Titolo: The true happiness
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yabu Kota x Nakajima Yuto x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: A Yuto piacevano i servizi fotografici. Gli piaceva cambiare vestiti, posare, avere lo sguardo fisso in camera oppure fingere di essere un’altra persona.
Note: Scritta per la
500themes_ita con il prompt “421. Caverna inesplorata” e per la
diecielode con il prompt “Sud"
WordCount: 2167
fiumidiparolefiumidiparole **
A Yuto piacevano i servizi fotografici. Gli piaceva cambiare vestiti, posare, avere lo sguardo fisso in camera oppure fingere di essere un’altra persona. Lo aveva sempre appassionato.
Così come Kota trovava rilassante fumare, lui trovava rilassanti i servizi fotografici, nonostante il loro ritmo serrato che lasciava ben poco spazio al relax. Tutto il gruppo era volato fino ad Okinawa, nel Sud del Giappone.
Era luglio, faceva caldo ed erano al mare, in una specie di vacanza non prevista dalla pressante scaletta dei concerti, delle riprese televisive e tutto il resto.
In quel momento correva con Keito e Daiki lungo la spiaggia, sulla sabbia bollente. Ridevano e si stavano divertendo. Il padre di Keito, assunto anche per quel nuovo calendario che sarebbe stato venduto l’anno successivo, gli andava dietro con tutto lo staff, scattando foto su foto.
Yuto era sempre andato d’accordo con il padre di Keito. Quando il ragazzo era entrato alla Johnny’s, Yuto ci aveva fatto immediatamente amicizia. Keito era piccolo e timido e non parlava praticamente con nessuno e lui invece aveva cercato di andare oltre e aveva scoperto in Keito un amico speciale.
Dei suoi amici e degli altri ragazzi del gruppo, Yuto si era confidato solo con Keito, rivelandogli come stavano in realtà le cose fra lui, Kota e Yuri. All’inizio Keito era rimasto perplesso di fronte a quella rivelato. Gli aveva chiesto come potesse essere possibile amare contemporaneamente due persone e Yuto glielo aveva spiegato.
Gli aveva rivelato tutto ciò che provava, gli aveva detto che era felice e l’altro non si era nascosto dietro frasi già dette o già sentito. Aveva ammesso che aveva bisogno di tempo per assimilare quel nuovo concetto di “relazione” ma che se era felice allora per lui non contava altro.
Yuto lo aveva ringraziato e la loro amicizia si era fatta ancora più stretta. E in quel momento era felice di aver qualcuno con cui parlare. Keito lo ascoltava sempre, sia quando gli raccontava qualcosa di divertente, sia quando si lamentava perché Kota o Yuri avevano sbagliato a fare qualcosa.
E l’altro lo consolava o rideva con lui.
E il padre di Keito, osservando le foto appena scattate, si disse che Yuto doveva essere veramente felice perché il sorriso del ragazzo era talmente spontaneo e contagioso, che faceva venire voglia di ridere a tutti.
Yuto si lasciò ricadere contro la riva, bagnandosi i piedi con l’acqua del mare. Si guardò intorno. Keito lo raggiunse con il fiatone.
« Corri troppo velocemente. » ansimò cadendo accanto a lui « Ma quante energie hai? »
« Credo che sia merito di Kota e di Yuri. Sono talmente felice di stare con loro che… » scosse le spalle, senza riuscire a smettere di sorridere « Non lo so. Mi sento come se avessi la forza per alzare il mondo con un dito. »
« Deve essere davvero bello essere innamorati. » si limitò a dire Keito « A volte ti invidio. Sei riuscito a fidarti così tanto di loro. »
Yuto rimase in silenzio. Desiderava davvero che anche Keito fosse felice così come lo era lui. Dopo tutto quello che aveva passato, l’amico si meritava davvero qualcuno che potesse renderlo veramente felice.
Scosse le spalle.
« Arriverà il momento giusto. Ne sono sicuro. » si limitò a dire sorridendogli.
Keito ricambiò il sorriso, annuendo. Poi si sdraiò sulla sabbia, ad occhi chiusi, imitato dall’amico.
Era sera. Yabu aveva abbandonato Yuya, suo solito compagno di stanza quando erano in albergo, e si era andato a rintanare nella stanza di Yuto e Yuri. I due ragazzi erano accoccolati nel letto, Yuri fra le braccia del più grande, mentre gli raccontava quello che aveva fatto la mattina nella sessione di foto in cui era con Kei e con Yamada.
Kota si stese al loro fianco. Come a casa, Yuri era fra di loro e per Kota non ci poteva essere spettacolo migliore. Si strinse di più al più piccolo, baciandogli il collo e l’altro si lasciò cadere contro di lui.
« Siete bellissimi. » sussurrò guardandoli entrambi.
Yuto alzò la testa.
« Ho un’idea. » esclamò poi « Oggi mentre camminavo in spiaggia con Keito, abbiamo trovato una caverna. Andiamo ad esplorarla. »
« Esplorarla? » si lamentò Yuri, che si stava già abituando all’idea di passare la serata al caldo sotto le coperte, magari accarezzato dai due fidanzati « Ma è pericoloso e poi è buio a quest’ora. » concluse.
