[Shiritsu Bakaleya Koukou] L'inganno in cui mi hai catturato
Titolo: L’inganno in cui mi hai catturato
Fandom: Shiritsu Bakaleya Koukou
Pairing: Tatsunami Shohei x Noguchi Satoshi
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Avrebbe fatto qualunque cosa pur di ottenere da lui un gesto di apprezzamento.
Note: Scritta per la think_angst con il prompt “01. Tradimento”
WordCount: 420 fiumidiparole
**
Era difficile per Satoshi sentirsi triste. Molto. Nonostante alcune difficoltà, era riuscito ad avere una vita, fino a quel momento, abbastanza soddisfacente.
Aveva un lavoro, una famiglia che gli voleva bene - almeno fino a quando non arrivavano i voti di fine anno e degli amici formidabili. Certo, la maggior parte delle volte tornava a casa ricoperto di lividi, ma insomma, sono solo dettagli che il ragazzino poteva tranquillamente ignorare.
Il suo problema principale era invece un altro e portava una natura a lui del tutto sconosciuta.
Era Tatsunami Shohei. Lo conosceva da tre anni, prima solo per nome, dato che erano scansafatiche che era stato bocciato già due volte di seguito e poi perché era finito nel suo gruppo.
Come, rimaneva ancora un mistero un po’ per tutto, forse Shohei incluso.
Ma ci si era affezionato. Insomma, non voler bene al più grande era praticamente impossibile. Era affabile, simpatico, alla mano. E a Satoshi non ci era voluto poi così molto per innamorarsi.
Stava sempre accanto a lui, cercando di farsi notare, in ogni modo.
Nelle risse Shohei non era tutto questo granché. Si limitava a nascondersi o a fingersi svenuto da qualche parte e allora il più piccolo interveniva in ogni modo pur di proteggerlo o di farsi vedere.
Avrebbe fatto qualunque cosa pur di ottenere da lui un gesto di apprezzamento.
Maya, che di quelle cose se ne intendeva abbastanza, aveva subito cercato di stroncare il suo amore per il più grande. Satoshi non ne aveva voluto sapere però.
Era convinto, più che convinto, che anche Tatsunami fosse coinvolto quanto lui.
E invece, quando Shohei era arrivato nella stanzetta della scuola annunciando a pieni polmoni che aveva ottenuto un appuntamento con una ragazza, Satoshi aveva sentito il mio mondo crollargli addosso.
Si sentiva tradito da lui, perché ci aveva sperato. Perché sentiva che il più grande avesse solo giocato con lui, gettandolo via in un angolo quando non ne aveva più bisogno.
E, a pensarci meglio, ogni suo pensiero malevolo su di lui, erano del tutto infondati. Facendo una sana auto critica, si era infine reso conto che quella relazione era nata tutta nella sua testa e gli faceva male ammetterlo, perché il suo cuore invece continuava a sanguinare, poco importava la razionalità che lo obbligava ad accettare la cosa.
Avrebbe voluto averlo solo per sé e invece era da solo.
In quel momento, osservando di nuovo il suo sorriso mentre mandava le mail alla ragazza, si disse che l’importante era che fosse felice.
Lui avrebbe continuato a vegliare sulla sua felicità come aveva sempre fatto.
Fine.
Fandom: Shiritsu Bakaleya Koukou
Pairing: Tatsunami Shohei x Noguchi Satoshi
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Avrebbe fatto qualunque cosa pur di ottenere da lui un gesto di apprezzamento.
Note: Scritta per la think_angst con il prompt “01. Tradimento”
WordCount: 420 fiumidiparole
**
Era difficile per Satoshi sentirsi triste. Molto. Nonostante alcune difficoltà, era riuscito ad avere una vita, fino a quel momento, abbastanza soddisfacente.
Aveva un lavoro, una famiglia che gli voleva bene - almeno fino a quando non arrivavano i voti di fine anno e degli amici formidabili. Certo, la maggior parte delle volte tornava a casa ricoperto di lividi, ma insomma, sono solo dettagli che il ragazzino poteva tranquillamente ignorare.
Il suo problema principale era invece un altro e portava una natura a lui del tutto sconosciuta.
Era Tatsunami Shohei. Lo conosceva da tre anni, prima solo per nome, dato che erano scansafatiche che era stato bocciato già due volte di seguito e poi perché era finito nel suo gruppo.
Come, rimaneva ancora un mistero un po’ per tutto, forse Shohei incluso.
Ma ci si era affezionato. Insomma, non voler bene al più grande era praticamente impossibile. Era affabile, simpatico, alla mano. E a Satoshi non ci era voluto poi così molto per innamorarsi.
Stava sempre accanto a lui, cercando di farsi notare, in ogni modo.
Nelle risse Shohei non era tutto questo granché. Si limitava a nascondersi o a fingersi svenuto da qualche parte e allora il più piccolo interveniva in ogni modo pur di proteggerlo o di farsi vedere.
Avrebbe fatto qualunque cosa pur di ottenere da lui un gesto di apprezzamento.
Maya, che di quelle cose se ne intendeva abbastanza, aveva subito cercato di stroncare il suo amore per il più grande. Satoshi non ne aveva voluto sapere però.
Era convinto, più che convinto, che anche Tatsunami fosse coinvolto quanto lui.
E invece, quando Shohei era arrivato nella stanzetta della scuola annunciando a pieni polmoni che aveva ottenuto un appuntamento con una ragazza, Satoshi aveva sentito il mio mondo crollargli addosso.
Si sentiva tradito da lui, perché ci aveva sperato. Perché sentiva che il più grande avesse solo giocato con lui, gettandolo via in un angolo quando non ne aveva più bisogno.
E, a pensarci meglio, ogni suo pensiero malevolo su di lui, erano del tutto infondati. Facendo una sana auto critica, si era infine reso conto che quella relazione era nata tutta nella sua testa e gli faceva male ammetterlo, perché il suo cuore invece continuava a sanguinare, poco importava la razionalità che lo obbligava ad accettare la cosa.
Avrebbe voluto averlo solo per sé e invece era da solo.
In quel momento, osservando di nuovo il suo sorriso mentre mandava le mail alla ragazza, si disse che l’importante era che fosse felice.
Lui avrebbe continuato a vegliare sulla sua felicità come aveva sempre fatto.
Fine.