[Shiritsu Bakaleya Koukou] Sadistic Love

Oct 18, 2012 12:52

Titolo: Sadistic Love
Fandom: Shiritsu Bakaleya Koukou
Pairing: Tatsunami Shohei x Noguchi Satoshi
Rating: NC17
Avvertenze: Slash, PWP
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: La sua lingua scorreva abbastanza velocemente sul corpo da adolescente di Satoshi. Non era difficile, in fondo, resistere a quella pelle abbronzata, calda e invitante, che di brividi di piacere ne sapeva poco e nulla.
Note: Scritta per la think_angst con il prompt “Litigio” e per la 500themes_ita con il prompt “014 - Tocco sconsiderato”
WordCount: 1557 fiumidiparole

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La sua lingua scorreva abbastanza velocemente sul corpo da adolescente di Satoshi. Non era difficile, in fondo, resistere a quella pelle abbronzata, calda e invitante, che di brividi di piacere ne sapeva poco e nulla.
Anzi. Shohei era sicuro che quella fosse praticamente la prima volta che aveva un altro ragazzo sopra di sé, che lo toccava e lo baciava, facendolo gemere a voce così alta. E ne era decisamente lusingato.
Certo, complici erano stati l’alcol e una litigata furiosa che lo avevano spinto ad afferrare il più piccolo e a baciarlo, pur di non sentirlo più discutere e vomitargli addosso la sua frustrazione per la propria relazione insoddisfacente con Maya.
Shohei era stanco di sentir parlare sempre e solo di Maya. Aveva bevuto troppo birre quella sera, da solo a casa, senza nessuna altra prospettiva che quella di Satoshi che si lamentava.
Poi avevano discusso. All’inizio civilmente, poi la piega del discorso aveva preso atteggiamenti più diffidenti e aggressivi, fino a quando Shohei non gli aveva detto che della sua relazione non gliene fregava niente e che non ne poteva più di sentirlo mentre si lamentava come una femminuccia alla sua prima cotta adolescenziale.
Shohe avrebbe voluto sentirsi in colpa mentre osservava il volto di Satoshi sbiancare e mentre si mordeva il labbro. Avrebbe voluto dire al proprio cervello di elaborare delle scuse, il più credibili possibili, ma non ci riusciva.
Perché Maya non lo meritava e perché quello era un amore esclusivamente a senso unico, l’unico che fino a quel momento non se ne era ancora accorto era Satoshi. Il più grande assaporò il silenzio solo per qualche secondo, prima che il ragazzino non iniziasse ad urlargli cose che in quel momento proprio non si ricordava.
Shohei ricordava solo di averlo preso per la maglietta della divisa, di averlo avvicinato a sé e di averlo baciato, infilando quasi prepotentemente la lingua nella sua bocca, fra le sue labbra ancora dischiuse per lo stupore di quel gesto.
Il bacio di Shohei si fece quasi subito aggressivo, mentre gli mordeva le labbra e lo afferrava per i fianchi, spingendolo contro il muro e facendo passare le proprie mani sul suo corpo, sotto la maglietta. Satoshi ricambiò il bacio, altrettanto violentemente, stringendo le mani a pugno e stringendo la maglietta di Shohei, come se lo volesse ancora più vicino.
Era un gesto sconsiderato, Shohei lo sapeva bene, ma era stanco. Stanco di fingere giorno dopo giorno che gli andasse bene quella storia malsana fra Satoshi e Maya, stanco di fingere che volesse davvero permettere a Maya di averlo solo per sé, stanco di fingere che per Satoshi non provasse qualcosa di più profondo, qualcosa di sentimentale ed erotico che si mischiavano e scivolavano sotto pelle, come adrenalina pura.
Fece salire le mani lungo il costato di Satoshi, scivolavano con la bocca lungo il collo, mordendoglielo e lasciandogli segni rossi, per far capire a tutti di chi era realmente Satoshi e con chi, alla fine, si stesse lasciando andare.
Le mani del più piccolo si strinsero sulle sue spalle, inarcando la schiena e spingendo il bacino contro quello di Shohei, che lo prese per la vita, spostandolo con la schiena contro il divano, iniziando a togliergli la giacca e la maglietta della divisa, lasciandolo con addosso solo i pantaloni.
Satoshi lo afferrò per i capelli, portando le sue labbra su quelle di Shohei, riprendendo a morderle e a succhiarle, mentre le mani dell’altro stavano giocando con la fibbia della cintura. Shohei si liberò dalla presa, tirandogli indietro la testa, mordendogli ancora il collo, scivolando poi sul petto, leccando e mordendo con moderata forza, i capezzoli scuri che, nonostante la pelle naturalmente abbronzata, spiccavano, invitandolo a giocarci.
Il più piccolo gemette ancora, inebriando un Shohei che non era ancora tutto sobrio, che continuava a considerare tutto quello un sogno, un gesto da folli e da pazzi, perché solo un pazzo avrebbe scopato il fidanzato di un suo amico.
Ma Satoshi ci stava, non lo aveva ancora cacciato via, e voleva che continuasse a torturarlo e a farlo godere.
La bocca di Shohei scivolò oltre il suo ombelico, mentre le mani e le lunghe dita stavano già sfiorando da qualche manciata di minuti l’erezione dura e compresso dentro i boxer del più piccolo.
Il ragazzo gemette di disappunto quando le labbra di Shohei si concentrarono sull’inguine, scivolando fino all’interno coscia, come se il suo volto sudato e contorto dall’eccitazione, non fossero abbastanza per lui, come se ne volesse ancora di più e si stesse ubriacando di quella voce che non face altro che chiedere e chiedere.
