Titolo: La felicità che hai trovato in lui
Fandom: Prison Break
Pairing: Alexander Mahone x Michael Scofield
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: La prima volta che lo aveva visto per bene si trovava sul soffitto di un ascensore, mentre cercava disperatamente di portare via il nipote, colpevole di due omicidi non commessi.
Note: Scritta per la il COW-T3 di
maridichallenge con il prompt “Guerra”
WordCount: 418
fiumidiparole **
La prima volta che lo aveva visto per bene si trovava sul soffitto di un ascensore, mentre cercava disperatamente di portare via il nipote, colpevole di due omicidi non commessi.
Il primo che aveva visto era stato Lincoln. Il suo cervello era corso veloce, pensando a tutti i modi che aveva per fare qualunque cosa, nonostante si trovasse sotto tiro della pistola. Poi ogni pezzo si era incastrato al suo posto.
Se c’era lui ci doveva essere anche Scofield. Non avrebbe avuto senso vedere uno senza l’altro quindi si era spostato di qualche centimetro e lo aveva finalmente visto dal vivo.
Si erano guardati per un lungo istante, occhi negli occhi e non aveva mai compreso che cosa ci fosse di così affascinante in lui, in quella mente così contorta e così complessa, in quegli occhi così incredibilmente azzurri che riuscivano a nascondere ogni piano, ogni via di fuga, ogni più piccolo cambio di programma.
Non lo sapeva Alex che cosa lo avesse colpito così tanto, ma sapeva solo che non doveva cedere, non poteva permetterselo perché era una guerra e in una guerra non si fanno sconti, si va avanti per la propria strada, vincendo ad ogni costo, senza fermarsi mai.
Se solo ripensava a quella prima volta che lo aveva visto, ad Alex veniva sempre da ridere, senza riuscire a smetterla. Un po’ come in quel momento.
Il Messico in fondo non era un brutto posto. C’era il sole, poteva sopravvivere facilmente e poi poteva passare parte della sua giornata in spiaggia a bere qualche drink alcolico, ridacchiando fra sé e sé. Un po’ come in quel momento.
« Che cosa hai da ridere? » chiese il ragazzo accanto a lui.
Alex si avvicinò a lui, baciandolo lievemente, continuando poi a sorseggiare il suo drink.
« Nulla Michael, nulla. Ti stai divertendo? » domandò poi, osservando l’uomo che amava.
« Sì… sicuro di stare bene? »
Il più grande si lasciò ricadere sulla sdraio, annuendo e calandosi il cappello di paglia sulla fronte
« Mai stato meglio in vita mia. Ti amo. »
Michael lo guardò. Arrossì lievemente poi accennò un sorriso, sdraiandosi a sua volta nella sdraio.
« Decisamente. Hai qualcosa che non va. Ma ti amo anche per questo. »
Alex ridacchiò. Sì. Se qualche mese prima gli avessero detto che quel ragazzo appollaiato sul soffitto dell’ascensore sarebbe diventato la cosa più importante della sua vita, probabilmente lo avrebbe preso a pugni eppure in quel momento era la cosa più simile alla felicità che avesse mai incontrato e, poteva esserne sicuro, non se la sarebbe mai più lasciata andare.