[Amuse] A part of me that doesn’t exist

Jan 11, 2014 01:06

Titolo: A part of me that doesn’t exist
Fandom: RPF Amuse
Pairing: Miura Haruma x Sato Takeru ; Kaku Kento x Miura Haruma
Rating: Pg-13
Avvertenze: Slash
Disclaimer: > I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati. I fatti narrati sono frutto della mia fantasia e nulla di tutto ciò è accaduto nella realtà. La storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Riassunto: Takeru si ritrovava immobile di fronte ad Haruma. Intorno a lui, il nulla. Non sentiva nulla. Né il rumore delle macchina che sfrecciavano lungo la strada, né il caos della famiglia del piano di sopra, tanto mano riusciva a sentire i rumore tipici dei negozi che iniziano a chiudere quando arriva la sera.
Note: Scritta per la 500themes-ita con il prompt “480. Quando le parole falliscono” e per diecielode con il prompt “Alba” per la tabella #12 Storie - Tempo
Wordcount: 1211 fiumidiparole

Takeru si ritrovava immobile di fronte ad Haruma. Intorno a lui, il nulla. Non sentiva nulla. Né il rumore delle macchina che sfrecciavano lungo la strada, né il caos della famiglia del piano di sopra, tanto mano riusciva a sentire i rumore tipici dei negozi che iniziano a chiudere quando arriva la sera.
Non sentiva nulla.
Non sentiva nulla di sé stesso. Né un battito, né il respiro, né altro.
Era rimasto fermo.
Troppo intontito per rendersi realmente conto di ciò che stava accadendo, di come un pugnale si fosse improvvisamente materializzato nel suo petto, iniziando a pugnalare selvaggiamente il suo cuore.
Haruma stava parlando. Quando aveva iniziato lo stava ascoltando. Poi le parole si erano affievolite, quasi scivolando e Takeru non era più riuscito a capire nulla.
Dietro di lui, Kento, indifferente, fumava una sigaretta.
Alternava lo sguardo, prima sul fidanzato e poi su uno che fino ad una manciata di minuti fa considerava uno dei suoi migliori amici.
Nella testa di Takeru si alternavano ricordi sbiaditi passati con Kento. Alcuni felici, altri un po’ meno. Quando gli parlava di Haruma, quando si faceva consolare.
Si sentì un perfetto cretino. Un idiota.
Da quanto tempo Kento teneva sul viso quella doppia maschera? Da quanto Kento gli sorrideva davanti per poi andare a scoparsi Haruma?
Takeru sentì una nuova fitta penetrargli nel fondo del cuore. Il pugnale si stava spingendo quasi fino all’impugnatura e si sarebbe spinto ancora più in profondità se il suo cervello non avesse improvvisamente smesso di recepire il significato di ciò che il più piccolo stava dicendo.
Takeru aveva sempre saputo che la sua relazione con Haruma era tutt’altro che idilliaca. Sapeva che, come ogni coppia, litigavano e si impuntavano su questioni prive di un senso, ma in quel momento si chiese per quanto tempo fosse stato ingannato.
Quante volte quei sorrisi gentili, quelle cortesie, quelle carezze erano stati reali, sinceri?
« …Ru? Takeru? » lo richiamò il più piccolo passandogli una mano di fronte agli occhi.
Il ragazzo ritornò in sé e per un secondo fu come se fino a quel momento si fosse trovato sott’acqua e non fosse riuscito a respirare per giorni interi.
Prese un profondo respiro, mentre il dolore aveva ripreso a dilaniarlo e mentre il sangue gli scorreva veloce nelle vene e mentre riusciva di nuovo a sentire il battito del cuore pulsava quasi ferocemente.
Era rientrato in contatto con il tempo e fu solo quando vide Haruma allargare leggermente gli occhi, che si accorse che stava piangendo.
Kento dietro di loro sbuffò, infastidito. Spense la sigaretta solo per accendersene una secondo, dargli le spalle e tornando a guardare la televisione muta, come se fossero solo una scocciatura per lui.
« Perché? » sussurrò « Perché Haru? Io… cosa c’è che non andava in me? » sibilò con la voce strozzata dai singhiozzi.
Takeru lo vide sospirare, pensieroso. Haruma non sembrava capire che cosa stava succedendo o forse non gliene importava nulla. Non era a disagio, ma nemmeno preoccupata. Sembrava che l’essersi fatto beccato dal fidanzato mentre si faceva scopare come una puttana non fosse nulla di che.