« S-Shohei! » gemette frustrato Satoshi alzando leggermente la testa, il volto arrossato sia dall’imbarazzo che dal piacere.
Lo vide sogghignare, leccarsi le labbra come se si trovasse davanti il miglior piatto che avesse mai assaggiato, prima di schiuderle leggermente, appoggiarle sulla sua punta e provocare in Satoshi un miscuglio di emozioni indescrivibili e contrastanti, mentre sentiva l’esigenza di spingersi immediatamente dentro quella bocca bollente.
Ma Shohei non aveva alcun intenzione di dargli alcuna soddisfazione o piacere. Rimase fermo, a gustarsi la punta, leccandola e succhiandola, tenendo fermo il bacino di Satoshi, impedendogli di raggiungere la piena soddisfazione, come ormai stava gemendo e richiedendo da un pezzo.
Il più grande però aveva decisamente altri piani. Non voleva affrettare le cose, banalizzarle, rovinarle. Voleva godersi ogni centimetro di quella pelle, di quella bocca, di quel corpo, perché non sapeva se ci sarebbe mai stata una seconda volta o una terza o una quarta.
Aveva un futuro incerto e proprio per non farsi prendere in giro da quell’incertezza, aveva deciso di agire nel modo più sconsiderato possibile. Lentamente la sua lingua scivolò una prima volta lungo tutta la lunghezza di Satoshi, stimolando lievemente le venature della sua erezione dura, succhiandole di tanto in tanto, senza però mai dargli la piena soddisfazione.
« Shohei, ti prego! » implorò ancora il più piccolo e fu a quel punto che il ghigno del ragazzo si fece più ampio.
Lo prese in bocca, sentendo la punta dell’erezione stuzzicargli la gola, ma non se ne curò e iniziò a succhiare l’intera lunghezza, muovendo ritmicamente la testa avanti e indietro, permettendo finalmente a Satoshi di prendere per un attimo il controllo della situazione.
Sentì le sue dita stringersi fra i capelli, tirargli la testa, muovergliela come meglio desiderava, mentre i suoi fianchi spingevano fino in fondo, desiderando e cercando l’orgasmo, la soddisfazione piena.
E fu proprio in quel momento che Shohei rovesciò di nuovo la situazione. Si allontanò, allargò di nuovo le gambe del più piccolo, spogliandosi a sua volta, iniziando a prepararlo quasi dolcemente.
Sì, perché era arrabbiato, era ancora un po’ ubriaco e non era mai stato una persona piena di principi morali, ma non era sua intenzione ferire o far soffrire gratuitamente Satoshi.
Infilò gradualmente le dita dentro di lui, preparandolo, stuzzicandolo di nuovo con la lingua, fino a quando non fu Satoshi stesso ad implorarlo perché lo prendesse. E Shohei allora non se lo fece ripetere una seconda volta.
Si mise sopra di lui, facendo passare le gambe sopra le sue braccia, alzandosi fino all’altezza del suo volto. Si chinò sopra di lui, facendo aderire la propria erezione all’apertura di Satoshi, prima di baciarlo di nuovo con la stessa violenza e urgenza di prima, distraendolo con morsi, baci, mentre lo penetrava e penetrava anche la sua bocca con la propria lingua.
Si spinse lentamente, osservando ogni movimento del volto di Satoshi, sentendo le sue unghie stringersi sulle sue braccia, forse anche facendolo sanguinare, ma il più grande non se ne curò minimamente.
Iniziò a spingere, senza aver più alcuna remora, perché il corpo di Satoshi era stretto, bollente e caldo, invitante e niente riusciva a fermarlo dalla sensazione di completezza che stava finalmente provando.
Lo aveva, era suo, solo suo e ogni segno sul corpo di Satoshi portava il suo nome. Spinse ancora, sentendo i gemiti e gli ansiti del più piccolo farsi sempre più rochi e profondi.
Afferrò la sua erezione con una mano, mantenendosi in equilibrio sulla seconda, appoggiata accanto alla testa di Satoshi, continuando a spingere, anche se più lentamente, spingendosi sempre fino in fondo, facendolo godere.
Mosse velocemente la mano, mentre anche il ritmo delle sue spinte riprendevano velocità e il più piccolo impiegò poco prima di venire, ansimando il suo nome, raggiungendo finalmente quell’orgasmo tanto agognato e che Shohei gli aveva invece vietato fino a quel punto.
Le spinte di Shohei aumentarono di intensità, mentre si spingeva sempre più a fondo, mentre osservava quel volto deformato dal piacere e fu proprio inebriandosi di quella voce che ansimava il suo nome che venne dentro il suo corpo, marchiandolo indelebilmente, segnandolo come sua proprietà.
Quando uscì dal suo corpo, scivolò a terra, osservando il soffitto, cercando di stabilizzare il proprio respiro sincronizzandolo con quello di Satoshi, ancora affannato.
Rimasero in silenzio, perché in fondo non c’era nulla da dire, i fatti risultarono abbastanza chiari ad entrambi, senza alcun bisogno di ulteriori spiegazioni. Satoshi aveva tradito il suo fidanzato e Shohei non aveva avuto alcun ripensamento, anzi, lo aveva fatto quasi con piacere, con una malsana voglia di far vedere a tutti quanto Maya fosse poco adatto per far felice Satoshi.
Shohei non aveva idea di come si sarebbero svolti fatti, non aveva idea di quello che sarebbero diventati lui e Satoshi, di come il loro rapporto sarebbe cambiato. Non sapeva nulla e forse non voleva nemmeno saperlo.
Per quel momento gli bastava solo ascoltare il respiro lento e profondo di Satoshi, ormai addormentato, per sentirsi un po’ meno in colpa.

challenge: 500themes ita, fandom: shiritsu bakaleya koukou, challenge: think angst {coppia}, pairing: tatsunami x noguchi

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