fic: Keep the faith, jeans removing

Jun 05, 2009 11:55

Titolo: Keep the faith, jeans removing.
Autore: mrs_toro_or
Beta: p_will e harleen313 <33
Fandom: Fall Out Boy/Panic At The Disco.
Personaggi/pairings: Andrew Hurley/Brendon Urie.
Rating: assolutamente NC17!
Warnings: slash, tanta idiozia.
Disclaimer: non li conosco, se li conoscessi non sarei qui, non mi appartengono e bla, bla, bla. al solito.
Note: idiozia, pura idiozia! Scritta per il Crack Pairing Fest
, al Bandomville.
Summary: Quando Andy scende a fare colazione, il giorno dopo, gli prende quasi un infarto. Non gli bastano i sogni a luci rosse (che, tra l'altro, ha fatto anche questa notte), no, deve pure trovarsi Brendon svaccato sulla sedia senza maglietta e coi pantaloni che gli scivolano praticamente giù.
Enjoy!

E' una calda mattina di Aprile quando Andy si sveglia con una musichetta petulante in testa.
Si alza, scende di sotto a fare colazione. Si prepara una bella tazza di latte di soia e cereali, quelli tutti colorati che ti mettono allegria solo a vederli, si siede e accende la tivù.
Fa un po' di zapping, ancora mezzo addormentato, e come al solito finisce su MTV. Dannato canale musicale dal quale non riesce a staccarsi!
Il punto è che anche se la musica che mandano non gli piace, be', lui guarda lo stesso. Sarà masochista.
Poi sente qualcosa di conosciuto, qualcosa di molto conosciuto. Qualcosa come una musichetta petulante. Si volta verso la tivù, la guarda attentamente. Vede quattro ragazzini in video, ballano, fanno i cretini (come Pete gli ha insegnato aggiungerebbe, ma preferisce lasciare il pensiero solo nella sua testa).
E poi lui.
D'improvviso ricorda il sogno che ha fatto quella notte, un sogno che lo ha fatto sentire in imbarazzo, sì, nel sogno stesso. Dio, neanche quand'era un ragazzino faceva sogni simili! Sogni a luci rosse.
Il video in tivù finisce, ne comincia un altro, Andy però non è più interessato. E' sinceramente più interessato della sua condizione in quel momento, è davvero più interessato a come sia possibile avere un'erezione al solo ripensare a un sogno fatto.
Quello è molto più interessante, certo, come no.

Da qualche parte a Chicago ci sono dei ragazzi molto rumorosi che stanno sicuramente rompendo le scatole a tutte le persone attorno a loro, solo con il loro parlare e ridere e fare gli idioti.
Non sembrano preoccuparsi più di tanto delle occhiate che la gente lancia loro (occhiate malevole, per lo più), non gli importa di quante persone si sentano infastidite dai loro modi. Loro sono felici, chissene frega se al resto del mondo può dare fastidio.
Ancora ridendo si avviano verso il bar interno all'aereoporto, ordinano un caffè e un paio di brioches a testa, si siedono e consumano, sempre in modo rumoroso. Dovrebbero stare zitti, quantomeno nel momento in cui devono masticare. E invece no. Fanno anche più casino di prima, tirano pezzi di brioches nella speranza di colpirsi e affondarsi tra di loro, poco ci manca che si tirino addosso pure i caffè.
Continuano così per un quarto d'ora buono fino a che uno di loro decide di alzarsi in piedi. Dice agli altri di seguirlo, quelli si lamentano ma lui li fulmina con un'occhiata, allora si zittiscono per qualche secondo e si alzano in piedi, prendendo la loro roba e dirigendosi fuori dall'aereoporto.
Quando escono sentono caldo. Non immaginavano che ci fosse così caldo a Chicago, di quei tempi. Non hanno portato niente di leggero, gli toccherà fare un po' di shopping. Uno di loro saltella felice al pensiero, battendo le manine tutto contento, mentre gli altri non sembrano poi così entusiasti.
