Titolo: one gift from the sea
Fandom: Daiya no Ace
Personaggi: Miyuki Kazuya (+ Sawamura Eijun)
Rating: SAFE
Prompt: oceano [COW-T 6] + 20. Tempesta [100prompt]
Wordcount: 1656
Avvertimenti: Mermaid!AU, Prince!Miyuki, Mermaid!Eijun
Note dell'autrice: Scritta per il COW-T 6. Sto praticamente dando fondo alle mie riserve di AU. Vediamo dove andremo a finire x°
Il terrazzo delle sue stanze è il posto che Miyuki preferisce per guardare l'oceano. Si siede sul largo parapetto, lascia che una delle gambe a penzoli fuori e potrebbe rimanere ore intere a osservare l'immensa distesa d'acqua che si spinge molto più in là di dove arriva la sua vista. Le navi spuntano dall'orizzonte e in esso spariscono, le vele come fiori bianchi che fanno capolino in uno sconfinato prato blu e i gabbiani i loro petali sparsi nel cielo. Il rumore delle onde in lontananza e il vento ad accarezzargli piano il viso gli fanno da gentile compagnia. Nient'altro riesce a dargli un tale senso di pace.
Ma Kazuya sa che non è sempre così. All'occorrenza l'oceano sa diventare feroce, adirato come un dio maligno. Si innalza, si ingrossa, fa paura anche solo al pensiero. Al suo regno ha sempre dato il cibo e la ricchezza per prosperare, poi a tempo debito richiede di diritto qualcosa in cambio. Porta via i figli che a lui si affidano per un lavoro e una vita dignitosa. Porta via i fratelli dallo spirito libero in cerca di avventure lontane. Lascia mogli senza mariti e regni senza sovrani. L'oceano non fa distinzione fra chi è ricco e chi è povero, chi è giovane e chi è vecchio. Prende ciò che vuole e non rende conto di nulla a nessuno. Eppure, anche quel grande, spaventoso oceano è stato misericordioso con Kazuya. Senza che lui sappia spiegarsi perché, gli ha fatto un ulteriore dono, senza privarlo di nulla.
La tempesta che qualche mese prima aveva sorpreso la sua nave durante il rientro al porto era stata una delle più spaventose che si fosse abbattuta su quelle coste. Il mare si arricciava in onde così alte da superare senza sforzi l'albero maestro e la nave non faceva altro che dondolare da parte a parte. I membri del suo equipaggio correvano su e giù per il ponte, con la pioggia a sferzare contro i loro visi e l'acqua salmastra a inzupparli da capo a piedi. Qualcuno non faceva che pregarlo di andare sottocoperta, perchè lì era più sicuro, ma col cavolo che Kazuya li avrebbe lasciati per salvarsi la pelle. Lui era il principe, abbandonare i suoi uomini era fuori discussione - e poi, se la nave fosse calata a picco, nascondersi sarebbe servito a ben poco. Meglio che poteva si era messo a dare istruzioni per facilitare anche di poco la navigazione. Si era imposto di rimanere più calmo possibile, ma non era facile, soprattutto con il volto sbiancato di Kuramochi. Per quanto anche lui stesse con tutte le sue forze mantenendo i nervi saldi, Kazuya non lo aveva mai visto tanto preoccupato in vita sua. Non era per niente un buon segno e la tempesta dal suo canto non sembrava voler migliorare. Con quel mare agitato, poi, era anche difficile vedere la costa. Avrebbero dovuto trovare un modo per mandare dei segnali, nella speranza che il porto non fosse poi così lontano - almeno da terra avrebbero potuto guidarli con la luce del faro. Stava chiamando a voce alta perché discutessero della cosa quando in un attimo un'onda più forte aveva travolto il ponte. E lui era troppo vicino alla battagliola. Prima che se ne fosse reso conto la mano di Kuramochi era tesa invano nella sua direzione e lui stava precipitando fuoribordo. Il mare in tempesta l'aveva inghiottito senza pietà.
La prima cosa che aveva avvertito era stato il panico, ancora prima del freddo alla ossa per l'acqua gelida e della sensazione di soffocamento. Quelle erano arrivate subito dopo. Aveva preso a dimenarsi a più non posso. Aveva provato a risalire ma la superficie sembrava sempre troppo lontana perché lui la potesse raggiungere, e chissà dove lo stava trascinando la corrente. Sto per morire si era detto spaventato, quando in pochi minuti era arrivato al limite e nel disperato bisogno d'aria aveva di riflesso inspirato l'acqua. La gola, i polmoni, tutto aveva preso di colpo a bruciare. Lì aveva cominciato probabilmente a perdere conoscenza. Il resto era buio, freddo, qualcosa che stringeva la sua spalla e una bocca premuta contro la sua.
« Non posso lasciarlo qui! Devo essere sicuro che sia ancora vivo! »
I suoi ricordi ripartono da una voce, quando aveva ripreso conoscenza sdraiato su uno degli scogli a riva della baia. Al suo primo respiro aveva tossito, sputando l'acqua che era risalita alla gola sempre più bruciante. Poi ne aveva presi altri, veloci uno dopo l'altro, come se non avesse avuto aria per secoli - perché annegare dava più o meno quella sensazione - e aveva continuato così per diversi minuti, fino a quando non aveva preso a respirare in modo un po' più regolare. Era vivo e quasi non riusciva a crederci.
