Fandom: Originale - Racconto Sovrannaturale;
Pairing: Hikaru/Septienne;
Rating: NC17;
Genere: Fantasy-Horror, Romantico;
Beta:
Narcissa63;
Summary: Dopo secoli di lontananza, un Vampiro ed il suo Master si rincontrano in un locale. La loro storia tra passato e presente.
(Scritta per la
Criticombola di
Criticoni.)
Note Iniziali: Questa fiction nasce da un’idea folle della mia beta,
Narcissa63, che ha deciso di trasformare un po’ delle sue autrici in Vampiri ed è scritta per la
Criticombola di
Criticoni. Prompt 19 - Royal Blu.
DISCLAIMER: Personaggi, luoghi citati e quant’altro appartengono a me, quindi serve il mio esplicito consenso per usarli; sono tutti miei tranne Septienne, che è di proprietà di queenseptienna, la quale ne detiene i pieni diritti e me l’ha “prestato” per l’occasione.
Who Wants To Live Forever
Stanotte i raggi dell'artista di strada
mi accecheranno ma non mi sentirò triste
come faccio sempre
perché da qualche parte
nella folla, ci sarai tu
Quindi sarò lì quando arriverai
la vista di te mi dimostrerà
che sono ancora vivo
e quando mi prenderai tra le tue braccia
e mi stringerai forte
so che significherà per me
così tanto, stanotte.*
La musica infuria, pulsante e rombante come un cuore affannato, le luci psichedeliche abbagliano e stordiscono i presenti, ottenebrando i loro sensi già offuscati dall’alcool. Ti fai strada in quella ressa di corpi, cercando la vittima ideale per quella notte, colui o colei che ti sfamerà e ti donerà la vita. Quella discoteca è la tua “riserva di caccia” preferita, il tuo territorio. D’un tratto, però, un rumore sovrasta tutti gli altri, un battito cardiaco assordante che ti chiama a sé. Allibito, ti guardi meglio attorno, cercandone la fonte. Riconosceresti quel battito fra mille ed infatti eccolo lì, il tuo Master, poggiato con indolente eleganza al bancone del bar.
Veste ancora di Royal Blu come ai bei vecchi tempi, i suoi capelli lunghi e nerissimi risaltano come inchiostro sul quel colore e le sue iridi, simili a gemme di corniola, paiono quasi scintillare nella penombra. Ti ha riconosciuto, ha percepito la tua presenza come hai fatto tu, ti sta chiamando silenziosamente. Il sangue ti brucia nelle vene, attirato da lui, smanioso di ricongiungersi alla sua fonte.
Mai avresti immaginato di vederlo in abiti così moderni e hai quasi l’impressione che un’immagine lontana si sovrapponga a quella che hai di fronte, mentre ti fai strada tra la folla per raggiungerlo. Lo vedi così com’è nei tuoi ricordi, vestito con il suo kimono blu preferito, che quasi si confondeva con il manto del cielo notturno e con l’ombrello di carta di riso che portava sempre con sé, poggiato sulla spalla. Chi sa se quell’ombrello esiste ancora…
-Septienne- pronuncia il tuo nome come fosse un bacio, mentre le labbra piccole e rosse, incastonate in quel volto di porcellana, si arcuano nel sorriso enigmatico che una volta ti dava tanto ai nervi.
-Hikaru…- il suo nome rotola sulla tua lingua con una familiarità sconcertante e ti risuona nelle orecchie come il “mamma” invocato da un bambino.
Quanti secoli sono che non vi vedete? Vi siete persi nel vasto mondo, come viaggiatori raminghi e, fino ad ora, non sapevi nemmeno se fosse ancora vivo. Improvvisamente ti rendi conto di essere contento di vederlo. Sei felice che non si sia arreso immolandosi al sole, come troppi vostri simili, stanchi di esistere, hanno fatto. No, ti sei sempre detto, non lui. Il tuo Master non è uno che si demoralizzi, lui ha sempre amato la vita, gli umani, i cambiamenti del mondo. Lui è diverso da te, è diverso da chiunque altro.
Con naturalezza, poggia una mano dietro alla tua nuca e ti attira a sé per un bacio, niente più che una carezza delle sue labbra, il saluto ad un vecchio amico. Lo fa senza chiedere il tuo consenso, come se gli fosse dovuto, perché è il tuo creatore, colui che ti ha elargito il Dono Tenebroso* e che avrà sempre potere su di te. Hikaru ciò che vuole se lo prende, è la prima cosa che ti ha insegnato: un Vampiro non chiede mai.