-Io dico che si è dimenticato-
Gli altri tre si voltano a guardarlo, shockati. -Stai parlando di Pete?-
Lui annuisce. -Certo. Io dico che si è dimenticato di venirci a prendere-
-Non essere idiota, Jon! Pete non dimenticherebbe mai di venirci a prendere!-
-Allora chiamalo, Bden-
Battibeccano ancora per un bel po', davanti l'entrata dell'aereoporto con le valigie poggiate malamente per terra proprio davanti ai loro piedi. Nessuno vuole credere che Pete si sia davvero dimenticato, insomma, è impossibile, però il tempo passa e di lui nemmeno l'ombra. Quando Brendon si decide a chiamarlo trova la segreteria telefonica inserita: brutto segno, brutto, bruttissimo segno.
-Ha la segreteria- dice allora, riponendo il cellulare in tasca e guardando i suoi compagni. Hanno tutti un'aria quasi affranta, ma è sicuramente più omicida.
Allora cominciano a cercare un taxi. Sembrerebbe un'impresa facile, essendo a Chicago. Chicago è una grande città, di sicuro ci sono tanti taxi, soprattutto in zona aereoporto.
E invece no.
Aspettano quasi mezzora, ma di un taxi nemmeno l'ombra. Che città sfigata.
-Qualcuno ha il numero dei taxi?- chiede Jon con un filo di speranza nella voce, speranza che viene infranta quando gli altri tre scuotono la testa.
-Dannazione, è tutta colpa di Pete- biascica Brendon prima di accasciarsi sulla propria valigia e cominciare a seguire il filo dei suoi pensieri, escludendo il resto.
Quando finalmente trovano un taxi, circa tre quarti d'ora dopo, salgono tutti e quattro, impazienti di andare a casa di Pete (non per ammazzarlo, almeno non seriamente; più che altro per fare una doccia, sistemarsi, cose così).
Brendon sta ancora pensando che è tutta colpa di Pete se ha dovuto aspettare un dannato taxi per così tanto tempo, solo colpa sua. Di sicuro quel coglione si è addormentato o che altro.
Quando il taxi si ferma davanti casa Wentz Brendon si sente leggermente meglio, pensando alla doccia e alla seconda colazione che lo aspettano.
Si avvia insieme ai suoi amici, si ferma davanti alla porta, suona il campanello. Una, due, tre volte. Niente, niente di niente, non apre nessuno, la casa sembra deserta.
Jon riprova a chiamare Pete al cellulare ma lo trova ancora spento, allora propone di aspettare un po' lì davanti. Spencer comincia a imprecare, Ryan sta pensando a quale foulard può abbinare alla nuova camicia che ha comprato proprio prima di partire e Brendon semplicemente continua a pensare che Pete sia un coglione. Li ha lasciati soli e fuori di casa, perdio!
-Io ho un'idea!- trilla Ryan ottenendo l'attenzione di tutti. Non che si fidino delle sue idee, sia chiaro, ma comunque decidono di ascoltarlo, dopotutto non hanno niente di meglio da fare.
Ryan tira fuori il cellulare, compone un numero, attende. Gli altri provano a chiedergli spiegazioni ma lui li zittisce con un cenno della mano e si allontana, parlando al telefono. Quando ritorna da loro ha un sorriso da orecchio a orecchio.
-Ho risolto!- esulta, prendendo la sua valigia e avvicinandosi al ciglio della strada. Spencer, Jon e Brendon lo seguono perplessi, gli chiedono cosa abbia fatto e come sia riuscito a sistemare le cose.
-Ho chiamato Andy- risponde semplicemente Ryan, e Brendon si sente prossimo all'infarto.

