[Arashi - TOKIO] - Touch me my hearts creases 02/10

Nov 02, 2011 10:59

Tabella: wTunes Playlist
Claim: [TOKIO - Arashi] Matsuoka x Ohno
Prompt: #02 - E’ stato incontrandoti che ho capito quanto fossi fragile. {Dear Snow - Arashi}

Titolo: Touch me my hearts creases
Beta Reader: vogue91
Rating: NC-17
Warning: Introspettivo, Erotico.
Word Count: 1.820
Introduzione: All’inizio, subito dopo essersi ritrovato con la schiena sul tavolo, Ohno pensò di essere inciampato. […] Poi, si era accorto della lingua di Matsuoka dentro la sua bocca.

**
Tokyo - 2008

Lo prima volta che lo aveva incontrato, dopo settimane che non si vedevano per andare a pesca insieme, era stato assolutamente per caso, nel pub che frequentava già da qualche mese.
Era ubriaco. Ma riusciva ancora a mantenere un briciolo di dignità, mentre continuava a bere e a ridere con Koichi Domoto, suo amico da un’infinità di tempo.
La sua risata non era volgare, come a volte lo può essere quello di un ubriaco. E nemmeno il suo tono di voce era alto e fastidioso.
Forse non era nemmeno così ubriaco come aveva giudicato ad una prima occhiata. Forse erano solo i suoi occhi disperati annebbiati dall’alcool a dare quell’impressione.

Si avvicinò ad un tavolo vuoto cercando di non dare troppo nell’occhio. Non voleva che qualche sconosciuto lo riconoscesse e non voleva nemmeno che i due amici lo notassero.
Voleva stare da solo.
Si calò il berretto ancora di più sul volto e scivolò verso un angolo. Stava per sedersi, quasi incolume, quando una mano si posò sulla sua spalla.
Sussultò, voltandosi.
Matsuoka Masahiro era davanti a lui, che rideva, con una bottiglia di birra in mano.

« Ohno - kun! » lo chiamò ridacchiando « Vieni anche tu a bere in questo pub? Perché non ti siedi con me e Koichi - kun? » domandò poi indicando l’amico.

Ohno lo vide salutarlo con la mano e ricambiò con un debole sorriso. Conosceva abbastanza bene Matsuoka per sapere che non se ne sarebbe liberato facilmente. Né da sobrio e tanto meno da ubriaco.

« Certo. » si avvicinò a tavolo, salutando di nuovo Koichi, sedendosi accanto a lui.

Il più piccolo conosceva Koichi da quasi quattordici anni ormai. Quando era entrato alla Jhonny’s, Koichi e Tsuyoshi non avevano ancora debuttato ufficialmente come KinkiKids e quindi capitava spesso che Ohno ballasse come backdancer o che seguissero le stesse lezioni di danza, canto e recitazione.
Koichi, con il suo fare riservato era diventato un suo conoscente un po’ più intimo. Nel corso degli anni poi quel legame si sarebbe consolidato ancora di più, diventando gli amici che erano in quel momento.

« Mi dispiace. » si scusò sottovoce Koichi « Sai, ha bevuto un po’ troppo. »

Ohno gli rivolse un altro sorriso, debole come il primo.

« Tranquillo. Non è un problema. »

Matsuoka nel frattempo li stava ignorando, bevendo in silenzio la sua birra.

« Sei solo? »

« Sì. Ho finito da poco le registrazioni per un programma e non mi andava di tornare subito a casa. »

« Ohno - kun, prenditi un birra. » esclamò dopo qualche secondo di silenzio Matsuoka.

Lui annuì e ordinò un boccale medio. Doveva tornare a lavoro il giorno dopo e non voleva abusare troppo.
Poi sarebbe stato un problema se, durante le prove di ballo, si fosse messo a vomitare per il dopo sbornia.

Mentre beveva, i due amici avevano ripreso a chiacchierare e, alla fin fine, si era lasciato coinvolgere.
Aveva continuato a bere. Prima era stato Matsuoka a ordinare per lui il secondo boccale di birra. Poi gli altri li aveva ordinati da solo.

Improvvisamente, mentre rideva senza riuscire a fermarsi, Ohno si era ritrovato dentro un taxi e, poco dopo, senza ricordarsi esattamente come ci fosse arrivato, stava prendendo in giro Matsuoka che non riusciva ad infilare la chiave nella toppa di casa.