-Chi ti ha fatto questo?- i suoi occhi a mandorla si assottigliano, mentre con il pollice sfiora delicatamente la cicatrice sul tuo occhio sinistro. Quello sguardo non promette niente di buono per il colpevole.
Sono passate centinaia di anni dal vostro ultimo incontro e la prima cosa che fa, quando ti rivede, è preoccuparsi per te. Se tu fossi rimasto al suo fianco, sarebbe bastata una goccia del suo sangue per far scomparire quello sfregio, invece hai scelto un’altra strada.
-Il colpevole è già morto- lo rassicuri.
Il tuo Hikaru…è ancora più bello di come tu rammentassi. La camicia ed i pantaloni dal taglio classico mettono in risalto il suo fisico longilineo e sottile. Immutato. Perfetto. Per la prima volta, la consapevolezza che voi siate davvero immortali, che mai niente vi cambierà, ti rassicura. Eppure manca qualcosa…
-Voglio vederti in kimono- bisbigli, accarezzandogli le braccia.
-Vieni con me allora- sorride lui, stringendoti un polso e guidandoti fuori dal locale.
Camminate per alcuni isolati e, non appena raggiungete un vicolo poco trafficato, ti stringe a sé e si alza in volo.
In passato usava sempre quello stupido ombrello giapponese quando levitava, anzi, sei quasi certo che qualcuno lo abbia scorto per caso ed abbia preso spunto da lui per ideare Mary Poppins. Ricordi che quando eri appena un Novizio, così tanto tempo fa che quasi ti pare impossibile esserlo stato, pensavi che senza quell’oggetto non fosse capace di usare il suo potere.
-Non essere sciocco!- ti aveva rimproverato bonariamente quando avevi espresso la tua perplessità, posando accuratamente l’ombrello da parte e dandoti una dimostrazione pratica per sfatare le tue credenze.
Dopo qualche minuto arrivate in un quartiere tranquillo e silenzioso e, poco dopo, raggiungete una palazzina in fondo alla strada. Il suo appartamento si trova all’ultimo piano di essa. Apre la porta e ti invita ad entrare con un semplice: -Prego- e tu avanzi nell’ingresso, guardandoti attorno con palese curiosità.
Il loft è arredato in stile giapponese, che qualunque mortale scambierebbe per moderno, ma tu invece sai bene come molti pezzi della mobilia siano vecchi di secoli, ed i colori predominanti sono i suoi preferiti: il nero, il bianco ed il Royal Blu. Seguendo il suo esempio ti togli le scarpe, mettendole da parte per non rovinare il tatami.
Il tuo sguardo si posa sulla pianta di bamboo accanto al tavolino basso e poi scivola sulla collezione di katane esposte in una teca. Il tuo Master è un ottimo spadaccino, non per niente quando era ancora in vita, era un Samurai. “Hikaru Ryu”, infatti, non è il nome datogli alla nascita, ma quello da adulto, che ha ricevuto durante la sua investitura a Samurai, ed il suo animo è, tuttora, l’incarnazione dei sette principi del Bushidō. Ricordi ancora le lezioni di scherma che ti aveva obbligato a prendere anche se, una volta divenuto immortale, non ne avresti avuto alcun bisogno. Ciononostante lui aveva sempre sostenuto che non ci fosse nulla che non valesse la pena di conoscere, specie considerando che un Vampiro sarebbe stato in grado di apprendere qualsiasi cosa con una rapidità che un mortale avrebbe potuto solamente sognare.
Su di un muro è appeso un grande ventaglio di carta, raffigurante la città di Kyoto, suo luogo natale ed, in una vetrina poco distante, scorgi finalmente l’ombrello giapponese che ricordi così bene. Eri certo che lo conservasse ancora, dato che si tratta di un dono del suo Master.
-Accomodati, io intanto vado a cambiarmi- ti esorta, prima di dirigersi verso una camera laterale, quella che probabilmente è il suo rifugio diurno. Lascia la porta aperta e tu riesci ad intravvedere il suo corpo niveo emergere dai vestiti e venire richiuso nel cotone della sottoveste e nella seta del kimono.