Andy è appena uscito dalla doccia quando sente il cellulare squillare. Guarda il numero sul display, sorpreso, e risponde. Ryan Ross gli trilla qualcosa sul fatto che è colpa di Pete, che sono rimasti fuori, che gli dispiace ma ha bisogno che lui li vada a prendere.
Così Andy si veste, ancora un po' incerto e dubbioso. Prende l'auto (auto che usa davvero poco, preferisce andare in bici, lui, ci tiene all'ambiente), mette in moto e parte, vagando sicuro per le strade della sua città.
Quando arriva davanti casa di Pete trova i quattro ragazzi fermi sul marciapiede, tre di loro abbastanza scazzati e solo uno che sta visibilmente gioendo per qualcosa -conoscendo Ryan, potrebbe essere per aver visto un uccellino o per una nuova sciarpa che vuole comprare.
Accosta proprio davanti a loro e i quattro si avvicinano sorridendo, un po' imbarazzati. Lo salutano calorosamente, dopotutto sono amici!, e iniziano a sistemare le valigie nel portabagagli. La lotta contro il piccolo spazio dell'auto si risolve a loro favore quando riescono a far entrare tutto e chiudono, nonostante sembri che il portabagagli stia per aprirsi da un momento all'altro tanto è pieno. Poi arriva il momento di prendere posto.
-Io sto in mezzo!-
-Ma anche no, ci sto io!-
-Io davanti!-
-Ma sei pazzo?-
Dopo dieci minuti Andy vede Spencer, Ryan e Jon montare sul sedile posteriore, Ryan al centro perchè altrimenti si sente male e poi gli viene da vomitare, e lui non ci tiene ad avere un ragazzino che gli rovina tutta la macchina. Il problema più grande è che Brendon sale davanti, accanto a lui. Accende la radio, Andy, sperando che la musica lo distragga da quel maledetto pensiero che gli gira in testa dal mattino. Brendon guarda fuori dal finestrino e ogni tanto si volta verso di lui, e Andy non arrossisce, no, è solo che fa caldo, fa stranamente caldo per essere aprile, okay? Non è colpa sua se il sole che si riflette sui vetri lo sta facendo cuocere.
Quando arrivano a casa sua Andy scorta i quattro ragazzi nelle due camere per gli ospiti (fortuna che ce le ha, altrimenti sarebbero rimasti accampati sul pavimento del salotto), li molla lì e corre in cucina a bersi un bicchiere di latte. Di riso, questa volta.
-Andy, scusa, mi servirebbe un asciugamani-. Brendon spunta in cucina senza fare il minimo rumore, Andy sussulta e poi lo guarda, cercando di ritrovare una parvenza di normalità.
-Te li porto subito- dice e Brendon sorride, gli fa l'occhiolino e va via.
No, deve sicuramente essere il caldo, sì, il caldo gli ha dato alla testa, assolutamente. Brendon non può fargli l'occhiolino, di solito è Pete che fa la puttana a destra e a manca, sì, certo.
Si sistema gli occhiali sul naso e sale di sopra, con calma; prende degli asciugamani puliti dall'armadio a muro in corridoio ed entra nella stanza di Brendon. Quello che vede gli fa venire un mezzo infarto, esce e chiude velocemente la porta, chiudendo forte gli occhi.
-Ehm, ti lascio gli asciugamani fuori dalla porta- dice. -Quando sei vestito -no, presentabile, ecco sì, quando sei pronto vieni a prenderli-
Mentre Andy balbetta e scappa via, dall'altro lato della porta un Brendon in boxer ghigna.
Prende il cellulare, scrive velocemente un messaggio e si butta sul letto. Poco dopo entra Jon con degli asciugamani in mano, lo guarda con un sopracciglio alzato, non capisce che cos'abbia da sorridere a quel modo.
-Forse ho trovato il modo- dice Brendon. -Forse riuscirò a togliergli quei cazzo di pantaloni-
Jon scoute la testa e non dice niente, tanto è tutto inutile. Da quando Brendon si è messo in testa di farsi Andy (di stare con Andy) non c'è niente che possa distoglierlo dal suo obiettivo.
