Titolo: Possesso
Autore:
slayer_87 Beta:
littlefanny Fandom: Merlin
Pairing: Arthur/Merlin
Rating: NC17
Wordcount: 760(
fiumidiparole )
Note/Dedica: scritta per il compleanno di
gondolin_maid e per
babycin @
hotfic_exchange prompt Wall Sex. Spero che piaccia ad entrambe.
Possesso
Quella sera, a Camelot, era giunto un ospite di riguardo: si trattava di un amico di Uther di lunga data, ed un banchetto con i fiocchi era stato organizzato in suo onore.
Il Principe Arthur Pendragon aveva poca voglia di partecipare, ma nessuna possibilità di poter scampare a quel fastidiosissimo dovere. Non era stagione di caccia, e, per sua enorme sfortuna, nel Regno sembrava tutto calmo.
Avrebbe preferito passare la serata a mettere a tacere quell'insolente del suo servo, con alcune nuove tecniche che si erano rivelate più che proficue, ma visto che non poteva godere come più gli pareva di quelle ore, gli parve assolutamente giusto infliggere a Merlin la sua stessa punizione, e magari, se fosse riuscito ad allontanarsi in fretta, sarebbero anche riusciti a fare qualcosa, dopo.
Il piano stava funzionando a meraviglia: almeno fino al momento in cui si accorse del fatto che l'ospite d'onore aveva messo gli occhi sull'Idiota. cercò di non badarci, all'inizio, ma quando divenne evidente che il nuovo arrivato - che non gli era mai stato molto simpatico, e che in quel momento avrebbe preferito veder mangiato da qualche creatura magica - non solo non aveva alcun pudore, ma aveva anche cercato di palpeggiare il suo servitore, non riuscì più a trattenersi. Prima che un travaso di bile lo costringesse a decapitare l'ospite di suo padre acchiappò Merlin, e, blaterando qualche scusa, riuscì a portarlo in un anfratto del castello. Lì era certo che nessuno l'avrebbe più disturbato per il resto della durata del banchetto.
Senza tante cerimonie intrappolò Merlin fra le sue braccia, e senza ulteriori indugi prese possesso delle sue labbra. Lo baciò rudemente, gemendo per la sensazione di possesso che gli diede quel gesto.
L'altro rispose, più per abitudine che per reale volontà, e fu solo quando riuscì a prendere fiato che disse, quasi singhiozzando:
“Arthur, ma cosa... ”
Non riuscì a finire la frase che venne interrotto da un altro bacio, che sapeva di possesso tanto quanto il precedente.
“Merlin, dovresti saperlo, ormai, che non sono ben disposto verso la condivisione,” rispose Arthur, togliendo, quasi strappando, il fazzoletto che Merlin portava sempre al collo e chinandosi per dare un morso sul collo quella porzione di pelle che era sua di diritto.
Il Mago gemette sonoramente, prima di recuperare una parvenza di controllo e cercare di convincere Arthur a desistere da quell'assalto.
“Ma... Mio Signore...”
“Stai zitto, Idiota che non sei altro. Credi che non abbia notato cosa ti stava facendo il nuovo arrivato?”
Quello fece zittire Merlin di colpo. Certo che sapeva cosa stava facendo quell'essere ripugnante, ma non si era accorto che Arthur lo avesse visto. Quando lo aveva preso da parte aveva tirato un sospiro di sollievo, e tutto si aspettava, compreso un rimprovero, tranne che quello.
Merlin sentiva che l'altro lo stava, in qualche maniera, reclamando.
Quando realizzò le implicazioni del gesto di Arthur, Merlin si sciolse. A quel punto non cercò più di contrastarlo. L'idea che lui fosse geloso (certo, non glielo avrebbe mai detto apertamente, ma quella dimostrazione pratica valeva più di mille dichiarazioni) gli stava facendo perdere il controllo con una rapidità a dir poco preoccupante: voleva sentirlo addosso, dentro di sé, subito.
Quella voglia incontrollata un po' lo intimoriva: non sapeva come spiegarsi il desiderio folle che sentiva crescere momento dopo momento. In quel frangente Arthur si fece strada tra i suoi calzoni, e tutto perse d'importanza. Voleva il suo Principe, e sembrava che Arthur fosse preda del suo stesso identico impulso.
“Appoggiati al muro, e aggrappati alla mia schiena,” ordinò Arthur.
Fin troppo eccitato per essere anche solo capace di pensare, Merlin eseguì, praticamente senza fiato per le capriole allo stomaco che quella richiesta gli aveva causato.
Si artigliò alla sua schiena mani e gambe mentre Arthur si spingeva dentro di lui, con calma ma esigente al tempo stesso. Fu un rapporto veloce: entrambi erano troppo eccitati per durare più a lungo.
Con un gemito, più simile ad un ringhio che ad altro, Arthur venne dentro Merlin.
“Ce la fai a reggerti in piedi?” Chiese il Principe, ancora ansimante.
Merlin annuì, non riuscendo a fidarsi completamente della sua voce.
Arthur allora si scostò da lui facendo molta attenzione a come si muoveva.
Merlin si lasciò scappare una smorfia non appena tentò di muovere un passo. Arthur a quel punto non poté fare a meno di scoppiare a ridere. L’altro gli riservò un’occhiataccia che avrebbe incenerito anche quel vecchio brontolone del Drago.
“Ti dispenso dai tuoi doveri per questa sera”, disse allora Arthur, “ma raggiungimi nelle mie stanze. Mi farò perdonare,” aggiunse sorridendo.
Aveva ristabilito il proprio diritto di possesso, e non avrebbe lasciato che un ospite qualsiasi gli rovinasse il buon umore così duramente riconquistato.
The End