I wrote a ff about Damon/Elena, but it's in Italian :D
Closer To You
Autrice: Silvia, io
Pairing: Damon/Elena
Genere: One shot/Future Fic
Rating: Per tutti
Avvertimenti: post season 1
Note: Bene, come avevo promesso ecco una mia fan fiction Delena. E' la mia prima ff su di loro, quindi abbiate pietà. E' ambientata in un punto imprecisato della seconda stagione. Katherine è tornata e ha scombussolato le cose un po' le cose. Le cose tra Elena e Stefan vanno piuttosto male e si sono allontanati. Ok queste sono un po' le premesse, spero di non aver scordato nulla. Commenti e critiche ben accetti. Mi servono anche per capire se magari ho reso i personaggi troppo OOC o se devo migliorare in qualche aspetto (non siate troppo crudeli). Non c'è un POV specifico, si "sentono" i pensieri di entrambi. E con ciò... buona lettura!
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“Caro Diario,
Katherine è tornata
Stefan si comporta in modo strano e lo sento sempre più distante
Penso che Stefan non abbia dimenticato Katherine
Non so più a cosa credere”
Chiuse il diario di botto rinunciando a provare a scrivere. Era inutile. Non ci riusciva.
Era seduta con le gambe distese lungo il dondolo del portico di casa sua. Era una sera come tante a Mystic Falls, ma lei aveva un subbuglio di emozioni dentro di sé che non riusciva a scrivere. Il ritorno di Katherine aveva complicato le cose e sentiva che Stefan si allontanava ogni giorno di più da lei. Era da settimane che le cose erano cambiate, che lei continuava a soffrire per quella situazione, ma come sempre si era messa la sua maschera, la sua corazza e si era fatta forza per affrontare tutto. Non era mai stata il tipo che si arrendeva o che si faceva prendere dallo sconforto.
Improvvisamente sentì un rumore e si girò di scatto guardandosi attorno. Forse non era esattamente una buona idea stare fuori da sola.
Quando si alzò per dirigersi verso la porta sentì come una presenza dietro di lei e si voltò. Stava per urlare ma fu bloccata da una mano che le coprì la bocca. Quando vide chi era il suo “assalitore” si sentì sollevata e roteò gli occhi al cielo.
Damon Salvatore.
Possibile che doveva sempre comparire in quel modo sinistro?
“Non lo sai che le belle ragazze non dovrebbero stare fuori da sole di notte?”
“Tu non lo sai che se ti aggiri furtivamente di notte potresti essere scambiato per uno psicopatico? Ops, scusa, dimenticavo… lo sei” e detto ciò gli voltò le spalle.
Aveva sempre quel caratterino e la voglia costante di rispondere ad ogni sua battuta. Damon sorrise di quell’atteggiamento che sapeva essere di difesa. Ora più che mai. Sapeva che stava soffrendo a causa di Stefan e in qualche modo dava libero sfogo al suo dolore.
“Ouch! Siamo alquanto acide stasera…” era più forte di lui, si divertiva a punzecchiarla “Hai provato non so… una di quelle tisane che bevete voi umani?”
“Stai pur certo che sarebbe alla verbena” rispose lei sempre dandogli le spalle e ormai in procinto di entrare.
“Un altro colpo al cuore. Sei decisamente malvagia, Elena. Non hai compassione neanche di un vampiro venuto a darti la buonanotte”
Si fermò e chiuse gli occhi esasperata e si voltò nuovamente verso di lui che era lì pronto ad accoglierla con il suo solito sorriso.
“Cosa ci fai qui?” chiese lei incrociando le braccia.
“Mi assicuro che nessuno ti faccia del male, Elena”
Questa volta però lei lo fissò a lungo, ormai sapeva riconoscere quando Damon scherzava e quando parlava seriamente.
Guardandolo meglio alla luce della lampada notò qualcosa che con il buio non aveva visto. Si avvicinò di scatto, cosa che invece fece indietreggiare Damon quasi potesse prendere la scossa se lei si fosse avvicinata troppo.
“Cosa hai fatto in faccia?” chiese lei mentre notava che la giacca di pelle e i jeans erano strappati. Sul volto aveva una serie di tagli.