Ti siedi a gambe incrociate su di un cuscino di fronte al tavolo ed attendi il suo ritorno, ascoltando il fruscio musicale prodotto dai suoi passi e dalla stoffa dell’abito tradizionale. Quando si presenta nuovamente davanti ai tuoi occhi, non puoi fare a meno di ammirarlo in tutta la sua sfolgorante bellezza. Il kimono color rame, decorato con figure geometriche di diverse gradazioni di blu, mette in evidenza la linea dritta delle sue spalle ampie e quella stretta dei suoi fianchi sottili. Ogni movimento di Hikaru è elegante ed ipnotizzante come una danza. Una volta lo invidiavi per questo, ma poi sei arrivato a comprendere come tu possieda un fascino d’altro tipo.
-Dov’è il tuo demone?- domanda curioso, accovacciandosi accanto a te, e non puoi fare a meno di chiederti come sia possibile che la sua voce suoni simile allo scorrere d’un ruscello, perfino quando ha un timbro così palesemente ostile.
Un tempo tu lo hai abbandonato, scegliendo Asmodai, e lui non ti ha fermato. Ancora oggi ti chiedi perché lo abbia fatto, Hikaru Ryu è sempre stato un essere egoista e capriccioso, come tutti i Vampiri d’altronde… ma credevi ti amasse. Non lo ammetterai mai, ma il fatto che non abbia cercato di trattenerti ti ha profondamente deluso.
-Oh, sai come sono quelle creature… ancora più imprevedibili di noi Succhisangue- butti lì, dato che non hai la più pallida idea di dove si trovi Asmodai. Il tuo amante va e viene come preferisce, senza mai renderti conto dei suoi spostamenti, e tu fai altrettanto, tuttavia, in un modo o in un altro, riuscite sempre a rintracciarvi.
Le tue iridi d’argento di posano sul collo lungo e pallido di Hikaru, che lo scollo a “V” dell’abito lascia scoperto… riesci a vedere il pulsare della giugulare attraverso la pelle nivea.
-Stanotte non ti sei ancora nutrito, vero? I tuoi occhi si stanno tingendo di rosso per il desiderio- sussurra, posandoti una mano sotto al mento per farti alzare il viso ed incrociare il suo sguardo.
Le tue braccia si muovono di loro iniziativa e lo attirano a te, facendolo accomodare sulle tue gambe, ed un momento dopo la tua bocca è sulla sua. La tua lingua avida ed impertinente accarezza le sue labbra per approfondire il bacio e queste si schiudono docili, accogliendoti e ricambiandoti con il medesimo impeto. Dio, ti eri dimenticato di quanto fosse dolce il suo sapore e di quanto il suo profumo di magnolia t’inebriasse i sensi! Scendi a baciargli la gola e lui t’intreccia le dita tra i capelli, reclinando il collo ed invitandoti tacitamente ad affondarvi i denti. Un attimo dopo ti ritrovi a stenderlo sul tatami, mentre succhi avidamente la sua essenza vitale. Il sapore del suo sangue t’infiamma come solo quello del tuo Master è capace di fare e lui si lascia sfuggire un gemito, inarcandosi sotto di te. Avevi quasi scordato quanto fosse piacevole per un Vampiro venire morso… decisamente hai passato troppo tempo con il tuo Demone della Lussuria.
In passato Hikaru ti concedeva il suo sangue ogni volta che lo desideravi e, con quel sorriso imperscrutabile che rendeva il suo volto simile ad una maschera del Teatro Nō, lasciava che ti sfamassi di lui. Solo in seguito hai compreso quanto fosse generosa, nonché inusuale, quell’offerta. Il sangue del Master, infatti, potenzia sempre il Novizio e questo, il più delle volte, rischia di andare a discapito del primo, dato che da modo al suo pupillo di diventare, in breve tempo, molto più potente e rivoltarglisi contro, se lo desidera. Hikaru, però, non se n’è mai preoccupato, forse perché si fidava di te o, più probabilmente, perché desiderava rafforzarti in modo che nessuno potesse farti del male.
Continui a succhiare e succhiare, senza riuscire a staccarti, sai che gliene stai portando via troppo, ma non riesci a fermarti ed egli non ti scaccia. Solo quando mormora il tuo nome, ti rendi pienamente conto di cosa tu stia facendo e ti allontani delicatamente da quel collo tentatore, posando un ultimo lieve bacio sulla ferita, che si richiude sotto le tue labbra. Rimani incantato a guardarlo: ha gli occhi socchiusi ed il respiro affannato, i capelli sparsi sul pavimento come arabeschi, le braccia abbandonate ai lati del corpo ed i vestiti scomposti. Fragile, delicato, bellissimo.
-Scusa…- sussurri, accarezzando le sue ciocche nere -Stai bene?- domandi solerte.
