Oh, che devo fare se i libri belli arrivano sempre due a due.

Jun 21, 2008 00:06




mettetevi comodi..

...sia per leggere le 400 e più pagine belle dense del romanzo (non è grave: due giorni, se vi prende davvero vi scordate di cosa c'è intorno) sia per la mia recensione self-centered, autoreferenziale e pure sicofantica.
Premetto che non leggo mai fantasy. E' un genere che non mi interessa, non mi diverte, non mi attirano i mondi fittizi. Mi hanno di recente regalato una *sòla* terrificante su una cacciatrice di vampiri (si dice il peccato e anche la peccatrice: scritto da tale Laurell K Hamilton, le avventure di tale Anita Blake, wow che originale) che è di una banalità, ripetitività e scopiazza da tante di quelle fonti che secondo me l'autrice la pagano a parola. Oltre ad essere scritto malissimo, e tradotto anche male - ma non entro nel merito perchè so che vitaccia fanno i traduttori dei "generi minori", e per quanto l'avranno pagato ha fatto del suo meglio - il problema era a monte: una storia così brutta da risultare insultante per il lettore stesso, e lì non c'entra il bello scrivere in italiano.
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PAN però non è un libro fantasy, non mi è sembrato, ne' lo era LA RAGAZZA DEI MIEI SOGNI: sono romanzi e basta. I due personaggini che mi hanno parlato dei libri di Dimitri sono due di cui mi fido ciecamente e uno di loro conosce pefettamente i miei gusti, quindi se ha detto che mi sarebbe piaciuto lo scrittore "fantasy" Dimitri non lo diceva per sue questioni di lealtà al genere, e ci ha azzeccato.
In questo romanzo-non-di-genere c'è tutto. Proprio tutto. A vent'anni ho bazzicato ai margini di una certa cultura esoterica, e ne sono uscita abbastanza pesta e disillusa, dopo aver letto tantissima fuffa, tanta altra fuffa ben scritta ma pur sempre inutile (Castaneda, anyone?) e tante cose splendide ma difficili da affrontare "a freddo" (Evola, Eliade, il Gruppo di Ur, l'alchimia cinese a vent'anni? E come avrei mai potuto afferrare davvero alcunché? Più che leggere ho guardato le frasi sulla pagina. Una mezza biblioteca di libri che ho guardato, non letto). 
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In PAN c'è tutto, dicevo: concetti e visioni del mondo (---dei mondi!) riunite in un tutto coerente, perfettamente legati tra loro, un universo in sole 400 pagine e anche spassosissimo. Avessi letto questo libro a vent'anni e per primo, forse sarei rimasta interessata all'esoterismo, anzi mi sarei abbastanza esaltata.
Spassosissimo perchè oltre a una trama che fila veloce, assolutamente "filmica" ma nel senso che richiederebbe circa sei ore perchè ogni dettaglio è utile e godibile, la vera novità è che non è scritto con quei toni cattedratici e self-important dei classici romanzoni: la lingua è quella di ora. Proprio del 2008. Sembra un dettaglio ma non lo è: i dialoghi sono assolutamente realistici, nessuno parla come nei libri, parlano come nella vita. Non deve essere facilissimo da ricreare (vedere appunto l'orrenda Laurell K Hamilton e le frasette di plastica che fa dire ai suoi personaggi meccanici). E se un intero libro si basa sulla coesistenza di vari mondi, di cui il nostro mondo reale è solo uno dei tanti, è proprio questo menzionare MySpace, YouTube, Enrico Mentana (lì ho avuto proprio un brivido), ceffi romanacci e gergo da liceali due righe sopra o sotto una disquizione sui Mondi a far capire davvero la differenza: laddove in mano a scrittori senza talento sarebbe una distinzione puramente fictional da accettare per creare un minimo di credibilità, qui si LEGGE davvero lo scarto tra la Carne e il Sogno e l'Incanto.
Sulla trama non mi pronuncio perchè succedono tantissime cose, velocissime, ammassate l'una sull'altra (giustamente, la realtà non segue mica copioni, e questa lettura è molto reale), nessuno ne esce benissimo (non c'è l'eroe superbuono ma neanche lo spregevole cattivo, c'è gente che fa quello che vuole fare, con tutte le conseguenze del caso. Sapete com'è, nel mondo reale funziona così). E si ghigna anche parecchio, specialmente - perdonatemi lo spoiler - dal momento in cui arriva Temidoro in poi.
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Per la versione filmica, perchè qui ci vuole minimo Hollywood, io sarei per Alejandro Amenábar, anche se so che l'ottimo Luciferasi ha un altro artista in mente. Però serve humour, perchè questo è uno dei libri di ammazzamenti, morti orrende, sangue, violenza e pestaggi più puramente divertente che si sia mai visto.
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Noterella di colore è il tributo amoroso a Roma, che l'autore chiaramente ama davvero, che "prende sul serio" (cosa pensate se pensate a Roma? Materialista, casinara, fighetti col maglioncino, sempre a magnà, tramonti ocra, pini; Dimitri invece torna a rispettarla, che è abbastanza una novità).
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tremo al pensiero di cosa possa inventarsi la prossima volta. 
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