“Un piccolo scambio di vedute con un licantropo” rispose lui facendo spallucce, ma anche quel piccolo movimento lo fece visibilmente soffrire.
Elena si avvicinò di nuovo per dargli sostegno. I due si guardarono per un lungo istante quasi si stesso scrutando. Sentiva le braccia di lei lungo un fianco e lungo la schiena. Poi gli fece scorrere il braccio lungo le spalle di lei.
“Vieni, in casa ho qualcosa per curare le ferite”
“Non penso sia una buona idea…”
“Jeremy è da un amico e Jenna è già a letto… basta che non ti metti ad urlare così non la sveglieremo”
I due entrarono in casa e iniziarono a salire le scale facendo il minor rumore possibile.
“Sembriamo due poveri e innocenti liceali alle loro prime imprese con il sesso” bisbigliò Damon.
“Nei tuoi sogni” commentò Elena lanciandogli un’occhiata.
“A dire il vero nei miei sogni sei molto accondi…” ma non poté terminare la frase perché Elena gli tappò la bocca con la sua mano mentre lui sorrideva furbescamente.
Arrivati in camera di lei, Elena lo fece sedere sul letto.
“Vado in bagno a prendere le cose, vedi di non combinare casini”
Rimasto solo, Damon si guardò attorno notando l’orsacchiotto accanto a sé.
“Sembra che passeremo ancora un po’ di tempo insieme”
Elena tornò con la scatola dei medicinali e chiuse la porta dietro di sé.
“Dove sei ferito?” chiese lei tirandosi fuori garze, cotone e alcol.
“Elena, non è necessario”
“Non avrai paura di un po’ di alcol solo perché brucia?” lo provocò lei.
Damon sorrise “ Se proprio insisti…”
Si alzò e si tolse la giaccia e la buttò ai piedi del letto. Fu poi il turno della maglietta nera che fece la stessa fine dell’indumento precedente. Quello che era rimasto era un petto muscoloso e degli addominali ben scolpiti solcati da lunghi tagli.
Damon aveva eseguito ogni mossa senza staccare gli occhi da quelli di lei che lo scrutavano curiosa mentre tentava di essere indifferente. Quando però Elena vide le mani di lui scendere e tirare giù la zip dei jeans, la ragazza si voltò di scatto.
Damon si mise a ridere “Andiamo, lo so benissimo che vuoi guardare”
“Ti sbagli” disse Elena risoluta mentre volgeva la sua attenzione a cotone e alcol.
“Sono pronto” disse Damon divertito.
Quando Elena si voltò notò che era coperto di lunghi e profondi tagli e di lividi. Si avvicinò e lo fece sedere con gentilezza quasi accompagnandolo per impedirgli di farsi del male. Gli prese il viso con una mano e con l’altra iniziò a tamponare il taglio sopra l’occhio, poi quello lungo la guancia. Lui continuava a guardarla mentre il tocco delle mani di lei lo faceva stare così bene.
Elena.
Da quando Katherine era tornata ogni sera andava a casa Gilbert per assicurarsi che non ci fosse nulla di strano. Sapeva quanto imprevedibile potesse essere Katherine e non voleva che accadesse nulla ad Elena.
Adesso era scesa a curare la ferita sulla spalla. Era così assorta e attenta a non fargli troppo male.
“Grazie” fu il piccolo bisbigliò di Damon.
Elena lo guardò dapprima stupita per poi regalargli un piccolo ma sincero sorriso “Non c’è di che”.
Era da un po’ che non la vedeva sorridere. Era così diversa da Katherine. Così premurosa, così… non sapeva come descriverlo. Gli trasmetteva un senso di calore mentre si prendeva cura di lui.
Si occupò anche delle ferite all’addome, ma era meglio fasciarglielo.
“E’ meglio se ti fascio, hai un sacco di lividi”
“Non si può dire che i licantropi siano creature cordiali”
“Ma tu ci avrai messo del tuo per farlo innervosire” disse Elena guardandolo come per dire “Guarda che ti conoscono”.
“Non mi piaceva che un enorme cane si aggirasse intorno a casa tua” rispose Damon sinceramente.