Raggiunsero il salotto dopo essersi tolti le scarpe.
Ohno non si ricordava di averlo fatto, ma fatto stava che ai piedi non aveva nemmeno i calzini.
L’altro gli porse un’altra birra, già stappata. Iniziò a berla.

All’inizio, subito dopo essersi ritrovato con la schiena sul tavolo, Ohno pensò di essere inciampato.
Insomma, aveva superato di un bel pezzo la soglia della sobrietà. Non era così strano inciampare nei propri piedi da ubriaco, no?
Poi, si era accorto della lingua di Matsuoka dentro la sua bocca.
Con la birra ancora stretta nella mano, Ohno aveva circondato il collo del collega con il braccio, stringendolo a sé.
Una mano di Matsuoka era appoggiata sul tavolo, l’altra era già sotto la sua maglietta, impegnata a togliergli la cintura.

« Ehi… da quando in qua hai voglia di portarmi a letto? » commentò Ohno scoppiando improvvisamente a ridere e allontanando per un secondo la sua faccia da quella del più grande.

Loro due avevano recitato insieme per uno spettacolo teatrale e si ricordava chiaramente di quando lui gli aveva detto che non erano decisamente compatibili.
In quel momento non ci aveva fatto molto caso.
Aveva riso, bevendo il suo drink alcolico e poi era tornato a casa dopo una breve chiacchierata.

« Ho detto che non siamo compatibili, non che non mi sarebbe piaciuto portarti a letto. » osservò per qualche secondo la cucina « O di scoparti sul tavolo della mia cucina. »

Ohno si morse un labbro, poi leccò quello inferiore al batterista. Matsuoka riprese ad assalirlo, mordendogli il collo con forza. Le mani di Ohno si strinsero sulla schiena dell’altro, non riuscendo a trattenere un gemito di piacere.
Matsuoka ghignò, lascivo. Tolse il maglione ad Ohno, lasciandolo a petto nudo. Riprese a morderlo e a baciarlo.
Forse facendolo sanguinare, ma non riusciva a controllarsi. La pelle del più piccolo era bollente e i suoi gemiti non lo aiutavano a reprimersi.

Gli tolse altrettanto rapidamente i pantaloni e i boxer, ora completamente nudo sotto di lui.
Ohno si alzò sui gomiti, per osservarlo meglio e, non riuscendo a mettere del tutto a fuoco il compagno, ricadde sul tavolo. Matsuoka scivolò con la lingua lungo l’erezione dell’amico, prendendogliela in bocca.

Il cantante strinse le mani fra i capelli di Matsuoka, riprendendo a gemere. Non riusciva a controllarsi.
Aveva bevuto troppo o era l’altro che era bravo a fargli perdere completamente la ragione?
Ohno non ci ragionò molto a lungo, si inarcò sul tavolo, venendo con un gemito più forte degli altri nella bocca del compagno.

Matsuoka ansimava, così come l’altro, ma non gli diede nemmeno qualche minuto per stabilizzare il fiato.
Lo afferrò per i fianchi e lo tirò per terra, sul tappeto. Ohno rise di nuovo, ad una battuta particolarmente stupida e senza senso del batterista.
Matsuoka si sedette a terra, con la schiena appoggiata al muro. Ohno gattonò verso di lui, baciandolo.

« Te l’ho mai detto che in realtà mi fai eccitare come un animale? » sussurrò di nuovo all’orecchio dell’amico.

Matsuoka annuì.

« Lo avevo intuito. Ce l’hai di nuovo duro. »

Ohno si limitò a sorridere, poi si sedette sopra Matsuoka, facendosi penetrare. Ohno socchiuse gli occhi, gemendo, mentre Matsuoka continuava a toccarlo, facendogli di nuovo perdere il controllo.
Matsuoka lo penetrò completamente e poi, non riuscendo più a controllarsi, lo spinse con la schiena a terra.
Il ritmo del batterista era veloce, forse troppo per non far comunque del male al più piccolo.
Ma a nessuno dei due importava. Con la voglia che li stava distruggendo e l’alcool che correva troppo velocemente nelle loro vene mischiandosi con il sangue, non riuscivano più a percepire il mondo che li circondava.

Matsuoka venne dentro Ohno con una spinta più rude, che strappò comunque un gemito più forte e più roco all’altro.
Ansimavano, di nuovo.
Matsuoka rimase dentro l’altro per un altro po’, come a volersi imprimere nella mente quei momenti, per essere sicuro di non essersi sognato tutto, di ricordarsi tutto quando il giorno dopo si sarebbe svegliato con i postumi della sbornia.