Jon lo sa, Spencer lo sa, lo sanno persino Pete e Joe. A Ryan non hanno detto niente perchè, be', è Ryan ed è una pettegola di natura. Non hanno detto niente nemmeno a Patrick, anche se Jon è quasi sicuro che Pete gli abbia detto tutto.
E ovviamente neanche Andy sa nulla della faccenda. Se lo sapesse, pensa Jon, probabilmente scapperebbe lontano, in un altro stato o chissà dove, e cambierebbe anche nome per non farsi trovare.

Quando Andy scende a fare colazione, il giorno dopo, gli prende quasi un infarto. Non gli bastano i sogni a luci rosse (che, tra l'altro, ha fatto anche questa notte), no, deve pure trovarsi Brendon svaccato sulla sedia senza maglietta e coi pantaloni che gli scivolano praticamente giù.
-'Giorno- trilla il ragazzo semi nudo sistemandosi meglio sulla sedia. Andy grugnisce qualcosa, si sposta verso il frigo, gli da le spalle. Si volta brevemente a guardarlo, ma giusto un pochino, giusto per, er, guardare la sua schiena, okay? Deve scoprire se ha la gobba o meno, chissà, potrebbe averla. Eppure non è uno che sta ore ed ore chino sui libri, quindi anche no. Oh, è meglio controllare, comunque.
Oh.Mio.Dio. Ma cazzo, alzarsi quei pantaloni no?! Oddio, Andy smettila, smettila, basta pensare al sogno, dove i pantaloni neanche li aveva, per inciso. No, basta, basta, menta piperita. Oh sì, menta piperita, buone le caramelle alla menta piperita.
-Andy, stai bene? No, perchè hai un'aria un po' strana-
Andy tira fuori di scatto la testa dal frigo e sbatte forte contro lo sportello, seguono una serie innumerevole di imprecazioni e parolacce, degne di sicuro di uno scaricatore di porto, ma Andy non se ne preoccupa più di tanto, gli interessa di più uscire vivo da quella situazione.
-Uhm, sì, bene- dice quasi burbero, e davvero, è l'unico tono che può usare. Brendon lo guarda sospettoso, poi sorride e il criceto nella testa di Andy gli fa ciao ciao con la manina prima di mollarlo definitivamente.
-Ah, volevo ringraziarti- trilla ancora Brendon, e Andy pensa alla menta piperita. -Davvero, ci stai facendo un favore, sei un amico-
-Uhm, sì, certo-. Brendon ride, e l'ultimo neurone di Andy decide di suicidarsi perchè, davvero, quando è troppo è troppo. Addio criceto, addio neurone, che gli rimane? Niente, probabilmente.
Si siede di fronte al cantante, abbassa gli occhi sul suo budino di soia e lo fissa intensamente, cercando di cancellare dalla sua testa le immagini di Brendon seminudo che fa cose alla sua pelle. Perchè, dai, era solo un sogno, e i sogni sono fatti per rimanere tali, e comunque sono stupidi. Non sono desideri repressi, no, lui non ci crede a queste stronzate.
-Ehi, sicuro di stare bene?-
Andy è sicurissimo di stare bene. Infatti non fa un salto di quasi un metro e mezzo quando Brendon gli poggia una mano sulla sua, per niente. Non gli prende un infarto, proprio no. Non è per l'infarto sfiorato che, senza dire una parola, si alza e se ne va.
E' solo colpa di Pete. Maledetto Wentz.

-Ehi Andy!-
Lui non è quasi caduto dalla sedia, okay? E' solo che era seduto male e si è leggermente spostato, e si è sbilanciato, e non è per niente colpa di Brendon che è entrato nella stanza trillando come al suo solito.
-Scusami, ti ho spaventato?- domanda il bastardo e Andy scuote la testa. No, certo che no.