-Mi gira un po’ la testa- bisbiglia, puntando lo sguardo su di te. La perdita di sangue ha tinto le sue iridi di scarlatto. Le sue mani pallide si aggrappano alla tua camicia e ti tirano di nuovo su di lui, i suoi denti si chiudono sulla tua giugulare e fremiti bollenti ti scivolano lungo la schiena, esplodendo nel tuo inguine quando comincia a suggere, riprendendosi ciò che gli devi. Improvvisamente hai l’impressione che il tuo intero corpo sia divenuto l’organo che hai in mezzo alle gambe, così sensibile, che anche solo le sue dita che ti sfiorano attraverso la stoffa dei vestiti, ti fanno impazzire. D’un tratto Hikaru ribalta le posizioni e ti blocca i polsi sopra alla testa, cerchi di liberarti ma, nonostante il trascorrere dei secoli, è sempre più potente di te.
Tutto questo ti ricorda il vostro primo incontro, quando non eri altro che un ragazzo ubriaco in una bettola milanese, che lui rapì per farne il proprio amante. Rammenti ben poco di quella notte, perdesti i sensi a causa dell’eccesso di alcool ingerito e quando ti risvegliasti eri nudo, in un letto a baldacchino, coperto solamente da un intricato karada.
-Shhh…fai il bravo e ti divertirai quanto me- ti aveva ammonito, mentre tu ti dimenavi, ottenendo solo che le ruvide corde ti stringessero maggiormente.
Il resto non era stato altro che un nebuloso miscuglio di piacere, sangue e dolore. Al mattino non eri più umano.
Riesci a sentire il suo membro duro strusciare sopra il tuo, ancora separati dagli indumenti che indossate, mentre il tuo Master si spinge contro di te. Ti sfugge un altro singhiozzo…siete entrambi così eccitati! Lentamente si stacca dal tuo collo, leccando un’ ultima volta le trafitture lasciate dai suoi stessi canini, che si richiudono rapidamente. Alza il capo cercando il tuo sguardo e si umetta le labbra, prima di catturare nuovamente le tue, incorniciandoti il viso tra le sue mani affusolate. I vostri sapori di fondono nell’intreccio delle vostre lingue, infiammando ancora di più i vostri sensi. Te lo stringi di nuovo addosso e lo trasporti con te, schiacciandolo sul pavimento con il tuo peso, prima di cominciare ad allentare la fascia del kimono. Lui non si lamenta affatto, al contrario, con frenesia e precisione vampiresca, slaccia rapidamente ogni bottone della tua camicia, di cui ti liberi subito dopo. Intrufoli le mani sotto alla seta del suo abito, esponendo la curva delicata delle sue spalle e le sue cosce lunghe e sottili… la sua pelle candida come alabastro è sin troppo invitante. Ti tuffi sui capezzoli piccoli e turgidi, di un rosa pallido, che sembrano non attendere altro che essere succhiati e mordicchiati da te. Il tuo Master s’inarca, preda consenziente delle tue attenzioni, sfregando i fianchi contro i tuoi, alla ricerca di maggiore contatto. La sua erezione spunta dura e tumida tra i lembi del kimono e tu t’infili sotto di esso, leccandola e ricoprendola di lievi baci, prima di prenderla completamente in bocca. Percepisci pulsarti contro la lingua la grossa vena che la percorre per tutta la lunghezza e, goloso, cominci a muovere la testa su e giù, succhiando con forza, quasi potessi sorbire altro sangue. Invece il sapore che senti in bocca è quello pungente e muschiato della sua virilità e non è abbastanza, vuoi sentire il suo seme riempirti la gola.
-Ah…Septienne, non…non così- ansima Hikaru, richiamandoti, attirandoti nuovamente a sé. Perplesso, risali lungo il suo corpo, cercando il suo sguardo. Lui ti accarezza le labbra gonfie ed arrossate dal lavoretto che stavi compiendo e mormora, quasi con aria assorta: -Voglio sentirti dentro di me- facendo capitolare il tuo autocontrollo, già di per sé modesto, specie in quell’istante.
Lo fai voltare, gli fai appoggiare il viso contro il tatami e gli sollevi l’orlo del kimono sopra la schiena, scoprendo i suoi glutei piccoli e sodi. Le tue labbra si posano sulle reni, lasciando una traccia umida sulla quale poi soffi dolcemente, facendogli fiorire la pelle d’oca lungo la spina dorsale. Scendi più in basso, mordendo lievemente le natiche, prima di separarle e leccare voluttuosamente il solco tra di esse.
