[Fanfiction] Some holes; Insieme per sempre; His shadow in the fog

Oct 25, 2010 14:14

Titolo: Some holes
Pairing: Sherlock/John
Wordcount: 130
Genere: slash, fluff
Rating: PG-13
Prompt: sciarpe @ Notte bianca @ maridichallenge 
Riassunto: La miseria del suo portafoglio si manifestava pienamente nei buchi della sua sciarpa.

La miseria del suo portafoglio (causa vita troppo cara di Londra) si manifestava pienamente nei buchi della sua sciarpa. Tutti i rammendi di Mrs. Hudson erano lisi, se ci metteva un dito sotto riusciva a vederlo. Sospirò, mettendosela attorno al collo. Dicembre si infiltrava nelle maglie slargate e gli pungeva il collo infastidendolo. Tremò per un attimo solo, ma Sherlock non se lo fece sfuggire.
“Hai freddo.”
“Brillante quanto banale intuizione, signor Sherlock Holmes.”
“Eppure hai la giacca e il maglione e anche le calze pesanti.”
“Oddio, e le mutande di lana no?”
“No, quelle non mancavano dal suo cassetto.”
“Ma che cosa--?”
“Vieni qua.”
Con sguardo interrogativo John gli si avvicinò di più; Sherlock gli prese la mano, infilandosela nella tasca del cappotto, e si tolse la sciarpa, avvolgendo i colli di entrambi.
“Non stai molto meglio, così?”

Titolo: Insieme per sempre
Pairing: Martin Freeman/Maglioni (altresì Martiglioni)
Wordcount: 274
Genere: idiozia?
Rating: c'è bisogno di un rating?
Prompt: RPF, Martin Freeman/maglione, non ci lasceremo mai @ Notte Bianca @ maridichallenge 
Riassunto: “Ho solo un profondo legame con gli oggetti, okay?”

Benedict alla disperata ricerca di Martin” sarebbe stato un ottimo titolo per un ipotetico nuovo episodio da scrivere (ovviamente se rimescolato); lo trovò, depresso, nel suo camerino, che sospirava con fare teatrale e triste. Da sopra la spalla cercò di guardare quello che stava guardando lui, e si ritrovò ad osservare le sue dita che si intrecciano ai buchi di un vecchio maglione.
“Cosa stai facendo?”
Martin sobbalzò quando lo sentì parlare; tanto era assorto nei suoi pensieri da non accorgersi minimamente dell’arrivo del collega. Sospirò, vagamente triste. “Ma niente, è il maglione che abbiamo usato nella prima puntata, e…”
“Si è tutto rotto.”
“Buona intuizione, Benedict Holmes. È che mi fa un po’ triste vederlo così…”
Se lo teneva sulle gambe e lo accarezzava piano, sospirando ancora, malinconicamente. Benedict alzò un sopracciglio e piegò leggermente la testa verso sinistra.
“Sembra che tu stia parlando del tuo cane…”
“Ho solo un profondo legame con gli oggetti, okay?”, gli rispose Martin piccato, girando la sedia e guardandolo, senza lasciare il maglione che adesso stringeva al cuore.
“Certo, okay”, ridacchiò, “comunque ti stavo cercando perché stiamo uscendo tutti insieme. Avvisa, la prossima volta che sparisci in questo modo, eh?”
Con una pacca sulla spalla si congedò, domandandosi se il troppo lavoro gli avesse causato qualche lieve danno che, sperò, si potesse curare con un meritato riposo. Lontano da ogni forma e aggregazione di lana.
Martin ruotò di nuovo la sedia e, nuovamente, sospirò. “Tranquillo, non ti lascerò qua da solo, solo e abbandonato.”, gli disse con uno strano ed inquietante affetto.
Aprì il borsone dove tutti i maglioni che aveva usato per girare stavano tranquilli e piegati; non si sarebbe mai separato da solo, assolutamente mai.

Titolo: His shadow in the fog
Pairing: Sherlock/John
Wordcount:  327
Genere: slash
Rating: PG-13
Prompt: nebbia @ bingo_italia 
Riassunto: John rimaneva apposta dietro di lui; lo osservava, lentamente. In mezzo alla nebbia la sua immagine si sfocava ma senza scomparire mai, come se fosse tatuata sulle sue pupille.

Sherlock stava davanti a lui di cinque passi, ignorando completamente la sua esistenza. Il suo cervello continuava a macchinare, a elaborare prove e indizi, mordendosi le labbra a turno perché tutto gli sembrava assurdo e niente andava al suo posto; aveva appena gridato nel mezzo della via, chiedendosi perché il puzzle avesse dei pezzi così sformati da non coincidere mai. John rimaneva apposta dietro di lui; lo osservava, lentamente. In mezzo alla nebbia la sua immagine si sfocava ma senza scomparire mai, come se fosse tatuata sulle sue pupille.
Osservò quanto sembrasse ancora più alto, visto da così lontano: sfiorò le curve disordinate dei suoi capelli, quelle che distrattamente Sherlock si accarezzò mentre continuava a pensare - cercò di metterle in ordine, come se avere i capelli di una forma presentabile lo aiutasse nei suoi ragionamenti. Guardò le dita lunghissime, sospirò sulle punte che avrebbe voluto baciare. Scivolò dalle spalle ai fianchi che nella notte gli ordinavano di infilarsi sotto le lenzuola e accarezzarli fino a consumarli; avrebbe voluto correre fino a lui e afferrarlo per baciarlo infinitamente, anche solo sfiorargli le labbra con le dita e sentirlo sotto di sé in questo modo. Ricordò gli zigomi che erano sicuramente duri come il suo modo di parlare, di comportarsi, di essere. Si sarebbe fatto male se li avesse baciati - avrebbe baciato solo le labbra e il corpo, e avrebbe risolto.
Quando finalmente Sherlock si rese conto di star parlando al vento e si voltò per richiamarlo all’ordine, John sospirò di nuovo, ricordando a se stesso che aveva a che fare, molto semplicemente, con un malato di mente sociopatico che il sesso non sapeva neppure cosa volesse dire, e che qualsiasi fantasia potesse fare su di lui non aveva scopo di esistere né modo di farlo.
“Cosa diavolo stai combinando, fermo come un idiota in mezzo alla strada?”
“Guarda che fino a prova contraria quello idiota sei tu, parlavi all’aria.”
“Aah, zitto e seguimi, stavo parlando.”
“Sì, sì, ti sto seguendo…”

personaggio: sherlock holmes, attore: martin freeman, personaggio: john watson, fan fiction

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