-No-. Secco. Con la coda dell'occhio guarda Brendon e vede il suo viso farsi triste triste, una faccia così triste che vorresti cancellargliela a suon di baci. Ma no, Andy non l'ha mica pensato, eh.
-Torno di là...- sussurra il più piccolo e Andy non sa che fare. Non capisce che diamine gli sia preso, perchè sia così triste, eppure stava trillando fino a due secondi prima!
-No, cioè, Brendon... c'è- c'è qualcosa che non va?- chiede Andy e volta totalmente le spalle al computer. Si sistema meglio gli occhiali sul naso e lo guarda, semplicemente. Non deve impedire al suo criceto o al suo neurone di mandargli immagini dei sogni a luci rosse, dopotutto nemmeno ce li ha più, criceto e neurone. Vorrebbe capire chi cazzo è che gli ricorda quei sogni, allora, perchè comunque le immagini restano.
Brendon sospira e lo guarda, sulla porta, sempre con quella faccia triste triste. -No, è solo che mi sembra che tu mi stia evitando. E non vorrei darti fastidio, quindi torno di là, magari Ryan è ancora sveglio-
Ora Andy si sente una merda. Non una merda di quelle piccole, tipo cacca di topo, per niente. Una merda di quelle gigantesche, tipo cacca di elefante, per rendere l'idea. Lui non odia Brendon, cavolo!
-Io non ti sto evitando- balbetta, e non capisce nemmeno perchè stia balbettando, stanno solo parlando, no?
Brendon lo guarda ancora e Andy si sente più merda di prima. -Allora è stata solo una mia impressione...-
Andy annuisce, cerca di tranquillizzarlo. Quando Brendon si avvicina non salta in aria spaventato come un gattino col pelo arruffato, no, e non rischia nemmeno di rovesciare la tazza di latte sul computer, è pura fantascienza.
-Andy, capisco che magari sei abituato a stare da solo, ad avere i tuoi spazi e tutto- dice Brendon piano mentre fa un altro passo verso di lui. -E capisco che ti siamo piombati qui tra capo e collo, e non deve essere carino. Se Pete non ci avesse mollati in mezzo alla strada non ti avremmo mai disturbato, e mi dispiace che lo abbiamo fatto, sul serio, però... ecco, potresti anche evitare di evitarmi-
Essendo che non ha un criceto o un neurone, il cervello di Andy ci mette qualche secondo in più a capire il collegamento, ma comunque ci arriva.
-Oh-.
Il cervello di Andy -o quello che ne rimane- va completamente in tilt quando Brendon si siede su di lui e lo guarda con due occhioni pallati e dolci dolci, e Andy si accorge a malapena di non avere più un cervello che risponde a lui perchè, be', lui non gli ha mica detto di abbracciare Brendon e coccolarlo, no di certo.
Brendon emette un mugolio basso e contento con il volto sepolto nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla, sembra quasi che stia facendo le fusa e Andy non sa più che fare.
I sogni delle notti precedenti continuano a ronzargli nel cervello e il suo unico neurone sembra tornare per un momento solo per madargli un cartello che dice "magari è la volta buona che si avverano".
Quel poco che rimane del cervello di Andy dovrebbe dirgli che no, non può farlo, Brendon è solo un ragazzino, ma siccome quel poco di cervello che gli rimane è andato totalmente in tilt nessuno gli dice niente, e allora lo bacia, al diavolo il resto.
Brendon si lascia baciare e sorride, tutto contento, mentre gli butta le braccia al collo e inclina la testa. Approfondisce il bacio, da dolce lo rende quasi aggressivo, stuzzica la lingua di Andy e Andy pensa che potrebbe persino morire, grazie tante.
Poi Brendon fa una cosa davvero davvero incredibile, si muove sul bacino di Andy, lentamente, sensualmente, ed è la fine.