Prima che avesse potuto registrare qualcos'altro, una mano si era posata timida sul suo petto. A quel punto si era sforzato di aprire gli occhi. Nonostante la sua vista fosse ancora un po' appannata, a incontrare il suo sguardo aveva trovato due gemme ambrate, lucenti forse più del gioiello verde che pendeva dal collo di quel ragazzo sporto su di lui. Un ampio sorriso gli aveva illuminato il volto, nel momento in cui aveva capito che il principe aveva ripreso i sensi.
« Si è svegliato! » aveva esclamato gioioso, voltandosi verso qualcuno alla sue spalle che Kazuya non era in grado di vedere.
Si sentiva ancora troppo frastornato anche solo per muoversi. Le orecchie gli fischiavano e la testa pesava come se fosse un macigno. Il resto del corpo non era da meno. Intanto l'altro continuava a parlare con quel suo amico - aveva ipotizzato che fosse qualcosa del genere - ma Kazuya non era riuscito proprio a seguire il filo. Sembrava comunque una discussione concitata, stavano forse parlando di lui?
Nella confusione aveva allungato senza pensarci una mano fino al volto del ragazzo, facendolo sobbalzare appena e mettendo fine a qualsiasi fosse il suo discorso.
Non era in grado di dire se fossero le sue dita a essere tanto fredde o il viso dell'altro a essere così bagnato; probabilmente entrambe le cose. La pelle al tatto gli era sembrata strana, più ruvida di quella che avrebbe attribuito a un ragazzino così giovane, ma di certo non era stata una sensazione spiacevole. Anzi.
Man mano che stava riacquisendo un po' di lucidità, si era reso conto che a un contatto del genere da parte di un estraneo, chiunque si sarebbe allontanato e di certo l'avrebbe fatto anche quel ragazzo. Ma con sua sorpresa questi era rimasto fermo immobile, gli occhi a scrutarlo attento. Invece che infastidito, sembrava piuttosto incuriosito dal gesto inaspettato.
Erano rimasti così, a guardarsi in silenzio per qualche minuto forse - non sa dirlo con precisione. Poi il ragazzo gli aveva sorriso di nuovo e questa volta nel petto di Kazuya si era distintamente mosso qualcosa.
Aveva così preso a boccheggiare, senza sapere nemmeno lui cosa volesse dire. La voce non sembrava voler uscire fuori, ma sentiva che avrebbe almeno dovuto ringraziarlo, perché a quel punto era abbastanza sicuro che era stato lui a trascinarlo fuori dall'acqua - come avesse fatto rimaneva ancora un mistero per lui. Il ragazzo aveva annuito piano in risposta, come a incoraggiarlo per parlare lasciandogli tutto il tempo di cui aveva bisogno.
Forza, di' qualcosa!
« VOSTRA ALTEZZA! »
« Principe!! »
« Principe Miyuki!! »
Ma le urla avevano stroncato i suoi sforzi e messo in allarme l'altro. Con la coda dell'occhio poteva scorgere sulla spiaggia tre figure che concitate correvano verso di loro. Aveva sorriso di riflesso - era ora di tornare a casa - ma il modo in cui il giovane accanto a lui aveva preso ad agitarsi lo cominciava a preoccupare. Non si spiegava cosa, o chi, lo stesse spaventando così tanto. Poi la realizzazione era arrivata di colpo.
Aveva bisogno di andare via prima di essere visto. Ma perché?
« A-aspetta... » aveva farfugliato mentre aveva cercato di fermarlo, facendo leva su un gomito per alzarsi un po'. Le dita erano scivolate via dalla sua guancia impigliandosi sul ciondolo e senza volerlo Kazuya glielo aveva strappato dal collo. Nella fretta, il ragazzo glielo aveva lasciato, anche se titubante, e si era tuffato in mare giù dallo scoglio, sparendo in quello che agli occhi del principe era senza dubbio un bagliore dorato.
Era ancora con un braccio teso verso le onde quando le domestiche gli si erano quasi lanciate addosso, tra i pianti e il sollievo nel vederlo incolume. Anche tra il frastuono e nella sua non piena coscienza, era sicuro che non poteva essersi sbagliato. D'un tratto aveva tutto più senso. Quella era una coda di pesce.
Miyuki stringe il ciondolo che ha fra le mani. Nonostante abbia cercato in lungo e largo, di quella creatura - perché ragazzo non è più l'appellativo giusto - non ha trovato traccia. Ha fatto perlustrare e ha perlustrato anche lui stesso l'intera baia per giorni, ma sembra che si sia volatilizzato nel nulla. Neanche le spedizioni a largo hanno dato frutti e molti nemmeno gli credono quando parla di quello che ha visto. Dicono che sia stato un delirio del momento, dovuto di sicuro al fatto che è quasi annegato, e che semplicemente è un vero miracolo che sia ancora vivo. E lo è davvero. Ma è proprio questo "miracolo", insieme alla gemma, a provare che quella creatura lui l'ha vista davvero e non si tratta solo di una sua fantasia.
« Vostra altezza, è ora di andare » lo chiama uno dei servitori, fermo sulla porta del terrazzo.
Kazuya si limita a fargli un lieve cenno con la mano « Arrivo »
Si lega di nuovo il ciondolo al collo, nascondendolo sotto la maglia dove lo tiene sempre al sicuro, e abbandona il suo posto sul muretto. Rivolge un ultimo sguardo all'oceano.
Non si arrenderà. Sa che prima o poi riuscirà a trovarlo, dovesse continuare a cercare per tutta la vita.