Challenge: scritta per
24hours-of-funPrompt: #9 Notte di San Lorenzo
Fandom: Originale
snightmarePersonaggi: Atlas/Elehim
Rating: PG
Avvertimenti: slash
I bombardamenti avevano illuminato il cielo fino a pochi minuti prima. Nell'aria, odore di morte e di bruciato. Lontano, appena percepibile, lo scorrere lento del fiume. Le truppe dell'Asse avevano appena raggiunto il Volga ed erano state, per ora, fermate. Stalingrado, alle loro spalle, si preparava a ricevere l'esercito.
Danil Elehim Romanovich doveva essere di guardia, ma era sdraiato appena oltre la trincea, gli occhi chiusi sotto un cielo pieno di stelle, la sigaretta tra le labbra vermiglie. Alle sue spalle passi leggeri si avvicinavano sempre di più: ma conosceva quei passi, li conosceva da sempre, tante vite fa.
"E così stai dalla parte dei russi."
Un volteggio e l'atterraggio in un soffio un po' più forte.
"Pagano bene." Si limitò a rispondere aprendo gli occhi vitrei e fissandoli sul cielo stellato.
La figura imponente gli si sedette accanto, gli occhi chiarissimi a vagliare il corpo dell'altro, alla ricerca di una minima traccia che lo indirizzasse verso la conoscenza di quello che l'altro aveva fatto nei lunghi anni in cui erano stati separati.
"Anche i tedeschi." Soffiò prima di sorridere - piano, quasi temesse di esagerare - a quegli occhi vuoti che si erano posati su di lui.
Elehim si alzò, spolverandosi appena un poco la divisa, masticando il mozzicone di sigaretta. "La guerra fa schifo. Questa poi è persino peggio delle altre. La detesto, ti s'infila pure nelle mutande."
Lo sguardo del gigante si offuscò immediatamente e due dita finirono a bloccare la mandibola dell'altro in una stretta ferrea "Elehim, chi ti si è infilato nelle mutande?"
Il soldato alzò gli occhi al cielo togliendosi la sigaretta dalle labbra invitanti. "Idiota." Soffio via prima di afferrargli i capelli neri e dirigerlo violentemente contro la propria bocca. Una bacio affamato, voglioso, pieno.
Gli leccò le labbra prima di allontanarsi e gli passò la sigaretta. Il gigante aspirò una lunga boccata.
"Questa roba che ti fumi fa schifo." Sentenziò passandogliela nuovamente.
"No, è la guerra che fa schifo. Non si riescono a trovare nemmeno delle sigarette decenti."
Quando Elehim metteva il muso, Atlas avrebbe voluto fare solo una cosa: spogliarlo e scoparlo. Ok, erano due cose.
Prese un profondo respiro, dovendosi accontentare di un incontro più che fugace, e alzò gli occhi verso l'alto.
"Il cielo stanotte è bello."
Un stella iniziò la sua discesa scivolando lungo tutta la volta celeste.
"No, questa sera pure il cielo è insoddisfatto."
Atlas sorrise nuovamente facendo la mano dietro la nuca nuda dell'altro, attirandolo contro di sé. "A me non pare." Gli sussurrò nell'orecchio, facendo tendere dolcemente l'altro.
Elehim si accomodò meglio contro quel torace ampio, aspettando i pochi minuti che li separavano dall'inevitabile distacco.
"Vedi male." Soffiò "Sta piangendo."