TITOLO: Principi di chimica
FANDOM: Sherlock BBC
RATING: PG
PROMPT: scrivere una drabble in cui un esperimento chimico va male in cui compaiano le parole “atomo” e “afnio”per la Seconda Prova per il mdf di
it100 PAROLE: 500
BETA:
nike158 ♥
DISCLAIMER: niente di mio, tutto della BBC. E di certo non scrivo a scopo di lucro.
NOTE: allora, innanzitutto la fic è ambientata in un AU scolastico, dove Sherlock e John sono due studenti di un colegio. Mrs Hudson è la loro Preside e Lestrade il loro Professore di chimica XD E sì, tutto questo è uscito fuori dal fatto che avevo questo specifico prompt, dato che il mondo sa che io di solito non scrivo AU XD Altre note a fine fic ^^
Il laboratorio è vuoto e silenzioso.
Durante la mattina è sempre un via vai di studenti e professori per le varie lezioni, ma nelle ore prima della cena è tranquillo. Sono quelli i momenti in cui a Sherlock piace, quando non ha nessuno intorno che non sappia cosa sta facendo e agisca completamente a caso. Tra l’altro, non è che il Professor Lestrade renda le loro lezioni di chimica particolarmente interessanti o gli faccia mai fare esperimenti degni di tale nome.
Sherlock si assicura che il Becher in cui si trova l’afnio sia sigillato nel modo giusto, lo sta maneggiando in forma di polvere e ogni singolo atomo dell’afnio a contatto con l’aria va immediatamente a fuoco, e poi si appresta a prelevare un po’ del liquido che ha preparato precedentemente per mescolarlo con la polvere e stabilizzarla. La sua mano, però, si ferma a mezz’aria bloccata da un rumore che si rivela essere il cigolio della porta del laboratorio che viene aperta. E un istante dopo Anderson è nella stanza. Tra tutti i suoi compagni Anderson è, probabilmente, il più insopportabile. Appena lo vede Sherlock stringe gli occhi pieno di disappunto e di fastidio.
“Che ci fai qui?” domanda. Deve aver visto Sherlock dal corridoio (Sherlock deve ricordarsi di oscurare i vetri delle porte la prossima volta) e ora se lo ritrova tra le scatole.
“Niente che ti riguardi. O che tu sia in grado di capire” risponde Holmes con sufficienza.
“Cos’è questo, un altro dei tuoi intrugli da psicopatico?” insiste, con una smorfia antipatica. Sherlock si limita a sbuffare.
“La tua voce mi deconcentra, Anderson. Vattene.”
“Lo sai che non dovresti essere qui? E’ vietato. Andrò a dire a Mrs Hudson che sei in laboratorio senza permesso e vedrai” minaccia Anderson e sembra un bambino di tre anni che piagnucola davanti a sua madre.
“Fa quello che vuoi, purché tu te ne vada” ribatte Sherlock senza il minimo interesse, tornando a concentrarsi sul suo esperimento.
“Tu sei pazzo. Uno psicopatico fuori di testa che andrebbe rinchiuso da qualche parte. C’è il rischio persino che tu uccida qualcuno con questa robaccia!” butta fuori velenoso e, prima che Sherlock possa dirgli di non toccare (sul serio, l’avrebbe fatto), Anderson allunga una mano e toglie il coperchio dal contenitore dell’afnio con un gesto di disprezzo.
Sherlock fa appena in tempo a tirarsi indietro e, poi, c’è il fuoco che compare all’improvviso.
Dopo che il fumo ha fatto scattare l’allarme antincendio, Mrs Hudson e il Professor Lestrade sono accorsi sul posto, Anderson ha urlato infinitamente come se lo avessero pugnalato al cuore, un medico è stato chiamato e ha decretato che gran parte dei capelli del ragazzo sono andati, ma per il resto si tratta solo di un’ustione di secondo grado che guarirà in tre settimane e John si è precipitato appena sentite le parole “incidente” e “laboratorio” per assicurarsi che Sherlock stesse bene, la calma sembra essersi ristabilita.
Eppure, Sherlock ha l’impressione che la faccenda non sia finita lì.
NOTE AGGIUNTIVE
Probabilmente non fregherà a nessuno XD, ma comunque:
- l’afnio è un metallo che viene usato per fare un sacco di cose (lampade, nelle leghe metalliche, per i transistor) e quando si trova in polvere è piroforico, ovvero appena viene a contatto con l’aria va a fuoco. E questo il nostro Anderson lo ha imparato a sue spese XD;
- teoricamente, l’ustione che si fa Anderson dovrebbe essere un po’ più grave di come ho trattato la cosa nella fic perché è un’ustione dovuta ad una sostanza chimica, ma a me serviva un modo veloce per liquidare la cosa e, quindi, fingeremo tutti di non saperlo LOL
- il Becher è il tipico contenitore che si usa nei laboratori chimici, quello che si vede sempre anche nei telefilm e film vari XD E la pipetta non è altro che un contagocce, volendo essere molto pratici.
