Nick Autore: simph8
Titolo: I Want… Sex!
Numero Parole: 957
Pairing/Personaggi: Ohno Satoshi / Ninomiya Kazunari
Raiting: Giallo
Avvertimenti: Slash
Intro/Note: BUAHAHAHAH. Jun è veramente acido .-. Lo so. Lo so. Lui è sempre acido. Ma qui lo è particolarmente. Non lo so. A me sembra una stupidaggine quella che ho scritto. Mi direte voi xD
**
RPF Idols - Ohmiya - Qualsiasi
Kink: “Prendetevi una camera!”
**
Jun martellava nervosamente le dita sul tavolo. Era nervoso. Più del solito, più del normale, più di quando si svegliava e scopriva di essere, come ogni volta, in anticipo rispetto alla sveglia.
Sho e Aiba facevano casino dall’altra parte della stanza. Il secondo aveva messo una vecchia registrazione dello Shimura e stava obbligando Sho a guardare la sua performance mentre cercava di far passare la depressione ad un leone, lungo almeno quanto lui e pesante probabilmente il doppio, raccontandogli una storia sul letto.
Inutile dire che, il rapper stava urlando che era contro i diritti degli idol fare cose del genere, che poteva rischiare la vita e che nessuno assicurava ad Aiba la sicurezza sul set.
Tutte chiacchiere inutili. Aiba rideva, divertito, senza fare nulla per discolparsi. Anzi, più Sho si agitava, più sembrava divertirsi.
Ma Jun era del tutto abituato a quegli sproloqui senza alcun senso di due amici. Era dai tempi dei Junior che li sopportava, a volte sorridendo, a volte arrabbiandosi e, in quel mondo, la loro presenza contata quanto, se non di meno, quella della mosca che girava imperterrita nella stanza da quando erano entrati.
Ohno e Nino invece gli stavano facendo saltare i nervi, più del solito. Anzi, di solito era Nino che gli faceva saltare i nervi.
Il Riida non faceva assolutamente nulla. Scosse la testa.
No. Adesso che ci pensava bene, era furioso anche lui.
Ma non perché mentre lui era occupato a progettare con particolare dovizia il loro prossimo concerto, tutti gli altri sembravano interessarsi solo degli affari loro.
Non perché erano quattro irresponsabili che non sapevano nemmeno trovare la strada di casa e passavano, almeno Aiba e Ohno, le notti e bere nei pub e, come era uscito fuori una volta, a svegliarsi in casa di persone che non conoscevano.
E non era irritato nemmeno perché non facevano il lavoro che era loro dovere fare.
Era furioso con Ohno e Nino perché da un’ora e mezza a quella parte, non facevano altro che limonare sul divanetto della sala.
Jun odiava le esternazioni di affetto che non erano finalizzare al fan service. Odiava selvaggiamente vedere le coppie, anche per la strada, che s’infilavano reciprocamente due metri di lingua in gola in pubblico, mentre le loro mani vagavano sotto i vestiti, rischiando di mettere in pratica le lezioni di teoria sessuale direttamente in strada.
Lo odiava. Lo aveva sempre odiato. Quando li vedeva un giro di bile gli risaliva lungo l’esofago e non ci vedeva più a causa del nervosismo.
Quando vide che nessuno dei due compagni di gruppo si era reso conto del tamburellare delle sue dita, si alzò di scatto in piedi e si piazzò davanti a loro.
Ohno, il maledetto Riida tanto bravo a recitare, finse di essere finalmente una persona pudica e si staccò da Nino, pulendosi la bocca. Nino invece, dotato di una faccia da schiaffi che lo aveva fatto diventare famoso in vari ambiti che in quel momento Jun non aveva voglia di approfondire, lo fissò con un sorrisetto di superiorità.
Sapeva, il malefico Nano, che Jun non era fidanzato e che doveva sfogare i suoi istinti maschili altri modi, non proprio consoni.
« Vuoi unirti? » domandò ghignando.
Jun avvampò fino alla punta delle orecchie, ancora non sapeva se per l’imbarazzo, per la rabbia o per la sfrontatezza di Nino.
« Prendetevi una camera piuttosto! » esplose sempre rosso in volto « Mi sono stancato di vedervi… vedervi quasi fare sesso davanti a me. Mi dà fastidio. Lo sapete. E lo fate apposta. Vi diverte prendervi gioco di me. » ringhiò fissando Nino, nonostante stesse parlando al plurale.
Tanto aveva notato che parlare con Ohno era inutile. Quando c’era Nino nelle vicinanze, quindi sempre per sua sfortuna, il più grande scollegava i neuroni e attaccava gli ormoni.
Nino, come se il collega non avesse assolutamente detto nulla, spostò lo sguardo sul suo Riida. Quest’ultimo inghiottì, rumorosamente, senza distogliere gli occhi da quelli di Nino.
« Che ne dici se ci chiudiamo nel bagno? Mi pare che stiamo urtando la tenera e ingenua sensibilità del più piccolo del gruppo. » sussurrò sulle sue labbra, sfiorando l’erezione di Ohno.
L’altro, con il cervello che ormai era scivolato più o meno all’altezza del cavallo dei pantaloni, si fece trascinare senza dire nulla verso l’uscita.
« Non state urtando la mia sensibilità. » urlò Jun rivolto ormai ad una porta chiusa.
Fremeva di rabbia.
Si gettò di nuovo sulla sedia del tavolo. Sospirò, frustrato.
Forse era veramente arrivato il momento di cercarsi un fidanzato e permettere ai suoi poveri ormoni di tornare ad una vita normale.
Sbatté la testa sul tavolo, socchiudendo gli occhi.
Discutere con Nino era veramente logorante.
E la cosa che più gli dava fastidio, era dovergli dare ragione. Era geloso, punto e basta. Geloso di una vita sessuale appagante e costante.
Serrò le mani a pugno e poi chiamò i suoi amici. Quella sera, sarebbe andato a bere con loro.
E al diavolo tutte le reticenze morali.
Era stanco di doverla dare sempre vinta a Nino.
Quando i due ragazzi rientrarono, dopo aver continuato a fare i loro porci comodi, almeno lontano da lui, si sedettero di nuovo sul divanetto.
E Jun sbatté di nuovo la testa sul tavolo. Era un circolo vizioso. Il suo fiato era completamente sprecato ed ebbe la certezza, nonostante dovesse ormai averci fatto l’abitudine, che parlare con Nino era completamente inutile, dato che si era nuovamente avventato sul Riida dopo averlo guardato ed essersi assicurato di avere il suo sguardo su di loro.
Jun tornò a progettare il concerto.
Poi ghignò.
Ecco cosa succedeva a non sistemarsi il vestito per il proprio pezzo da solista da soli.
Nino sarebbe stato veramente ridicolo, quell’anno, sul palco del Kokuritsu.
Fine.