Scuola Politica: Casta sì, ma un pò meglio

Nov 18, 2013 21:47

Recentemente, grazie ad una foto postata da yamakaze067, si è potuto (ri-)vedere il volto del papà di Sho durante un servizio trasmesso al tg.

Devo onestamente ammettere che quando ho visto quel servizio in diretta (il 13 Novembre mattina), non mi ero assolutamente accorta che in mezzo a quel gruppo di politici ci fosse anche Sakurai.

Fatta questa premessa, vorrei precisare che i pensieri che seguiranno non saranno in alcun modo collegati agli Arashi.

Appena ho notato, grazie a yamakaze067, che in quella fila di politici silenziosamente ossequiosi e riverenti c'era anche il padre di Sho, ho avuto una strana sensazione, un misto tra disillusione,sarcasmo, e una consapevolezza sempre avuta ma che è riaffiorata tutta in una volta.
Il padre di Sho rappresenta un esempio molto comune - oserei dire standardizzato - del sistema politico giapponese: una figura avente un'alta formazione in Scuola Politica che, una volta entrato nei sistemi di policy-decision, ci rimane fino alla morte esercitandovi un'influenza più o meno netta.
Le riflessioni sulla carriera di Sakurai mi sembrano in qualche modo il punto più "leggero" da cui partire, visto che egli è forse uno dei pochissimi politici-dirigenti giapponesi diventato famoso nel mondo del pop, grazie ovviamente al figlio Sho.

Questo post - lontano dall'essere una noiosissima menata sulla scintillante carriera del Signor Sakurai - ha un altro obiettivo: prendere il caso come esempio per dimostrare l'effettiva presenza (con luci e ombre annesse) di una Classe Politica nel senso più professionale e COMPETENTE del termine, in quanto composta da membri tutti formatisi in vere e proprie Scuole di Politica; ne scaturisce di conseguenza la valutazione delle differenze con la Casta "Politica" italiana, laddove additare come "Politici"  gli amministratori della nostra Repubblica è davvero una generosa elargizione.

Quando Sho entra negli Arashi, suo padre faceva parte della dirigenza del MPT (Ministero delle Poste e Telecomunicazioni) già da più di 20 anni ormai, dopo essersi laureato presso (manco a dirlo!!) la Todai, in Giurisprudenza.
Facendo una piccola ricerchina sui siti dei Ministeri, si può notare una vera e propria carrellata che parte dal 1977 e continua sino a oggi, carrellata composta da incarichi in qualità di dirigente, membro di commissione parlamentare, sottosegretario e segretario nei Ministeri più disparati: Poste&Telecomunicazioni, Affari Interni, Affari generali, Economia, Radio&Telecomunicazioni ecc.
In ultimo, in un quotidiano di questa estate, si apprende che il Signor Sakurai è stato promosso a Vice Ministro del Coordinamento delle Politiche (una specie di Ministero degli Affari Generali), carica che tutt'ora ricopre e in rappresentanza della quale è apparso l'altro ieri al TG mattutino.

Come dicevo, una siffatta carriera politica è un'esemplare proiezione di un andamento piuttosto generalizzato: tralasciando qui la discussione sul sistema di voto e sull'energico feedback degli elettori giapponesi (<- si, è ironico), in Giappone una donna o un uomo si "educano" e "formano" alla carriera politico-amministrativa, con percorsi universitari disegnati appositamente per tale scopo.
Se proprio il paragone è necessario, una tale esperienza mi fa pensare alle Scuole di politica e amministrazione di stampo francese e inglese, tutti Paesi in cui un sistema paurosamente classista di Università private dà accesso ad un'altissima preparazione in materia di Diritto, Economia e funzionamento dell'apparato pubblico.
La conseguenza è la presenza di figure (dagli ambasciatori, ai Ministri, ai funzionari di Stato) forse figlie di ricconi, forse super-indebitate ancor prima di ricevere il primo stipendio, ma indubbiamente e profondamente preparate. Dei veri e propri robot a celle combustibili pronti a mettere le mani sulla poderosa macchina amministrativa del proprio Stato.

Mi si può contestare - a ragione - quanto io stia minimizzando la discussione su un tema in realtà complicatissimo, un tema che avrebbe bisogno di essere sviluppato da figure davvero competenti, al contrario di ciò che io sono.
Però cercate comunque di perdonarmi, visto che l'interesse per il sistema economico-istituzionale giapponese è un amore che mai mi abbandona.

Il punto, adesso, è che una simile esperienza è assolutamente inesistente in Italia.

Dopo lo scivolone della Cancellieri, la servile stupidaggine di d'Alia (le Forze Armate offese da un ministro idiota, non da un Sindaco coraggioso), le esternazioni messianiche di Razzi, l'incredibile originalità della Gelmini - and so on- c'è ancora qualcuno che dubiti che questo Paese possa risollevarsi solo fondando finalmente una Scuola della Politica?