Gli ansiti ed i gemiti che si lascia sfuggire, mentre lo penetri con la lingua, sono un qualcosa che potrebbe farti morire e risorgere un’altra volta. Il tuo sesso pulsa dolorosamente, castigato dai pantaloni, che divengono un carcere impossibile da sopportare quando, con quella sua voce vellutata, Hikaru ti supplica per essere posseduto…subito. Lo fai sdraiare nuovamente sulla schiena ed afferri due cuscini da sistemargli sotto il bacino, prima di liberarti velocemente del resto dei vestiti. Le sue braccia si aprono in un chiaro invito, mentre ti cinge i fianchi con le gambe e tu, ubbidiente, ti stendi su di lui, entrando finalmente nel suo corpo. L’ansito che gli sfugge dalle labbra, premute contro il tuo orecchio, sa di bentornato ed è esattamente così che ti senti, a casa, finalmente. Il suo anfratto, così stretto ed accogliente, ti si apre lentamente attorno concedendoti spazio… solo allora, mentre ti spingi ritmicamente dentro di lui, sempre più a fondo, ti rendi conto di come il tuo Master non ti abbia mai negato nulla.
-Vorresti vivere per sempre?- rammenti che ti chiese la vostra prima notte.
Desideravi la vita eterna e te l’ha data.
Desideravi la conoscenza e te l’ha fornita.
Desideravi il potere e ti ha regalato anche quello…
Infine ti sei innamorato di un altro e ti ha lasciato andare.
-Hikaru…- sussurri il suo nome, carico di cose non dette, mentre ti seppellisci in lui con forza, sfregando contro il suo punto più sensibile, abbeverandoti dei suoi mugolii lussuriosi e risucchiandoli nella tua bocca.
Perché non hai mai capito i suoi silenzi? Ogni emozione nascosta dietro ai suoi sorrisi sfuggenti? Gli sei stato accanto per più di un secolo, avresti dovuto comprenderlo… ma forse eri semplicemente troppo immaturo per farlo.
Quella creatura s’inarca tra le tue braccia, sfuggente come l’acqua, inafferrabile come l’aria… eppure tua. Il suo volto delicato, sconvolto dall’apice dal piacere, è uno spettacolo che non potrai mai dimenticare, così come non hai mai obliato la sua figura sottile, avvolta in un kimono Royal blu, che si perdeva nel manto oscuro della notte. Il suo seme bagna i vostri ventri, mentre il tuo orgasmo si perde nel suo corpo bollente, risucchiato dagli spasmi del suo canale vellutato.
Non appena riprendi fiato, lo porti sopra di te, per evitare di schiacciarlo con il tuo peso. La sua testa trova il proprio naturale rifugio sulla tua spalla ed i suoi capelli ti si spargono sul petto, simili a fili di seta nera. Il tuo Master ha gli occhi socchiusi, sembra quasi stia ascoltando il battito del tuo cuore che lentamente si regolarizza e, quando rialza il capo, i suoi occhi di corniola ti scrutano con attenzione, mentre le sue labbra si arcuano delicatamente.
-Questo sfregio non offusca affatto la tua bellezza…- mormora, accarezzandoti il viso.
-Perché non mi hai fermato, quando ho deciso di lasciarti?- quella domanda, che per troppo tempo hai desiderato porgli, tracima all’improvviso dalla tua bocca e rompe tutti gli argini con cui la tua coscienza aveva tentato, invano, di trattenerla.
Lo vedi trasalire, quasi lo avessi schiaffeggiato, e sei certo di non avergli mai visto un’espressione così stupita in volto, come quella di un cervo illuminato dai fanali. -Sai che ero sposato, prima di divenire un Vampiro? Il mio Master mi ha trasformato senza il mio consenso…- ti rivela improvvisamente.
-Vorresti vivere per sempre?-
Improvvisamente ti senti agghiacciare, è già abbastanza traumatico venire catapultati in una vita simile di propria iniziativa…ma dover subire la trasformazione, equivale ad una vera e propria violenza. Hikaru non l’avrebbe mai fatto, per questo si è assicurato che tu volessi e ti ha insegnato tutto ciò che sapeva, dandoti il suo sangue perché nessuno potesse farti del male.
