[Hey!Say!Jump] Quando io mi ricordo di te

Jun 22, 2012 22:03

Titolo: Quando io mi ricordo di te
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Arioka Daiki x Yamada Ryosuke
Rating: PG
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Daiki sbuffò, perché non era giusto. Perché aveva aspettato per molto tempo che il suo amore si realizzasse e aveva dato tutto sé stesso.
Note: Scritta per la cameraoscura con il prompt *questa immagine* e per la V Notte Bianca di maridichallenge con il prompt “Quel tempo era volata via, cambiando irrimediabilmente la persona che amava” di vogue91
WordCount: 618 di fiumidiparole

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Daiki scese per buttare la spazzatura. Era abbastanza buio, ma non faceva freddo, anzi. C’era un leggero venticello, ma che non allietava decisamente il clima, dato che era fin troppo caldo.
Non aveva voglia di rientrare in casa, nonostante l’aria condizionata. Si sentiva soffocare, in quella casa, da solo.
Decise di fare quattro passi, giusto per riprendersi e per rinfrescarsi, per modo di dire, un po’ le idee.
Camminò per una manciata di minuti, arrivando lentamente ad un parco vicino casa, dove c’erano i giochi per i bambini.
A quell’ora, giustamente, era piuttosto desolato.
Daiki sorrise. Quel posto era pieno di ricordi. Ricordi allegri, ricordi felici, ricordi dolorosi che non riusciva ancora ad estirpare dalla sua memoria.
Faceva fatica a rimanere in piedi, osservando quel posto denso di memorie. I suoi piedi si mossero automaticamente, portandolo verso l’altalena e Daiki ci si sedette.
Sentiva gli occhi lucidi, ma stiracchiò un sorriso.

« Lo sai? A me tu piaci. Vuoi metterti con me? »
Lo aveva spiazzato, era vero. Daiki aveva guardato quello che poi sarebbe diventato il suo fidanzato, con un sorriso imbarazzato.
Si era immaginato un paio di volte quella scena, ma in tutte era lui a dichiararsi, non il contrario, perciò era rimasto per qualche secondo senza parole.
Non riusciva a dire nulla, quindi si limitò ad annuire, abbracciarlo e poi baciarlo e ricordava che nessuna labbra poteva essere migliore delle sue.

Daiki sbuffò, perché non era giusto. Perché aveva aspettato per molto tempo che il suo amore si realizzasse e aveva dato tutto sé stesso.
Aveva fatto tutti i sacrifici richiesti, si era comportato come un fidanzato modello. E tutto andava bene, fino a che la vita non aveva deciso di metterci bocca.
Era successo tutto molto rapidamente.
Daiki si ritrovava accanto ad una persona che era cambiata all’improvviso. All’inizio pensava che fosse solo una montatura scenografica, che farlo apparire più di tutti gli altri fosse solo una strategia di marketing che si era comunque rivelata positiva.
E pensava anche che quella di accoppiare il suo fidanzato con Yuto, fosse solo una strategia di marketing.
Cioè. Lo era. Ma non lo era stato per Yamada.
Yamada che con i suoi sorrisi finti riusciva adesso ad ingannare chiunque. Yamada che con la sua lascivia riusciva a far fare cose che nessuno avrebbe mai fatto.
Il suo fidanzato, così ingenuo e puro, era stato trasformato in quella che era una perfetta macchina da vendita, capace solo di far urlare le fan, senza più quell’anima e quello spirito di cui si era innamorato.
Yamada che ansimava, mentre Yuto spingeva dentro di lui, Yamada che gemeva il suo nome, con una sensualità che a lui non aveva mai dimostrato.
E Daiki si era sentito tradito, si era sentito morto dentro, perché poteva aspettarsi tutto, ma non che quel ragazzino innocente riuscisse a tradirlo.
Scosse la testa.
Il tempo in cui erano felici insieme, in cui si divertivano con nulla, era scomparso e adesso al posto di quelle memorie felici, c’erano solo giorni tristi, vuoti e squallidi.
Perché Daiki non aveva retto al peso di quel tradimento, non aveva retto più la vista di Ryosuke, non aveva più retto quella vita che lo aveva privato di tutto ciò che più amava.
Odiava tutto quel mondo, odiava chiunque.
Si fece dondolare sull’altalena, tristemente.
Non era giusto. Non era giusto quello che gli stava succedendo.
Sentì squillare il cellulare. Era Yabu. Era già la quinta chiamata e non aveva risposto. Il più grande lo voleva solo aiutare, voleva solo farlo distrarre perché era così che ci si comporta con gli amici e Daiki lo sapeva bene.
Non aveva mai dubitato della sua lealtà, ma era stanco.
Non voleva vedere nessuno. Chiuse la chiamata di Yabu, mandandogli una mail, dicendo che stava andando a letto e che era troppo stanco per uscire.
Gli dispiaceva mentirgli ma era meglio così.
Si riavviò verso casa.
Lentamente. In solitudine.

Fine.

challenge: notte bianca v, fandom: hey!say!jump, pairing: arioka x yamada, challenge: camera oscura

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