Cosa si può odiare di Milano e dell'andare a Milano?
Il primo posto, senza dubbio, va alle svariate e sempre nuove puzze in metropolitana. Non credo ci sia di peggio per iniziare malissimo la giornata. E se volessimo parlare di mezzi pubblici & affini, sui treni in perenne ritardo zeppi di persone che non sanno manco lontanamente cosa significa convivere civilmente con altri esseri umani ci sarebbe materiale per un mese di post. Ma la cosa che veramente mi fa venire la depressione più totale l'ho scoperta oggi. Nel senso, l'ho osservata per anni ma solo questa mattina mi son resa conto di quanto la detesti. Parlo dell'atteggiamento di insofferenza della gente, e della sua irrefrenabile voglia di esternarla SEMPRE al resto del mondo. Non mi riferisco alla piccola imprecazione che può anche scappare per gli appunto quindici minuti di ritardo fissi dei treni... una cosa del genere posso anche capirla. No. I milanesi si mostrano scocciati alle code al bar, per fare lo scontrino. Il limite di sopportazione è fissato più o meno sul minuto e mezzo, poi... bum. Chissene frega se la sciura settantenne che sta alla cassa ci sta mettendo un po' più del solito semplicemente perchè invece del solito caffè & brioche dell'impiegato deve comprare la marca da bollo per il passaporto più farsi spiegare dove la deve mettere, più chiedere un'informazione più un paio di altre cose, quindi cercare il borsellino sul fondo della borsa mentre si spinge gli occhialetti sul naso e si tiene al bastone con l'altra mano. Chissene frega, tanto la gente non guarda mai al di là del proprio naso. Non osserva. Non si fa domande. Pensa solo che è in ritardo, che deve andare, che non ha tempo, e allora andiamo pure giù di sbuffi e scrollate di spalle (e vogliam parlare degli automobilisti? Fanno più clacsonate che frenate in mezz'ora di guida. Ma sto divagando... ). Ecco. Oggi, per ben due volte, ho dovuto assistere a questa tristissima scena. Con anche *la* chicca, ed è proprio questa la cosa che più di tutto mi fa venir voglia di prendere a legnate sta gente: giunto al sopracitato limite di sopportazione, il detestabile omino in coda per il caffè emotivamente (e mooolte altre cose terminanti in -ente) represso che fa? Sbuffa, ovvio, fa la smorfietta scocciata. E lo fa girandosi verso di te, che disgraziatamente stai proprio dietro di lui in coda, mostrandoti due occhioni sgranati/increduli (che sembran dire '... ma... te pare?? Cioè, te pare?? Ma in che razza mondo viviamo, EHHH."), le labbrucce socchiuse... e cercando in tutti i modi la tua solidarietà (AGGHIACCIANTE. A questo punto sento infatti nella testa tipo un gesso che stride sulla lavagna. La sensazione esatta). Un'aria da cane bastonato, insomma, danneggiato nel profondo. Povero piccolo, mi viene allora da dirgli. Ma anche un sentitissimo... ma vaffanculo, va'.
... Scusate lo sfogo.
Per il resto... l'influenza sta certamente per colpirmi, me lo sento :( sto così cosà da qualche giorno, anche se in generale, fisicamente parlando, sono un catorcio da un mesetto (ancora, dannato gennaio). Vorrei già il caldo... tanto caldo ç_ç zob.
Eppoi, perdonatemi per il ritardo :° auguroni di cuore a
taurie_2020 e
chainer_morgana che hanno compiuto gli anni rispettivamente l'8 e il 9, e un altro Buon Compleanno a
babyara che festeggia oggi ;**
Infine, sempre da
taurie_2020... non credo di averlo mai fatto, uhm!
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Poichè Momo continuava a tacere, le accarezzò i capelli per consolarla, e aggiunse: «Non prendertela tanto, Momo. Domani tutto sembrerà differente. Inventeremo qualcosa di nuovo, un'altra storia, ti va?».
«Questa non era una storia», mormorò Momo.
[Momo, Micheal Ende]
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lagolindari:)