Durante l'intervista all'architetto Renzo Piano al programma "Che tempo che fa", il presentatore Fabio Fazio ha sostenuto  un'opinione secondo me molto delicata: "Io sono contro l'idea pauperistica della politica."
Premesso che sono assolutamente d'accordo con lui, bisogna però ammettere che l'idea pauperistica della politica andrebbe abbandonata solo DOPO che uno spiraglio di vera competenza e professionalità da parte dei politici inizi ad aprirsi.
Mi spiego meglio: se il politico diventa più professionista e meno saltimbanco, ecco che quello stesso politico avrà il diritto di chiedere una maggiore ricompensa.
Il cittadino riconoscerà quella ricompensa sotto la spinta di una rinnovata fiducia; tale spinta avverrà però solo in virtù di un aumento di responsabilità, una responsabilità al quale il politico o il dirigente dovrà rispondere mettendo in campo TUTTE le proprie forze, conoscenze ed esperienze.
Ciò che sfugge a molti politici italiani - e che sfugge un pò meno ai politici di Paesi come il Giappone, la Francia, l'Inghilterra - è proprio questa stretta connessione tra competenze, responsabilità e maggiore retribuzione: ad un emolumento maggiore non corrisponde un maggiore "Che bello! Mi faccio i cazzi miei!", ma maggiori responsabilità.
E maggiori pretese.
Maggiori pretese nostre.
Di noi elettori.
Quello appena descritto è un circolo virtuoso che credo non esista in modo perfetto in nessun Paese al mondo, in quanto poi intervengono distorsioni della morale personale, comportamenti egoistici, giochi di partito, e tante altre variabili negative.
Mi sembra tuttavia attendibile credere che se c'é professionalità sicuramente c'è piú qualità.
E se c'è più qualità, non è così sbagliato devolvere parte della tassazione per pagare un professionista della politica.

Tornando al caso esemplare del papà di Sho, non è difficile notare che quella giapponese sia una Casta tanto quanto lo è quella italiana.
L' "amore per la poltrona" è un evergreen di entrambi i Paesi, e guardando la cronologia della carriera del signor Sakurai (1977-2013) si capisce che quella poltrona è vecchia ben 36 anni, con buona probabilità che abbia ancora lunga vita.

E qui, poi, sto tralasciando la grave questione delle Università "deputate" a formare la classe politico-amministrativa: una questione -anch'essa- ricca di luci scintillanti ma soprattutto di profondissime ombre, su cui sarebbe necessario spendere molte parole (e non tutte di elogio).

La Casta -insomma- esiste, è forte, e nel caso specificatamente nipponico è poco controllata e denunciata dai media e dalla satira. Almeno in questo, noi italiani possiamo vantare una maggiore conoscenza e consapevolezza del problema.

L'obiettivo del post, tuttavia, è sottolineare la mia convinzione secondo cui la politica italiana debba essere composta da professionisti, da competenti, per lo meno non formata da indifferenti, quegli indifferenti che Gramsci odiava e temeva con tutto se stesso.

L'indifferenza e l'incompetenza sono due lame che feriscono l'Italia nel profondo: bazzicando e inciampando nel mondo della traduzione e delle lingue, l'ho potuto ben notare almeno in questo settore, con grande amarezza da parte mia.
Tante parole, tanto vanto, tanta "vetrina", e - in realtà - molta superficialità.
Si, "superficialità" è proprio la parola giusta.


A questo proposito, mi è stato recentemente mostrato un interessantissimo studio che conferma tutte le mie convinzioni su un certo tipo di persone, persone che io aggiungerei tranquillamente alle maschere pirandelliane.
L'argomento di studio, infatti, riguarda l'incapacità proprio delle persone più ignoranti e saccenti di auto-valutarsi in modo corretto, e da questo ne consegue una sopravvalutazione e sovrastima delle personesaccenti che in realtà sono le prime a commettere patetici errori.
E' una teoria che sostengo da anni, ma ormai non mi interessa neanche più esporla.
Purtroppo anche l'articolo è tutto in italiano, non sono riuscita a trovarlo in inglese. Già il titolo "Ignoranti e inconsapevoli" è un bel segnale: http://www.lorenzomagri.it/psicologia/dunning-kruger-effect-ignoranti-e-inconsapevoli

Questo per dire che la superficialità della politica italiana (non sto qui a parlare della superficialità di ideali e di moralità, altrimenti ADDIO!) è solo la proiezione del tappeto della popolazione, con buona pace delle poche eccezioni.

Spero quindi che prima o poi si assista all'ascesa di politici formati e preparati, che forse resteranno ingiustamente 36 anni su una poltrona, ma almeno si avrà la "minima" garanzia della competenza.

Ci sarebbe tantissimo da dire, e io stessa non concordo su molte (moltissime!) dinamiche della politica giapponese, che a volte rasentano la tristezza.
Ma..eviterò di scrivere ulteriormente qui, altrimenti perdo i già pochi amici di LJ che ho. xD
Per questo rimanderò i miei pensieri a discussioni di persona, face to face.

...Mi scuso anche con il papà di Sho, per averlo tirato dentro a una discussione scritta da una minima persona "X" come me.
Mi scusi tanto, signor Sakurai. m(_ _)m
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