Autore:
juliettesaito/
sophie_tentacleGenere: SLASH SLASH SLASH SLASH
Rating: SLASH SLASH SLASH SLASH
Avvertimenti: SLASH SLASH SLASH
Personaggi: Shari Llewellyn Saint Simon, Leyn DeLorean
Claim: come sopra
Tema: 3a.11.Naked Purple e 3a.12.Cherry Red, proposti personalmente da
fiorediloto e basati sui temi del set 'Colourful'@
diecisudieciIntroduzione: Shari è un personaggio col quale non giocavo da ANNI... penso di averlo concepito quando avevo all'incirca sedici o diciassette anni, il che vuol dire che vince la palma per la lunghissima percorrenza. Scoprirete più di lui continuando a leggere. Prego, per di qua...
Note: scritte espressamente per l'amorosa commare
fiorediloto.
La dodicesima notte - Atto Primo
La candela accesa sul comodino arde in silenzio, danzando piano nell'aria appena smossa.
In una frazione di secondo Leyn si rende conto di averla accesa per sé, non per il padrone.
Per quanto esigua, la tenue fiammella basta a schiarire il buio, tingendolo per riflesso dell'ombra purpurea proiettata dalle cortine del letto.
Il velo di rossore sulle guance del servetto richiama ancora quel colore - soltanto ora si è reso conto dell'errore: la candela non aiuta il padrone a vedere, ma rende lui stesso vergognoso e consapevole della propria nudità.
"...non avere paura..." mormora Shari, accompagnando le parole alle carezze. Il tatto gli mostra più di quanto gli occhi non neghino, e le sue dita - benché egli sia il padrone - sono gentili.
Leyn si aggrappa più forte alle sue spalle, il viso affondato nel velluto della sua veste. È la prima volta che si spoglia per qualcuno, la prima volta che qualcuno lo tiene tra le braccia; è la prima carezza che lo fa arrossire e fremere. Che si tratti del padrone è un di più che gli annoda lo stomaco per il timore e l’aspettativa. Vuole compiacerlo al massimo delle sue possibilità, ma la buona volontà soccombe all’imbarazzo e all’inesperienza e lo lascia perplesso e tremante - le cortine sono scostate e uno spiffero gelido gli sfiora la schiena nuda.
Il brivido di freddo si scioglie in un sussulto d’anticipazione quando Shari gli fa voltare la testa e con pazienza gli insegna a baciare.
Il primo moto è di perplesso disgusto, ma il secondo contiene la scintilla del desiderio: il bacio si è approfondito, la carezza si è fatta quasi troppo ardita, il freddo è scomparso del tutto.
“Padrone…” mormora piano, ben conscio del tono implorante, “per favore…” Senza accorgersene si è stretto più vicino, si è seduto più comodo.
“Come desideri...” un bacio sorridente sulla tempia è l’ultimo avvertimento; poi le mani di Shari si stringono benevole ma forti sui piccoli fianchi del fanciullo, e lo guidano su di sé.
Uno spiffero più forte spegne la fiammella della candela a metà danza, e dalle tenebre color porpora affiorano solo parole di dolce incoraggiamento, e un lieve pianto.
La dodicesima notte - Atto Secondo
È trascorso circa un anno da quando il padrone l’ha accolto nel suo letto per la prima volta. Leyn non presta molta attenzione a ricorrenze e anniversari, né ha particolare piacere a ricordare la paura e la timidezza di quel tempo.
Certo non mentre si spoglia in fretta, rabbrividendo per l’aria pungente, e si infila tra le lenzuola, respirando forte per scaldarle.
Al padrone spesso insonne non dispiace affatto scovarlo lì nascosto mentre finge di essere uno scaldaletto umano.
Nel corso dei mesi Leyn ha perfezionato la sua tecnica sulla base di un’assidua pratica. Ecco, il rumore diseguale di passi in fondo al corridoio lo mette sull’avviso: dopo le coltri, è il suo corpo a doversi scaldare a dovere.
Una mano scende ad accarezzare, l’altra a preparare - nessun lamento viene soppresso, nessun movimento trattenuto perché sia meno evidente.
I passi si fermano sulla porta.
È il segnale: piuttosto che zittirsi, Leyn amplifica ogni gesto, ogni rumore.
Il primo premio è sempre lo schiaffo dell’aria fredda, quando le lenzuola vengono spostate; ma il secondo è il peso del padrone che lo schiaccia al materasso, il terzo e più gradito è la premura spiccia con cui lo possiede. Oggi, poi, gli regala anche le mezzelune rosse del morso, calato a forza nella spalla bianca.
Resterà il segno dei denti, ma a Leyn importa poco. Mordendosi il labbro gli graffia le spalle, e ne chiede ancora.