Titolo: La colpa è il mio amore
Fandom: Hana Yori Dango
Pairing: Hanazawa Rui x Doumioji Tsukasa
Rating: G
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Era veramente un brutto momento quello che stava affrontando e la cosa peggiore era che non riusciva a trovare le parole giuste per dirlo a Rui.
Note: Scritta per la
think_angst con il prompt “Depressione” e per la
500themes_ita con il prompt “056. Rivelazione difficile”
WordCount: 516
fiumidiparole **
Era difficile per Tsukasa. Era veramente un brutto momento quello che stava affrontando e la cosa peggiore era che non riusciva a trovare le parole giuste per dirlo a Rui. Il fidanzato aveva cercato di comprendere il perché dei suoi malumori, alla sua depressione nemmeno così ben celata che lo aveva colpito, ma senza giungere a nessuna soluzione e Tsukasa non gli aveva di certo reso la vita semplice, doveva ammetterlo.
Ma voleva che fosse lui a dirglielo, non che lo venisse a sapere da qualcun altro. Doveva trovare il coraggio di dirgli la verità, di dirgli tutta la verità, perché quello si erano promessi ormai sei anni prima, quando era scappati.
Di amarsi, di dirsi la verità, di rispettarsi, di essere sempre l’uno il sostegno dell’altro. Certo, quella era solo la finzione di una realtà dato che non potevano sposarsi, ma quella piccola bugia aveva dato a Tsukasa il coraggio necessario per afferrare la grande e calda mano di Rui e di scappare via.
Lontani, dove nessuno li conosceva, dove nessuno li avrebbe giudicati per quello che erano, dove erano liberi di amarsi, perché ormai erano davvero troppi anni che lo facevano di nascosto ed erano entrambi stanchi di fingere qualcosa che non erano.
Avevano passato i primi mesi a cercare lavoro, a sudare, a volte senza nemmeno avere i soldi per mangiare, ma Tsukasa era felice.
Felice come non era mai stato e forse, in quel momento, stava solo pagando il conto di quella felicità di cui forse non aveva diritto.
Si passò una mano fra i capelli, osservando come le ciocche gli rimanessero incastrate fra le dita e solo allora si accorse dell’altra persona appoggiata allo stipite del bagno.
Si voltò di scatto, nascondendo dietro la schiena i capelli, inghiottendo aria e saliva, come se solo evitando di farglieli vedere, la realtà potesse essere nascosta per qualche mese in più.
Rui lo guardava, i lunghi capelli ormai neri gli ricadevano oltre gli occhi, spalancati e pieni di domande.
« Rui… posso spiegarti. » iniziò Tsukasa lasciando scivolare i capelli nel lavello e di avvicinandosi al fidanzato.
« Cosa… sta succedendo Tsukasa? » sussurrò piano il più piccolo, osservando quei residui nel lavandino.
« Volevo dirtelo, prima o poi. Cercavo solo il momento più adatto per farlo, solo che… è una cosa difficile da dire, Rui. »
Rui non era una persona emotiva. Non era uno di quelli che si lasciava andare a scenate o a urli e per questo quando Tsukasa lo vide con gli occhi lucidi, si sentì improvvisamente male.
Male come durante il ciclo di chemioterapia non era mai stato, male perché si era finalmente reso conto che la sua vita ormai stava terminando. Si era accorto troppo tardi di quella malattia che lo stava mangiando da mesi e ogni cura era solo un leggero palliativo, un qualcosa che lo avrebbe aiutato solo ad avere qualche mese, non tutta la sua vita.
« Sto morendo Rui. » ammise con la voce rotta dalle lacrime « Mi dispiace. » sussurrò.
Rui lo abbracciò, con forza, stringendolo a sé. Poi pianse perché ormai, arrivati a quei livelli, piangere era solo l’unica cosa che gli era rimasta.