Ohno ridacchiò ancora.

« Era da tanto che non mi capitava una cosa del genere. » ammise « Da parecchi anni. »

« Di fare sesso quando sei ubriaco? » chiese l’altro lasciandolo e buttandosi a terra al suo fianco.

Ohno annuì. Si stava lentamente riprendendo. Si sentiva già più lucido di prima. Forse una doccia lo avrebbe aiutato a riprendersi.

« Posso usare la tua doccia? » domandò.

Matsuoka annuì.

« Ti preparo un pigiama. Puoi rimanere qua a dormire se vuoi. Anche perché credo che fra poco dovrai tornare a lavoro. »

Ohno guardò distrattamente l’orologio appeso nel corridoio. Sì. Aveva solo quattro ore per riposarsi.
Poi sarebbe andato a lavoro.
Ma ci avrebbe pensato al momento giusto. In quel momento voleva solo lavarsi e andare a dormire.
Era sfinito.

**

Il giorno dopo Ohno arrivò in palestra che non riusciva a tenere gli occhi aperti. E non aveva niente per coprire il collo, pieno di morsi.

Cercò di fingere indifferenza nella green room mentre si cambiavano, fino a quando Nino non gli si piazzò davanti, furibondo per un motivo che conosceva solo lui.

« Hai fatto sesso questa notte, vedo. »

Ohno si limitò ad alzare lo sguardo, poi lo chinò altrettanto velocemente. Non riusciva a guardarlo in faccia.
Era passato troppo poco tempo dal loro ultimo incontro… doveva ancora metabolizzare tutta quella situazione, quella che si era creata fra di loro, quella che lasciava una vaga sensazione di malessere nel suo stomaco ogni volta che si rivolgevano la parola.

« Sì. » limitò a dire.

« Bene. Spero che ti sia piaciuto. » ringhiò l’altro.

Ohno lo guardò, di nuovo. Velocemente come prima, spostò di nuovo lo sguardo.

« Sì. » ripeté « E sappiamo entrambi che non hai diritto di dirmi queste cose. » sussurrò prima di lasciare per primo il camerino.

Jun, Aiba e Sho non si intromisero, continuando a parlare fra di loro. Avevano già avuto problemi in passato e non era loro intenzione ripetere ugualmente gli stessi errori.

**

Arrivata la sera, Matsuoka tornò al pub della sera prima. Nell’angolo, vi ritrovò Ohno, questa volta solo con una lattina di coca - cola davanti a lui.
Si avvicinò leggermente in imbarazzo. Lo salutò, a malapena, e si sedette al tavolo.
L’altro ricambiò con un cenno della mano.

« Mi dispiace per i segni sul collo. Non mi sono trattenuto. »

Ohno scrollò le spalle, senza alzare lo sguardo dal tavolo. Desiderava che se ne andasse e lo lasciasse da solo.
Voleva pensare.
Piangere, forse. In solitudine.

« Non fa niente. » rispose con la voce rotta.

Matsuoka si preoccupò.

« Va tutto bene Ohno - kun? Se è per ieri, te lo giuro, eravamo ubriachi, io… »

« Non è per ieri. » lo interruppe Ohno « Io… c’è una situazione nel gruppo che non riesco più a sostenere. » bisbigliò talmente piano che l’altro faticò a sentirlo « Ormai… è troppo tempo che cerco di far finta di niente… di pensare che tutto finirà, che… »

All’improvviso Ohno iniziò a piangere. Senza alcun motivo. Completamente nel panico, Matsuoka cercò di farlo tranquillizzare.
E mentre l’altro parlava, mentre lo sentiva sfogarsi di tutta la solitudine, la sofferenza, il dolore che lo stavano attanagliando, Matsuoka riuscì finalmente a vedere oltre quel muro che Ohno aveva da sempre frapposto fra lui e il mondo esterno.
Quel muro che non permetteva a nessuno di vedere come fosse realmente, di farsi conoscere, di farsi comprendere.
Quella notte, mentre piangeva su un bicchiere di coca - cola e mentre si faceva consolare da lui, Matsuoka vide per la prima volta un uomo fragile che si stava facendo distruggere dal dolore, che non riusciva a rialzarsi in piedi dopo quella delusione troppo forte da sopportare.

E quello che lo rendeva ancora più agitato era che non poteva fare assolutamente nulla per lui.

Fine

fandom: tokio, pairing: matsuoka x ohno, fandom: arashi, challenge: diecielode {wtunes playlist}, pairing: ohno x ninomiya

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