Non sapeva perché ma ad Elena spuntò un piccolo sorriso. Era da settimane che Damon si assicurava che lei fosse al sicuro. Dopo che Katherine aveva attentato alla vita dello zio John… o meglio, di suo padre, aveva libero accesso alla casa di Elena.
“Prima o poi ti farai ammazzare” disse lei piano guardandolo negli occhi.
“Ho la corazza dura, ci vuole molto di più di un cane per farmi fuori”
Elena prese le bende e lo fece alzare mentre lui continuava a scrutarla. Aveva quel suo sguardo magnetico sempre posato su di lei. Gli fece alzare le braccia e iniziò a fasciarlo girandogli attorno. lungo l’addome finché si ritrovarono ad avere ben poca distanza tra i loro corpi.
Non sapeva perché ma c’era qualcosa che la attirava inspiegabilmente a Damon. Per quanto cercasse di non farci caso, ogni volta che erano vicini sentiva come una scarica elettrica. Si ritrovò nuovamente a fissargli le labbra che erano incredibilmente vicine alle sue.
Il rumore di un uccello notturno li riportò alla realtà e lei si allontanò di scatto e andò a riporre quello che era avanzato delle bende.
Damon si sedette a tamponarsi le ferite al ginocchio e ad una coscia.
Nonostante ci provasse gli era sempre più impossibile nascondere i suoi sentimenti per lei. Si era esposto notevolmente al “Founder’s Day” per poi scoprire di aver baciato Katherine. Ma più passava il tempo più trovava quei grandi occhi color nocciola irresistibili e si ritrovava inevitabilmente attratto da quella ragazza che lo faceva sentire così… umano.
Elena gli prese dalle mani il cotone che ormai non gli serviva più.
“Vado a buttare il cotone e a sistemare la scatola dei medicinali. Metti su le garze alle ferite al ginocchio e alla coscia e poi cerca di star buono, ok?”
Ma prima di uscire lui la fermò.
“Elena”
Ultimamente quando sentiva lui pronunciare il suo nome era come se sentisse un brivido lungo la schiena che lei tentava di scacciare e di non sentire affatto. Si voltò verso di lui.
“Stefan è un cretino” Elena sgranò gli occhi “Non meriti di star male a causa sua”
Rimase immobile a guardarlo. Era come se quelle parole le fossero entrate dentro. Era come se avesse avuto bisogno proprio di quelle parole. Non annullavano il dolore che provava, ma era come se almeno un briciolo lo lenissero.
“Grazie Damon” disse lei semplicemente e uscì mentre lui continuava a fissarla.
Per la prima volta dopo tanto tempo non voleva pensare a Stefan. Per una serata voleva essere tranquilla. Voleva non essere continuamente seguita dal dolore di quelle ultime settimane. Voleva riuscire a dormire serenamente.
Quando tornò in camera vide che Damon era sdraiato sul letto. Avvicinandosi notò che si era addormentato. Prese una coperta dall’armadio e gliela stese sopra e poi si sedette accanto a lui dall’altro lato del letto lasciato libero. Per qualche motivo le venne naturale accarezzargli piano i capelli.
Damon.
Quello che all’inizio si era mostrato solo un vampiro crudele e senza rimorsi, si era rivelato molto di più. Era qualcuno che avrebbe fatto qualsiasi cosa per amore, era qualcuno che si preoccupava per suo fratello anche se non lo avrebbe mai ammesso. Era qualcuno che era stato ferito dall’unica donna che avesse mai amato. Era qualcuno che c’era sempre per lei.
Si erano avvicinati, avevano legato e Elena sentiva perfettamente che c’era qualcosa tra di loro. Con il passare del tempo si era riscoperta ad averlo a cuore. Per qualche ragione sentiva che lei e Damon erano legati e che poteva sempre contare su di lui.
Si sdraiò mentre lo osservava dormire.
Sentiva il cuore batterle velocemente. Sentiva ancora quella carica elettrica che aveva sentito prima. Era come se la avvolgesse. Ma non era l’unica sensazione che provava. Averlo accanto la faceva sentire al sicuro. Come se nessun male potesse scalfirla con lui lì vicino. E mentre le palpebre si facevano sempre più pesanti sentiva che Damon si stava facendo sempre più spazio all’interno del suo cuore.