Andy non capisce come le loro magliette siano volate via ma non gliene importa più di tanto, la pelle di Brendon, la pelle nuda di Brendon sotto le sue mani è molto molto più importante. Lo accarezza, lo pizzica, lo stuzzica e Brendon continua a mugolare, alterna sospiri spezzati e sorrisi lascivi, e Andy pensa che non ha mai visto niente di più bello in vita sua.
Poi Brendon si alza ed Andy vorrebbe quasi ucciderlo, ma si ricrede subito dopo quando Brendon inizia a sbottonarsi lentamente i jeans, quando se li fa scivolare lungo i fianchi e li calcia via non appena gli arrivano alle caviglie.
Andy non sa quando è successo. Non capisce bene quando i sogni si siano trasformati in realtà, se quando Brendon si è tolto i pantaloni o quando lentamente si è lasciato scivolare via i boxer, rimanendo nudo di fronte a lui. Non lo sa davvero, ma sa che è una bella sensazione.
Si alza e Brendon gli si avvicina, si struscia letteralmente contro di lui, gli porta le mani sui fianchi e inizia a muoversi. Brendon sta ballando, sta ballando con lui, ed è dolce, e sexy, e Andy è così eccitato che sta per esplodere ma non vuole che Brendon smetta di ballare.
E Brendon continua a ballare mentre lentamente gli sbottona i jeans, tira giù la zip, li abbassa, glieli toglie. Andy li calcia via velocemente, infastidito, e torna da Brendon, che sta continuando a ballare.
Brendon sorride e Andy vede i fuochi d'artificio e le stelline tutt'intorno alla propria testa.
Poi Andy si trova ad avanzare verso il centro della stanza, sta semplicemente seguendo Brendon e si ritrova sul tappeto, per terra. Brendon è nudo, dio, proprio nudo, e vuole lui, e Andy non sa a quale divinità deve rendere grazie perchè, sul serio, è Brendon.
Poi decide di prendere un po' l'iniziativa e fa stendere Brendon, facendogli scivolare dolcemente un cuscino sotto la testa. Lentamente si toglie i boxer, rivela lo stato pietoso in cui versa, Brendon sorride e nei suoi occhi c'è una luce maliziosa, irresistibile.
Andy sorride e si stende dolcemente sopra di lui proprio mentre Brendon allarga le gambe per fargli spazio e oh!, le loro erezioni si scontrano, e dio, che piacere.
Andy gli bacia le labbra, la linea della mascella; scende a baciargli il collo, il petto. Stuzzica un capezzolo con i denti fino a che non inturgidisce, sorride, continua a lasciare una scia umida di baci e leccatine lungo tutto l'addome fino ad arrivare all'inguine. Brendon geme e sospira, ha le mani puntate per terra, spinge il bacino verso di lui e Andy capisce che è ora.
Porge due dita a Brendon che le prende in bocca senza nemmeno pensarci e comincia a leccare, e oddio, sta facendo un pompino alle sue dita, e Andy potrebbe venire solo a quella vista ma per fortuna riesce a trattenersi.
Le dita diventano tre e Brendon continua a succhiare e leccare fino a che Andy non gliele sottrae e quello mugola infastidito, ma poi le dita di Andy entrano dentro di lui, e Brendon stavolta mugola di piacere.
Andy sorride perchè è lui che gli sta facendo tutto quello, è lui che lo sta facendo sospirare, gemere, mugolare, ed è una cosa fantastica. Poi toglie le dita, piano, e sempre piano entra dentro di lui, poco alla volta, con calma, non vuole fargli male.
Brendon trattiene un gemito più forte degli altri, gli porta automaticamente le gambe sulle spalle, si aggrappa al tappeto e socchiude gli occhi. Andy comincia a spingere lentamente e lo guarda, è leggermente sudato, con un'espressione beata sul viso, ha gli occhi socchiusi ed è bellissimo, persino più bello che nei suoi sogni.