-Sono stato costretto ad abbandonare la mia vita precedente e vivere accanto a quel Vampiro, finché non sono divenuto abbastanza forte da staccarmi da lui. Quando ti ho incontrato per la prima volta, sono rimasto stregato da te…fin dal primo momento che ho incrociato i tuoi occhi d’argento. Io…io, però, non volevo ripetere lo stesso errore. Che senso avrebbe avuto costringerti a stare accanto a me, se non era ciò che volevi? Mi avresti odiato, saresti stato infelice, e non era di certo questo, ciò che desideravo per te- le sue parole suonano crude e dolorose, come se ognuna fosse una ferita riaperta. -Sei felice con il tuo Demone?- ti chiede poi e tu, malgrado tutto, annuisci. -Bene, è solo questo che conta- conclude lui, con quel suo sorriso misterioso.
-Hai creato…altri novizi?- domandi titubante.
-No, nessuno dopo di te- risponde distrattamente alzandosi in piedi e sistemandosi il kimono. Dopo un attimo il suo viso si tende in una smorfia e con stizza si libera di quella veste: -Rovinato- asserisce, abbandonandolo a terra.
La visione del suo fisico completamente nudo, bianchissimo, in piedi di fronte a te, è sufficiente a riaccendere il tuo desiderio. Tutto ciò di cui sei cosciente è che non vuoi separarti di nuovo da lui, non vuoi lasciarlo solo. Lo afferri per un polso, attirandolo nuovamente a te, facendolo cadere in ginocchio al tuo fianco: -Verrò di nuovo a trovarti- asserisci allora.
-Il tuo Demone te lo permetterà?- ribatte lui, in tono canzonatorio.
-Non ho bisogno del suo permesso, non ci sono lucchetti alle porte…anche perché non ce le abbiamo, le porte- replichi ironico.
Hikaru ghigna maliziosamente, prima di insinuarsi tra le tue gambe ed iniziare a baciare il tuo interno coscia. I suoi denti si chiudono improvvisamente sulla tua vena inguinale, strappandoti un singhiozzo. E’ più doloroso che venire morsi sul collo, ma anche molto più eccitante… il piacere s’inerpica in ogni tuo nervo, offuscandoti la vista con una cortina rossa come il sangue. Quando si stacca da te, raccoglie alcune gocce scarlatte prima che la ferita si richiuda e con esse traccia dei kanji sul tuo petto.
-Cosa hai scritto?- in passato ti ha insegnato un po’ di giapponese, ma la sua lingua non è affatto semplice e tanto meno lo è leggere quegli ideogrammi che al momento, dal tuo punto di vista, è come se fossero scritti a testa in giù.
-Idiota- risponde con un sorrisetto beffardo, ed una delle tue sopracciglia s’inarca istantaneamente.
-Mi hai scritto “idiota” sul petto?- non puoi fare a meno di cercare una conferma.
-Sì!- esclama lui divertito e, non sai bene come, ma all’improvviso la fascia del suo kimono compare dal nulla, legando i tuoi polsi e costringendoli in alto -Ma sei il mio idiota- soffia sui tuoi capezzoli, prima di cancellare con la lingua i segni rossi dal tuo torace.
Chi vuol vivere per sempre?
Chi desidera amare per sempre?
Quando l’amore deve morire
Ma tocca le mie lacrime con le tue labbra,
Tocca il mio mondo con la punta delle tue dita
E potremo avere per sempre,
E potremo amare per sempre
L’ eternità è il nostro presente.*
FINE.
*La frase d’introduzione è tratta da una bellissima canzone degli ABBA: “Super Trouper”. Quella conclusiva, invece, dallo stesso, mitico brano dei Queen che da il titolo a questa storia.
“Dono Tenebroso” è un omaggio alla più grande scrittrice di storie gotiche del nostro tempo, Anne Rice.
Note conclusive: Per comprendere meglio il carattere di Hikaru Ryu, crede vi sarebbe utile leggere i sette principi del
Bushidō, il codice dei
Samurai:
義, Gi - Onestà e Giustizia: Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu - Eroico Coraggio: Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁, Jin - Compassione: L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
礼, Rei - Gentile Cortesia: I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
誠, Makoto o 信, Shin - Completa Sincerità: Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉, Meiyo - Onore: Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.
忠義, Chugi - Dovere e Lealtà: Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.
Spazio Autrice: C’è una sola cosa di OOC nel Vampiro Hikaru Ryu, che dovrebbe essere il mio alterego maschile… io detesto cordialmente il blu! Devo ammettere, però, che a lui sta bene.
Se volete farvi un idea del suo aspetto, date un’occhiata a questa bellissima
FanArt di heise.
Questo invece è l’
ombrello giapponese, così come io l’ho immaginato.