TITOLO: Principi di chimica, parte II
FANDOM: Sherlock BBC
PROMPT: scrive una drabble in cui si litiga sulla formula chimica giusta per la Terza Prova per il mdf di
it100 PAROLE: 500
BETA:
nike158 ♥
RATING: PG
DISCLAIMER: tutto della BBC. Niente di quanto segue è scritto a scopo di lucro.
NOTE: sempre stesso AU in cui John e Sherlock sono gli studenti di un collegio. Mrs Hudson è la loro Preside e Lestrade il loro Professore di chimica. Altre note a fine fic ^^
Sherlock sente che sta per esplodergli un mal di testa atroce.
Sono in quella stanza da due ore e la sua pazienza si è esaurita. Tra tutte le punizioni che la loro Preside, la Signora Hudson, poteva inventarsi quella è la peggiore (tra l’altro, a Sherlock sembra assurda l’idea in sé della punizione. Non vede proprio che cosa abbia fatto di male: stava solo lavorando ad uno dei suoi esperimenti. Se Anderson ha sentito il bisogno di andare ad infastidirlo e si è ritrovato con tre quarti dei capelli bruciati non è certo colpa sua, ma del fatto che Anderson è un idiota).
Guarda i due ragazzi di fronte a sé e percepisce l’irritazione farsi insostenibile. Potrebbe dare loro ripetizioni di chimica per tutta la vita e non ci sarebbe comunque la minima possibilità che qualcosa finisca con l’essere assimilato dai loro piccoli cervelli. E’ solo una perdita di tempo, il suo tempo. Con la coda dell’occhio vede John seduto a poche sedie di distanza da dove si trovano loro (l’unica cosa veramente interessante lì), intento a leggere un qualche libro di cui Sherlock ignora il titolo. Teoricamente, sarebbero dovuti essere a pranzo già da un po’ (come ogni giorno, John è venuto a cercarlo per andare insieme in mensa) ma Sherlock è ancora incastrato in questa situazione assurda. E l’unica cosa che vorrebbe, invece, è proprio uscire da quella stanza e portarsi John dietro.
Le voci schiamazzanti dei due ragazzini richiamano, si fa per dire, l’attenzione di Sherlock.
“Ti dico che è così. Ho controllato sul libro” dice uno dei due, riferendosi alla formula su cui stanno lavorando.
“E io ti dico di no. Guarda l’esempio: è un idrossido, quindi deve mettere prima il metallo e, poi, il gruppo OH” ribatte l’altro.
“Ma no, no. Così non torna assolutamente! E credo che i numeretti siano tutti sbagliati.”
C’è una nota irritazione mista a disperazione nella frase.
Bene, è ufficialmente abbastanza.
Sherlock si alza dalla sedie e nel momento in cui lo vede muoversi John abbassa il suo libro per osservarlo.
“Voi due siete senza speranza” li informa. “Innanzitutto, questo è un acido e non un idrossido, dato che il boro è un non metallo.”
“Sherlock,” lo interrompe John, “dovresti aiutarli a capire come svolgere l’esercizio e non farlo al loro posto.”
“Quindi,” prosegue l’altro senza badare al suo amico, “dovete mettere prima l’idrogeno, poi il boro e dopo l’ossigeno. E la formula è tutta da bilanciare.” conclude, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. Con un gesto seccato afferra la penna rossa e piazza un due gigantesco davanti all’intera formula. “Bene, suppongo che ora possiamo considerare le ripetizioni concluse.”
Non gli importa assolutamente cosa gli farà la Hudson quando lo scoprirà, qualsiasi cosa è meglio di quello.
“Possiamo andare, ora” dice a John, mentre si incammina verso la porta.
John rivolge ai due ragazzi, rimasti attoniti nelle loro sedie, un sguardo che è un misto di comprensione e scuse. Poi, si affretta a raggiungere Sherlock in corridoio.
NOTE AGGIUNTIVE:
Giusto, per amor di conoscenza:
- la formula su cui litigano i due ragazzi a cui Sherlock deve dare ripetizioni è quella dell’acido borico, ovvero ciò che si ottiene dall’unione di acqua e un’anidride (ossigeno più non metallo), mentre loro la scambiano per un idrossido che si ottiene dall’unione di acqua e un ossido (ossigeno più metallo);
- i “numeretti” che vengono nominati e il grosso due che disegna Sherlock servono al bilanciamento della formula.
Sì, ora me ne vado *sparisce*