Brendon inarca un po' la schiena, spinge di più il bacino contro di lui e Andy aumenta il ritmo delle spinte, più forte, sempre più forte, mentre con una mano va a occuparsi dell'erezione del più piccolo, che a giudare dalle condizioni è anche abbastanza dolorosa.
Brendon viene in un verso strozzato sospirando il suo nome e Andy capisce che è troppo, non può sopportare oltre. Già quel verso sarebbe stato capace di farlo venire al solo sentirlo, ma adesso che è dentro di lui è anche peggio. Si lascia andare all'orgasmo e si aggrappa a Brendon proprio mentre Brendon si aggrappa a lui, ed è tutto un groviglio di braccia e gambe e corpi e sudore, e anche se sono su un tappeto probabilmente impolverato a nessuno dei due sembra importare.
Si lasciano andare tra le braccia di Morfeo proprio lì, su quel tappeto, nudi e ansimanti.

Quando Andy si sveglia sa di aver fatto un altro sogno, un altro di quei suoi sogni a luci rosse.
Scende dal letto, si butta qualcosa addosso e si dirige in cucina, ancora mezzo addormentato ma con il bisogno immediato di fare colazione. Si sente stanco, di sicuro tutte le ore che passa al computer stanno iniziando a fargli male.
Quando vede Brendon seduto in cucina con una sua maglietta addosso quasi sviene. Quello gli fa ciao ciao con la manina, sorride, si alza, gli va incontro.
Gli bacia le labbra.
-Buon giorno- trilla tirandolo per un braccio e facendolo sedere. Andy pensa che dovrebbe cambiare cervello perchè non è possibile, non è assolutamente possibile che abbia scambiato tutto per un sogno. Perchè non è stato un sogno, giusto? Giusto?
Brendon gli porge una tazza di latte di soia, i cereali colorati e un cucchiaio, poi torna al suo caffè con un sorriso beato stampato sul volto.
Andy si versa i cereali e sta ancora rimuginando sul sogno. Cazzo, cervello di merda che gli confonde i sogni con la realtà! Magari le altre volte non erano sogni e invece quella sì! Oppure il contrario. Oppure boh, basta, ha bisogno del suo neurone e del suo criceto, da solo non può farcela.
-Che fai, ricominci a ignorarmi?- sorride Brendon e Andy sente che l'infarto è davvero in arrivo, questa volta. Brendon non può sorridere così, semplicemente non può. Un sorriso semplice, pulito, dolce, che ti ammazza sul colpo.
-No, certo che no- risponde facendo pace con il suo cervello e convincendosi che no, non è stato un sogno, era tutto vero. Be', almeno la scorsa notte. Brendon ride e Andy dice di nuovo addio al criceto che era tornato da lui giusto due secondi prima.
-Se Pete non fosse partito insieme a Patrick dimenticandosi di noi tutto questo non sarebbe successo-
Andy sorride, gli prende il volto tra le mani, lo bacia. Brendon mugola contento e si lascia andare tra le sue braccia e a Andy basta.
-Già, è tutta colpa di Pete- dice prima di tornare al suo latte e cereali. Brendon tossicchia, torna al suo caffè.
Quando Andy non guarda prende di nascosto il cellulare dalla tasca dei pantaloncini leggeri e legge il messaggio appena arrivato.
"Allora, sei riuscito a fartelo o no? Io devo tornare a casa, idiota decerebrato che non sei altro. Torno oggi, che ti piaccia o no. Se ci sei riuscito bene, altrimenti keep the faith, jeans removing! -Pete."
Brendon, di nascosto, ghigna.
Tutta colpa di Pete, certo.

*The End*

fan » mrs_toro_or, fic » band » fall out boy, fic, fic » band » panic! at the disco, fic » people » brendon urie, fic » people » andy hurley, fic » fandom » fueled by ramen, fic » pairing » andy/brendon

Previous post Next post
Up