« Potrebbe essere divertente invece. E’ per fare qualcosa di diverso dal solito. Dai. » Yuto scosse il fidanzato per una spalla « Abbiamo tutto il tempo a Tokyo per fare sesso. No Kota? » chiese poi voltandosi verso il più grande.
Il diretto interessato si morse un labbro, indeciso. Yuri alzò un sopracciglio, voltandosi verso di lui.
« Sono aperto a qualunque novità. » azzardò « Proviamoci Yuu. Se poi ti annoi, ti prometto che torniamo subito indietro. »
Yuri sbuffò, lasciandosi ricadere sul materasso.
« Va bene, va bene. Siete troppo attivi per i miei gusti. » borbottò alzandosi a sedere e scendendo dal letto, iniziando a vestirsi.
Yuto guardò il più grande, alzando le dita in segno di vittoria e infilò le infradito senza nemmeno mettersi la maglietta. Era talmente eccitato che non avrebbe mai sentito freddo.
La caverna scoperta da Yuto quel pomeriggio si stagliava minacciosamente nel buio della sera. Yuri si avvicinò istintivamente a Kota, mentre l’altro ragazzo si stava già avventurando, con tanto di torcia, lungo le rocce che lo separavano dall’ingresso.
« E’ stata un’idea veramente stupida Ko. » borbottò ancora Yuri mentre stringeva con forza la mano del fidanzato per salire lungo le rocce.
« Ma Yuto felice non è bellissimo? » chiese Yabu.
Yuri arrossì, osservando Yuto e ascoltandolo mentre li chiamava, lanciando gridolini estasiati ogni volta che trovava una conchiglia strana o una roccia scavata dall’acqua.
« Uhm. Sì, forse. » mormorò distogliendo lo sguardo.
Raggiunsero rapidamente l’ingresso della caverna. Yuto era avanti a loro di qualche metro e muoveva velocemente la luce verso il suo interno, non riuscendo a focalizzarsi su un lato in particolare.
« Entriamo? » domandò ancora voltandosi verso di loro.
« Non mi piace. » si lamentò Yuri « E se c’è qualcosa di pericoloso? »
Yuto parve pensarci solo in quel momento. Guardò di nuovo dentro la caverna, illuminando la strada davanti a lui, ma la luce non raggiunse la fine della grotta.
Poi, all’unisono, i due ragazzini si voltarono verso Kota, con aria speranzosa.
« Cosa c’è? » chiese il più grande, sospettoso.
« Non vuoi sapere che cosa c’è più avanti? » domandò Yuto.
« Renderebbe Yuto molto felice. » aggiunse Yuri, intenzionato a fargliela pagare per averlo fatto uscire, privandolo così delle sue coccole serali.
Kota assottigliò gli occhi, osservando Yuri, maledicendo sé stesso in tutte le lingue del mondo. Prese un profondo respiro e poi azzardò qualche passo verso l’interno, stando ben attento a dove metteva i piedi e illuminando il terreno davanti a lui.
Fece qualche metro, quello che serviva per permettere ai fidanzati di raggiungerlo. Si sedette su una lunga e grande roccia liscia, attendendoli.
Yuto si sedette soddisfatto al suo fianco, osservando la porzione di cielo che si intravedeva. Le stelle erano limpide e il cielo era sgombro da ogni nuvola.
Il sud del Giappone era sempre più bello, a detta di Yuto. Ci andava spesso, sia da solo che con la famiglia perché il paesaggio lo affascinava. Ne era semplicemente innamorato.
Yuri rimase in piedi davanti ai due ragazzi, prima di posare la torcia accanto a Yuto e di sedette sulle gambe di Kota, fissandolo in faccia. Il più grande lo trattenne, poggiando le mani sulla sua schiena e Yuri allora ne approfittò, spingendo il bacino in avanti.
Kota avrebbe voluto avere la padronanza di sé per dirgli che potevano tranquillamente tornare in stanza, ma non ci riuscì. Il più piccolo chinò il volto verso di lui, iniziando a baciarlo e a stringere le mani sulle sue spalle, muovendo poi le mani verso la base della nuca.
« Yuri… » mormorò Kota fra i baci affamati del più piccolo.
« Mh? » domandò l’altro con fare innocente « Non posso fare le coccole al mio fidanzato? »
« Coccole. » ridacchiò Yuto con tono canzonatorio, avvicinando a loro e prendendo a toccare la pelle di Yuri « Mi sembrano coccole un po’ spinte le tue. »
Yuri abbandonò la bocca di Kota per voltarsi verso Yuto, con un sorriso malizioso
« Mh. Potrei ammettere che non sono solo coccole quelle che voglio forse. » allungò la mano, afferrando Yuto per la maglietta e tirandolo verso di sé, baciandolo, mentre il più grande gli attaccava il collo scoperto, accarezzandogli ogni centimetro di pelle libera che riusciva a toccare, tenendo poi ben fermo i fianchi di Yuri contro i propri.