« Non è questo il problema Takeru. E’ che… io ho provato a spiegartelo, un sacco di volte. Tu ci consideravi una coppia. E tutte le volte che io ti ho detto che non era così, mi hai ignorato. Io sto bene con te. Mi piace passare i pomeriggi con te, mi piace fare sesso con te. Mi piace venire qua, aiutarti con la cena, uscire insieme a fare shopping. Mi piace, ma non ti amo. E ci ho provato più volte, lo sai. »
« Ma… perché? Perché non dirmi di Kento? Perché… tu hai detto di amarmi. Questo… non me lo sono inventato! » esclamò poi, mentre la disperazione prendeva il posto della rabbia.
Solo in quel momento vide l’altro tentennare, mordendosi un labbro.
« E’ vero. Quello era… un esperimento, diciamo. Ho provato a vivere come fanno tutti. Ma non mi riesce. Io non sono così. Io non sono come te. Io… »
« Tutto questo non ha senso Haru. Non… non ha senso. Semplicemente… è ridicolo. Lo capisci anche tu, vero? »
« In parte. In parte mi rendo conto che è stata colpa mia. Non avrei dovuto permetterti e permettermi di legarci in questa maniera. In parte mi chiedo perché io mi debba scusare di qualcosa di cui ti avevo avvisato e che tu hai volutamente ignorato. »
Il più grande lo fissò, la bocca aperta, le guance umide. Per lo stupore aveva perfino smesso di piangere.
« Tu ami una parte di me che non esiste Take. Ami l’Haruma che esiste solo davanti alle telecamere, l’Haruma che tu hai scelto di vedere in ogni secondo della tua vita. L’Haruma che è sempre e solo stata una finzione, una maschera da indossare in ogni momento pubblico. Tu ami me, ma non ami me. Ami il mio fantasma. »
Takeru scosse la testa.
« E Kento lo sa tutto questo? » sibilò poi con rabbia « Sa che mostro sei? »
Haruma scosse le spalle, senza nemmeno voltarsi verso l’amico.
« Lui vuole sesso. Ed è quello che io gli do. Non ci sono teneri abbracci, carezze, baci o altro fra di noi. Io e lui siamo semplicemente noi stessi quando siamo insieme. Lui arriva, prende ciò che vuole e poi va via. »
« Siete… disgustosi. Perché illudermi in questa maniera Kento? » urlò poi.
Poteva farsene una ragione con Haruma. Poteva quasi dargli ragione quando il più piccolo diceva che aveva deliberatamente chiuso gli occhi di fronte alla realtà.
Il mal voluto non è mai troppo, si diceva, eppure quella consapevolezza non permetteva al pugnale di spingersi un po’ più a fondo dentro di lui.
Ma Kento?
Perché Kento si era divertito ad ingannarlo in quella maniera? Perché quando gli diceva di amare Haruma più di sé stesso, non lo aveva scosso con violenza, per permettergli di capire?
Non era quello che facevano gli amici? Non si aiutavano nei momenti del bisogno?
Perché prendersi Haruma in quella maniera?
Non capiva. Non capiva. Non capiva più nulla.
« Semplicemente, mi andava. » si limitò a rispondere Kento, senza voltarsi, scuotendo le spalle con fare seccato « Se non vi dispiace, vorrei continuare a guardare la televisione in santa pace. »
Takeru era troppo allibito da quella risposta per dirgli che quella era casa sua e che lui non era il benvenuto.
Rimase in silenzio, come si fa quando ogni tipo di tentativo di comunicazione, quando ogni parole fallisce miseramente il suo intento.
Era come parlare con un muro.
E lui era troppo distrutto in quel momento per permettersi il lusso di aprire guerra contro Kento. Doveva prima riprendersi, rendersi per bene conto ciò che era accaduto, ciò che avrebbe fatto.
Annuì, lentamente.
Aveva bisogno di stare solo. Aveva bisogno di pensare, di capire per bene.
Diede le spalle ad entrambi.
« Desidero solo che ogni tua singola cosa sparisca da questa casa Haruma. » sussurrò infilandosi il cappotto e le scarpe.
Non volle udire la risposta di Haruma. Il solo immaginarsi il suo tono incolore e piatto mentre gli parlava, gli faceva male.
Scese in strada, inspirando a fondo l’odore della sera.
L’alba di un nuovo giorno gli sembrava incredibilmente lontano in quel momento e Takeru sapeva che sarebbe passato molto tempo prima di poterla rivedere.
Era a pezzi. Spezzato. Ferito.
Ma in un modo o nell’altro si sarebbe ripreso.
Si asciugò gli occhi.
Miura Haruma non meritava più nemmeno una goccia del suo amore e del suo dolore.

challenge: 500themes ita, pairing: miura x kaku, pairing: miura x sato, challenge: diecielode {#tempo}, fandom: amuse

Previous post Next post
Up