[Hey!Say!Jump] Love into the silence
Titolo: Love into the silence
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yaotome Hikaru x Takaki Yuya
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: « Ci ho provato a dimenticarlo. Davvero. Ma non ci riesco. Mi dispiace. »
Note: Scritta per la corte_miracoli con il prompt “Le mie promesse al vento” e per la 500themes_ita con il prompt “165. Una valle di eco”
WordCount: 483 fiumidiparole
**
« Ci ho provato a dimenticarlo. Davvero. Ma non ci riesco. Mi dispiace. »
Se non lo avesse conosciuto bene, avrebbe detto che quella era una mera frase di circostanza, di quelle che si dicono quando ormai le parole sono finire o non sono abbastanza.
Purtroppo, quello che gli faceva più male , era che il dolore percepito in quella frase era reale, tangibile come quelle lacrime che non avrebbe mai voluto vedere o causare.
« Avrei voluto essere un fidanzato migliore. Quello che ti meriti davvero, ma purtroppo non sono io. »
« E’ perché non mi ami. Tutto qua. »
Ma quello che l’aveva davvero ucciso, era stato quel silenzio. Quel silenzio che valeva più di mille “mi dispiace” appena sussurrati, perché non poteva, non voleva o non riusciva a dire qualcosa, anche solo per tentare di spezzarlo per silenzio e di non farsi abbandonare in quella che era una valle piena dell’eco di cose non dette.
Avrebbe voluto essere capace di desiderare la sua sofferenza, avrebbe voluto essere in grado di godere del suo dolore, ma non ci riusciva. L’altro era sempre stato sincero con lui e di quello gliene era grato. Gli aveva sempre detto la verità, anche quando la verità non faceva altro che male.
E anche quel giorno ormai lontano, quando di quei momenti non ricordava altro che la sua schiena che si allontanava da quella che un tempo casa loro, anche in quel momento era stato onesto.
« Ci ho provato a dimenticarlo. Davvero. Ma non ci riesco. Mi dispiace. »
In quel momento si era sentito crollargli il mondo addosso, mentre quel fragile castello di carte che lui credeva invece la fortezza del loro amore, aveva finalmente ceduto.
Tutte le loro promesse di amarsi, di non farsi mai del male reciproco, di fare di tutto per preservare quel sentimenti che li univa, erano orai state disperse al vento.
Andate, svanite.
Dimenticate, come tutto quello che avevano condiviso e che lui avrebbe voluto continuare a condividere, perché no, magari cercando di raggiungere quel “E vissero per sempre felici e contenti” che fino a quel momento aveva letto solo nelle favole.
Ma per come erano andate le cose, doveva biasimare solo sé stesso, perché aveva provato a salvare quel rapporto troppo tardi. Perché lo aveva sempre dato per scontato, senza mai preoccuparsi di mostrargli quanto in realtà lo amava.
E adesso guardava quella casa, che rimbombava di tutte le loro parole, mentre il loro eco gli riempiva le orecchie. L’eco di quello che aveva, di ciò che aveva perso, che lo faceva sentire solo.
Veramente solo, come mai si era sentito.
Si lasciò cadere sul letto, prendendo dal comodino l’unica cosa reale e tangibile che aveva di lui. Una fotografia, scattata quando forse erano ancora felice. La strinse a sé, trattenendo le lacrime.
« Ti amo Yuya. » sussurrò a sé stesso, perché parlare ad una casa vuota era troppo deprimente.
E anche quella sera, Hikaru si addormento, con il rimpianto come unico compagno.
Fine.
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yaotome Hikaru x Takaki Yuya
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: « Ci ho provato a dimenticarlo. Davvero. Ma non ci riesco. Mi dispiace. »
Note: Scritta per la corte_miracoli con il prompt “Le mie promesse al vento” e per la 500themes_ita con il prompt “165. Una valle di eco”
WordCount: 483 fiumidiparole
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« Ci ho provato a dimenticarlo. Davvero. Ma non ci riesco. Mi dispiace. »
Se non lo avesse conosciuto bene, avrebbe detto che quella era una mera frase di circostanza, di quelle che si dicono quando ormai le parole sono finire o non sono abbastanza.
Purtroppo, quello che gli faceva più male , era che il dolore percepito in quella frase era reale, tangibile come quelle lacrime che non avrebbe mai voluto vedere o causare.
« Avrei voluto essere un fidanzato migliore. Quello che ti meriti davvero, ma purtroppo non sono io. »
« E’ perché non mi ami. Tutto qua. »
Ma quello che l’aveva davvero ucciso, era stato quel silenzio. Quel silenzio che valeva più di mille “mi dispiace” appena sussurrati, perché non poteva, non voleva o non riusciva a dire qualcosa, anche solo per tentare di spezzarlo per silenzio e di non farsi abbandonare in quella che era una valle piena dell’eco di cose non dette.
Avrebbe voluto essere capace di desiderare la sua sofferenza, avrebbe voluto essere in grado di godere del suo dolore, ma non ci riusciva. L’altro era sempre stato sincero con lui e di quello gliene era grato. Gli aveva sempre detto la verità, anche quando la verità non faceva altro che male.
E anche quel giorno ormai lontano, quando di quei momenti non ricordava altro che la sua schiena che si allontanava da quella che un tempo casa loro, anche in quel momento era stato onesto.
« Ci ho provato a dimenticarlo. Davvero. Ma non ci riesco. Mi dispiace. »
In quel momento si era sentito crollargli il mondo addosso, mentre quel fragile castello di carte che lui credeva invece la fortezza del loro amore, aveva finalmente ceduto.
Tutte le loro promesse di amarsi, di non farsi mai del male reciproco, di fare di tutto per preservare quel sentimenti che li univa, erano orai state disperse al vento.
Andate, svanite.
Dimenticate, come tutto quello che avevano condiviso e che lui avrebbe voluto continuare a condividere, perché no, magari cercando di raggiungere quel “E vissero per sempre felici e contenti” che fino a quel momento aveva letto solo nelle favole.
Ma per come erano andate le cose, doveva biasimare solo sé stesso, perché aveva provato a salvare quel rapporto troppo tardi. Perché lo aveva sempre dato per scontato, senza mai preoccuparsi di mostrargli quanto in realtà lo amava.
E adesso guardava quella casa, che rimbombava di tutte le loro parole, mentre il loro eco gli riempiva le orecchie. L’eco di quello che aveva, di ciò che aveva perso, che lo faceva sentire solo.
Veramente solo, come mai si era sentito.
Si lasciò cadere sul letto, prendendo dal comodino l’unica cosa reale e tangibile che aveva di lui. Una fotografia, scattata quando forse erano ancora felice. La strinse a sé, trattenendo le lacrime.
« Ti amo Yuya. » sussurrò a sé stesso, perché parlare ad una casa vuota era troppo deprimente.
E anche quella sera, Hikaru si addormento, con il rimpianto come unico compagno.
Fine.