Titolo: L’inizio di una nuova vita
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Inoo Kei
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Seduto tranquillamente nel balcone della stanza, Kota era intento a godersi il fresco del mattino mentre si fumava una sigaretta.
Note: Scritte per la tabella Romance della
diecielodeWordCount: 1083
fiumidiparole **
Seduto tranquillamente nel balcone della stanza, Kota era intento a godersi il fresco del mattino mentre si fumava una sigaretta. Stiracchiò le braccia, sentendosi improvvisamente meglio. Quella vacanza era proprio ciò di cui aveva bisogno. Staccare dal lavoro, dalla vita quotidiana e permettersi un po’ di vizi di solito impossibili.
L’onsen che Kei aveva scelto era bellissimo. Costoso, molto costoso, ma bellissimo. All’inizio aveva cercato di farlo ragionare, le stanza erano davvero fin troppo costose, ma alla fine aveva ceduto, come sempre.
Stava per albeggiare e avrebbe tanto voluto svegliare Kei per fargli vedere il panorama, ma sapeva che sarebbe stato di pessimo umore se lo avesse svegliato così presto, quindi lasciò perdere.
Continuò a fumare nella silenziosa tranquillità del mattino quando all’improvviso sentì due mani posarsi sulle sue spalle.
« Ko-chan, che stai facendo? » domandò piano Kei al suo orecchio, iniziando dolcemente a massaggiargli le spalle.
« Fumavo. Tu non dormi più? »
« Mhhh. » mugolò il più piccolo « Preferisco stare con te. »
Kota sorrise.
Decisamente, quella vacanza era proprio ciò di cui loro due avevano bisogno.
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Quando Kota si era reso conto che le cose fra lui e Kei stavano un po’ precipitando, aveva compreso che doveva fare assolutamente qualcosa per non far naufragare il loro rapporto di coppia.
Aveva preso da parte il fidanzato, una sera in cui gli era sembrato più propenso al dialogo del solito e avevano iniziato a parlare come ormai non facevano più da qualche mese.
E il più grande si era reso di conto di quanto effettivamente Kei stesse soffrendo e di quanto male era stato in quel periodo, quindi, senza pensarci due volte, aveva deciso che sarebbero partiti per una vacanza, solo loro due insieme.
Dovevano ritrovare ciò che avevano perso e quando vide l’emozione negli occhi di Kei, si disse che avrebbe fatto di tutto pur di non farlo andare via da lui.
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Il momento in cui Kota gli aveva chiesto di mettersi con lui era impresso a fuoco nella memoria di Kei. Ricordava ogni singolo momento, ogni singola parola, ogni singolo battito del suo cuore, sapendo già fin da quel momento che loro due erano legati dal filo rosso del destino, che sarebbero rimasti per sempre insieme, superando qualunque difficoltà.
Aveva fiducia nell’amore di Kota per quanto a volte il più grande non fosse affatto capace di essere romantico o di dimostrarglielo.
Quando si era reso conto che le cose fra loro stavano andando male, all’inizio si era fatto prendere dal panico. Nella sua testa c’erano già scenari apocalittici e sognava di Kota che gli diceva che fra loro non c’era più niente e che lo lasciava.
Poi si era detto che fino a che non gli avrebbe parlato era inutile farsi prendere dall’ansia. Aveva aspettato per un po’, poi aveva colto la palla al balzo quando Kota gli aveva detto che dovevano parlare. Gli aveva detto tutto, sentendosi sempre più stupido via via che parlava, parlandogli apertamente per la prima volta dopo molto tempo.
Era già convinto che le cose non si sarebbero sistemate quando Kota gli aveva preso le mani e gliele aveva stretto con forza, dicendogli che tutto sarebbe tornato come prima e che per prima cosa si sarebbero presi un po’ di tempo per stare finalmente da soli, solo loro due.
Kei sentiva l’emozione bruciargli nel petto e lo aveva abbracciato, stringendolo a sé, decidendo di credere a quelle parole e che sì, tutto si poteva ancora recuperare.
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Il problema principale del loro malumore, meditò Kei mentre Kota era sotto la doccia, era semplicemente la presenza costante e irritante di Hikaru accanto a loro negli anni. Kei non pensava che ci fosse qualcosa di maligno negli atteggiamenti del più piccolo, né qualcosa di consapevole.
L’agenzia lo affiancava a Kota per lavoro ed era ovvio che anche nel tempo libero, nelle pause fra una registrazione e l’altra, fossero insieme.
Fino ad un certo punto non ci aveva fatto più tanto caso, non fino a quando Hikaru non gli aveva detto come era stato divertente passare il pomeriggio precedente con Kota mentre lui era a studiare.
Era stato forse in quel momento che qualcosa nel suo cervello era scattato e aveva iniziato inconsapevolmente a vederlo come ad un rivale.
Ed era una cosa stupida, Kei ne era consapevole, un’etichetta che doveva sbrigarsi a togliere da dosso ad Hikaru perché non se lo meritava.
Prese un profondo respiro, decidendosi ad alzarsi finalmente dal letto, osservando Kota che usciva dal doccia e che si sedeva accanto a lui.
« Dove vuoi andare oggi? »
« Dato che fa molto caldo per camminare, perché subito dopo pranzo non prendiamo un po’ di fresco al cinema? Sono usciti un sacco di film ultimamente. »
Kota parve pensarci qualche secondo prima di annuire energicamente e Kei sentì che lentamente, tutto l’astio provato nei confronti dell’amico, cominciava a diminuire.
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Kei non si sentiva così viziato da molto tempo. Ogni cosa che diceva, Kota tentava di soddisfarlo e per un attimo sembrò tornare a quando erano appena fidanzato e a quando non riuscivano a smettere di guardarsi e di ridacchiare come due idioti.
Il film era appena finito, l’eroina di turno aveva salvato il mondo e l’aria intorno a loro si era fatta decisamente più respirabile di prima.
Avevano fatto un giro e poi si erano diretti verso il parco divertimenti e Kei vide Kota divertirsi e ridere come non faceva davvero da tanti mesi.
Sorrise, stringendo in una mano una mela caramellata e nell’altra quella di Kota.
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Al rientro a Tokyo Kota non riusciva a smettere di sorridere. In quella piccola vacanza avevano ritrovato il loro amore, il loro affetto, la voglia di tornare insieme, di sistemare ciò che per loro era importante e quello lo faceva sentire bene, sentiva di valere davvero qualcosa per Kei.
Guidò con il sorriso sulle labbra per un po’, poi, osservando il sole che tramontava e approfittando del fatto che Kei si fosse addormentato, deviò verso il lungomare di Tokyo.
Arrivato a destinazione svegliò il fidanzato.
« Dove siamo, Ko? »
« E’ il nostro ultimo giorno di vacanza, no? » chiese sorridendo « Mentre guidavo mi è venuto in mente questo ristorante che ha la terrazza sul mare. Dai, se ci sbrighiamo riusciamo a mangiare guardando il tramonto. Non ti piace tanto? »
Kei, ancora un po’ frastornato dal sonno, rimase in silenzio per qualche secondo, prima di sorridere. Gli strinse una mano, avvicinandosi a lui.
« Sai una cosa Kota? »
« Mh? »
« Ti amo. » sussurrò prima di rubargli un casto bacio sulle labbra.
Il più grande arrossì lievemente, ma sorrise ancora. Sì. Quello era decisamente il lieto fine che stavano cercando.