Titolo: Home, sweet home
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Portò alle labbra la sua tazza di latte caldo, perché aveva un po’ di mal di stomaco e si era alzato un po’ irritato, ma la presenza di Kota riusciva quasi sempre a calmarlo.
Note: Scritta per la
think_fluff “Latte” e per la
24ore con il prompt “Vai o torni?”
WordCount: 670
fiumidiparole **
Ormai Kei era perfettamente abituato a quella sensazione di vuoto quando andava a fare colazione e c’era Kota in giro per casa.
Quella non era una mattina così tanto diversa dalle altre. Kota era rimasto a dormire da lui, dicendo ad Hikaru, il suo fidanzato di essere andato a casa dalla famiglia. E, pensava Kei, il suo amico doveva essere proprio scemo per non accorgersi che andava fin troppo spesso a trovare i suoi genitori.
Sospirò, indifferente. Portò alle labbra la sua tazza di latte caldo, perché aveva un po’ di mal di stomaco e si era alzato un po’ irritato, ma la presenza di Kota riusciva quasi sempre a calmarlo.
Gli piaceva avercelo intorno, così vicino, avere finalmente quella relazione che aveva sempre sognato.
Perché Yabu amava Hikaru e Kei non si era mai intromesso fino a quando non era stato il più grande a presentarsi da lui, a portarlo a letto, a vedersi sempre più spesso, intrecciando quella che sembrava più una relazione seria che un qualcosa basato su del semplice sesso.
Ma a Kei non aveva mai importato molto come vedesse Yabu la loro storia. Necessitava della sua presenza e fino a quando Kota avrebbe continuato a sorridergli, a portargli dei regali a caso, a farlo felice, allora non si sarebbe lamentato del fatto di essere un semplice amante, ma avrebbe socchiuso gli occhi, continuando a vivere e a viaggiare nel suo mondo personale, quello dove lui e Kota poteva stare insieme, tranquillamente.
« Allora che fai oggi? » chiese quasi indifferente, come se la risposta che avrebbe dato Kota non avrebbe influenzato il resto della sua giornata e come se non sapesse, specialmente, quasi sarebbe stata.
« In che senso? » domandò Yabu versando del caffè e sbadigliando.
Kei scosse le spalle.
« Ora devi andare a lavoro, no? Vai a casa da Hikaru dopo oppure torni qua? »
Il suo tono era lieve basso, forse un po’ emozionato. Perché era il suo compleanno e avrebbe voluto sentirsi dire che sarebbero stati insieme tutto il giorno, di nuovo, fino a sera.
Avrebbe voluto sentirsi dire che sarebbe rimasto anche la notte, per svegliarsi ancora il giorno dopo con l’odore del latte caldo casa e che non se ne sarebbe mai più andato.
Sorrise, dei suoi stessi pensieri sciocchi. Scosse ancora le spalle, scacciando quei pensieri e tornando a prestare attenzione a Kota, ancora intento a bere il caffè.
« Devo tornare a casa. Avevo detto ad Hikaru che sarei tornato finito il lavoro. »
Kei trattenne uno sbuffo seccato e posò malamente la tazza del lavandino, lasciando a metà il latte. Fece per passargli accanto, ma Kota lo fermò, prendendolo per un polso.
Il più piccolo si voltò verso di lui e l’altro lo baciò, stringendolo a sé. Kei si lasciò andare, perché, in fondo, era giusto così.
Andava bene così, in un modo o nell’altro.
« Torno da Hikaru perché devo prendere i miei scatoloni. » ammise « L’ho lasciato Kei. Se vuoi… se ancora mi vuoi, posso stare qua, per sempre. »
Kei alzò lo sguardo, senza comprendere fino in fondo quelle parole, quelle stesse parole che desiderava intensamente mattina dopo mattina, mentre osservava la schiena del ragazzo andarsene e lasciandolo solo con la sua tazza di latte caldo.
Sentiva le lacrime spingere per uscire, sempre più forti.
Pianse, fra le braccia di Kota che lo consolava ridendo e si strinse a lui, baciandolo e abbracciandolo, senza riuscire a decidere che cosa fare per primo.
« Allora vieni davvero qua? » mormorò alla fine, asciugandosi gli occhi « Per sempre? Non è un sogno? »
« Sì, vengo qua, per sempre se tu mi vuoi, no non è un sogno. » lo prese in giro Yabu finendo di asciugargli le guance e baciandolo ancora.
« Ti voglio. Per sempre. » ripeté Kei.
« Anche io. Voglio stare per sempre fra le tue braccia Kei. E da nessuna altra parte. »
Forse era finalmente arrivato il momento di portare nella realtà il suo sogno, si disse Kei.
Annuì, con forza, perché non riusciva a fare altro.
Annuì ancora e ancora, baciandolo ancora e ancora.
Era felice. Finalmente, per davvero.
Fine.