Yuto prese a toccarlo a sua volta, togliendogli immediatamente la maglietta. Non si sarebbe mai spiegato come il più piccolo riuscisse ad eccitarlo in quella maniera quasi animalesca.
Gli bastava un gesto languido, un bacio più appassionato, una carezza che immediatamente perdeva il controllo di sé. Lo afferrò per le spalle, strappandolo dalla presa di Yabu e spingendo il più piccolo contro la roccia. Si stese sopra di lui, togliendogli il costume e lasciandolo nudo. Le mani del più grande lo spogliarono, toccandolo e sfiorandolo. Le dita di Kota scivolavano leggere su di lui e quelle semplici carezze lo eccitarono ancora di più, mentre la lingua di Yuri stava già andando ad esplorare l’erezione fra le gambe di Yuto.
Yuto gemette prima che la bocca fosse chiusa da quella di Kota, impedendogli di ansimare a voce troppo alta. Yuto si sedette, lasciando che la bocca di Yuri si concentrasse meglio su di lui.
Avrebbe voluto spingere i fianchi contro di lui, per spingersi fino in fondo a quella bocca calda e bollente che lo stava facendo andare fuori di testa, mentre allo stesso tempo avrebbe voluto spingersi verso Kota, i cui baci lo stavano confondendo ancora di più.
Non passò molto tempo che Yuto non resistette più. Si staccò faticosamente da Yabu, fece sdraiare Yuri e gli allargò le gambe, facendoci passare sotto le proprie braccia. Yuto avrebbe voluto prepararlo, ma la voce di Yuri che lo incitava a muoversi perché non riusciva più a resistere fecero crollare i suoi deboli propositi.
Si spinse lentamente verso di lui, cercando di ignorare i gemiti di dolore del più piccolo, gemiti subiti soppressi da Kota, che invece si spinse dentro la sua bocca.
Yuto entrò completamente di lui, aspettando qualche minuto per farlo abituare all’intrusione, ma il più piccolo, nonostante qualche smorfia di fastidio e gli occhi lievemente umidi, sembrava molto più occupato a succhiare e a leccare l’erezione di Yabu.
Iniziò quindi a muoversi, incrementando le spinte allo stesso ritmo dei movimenti di Kota dentro la bocca di Yuri. Osservò il più grande. Il suo volto contratto in smorfie di piacere lo eccitava.
Si chiese cosa esattamente di Yabu e Yuri non lo eccitasse. Li trovava attraenti e più li guardava più di eccitava. Spinse sempre più forte, notando sul viso di Kota i chiari segni dell’orgasmo.
Afferrò l’erezione di Yuri, stretta fra i loro corpi, iniziando a muovere rapidamente la mano, allo stesso ritmo delle proprie spinte dentro il suo corpo, che ormai si apriva sotto di lui senza più nessuna difficoltà.
Il più piccolo venne, ma invece di lasciarsi cadere sulla roccia rimase saldo nella sua posizione, afferrando i fianchi di Yabu, come per impedirgli di muoversi. Leccò avidamente la sua erezione, spingendo in avanti la testa, come se non riuscisse a farne a meno, fino a che non lo sentì venire in fondo alla sua gola.
Yuto si mosse con foga crescente, venendo a sua volta pochi minuti dopo dentro il suo corpo caldo e incredibilmente stretto.
Tutti e tre si sdraiarono sulla roccia, ansimanti e con il respiro pesante.
« Direi che le tue coccole erano decisamente qualcosa di più Yuu. » rise Yuto.
« Lo so. Era il mio obiettivo fin dall’inizio. » ammise il più piccolo.
« Potevamo tornare in albergo. » commentò Kota.
« Ma come, non eri tu quello aperto a nuove esperienze? » lo riprese Yuri, ridendo.
Il più grande rise a sua volta, alzandosi faticosamente in piedi.
« Direi che è ora di tornare. Domani dobbiamo lavorare tutto il giorno e dobbiamo riposarci un po’. » gli ricordò iniziando a vestirsi, imitato dai fidanzati.
« Hai ragione. » sbadigliò Yuri « Mi porti sulle spalle Ko? » mormorò poi con il suo tono più innocente.
L’altro non rispose, limitandosi ad accovacciarsi davanti a lui. L’altro gli montò sulla schiena, stringendo le gambe intorno alla sua vita.
Iniziarono a camminare lentamente, Yuto e Kota chiacchierarono del più e del meno, senza preoccuparsi troppo di quello che dicevano. Anche quando stavano in silenzio, stavano bene.
Quando raggiunsero la stanza si accorsero che Yuri si era addormentato e delicatamente il più grande lo fece adagiare nel letto.
Gli altri due si sdraiarono al suo fianco e istintivamente, come ogni notte, Yuri si strinse a Yuto, usando il suo braccio come cuscino.
Kota coprì tutte e tre con le coperte e poi, stretti l’uno contro l’altro, si addormentarono.
Yuto osservò i fidanzati dormire per qualche manciata di minuti. Erano mesi che non riusciva a smettere di sorridere e pregò intensamente di poter essere felice, esattamente come in quel momento, per tutta la vita.