un'apparizione in occhiali da sole bianchi (a mezzanotte, in una strada niente affatto illuminata a giorno, al volante di un bolide; Taylor si ripropone di uccidere Gabe a colpi di tacchi dodici, se sopravviveranno alla guida a duecento all'ora).
Quando si apre la portiera, comunque, si chiede davvero dove diamine dovrà sedersi, perché Vicky si infila tranquillamente in braccio alla proprietaria di una chioma leonina e di uno squillante body rosso fuoco (e Beyoncé sembra terribilmente divertita da tutto ciò, anche se fa fatica a respirare e anche se sobbalza ad ogni movimento di chiunque si sia infilato a viva forza su quel divanetto posteriore) ma non c'è proprio posto, lì dietro, e davanti c'è un'ombra poderosa e la risata squillante di Shakira che si dimena nell'attesa. E poi due mani sinistre le afferrano il polso e Taylor si ritrova strizzata esattamente dove non voleva essere, tra Nate e Alex che sembrano trovare sprecato qualsiasi momento passato a stare lontani più di due centimetri e che quindi, anche se l'hanno tirata proprio loro lì dentro, sperano ardentemente che si arrivi al più presto a destinazione - o che si sposti addosso a qualcun altro.
E la destinazione la conosce soltanto l'unica persona assente in quella bolgia dantesca, perché Leigh li sta facendo girare a vuoto via cellulare da almeno mezz'ora e Gabe prende ogni curva come se fosse sul circuito di Indianapolis - intonando cori inequivocabili sulla smarrita intelligenza di Kanye West e sulle sue mancate avventure con animali di non meglio identificata natura. Ma in ogni caso, quando riescono a trovare il locale... "ed è assolutamente tranquillo e non ci saranno giornalisti, stai tranquilla, tesoro"... Taylor si sente già meglio, coccolata da Gabe e al braccio di Beyoncé e scortata dalle ragazze e spintonata da Nate e Alex, tornati ad essere una sola cosa. Tutto quello che vuole, in questo momento, è chiedere a Gabe perché abbia urlato "WILLIAM" come se fosse al centro del palco degli awards, nel culmine di una canzone. E dare della cretina a Katy per averle affibbiato un vestito, pure.
«Perché con questa campana rossa non riesco neanche a pensare, sai?» geme, lasciandosi cadere su un divanetto e godendosi la musica bassissima di sottofondo. Katy ballonzola per sedersi da qualche parte, tirando giù il vestito che continua ad arricciarsi lungo le gambe.
«Oh, andiamo, sei semplicemente stupenda» cinguetta. «La più bella della serata, dopo la versione rediviva di Britney.»
Gabe scatta appena sente quel nome; chiude la chiamata che stava proseguendo da almeno dieci minuti e si stravacca lungo disteso, poggiando la testa in grembo a Taylor e le gambe addosso a Vicky. «Chi ha nominato l'Anticristo?»
«Non avevi detto che non te ne frega niente?»
«Non me ne frega niente.»
«Assolutamente no.» Vicky ride. Shakira e Leighton si guardano intorno come se la nominata dovesse farsi vedere da un momento all'altro nel privé.
«E comunque Britney è solo una vacca.»
«Strafatta di erba.»
«E puzza.»
«Be', se è una vacca, non farà altro che mang-»
«Katy, ti prego, ritrova quella cosa che chiami cervello e usala, ogni tanto.» Risate generali. Nate si versa ingloriosamente un bicchiere di cocktail addosso, nella disattenzione generale.
«Ma l'Anticristo non era Kanye, comunque?» Taylor non riesce neanche a incupirsi dopo l'affermazione di Beyoncé, e i suoi occhi chiarissimi brillano di divertimento e la voce intona "Tonight, tonight" con la fermezza che solo un'ubriaca può avere, accarezzando i capelli di Gabe che sbuffa come una vaporiera perché non è stato preferito a una partita e a dei muffin al cioccolato e battendo le mani al ritmo dei passi di Beyoncé e Shakira che ballano scalze sul tavolino basso appena sgombrato dai bicchieri. Sì, l'anno prossimo diserterà davvero gli awards, si dice.
FINE