Mar 10, 2018 23:39
Cow-t, ottava settimana, M6
Prompt: Duello
Numero parole: 516
Era iniziata quando aveva detto a Lance che non si sentiva più se stesso.
Quel momento di buio durante lo scontro su Olkarion, e prima ancora, da quando si era risvegliato sulla nave Galra, riuscendo a scappare per la seconda volta ai suoi aguzzini. Viveva in una nebbia fatta di veli che ricoprivano i suoi ricordi. C’erano, li vedeva, ma non li sentiva come credeva, come pensava avrebbe voluto. Poteva ricordare dialoghi e sensazioni, ma era come se qualcun altro, nella sua testa, glieli stesse raccontando. E gli stesse anche dicendo di fermarsi ma non capiva da cosa. O almeno, così era stato fino a quando non c’era stata la sconfitta contro Zarkon.
Lì era apparsa una seconda voce, una voce che non faceva altro che portare la sua attenzione su Lotor. Seguire Lotor. Aiutare Lotor. Mai perdere di vista Lotor.
E pur di farlo, si era distaccato dai suoi stessi compagni. Aveva urlato contro di loro. Per poi ritrovarsi con ancora più confusione nella testa.
A volte aveva la sensazione, salendo sul Black Lion, che il leone lo accettasse a malapena, che gli stesse quasi facendo un piacere - e in fondo, era stato lui a pregarlo di farlo. Eppure, ecco che, portando gli altri in battaglia, ancora, di nuovo, prendeva decisioni che poi, a posteriori, in solitaria, rivedeva e si ritrovava a pensare quanto fossero idee sue?
Li aveva fatti quasi ammazzare su Naxzela. Avrebbe dovuto ascoltare Lance quando voleva andarsene. Avrebbe dovuto essere lui quello a incoraggiare Allura, o dare man forte. E ancora, perché aveva insistito tanto per prendere quell’avamposto totalmente militare, che altro non si era rivelato che un’immensa bomba?
Si sentiva tirato da due lati, in una lotta interiore in cui non riusciva a trovare la propria identità.
Aveva provato a parlarne con Lance. Forse avrebbe dovuto provare con Allura, o con Keith. Ma mentre con la prima non era sicuro di essere compreso, perché in fondo, tolta la lotta contro l’Impero Galra, non c’era molto altro tra di loro, con Keith, per quanto non volesse ammetterlo, il loro rapporto era scivolato da parte da quando si era unito alla Lama di Marmora. C’erano stati degli attriti, ma anche una volta risanati, i momenti in cui si sentivano era prettamenti legati agli aggiornamenti sulle missioni. Niente di più.
E poi c’era Lance, a cui doveva non solo delle scuse, ma forse, più di tutto, il fatto che si fosse accorto che c’era qualcosa che non andava in lui. In realtà, probabilmente neanche lo stesso Lance lo aveva realizzato, ma Shiro aveva colto sguardi, espressioni, dubbi aleggiare sul suo viso.
La verità, tuttavia, era che non aveva esposto le sue incertezze totalmente, e mai senza guardarlo. Vivida rimaneva la presenza interiore che voleva sapere, come se volesse vedere attraverso i suoi occhi. E Shiro non intenda cedere sempre a quella voce, anche a costo di impazzirci. Si guardava allo specchio e faticava a riconoscersi. Si metteva alla testa di Voltron, eppure era come se quel ruolo fosse diventato stretto.
Era un duello continuo e non era certo che avrebbe vinto.
voltron,
cow-t